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29.09.2023
Trieste Next: presentata la terza edizione del Big Science Business Forum che si terrà nel 2024 a Trieste
Trieste lancia la lunga volata per ospitare nel 2024 la terza edizione del Big Science Business Forum (BSBF), la conferenza internazionale orientata al business che riunisce le principali infrastrutture di ricerca europee, ormai accreditata come il principale punto di incontro tra le infrastrutture di ricerca e l’industria. La presentazione delle tappe che porteranno all’organizzazione del forum dall’1 al 4 ottobre del prossimo anno nel Trieste Convention Center all’interno del Porto Vecchio del capoluogo giuliano, è avvenuta a Trieste Next, nell’ambito dell’evento “Non solo Ricerca. Il valore delle Infrastrutture scientifiche per l’economia e la società”, organizzato da Area Science Park in collaborazione con SIS FVG.
La scelta di Trieste per il BSBF 2024 non è casuale: la città ha una delle più elevate concentrazioni di ricercatori d’Europa ed è sede di numerosi centri e organismi di eccellenza scientifica nazionali e internazionali. Tra questi il Consorzio per le Infrastrutture di Ricerca dell’Europa Centrale (CERIC), punto di accesso aperto ad alcune delle strutture di indagine scientifica più avanzate di otto Paesi centroeuropei (Austria, Croazia, Repubblica Ceca, Italia, Polonia, Romania, Slovenia, Ungheria) nei campi dei materiali, dei biomateriali, delle nanotecnologie, con particolare attenzione ai temi dell’energia e delle scienze della vita.
“A differenza degli altri programmi esterni di supporto all’innovazione, il BSBF è un’iniziativa promossa autonomamente dalla comunità scientifica per facilitare l’incontro tra ricerca e industria internazionale – spiega Paolo Acunzo dell’ENEA, Direttore delle attività del BSBF Trieste 2024 -. Il fatto che per la prima volta questo importante Forum si svolgerà in Italia è un chiaro riconoscimento del ruolo di protagonista assunto dal nostro sistema Paese nella costruzione di un mercato europeo della Big Science. Fino al 2025 Trieste sarà al centro dell’attenzione del variegato mondo della Big Science e già dal prossimo 26 settembre – conclude Acunzo – si incontreranno a Trieste i rappresentanti tutte le grandi infrastrutture internazionali per concordare le prossime attività da sviluppare congiuntamente in preparazione del BSBF Trieste 2024”.
La candidatura di Trieste, oltre che dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – su input dell’Assessore regionale alla ricerca Alessia Rosolen – e dal Governo italiano, è stata sostenuta dall’Iniziativa Centro Europea, il primo Forum internazionale per Cooperazione Regionale che ha sede a Trieste. Co-organizzatori del Forum sono una serie di Centri di ricerca internazionali: CERN, ESA, ESO, ESRF, ESS, European XFEL, FAIR, ILL, F4E, SKAO. Il Comitato organizzatore locale è composto da Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Comune di Trieste, Area Science Park, Promo Turismo FVG, Università di Trieste, Camera di Commercio Venezia Giulia. Ulteriori partner sono gli Industrial Liaison Office: ILO (Denmark), ILO (Spain) e ILO Network Italia, la rete composta dai rappresentanti di CNR, ENEA, INAF e INFN.
BSBF si propone come il primo “sportello unico” per aziende europee e altre organizzazioni interessate a interagire con le grandi organizzazioni scientifiche europee, con l’obiettivo di creare in Europa un mercato comune della grande scienza più forte, più trasparente ed efficiente, senza barriere di ingresso ai fornitori industriali che vogliano stringere rapporti con le grandi installazioni di ricerca.
La prima edizione del BSBF, ospitata dall’Agenzia danese per la scienza e l’istruzione superiore a Copenaghen, in Danimarca, è stata un grande successo e risultati simili sono stati raggiunti anche dalla seconda edizione BSBF che si è tenuta a Granada, in Spagna: più di 1.000 delegati provenienti, oltre 500 aziende e organizzazioni da 30 Paesi. L’area espositiva ha visto la presenza di più di 200 aziende e organizzazioni e durante l’evento si sono svolti oltre 790 incontri B2B e B2C.
BSBF ha offerto approfondimenti sulle opportunità di appalti e commesse per le aziende del valore di quasi 10 miliardi di euro complessivi all’anno.
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26.09.2023
A Portorose inaugurata la North Adriatic Hydrogen Valley (NAHV)
Il tanto atteso avvio della North Adriatic Hydrogen Valley (NAHV) è finalmente arrivato. La prima iniziativa transnazionale di questo tipo nell’ambito del programma Horizon Europe, sostenuto dalla Clean Hydrogen Partnership, è stata lanciata a Portorose, in Slovenia. Più di 100 delegati in rappresentanza di 37 partner di progetto provenienti da tre Paesi, Croazia, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (Italia) e Slovenia, si sono riuniti per il kick-off meeting del progetto.
La NAHV è partita l’1 settembre e avrà una durata di 72 mesi. Comprende 17 progetti pilota da sviluppare in diverse località in tutti e tre i Paesi partner. Il partenariato, che ha ottenuto un contributo di 25 milioni di euro da Clean Hydrogen Partnership, ed è guidato da HSE, il più grande produttore e distributore di energia elettrica della Slovenia e produttore di energia elettrica da fonti rinnovabili, comprende 37 organizzazioni: aziende, università, istituti e altri enti pubblici dei tre paesi partecipanti, tra i quali Area Science Park. L’ideazione del progetto copre l’intera catena del valore dell’uso dell’idrogeno rinnovabile, dalla produzione, attraverso lo stoccaggio e la distribuzione, fino al suo utilizzo finale in vari settori, in particolare l’industria e i trasporti terrestri e marittimi, accelerando la transizione verso le energie rinnovabili su tre pilastri target: industrie hard-to-abate e i settori dell’energia e dei trasporti. Questi sono i motivi principali per cui NAHV ha ricevuto il Sigillo di Eccellenza, che viene assegnato nell’ambito di Horizon Europe a progetti che hanno ottenuto valutazioni elevate.
L’obiettivo principale dell’iniziativa è creare un mercato per l’idrogeno verde sia dal lato della domanda che dell’offerta, rendendolo una fonte energetica competitiva per il futuro. I principali attori del settore di tutti e tre i Paesi svilupperanno progetti pilota per produrre fino a 5.000 tonnellate di idrogeno rinnovabile all’anno da fonti energetiche rinnovabili, destinati allo stoccaggio, alla distribuzione e all’uso dell’energia. Si prevede che circa il 20% dell’idrogeno rinnovabile prodotto verrà scambiato tra i paesi partecipanti, creando così un mercato regionale primario per l’idrogeno. Introducendo tecnologie avanzate per l’idrogeno e sviluppando competenze e infrastrutture, il partenariato persegue anche altri obiettivi chiave del Green Deal europeo. In particolare, i progetti NAHV puntano alla decarbonizzazione di importanti settori industriali come la produzione di acciaio, cemento e vetro e forniscono soluzioni sostenibili di trasporto terrestre e marittimo legate alla riduzione dell’impronta di carbonio.
Si prevede che l’implementazione delle attività di innovazione previste libererà ulteriori investimenti in tecnologie legate all’idrogeno rinnovabile per un importo di oltre 300 milioni di euro, destinati ad aumentare la capacità di produzione, stoccaggio, trasmissione e utilizzo dell’idrogeno. Si prevede l’erogazione di ulteriori investimenti, sia durante l’attuazione del progetto che successivamente, sia da fonti private che pubbliche sotto forma di investimenti follow-up nei progetti pilota avviati con successo in 17 siti nei tre Paesi partecipanti, ma anche attraverso nuove iniziative che contribuiranno all’evoluzione di un ecosistema sociale ed economico basato sull’idrogeno rinnovabile. Lo sviluppo previsto crea la necessità di nuove competenze e capacità, che rendono le università e gli enti di ricerca partner dell’iniziativa protagonisti importanti nella progettazione e diffusione di nuovi programmi formativi, poiché la NAHV è destinata a diventare un veicolo per la creazione di posti di lavoro.
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20.09.2023
Area Science Park al Simposio GeoAdriatico 2023 per parlare di futuro e sostenibilità
Come saranno le città del futuro? Saranno costruite e/o adattate a esigenze legate alla sostenibilità? E come riusciremo ad affrontare la sfida della transizione ecologica e della neutralità carbonica? Sono queste alcune delle domande a cui ha cercato di rispondere l’incontro “Vivere il futuro: una sfida per i territori” organizzato nell’ambito del simposio GeoAdriatico e in collaborazione con il progetto LIFE IN-PLAN, co-finanziato dall’Unione Europea.
Tecnici, imprenditori ed educatori si sono incontrati in Area Science Park, lo scorso giugno, per confrontarsi sul modo in cui affrontare le sfide epocali che attendono l’Europa e non solo, affinché le città possano vivere il futuro in un’ottica di sostenibilità e di resilienza.
I relatori Khalid El-Metaal (Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico), Anna Lindorfer (Urban Innovation Vienna), Daniela Luise (Coordinamento Agende 21 Locali Italiane), Francesco Mazza (MOOG inc), Sergio Nardini (Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale), Susana Ruiz Fernandez (Comune di Bilbao), Fabrizia Salvi (Area Science Park), Roberto Siagri (imprenditore del settore DeepTech) e Simona Tršinar (REGEA – Agenzia regionale per l’energia e il clima della Croazia nord-occidentale) hanno avanzato interessanti proposte inquadrandole da diverse prospettive (dall’edilizia all’educazione, dalla pianificazione territoriale alla rigenerazione urbana), convergendo su alcuni temi trasversali quali l’importanza della digitalizzazione, la centralità del coinvolgimento dei cittadini e il ruolo delle città per il rilancio del territorio in un contesto di sostenibilità.
Come saranno le città del futuro? In cosa saranno diverse da quelle che conosciamo oggi? Dalle sfide ambientali a quelle educative, da quelle tecnologiche a quelle costruttive a quelle sociali legate al rapporto con gli abitanti e gli stakeholder, sono molteplici gli ambiti da considerare per pianificare i migliori scenari futuri per lo sviluppo del territorio.
I contenuti dell’evento e gli spunti emersi durante la discussione sono stati raccolti nel report “Vivere il futuro: una sfida per i territori – Simposio GeoAdriatico 2023”, dove è disponibile una sintesi con esempi provenienti da diverse città europee, da Vienna a Zagabria, da Padova a Bilbao, senza dimenticare il ruolo delle grandi infrastrutture logistiche per lo sviluppo del territorio, come nel caso del porto di Trieste. Il workshop ha individuato due volani per il futuro: la trasformazione digitale e la circolarità e la sostenibilità.
La digitalizzazione, insieme all’IA e alla robotica, possono giocare un ruolo cruciale nel plasmare il futuro delle nostre città e dei nostri territori. Nell’abbracciare questa trasformazione digitale, è essenziale ripensare tutto in un’ottica dal basso verso l’alto. Il futuro delle città e dei territori può essere diverso da quello immaginato, e questo grazie alla trasformazione digitale dei territori in “smart land” e non solo delle città in “smart city”. La città del futuro, inoltre, dovrebbe essere un centro urbano sostenibile, inclusivo, sicuro e duraturo.
Attraverso una pianificazione strategica e sostenibile integrata, le città possono intraprendere azioni efficaci per combattere i cambiamenti climatici e mitigarne gli impatti, attuando misure in diversi ambiti, come sistemi di trasporto sostenibili, incentivi per edifici e infrastrutture efficienti sotto il profilo energetico, sostegno a uno sviluppo urbano compatto, promozione di spazi verdi e adattamento ai cambiamenti climatici.
Infine, la vita urbana contemporanea dovrebbe accogliere la diversità come nucleo di un centro urbano vivace. L’istruzione è la chiave con cui le comunità urbane sostenibili del futuro possono formare i cittadini di domani e creare nuove sensibilità, poiché richiedono che i cittadini si impegnino per far sentire la loro voce e comprendere il contesto che li circonda.
Al seguente link è possibile scarica il report completo: Vivere il futuro: una sfida per i territori.
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07.08.2023
North Adriatic Hydrogen Valley: siglato il contratto di cofinanziamento del progetto
HSE, capofila del progetto NAHV – North Adriatic Hydrogen Valley, ha recentemente siglato a nome di tutto il consorzio, comprendente Area Science Park, Regione Friuli Venezia Giulia e Università di Trieste e alcune aziende regionali, un contratto dell’importo di 25 milioni di euro con il Clean Hydrogen Partnership Joint Undertaking per il cofinanziamento del progetto. Questo atto rappresenta il via libera ufficiale per l’attuazione di questo progetto europeo transnazionale nell’ambito del programma Horizon Europe. NAHV, che mira a creare la prima e più grande valle dell’idrogeno transnazionale in Europa, inizierà l’1 settembre 2023, durerà 72 mesi e comprenderà 17 progetti pilota nei territori coinvolti.
Il concept del progetto NAHV è stato ideato da Area Science Park, che agirà per supportare lo sviluppo di “sandbox normative” e modelli di business per lo sviluppo dell’ecosistema dell’idrogeno nella Regione Nord Adriatico. La partnership comprende un totale di 37 organizzazioni (34 partner e 3 associati): aziende, università, istituti e altre istituzioni pubbliche di tre territori: Slovenia, Croazia e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Il progetto racchiude l’intera catena dell’uso dell’idrogeno rinnovabile, dalla sua produzione, stoccaggio e distribuzione fino al suo utilizzo in vari settori, principalmente industria e trasporti terrestri e marittimi. Il progetto è considerato dalla Commissione Europea una Flagship Initiative.
Gli stakeholder industriali dei tre Paesi svilupperanno progetti pilota per la produzione di più di 5.000 tonnellate di idrogeno rinnovabile all’anno da fonti energetiche rinnovabili e per il suo stoccaggio, distribuzione e utilizzo. Uno degli obiettivi più importanti del progetto è creare un mercato dell’idrogeno rinnovabile, sia in termini di domanda che di offerta, che lo renda nel futuro un prodotto energetico competitivo. Introducendo tecnologie avanzate per l’utilizzo dell’idrogeno e sviluppando know-how e infrastrutture, il progetto persegue anche altri obiettivi chiave del Green Deal europeo. In particolare, NAHV punta alla decarbonizzazione dei principali settori industriali, come la produzione di acciaio e cemento, e include soluzioni di trasporto sostenibili per ridurre l’impronta ecologica. In questo modo, il progetto NAHV metterà le basi per creare un ecosistema completo per la transizione all’uso dell’idrogeno rinnovabile, che include attività di produzione e di servizio per soddisfare le esigenze delle famiglie e dei cittadini, creando così i posti di lavoro del futuro pianificando le conoscenze e competenze richieste.
Il progetto NAHV rappresenta un’opportunità unica per attivare la capacità regionale e italiana nel settore dell’idrogeno ed è un tassello della strategia a lungo termine per posizionare la Regione Friuli Venezia Giulia all’avanguardia nell’economia dell’idrogeno a livello nazionale ed europeo.
hydrogen valley
idrogeno
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26.07.2023
Al via la quarta edizione di Startup Marathon
Selezionare e valorizzare le aziende innovative più interessanti del panorama nazionale, ma anche rappresentare un’occasione di sensibilizzazione sul tema della generazione e sviluppo d’impresa. È la missione di Startup Marathon, il contest rivolto a startup, pmi innovative e spin-off universitari promosso da Area Science Park, UniCredit e Fondazione Comunica, che ha aperto le selezioni per la sua quarta edizione.
Il bando, disponibile su startupmarathon.it e aperto fino al 24 settembre, è riservato a incubatori e acceleratori d’impresa, che possono candidare fino a due tra startup, spin-off e pmi innovative. Le realtà selezionate presenteranno il loro pitch di fronte a una platea di investitori e imprenditori nello Startup Marathon Digital Day, in programma il 27 ottobre nell’ambito di DIGITALmeet. Verranno quindi nominate le 10 finaliste che si sfideranno il 14 novembre nella sede di UniCredit a Verona, in quello che sarà il primo evento in presenza nella storia di Startup Marathon. In palio l’ingresso nel programma di accelerazione UniCredit Start Lab e la partecipazione alla missione nazionale al CES di Las Vegas.
Le realtà vincitrici saranno infatti accompagnate in un percorso orientato alla ricerca di grant e di finanziamenti, oltre che allo sviluppo di prodotti e servizi in grado di generare fatturato ed occupazione. Più nello specifico, l’azienda vincitrice parteciperà all’edizione 2024 del programma di accelerazione UniCredit Start Lab e sarà preselezionata per prendere parte al programma di internazionalizzazione Primo Innovare. La seconda e la terza classificata saranno inserite tra le preselezionate per prendere parte alla missione nazionale al CES di Las Vegas, la più importante fiera al mondo dedicata all’innovazione e alle nuove tecnologie.
A valutare i progetti sarà una giuria di esperti provenienti dal mondo dell’imprenditoria, dell’innovazione e della stampa specializzata, presieduta da Mariarosa Trolese, board member dell’Italian Business Angel Network. È previsto anche un premio speciale per una startup, pmi innovativa o spin-off la cui composizione sociale sia a maggioranza femminile. Questa azienda sarà inserita tra le preselezionate per prendere parte al programma di internazionalizzazione Prospera Women.
«Sono trascorsi undici anni dall’entrata in vigore della legge Passera, che ha riconosciuto le startup innovative nell’ordinamento italiano», ricorda Roberto Pillon, responsabile dell’ufficio Generazione d’impresa di Area Science Park. «In questi anni molto è stato fatto per sostenere l’innovazione nel nostro Paese, ma è uno sforzo che deve continuare per colmare il gap nei confronti delle altre economie più avanzate, che resta ancora notevole. Iniziative come Startup Marathon vanno esattamente in questa direzione, permettendo agli ecosistemi innovativi nazionali di fare rete e mettere a sistema le eccellenze diffuse sui territori».
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20.07.2023
Il progetto BLUEAIR si conclude presentando la sua Innovation Community
Lo scorso 11 luglio si è tenuto a Trieste l’evento finale del progetto BLUEAIR, finanziato dal Programma Interreg Adrion.
Il progetto BLUEAIR ha coinvolto 11 partner e 20 associati, provenienti da tutta l’area Adriatico-Ionica, con la finalità di promuovere, nell’ambito della Blue Growth, l’adozione di un’attività di networking nazionale e transnazionale tra i rappresentanti della quadrupla elica.
La conferenza “Shaping together the sustainable Blue Economy on the Adriatic-Ionian macro-region”, tenutasi in forma ibrida, ha visto la partecipazione di rappresentanti di tutti i Paesi coinvolti (Italia, Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia – Erzegovina, Albania, Montenegro, Grecia).
Le due sessioni di confronto, introdotte rispettivamente da Salvatore La Rosa, Direttore della Struttura Ricerca e Innovazione di Area Science Park, lead partner del progetto, e da Alessia Rosolen, Assessore al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, si sono articolate in quattro panel tematici, che hanno consentito di delineare un ritratto ad oggi della Sustainable Blue Economy nell’ambito Adriatico-ionico – sia per quanto riguarda i Paesi UE che per quelli IPA – e del ruolo che BLUEAIR ha acquisito al suo interno. Più di 20 rappresentanti della quadruplice elica (Istituzioni ed enti UE, nazionali e regionali, enti universitari e di ricerca ed aziende) hanno fornito importanti insight sullo stato dell’arte delle politiche comunitarie e nazionali e dei progetti dell’Unione Europea, nonché su temi relativi allo sviluppo delle S3 e della Blue Economy, quali blue skills e strategie di innovazione, con approfondimenti specifici relativi ai temi dei carburanti alternativi, della robotica, dell’acquacultura e dei trasporti.
L’evento ha rappresentato anche l’occasione per condividere tra gli stakeholder due dei principali risultati del progetto BLUEAIR.
Innanzitutto la creazione di una Innovation Community: una piattaforma operativa aperta a tutti i player, pubblici e privati, che mira a migliorare e semplificare la collaborazione per l’innovazione al fine di promuovere un’economia blu sostenibile nella regione adriatico-ionica, operando a livello micro-, meso- e macro-areale e promuovendo azioni di innovazione collettiva per indirizzare e aumentare la visibilità della Blue Growth e costruire solide partnership tra settori e discipline.
L’Innovation Community inoltre supporta lo sviluppo di un sistema di innovazione macroregionale, promuovendo politiche e pratiche di sostegno, rafforzando e supportando la sensibilità delle nuove generazioni ai temi della sostenibilità e dello sviluppo ed impegnandosi alla cooperazione con gli ecosistemi di innovazione di altri bacini marittimi.
L’importanza della Innovation Community di BLUEAIR, in termini di varietà di esperienze e sensibilità raccolte tra i suoi componenti e di capacità di futuro networking, è stata più volte sottolineata dagli esperti presenti, che ne hanno auspicato la prosecuzione e l’ampliamento, in forme da definirsi, nel prossimo futuro.
Il secondo principale output del progetto di BLUEAIR è rappresentato dal Technology Foresight che ha prodotto un ampio corpo di risultanze e di insight su tecnologie e prodotti che hanno come obiettivo comune la sostenibilità e la decarbonizzazione dell’economia blue nell’area Adriatico Ionica..
La ricerca, molto apprezzata dagli esperti presenti per la sua accuratezza scientifica e il suo approccio concreto, si è focalizzata sia su aree consolidate, quali il trasporto e l’acquacoltura, sia sulle innovative “tecnologie pulite” rappresentate dallo sviluppo dei combustibili alternativi e dalla ricerca nell’ambito della robotica.
Come nel caso dell’Innovation Community, i risultati del technology foresight del progetto BLUEAIR rappresentano un patrimonio da mantenere ed ampliare nella prospettiva dello sviluppo della Blue Economy nell’area Adriatico-Ionica.
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Blue Economy
innovation community
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technology foresight
19.07.2023
Metaverso e suo utilizzo in campo imprenditoriale: se n’è parlato in un evento IP4FVG a Udine
Sebbene sia spesso associato al settore dell’intrattenimento e del gaming, il metaverso può essere impiegato per usi industriali inaspettati e ancora poco esplorati: dalle soluzioni per la collaborazione e il lavoro a distanza alla formazione, dalla prototipazione dei prodotti al il coinvolgimento dei clienti e al marketing. Riconoscere il potenziale di queste applicazioni, può portare alle imprese una maggiore produttività, una migliore esperienza dei clienti e a soluzioni innovative che abbracciano diversi settori. Con l’obiettivo di approfondire le diverse possibilità che offre la tecnologia per il settore industriale e per confrontarsi su esperienze già realizzate si è svolto a Udine l’evento “I metaversi: uno, nessuno o centomila?”, organizzato da IP4FVG e Area Science Park in collaborazione con Confindustria Udine e il Cluster DITEDI.
Oltre 70 i partecipanti all’incontro che si sono confrontati su tematiche specifiche nel corso di tre diversi tavoli di lavoro: dalle piattaforme ai dispositivi e software, dalle opportunità alle barriere dell’impiego del metaverso in azienda, al tema dei contenuti condivisibili all’interno del metaverso. Diverse le realtà coinvolte, tra le quali: AIXP, ANCE, Cluster Reply, Eurosystem, Eye-Tech, Hfyret, I AM Architetti, IKON, Isonlab, Net, Over, Simtech, TechStar, Tre.Digital, Università degli Studi di Udine, Video System, Wuerth Italia, Zeranta, 4DODO. I tavoli, moderati da Francesca Marchi, Marco Slavich e Marco Lavaroni di Area Science Park, hanno approfondito tre temi principali: “Le Tecnologie abilitanti: piattaforme, dispositivi, software”; “Casi d’uso sviluppati: obiettivi, opportunità e barriere”; “Contenuti: ambienti, oggetti, interazioni”. Durante i tavoli di lavoro sono stati illustrati le soluzioni tecniche, i casi d’uso sviluppati e le tipologie di contenuti, oggetti e interazioni possibili per realizzare le proprie attività nel metaverso, spazio virtuale condiviso in cui le persone possono interagire in tempo reale tra loro e con i contenuti digitali.
“Il metaverso non è altro che il mondo in cui far vivere i nostri gemelli digitali – spiega Roberto Siagri, Presidente della Cabina di Regia di IP4FVG – se l’IoT dà vita al gemello digitale, serve poi un luogo in cui utilizzarlo. I casi d’uso e le esperienze che ci hanno presentato le aziende dimostrano che il metaverso comincia ad essere ‘tangibile’, nel senso che sempre più aziende lo utilizzano. Sono ancora poche però quelle che ne fanno un utilizzo prettamente industriale, perché se le imprese non digitalizzano con l’IoT le linee di produzione ed i prodotti è difficile utilizzare appieno le potenzialità offerte dal metaverso industriale. Siamo, quindi, ancora a metà strada. Bisogna però fare in fretta a colmare questo gap perché ci troveremo immersi nel metaverso molto prima di quanto pensiamo e scopriremo che sarà molto più ‘reale’ di quello che oggi ci si possa immaginare”.
“Confindustria Udine – afferma Dino Feragotto, vicepresidente Confindustria Udine – crede nell’innovazione digitale e ha collaborato a questo evento dedicato al metaverso con il proprio Digital Innovation Hub, per essere al fianco delle imprese manifatturiere e dei servizi che dimostrano di aver compreso l’importanza della transizione digitale. Siamo stati positivamente colpiti dalla vasta platea di aziende che già operano in questo contesto, a conferma della vitalità digitale del FVG. Il dibattito sull’evoluzione digitale delle imprese è acceso; si aprono nuovi mondi da esplorare con opportunità, ma anche criticità tecniche da gestire, ad esempio la sicurezza informatica, ma anche la scarsità di competenze qualificate. Metaverso, realtà aumentata e intelligenza artificiale sono strumenti che chiamano le imprese a ridisegnare il loro business con opportunità enormi di crescita competitiva, stimoli creativi e risultati interessanti anche sul fronte della sostenibilità. Prendiamo ad esempio l’applicazione del metaverso nel manifatturiero per rappresentare la realtà fisica nel gemello digitale. Questa applicazione chiamata ‘digital twin’ sta trovando applicazione in diversi contesti quali ad esempio: la progettazione, la simulazione e il marketing”.
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metaverso
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03.07.2023
Al via l’International Summer School on Artificial Intelligence AI-DLDA 2023
Numeri importanti per l’International Summer School on Artificial intelligence: from Deep Learning to Data Analytics AI-DLDA 2023, la scuola estiva a tema intelligenza artificiale organizzata dall’Università di Udine, IP4FVG e DITEDI con la collaborazione di AREA Science Park, del Digital Innovation Hub (DIH) Udine, del Competence Center SMACT, di CVPL Associazione Italiana per la ricerca in Computer Vision e del Cluster COMET . Giunta quest’anno alla sua sesta edizione, la Summer School si terrà a Palazzo Antonini a Udine dal 3 al 7 luglio.
Più di settanta gli iscritti che parteciperanno in presenza, tra dottorandi, ricercatori e professionisti del settore digitale provenienti dall’Italia e dall’estero: Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi ma anche Lituania, Ucraina e Corea del Sud sono le principali sedi Universitarie di provenienza dei ricercatori.
Come ogni anno, la docenza è affidata a professori di fama internazionale. Tra questi si cita Martin Danelljan, rinomato docente presso l’ETH Zurich, specializzato nel tracciamento visivo e autore di rilevanti contributi di ricerca in questo campo, Björn Ommer, professore a Monaco di Baviera, dove dirige il gruppo di Computer Vision e Learning, e Nello Cristianini italiano di origini goriziane con cattedra all’Università di Bath, UK che è stato considerato uno tra gli scienziati più influenti dell’ultimo decennio nel campo dell’Intelligenza Artificiale e autore del libro “La Scorciatoia. Come le macchine sono diventate intelligenti senza pensare in modo umano”.
Tra i docenti locali anche Giuseppe Serra, professore di UNIUD dove dirige il Laboratorio di Intelligenza artificiale, attivo nei settori del Deep learning e del Multimedia e recentemente incluso fra i 2000 più influenti studiosi al mondo in diversi campi dell’intelligenza artificiale. Il comitato scientifico della scuola è composto dai professori Gian Luca Foresti e Christian Micheloni dell’Università di Udine e dalla prof.ssa Rita Cucchiara dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Le lezioni della Summer School sono strutturate in lecture mattutine, teoriche, e laboratori pomeridiani dal taglio più pratico e sperimentale. I temi trattati saranno quelli più caldi degli ultimi mesi nel campo dell’intelligenza artificiale: IA generativa, computer vision, reti neurali, large language models.
Non mancheranno i momenti di incontro tra il mondo accademico e quello industriale e professionale: occasioni di networking tra studenti e professionisti, durante l’intero arco delle lezioni ma soprattutto all’interno del panel di dibattito previsto per il tardo pomeriggio di mercoledì 5 luglio, a partire dalle 17.30, ospiti nella Torre di Confindustria Udine, in cui i partecipanti avranno modo di confrontarsi con tre mentor provenienti dal mondo accademico e industriale, su questioni tecniche ed etiche relative all’Intelligenza Artificiale e alla sua applicazione nel mondo del lavoro e nelle nuove frontiere della ricerca.
“Questa edizione della summer school, affermano i direttori della scuola Prof. Gian Luca Foresti e Prof. Christian Micheloni, presenta argomenti di frontiera nel campo della ricerca nel settore dell’intelligenza artificiale spaziando dalle nuove tecniche generative e adversarial alle ben note tecniche discriminative, fornendo importanti contributi teorici e proponendo soluzioni avanzate in importanti contesti applicativi. Le tecniche presentate durante gli interventi degli esperti trovano applicazione in diversi settori quali la medicina, la cyber sicurezza, il manifatturiero, il terziario e l’ambito culturale. La caratteristica distintiva della scuola è l’ampia presenza di formazione laboratoriale.”
“Con questa iniziativa, arrivata ormai alla sesta edizione, – afferma Francesco Contin, project manager di DITEDI – sostenuta da IP4FVG e dalla Regione Friuli Venezia Giulia, con il coinvoglimento del Dipartimento di Scienze Matematiche Informatiche e Fisiche dell’Università di Udine vogliamo ribadire il ruolo centrale di Udine e dell’intera regione nel campo dell’Intelligenza Artificiale applicata al mondo industriale. Ogni anno ospitiamo docenti e ricercatori da più parti del mondo e manager e tecnici provenienti da aziende digitali e manifatturiere, soprattutto locali, impegnati nello sviluppo e nell’applicazione di algoritmi di intelligenza artificiale. L’obiettivo è di creare un punto di contatto tra imprese e mondo della ricerca per favorire l’innovazione di prodotti e servizi e dei processi produttivi”.
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28.06.2023
Lo sviluppo di una Valle Regionale dell’Innovazione del Nord-Est al centro della Conferenza del SiS FVG
E’ stato presentato nel corso la conferenza annuale di SiS FVG, organizzata da Area Science Park e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il progetto iNEST, ecosistema dell’innovazione del Nord-Est finanziato dal Pnrr. iNEST è una rete capillare di 24 partner che, attraverso un approccio interconnesso e integrato tra Università, enti pubblici di ricerca, poli di innovazione, enti territoriali e soggetti pubblici e privati, alimenta un ecosistema capace di fornire soluzioni tecnologiche alle grandi sfide del presente, con benefici per il mondo produttivo e la vita delle persone.
Manifattura avanzata, agroalimentare intelligente, economia del mare e della montagna, strategie progettuali sostenibili, sistemi e ambienti di vita e di lavoro innovativi e intelligenti, salute e alimentazione, turismo e cultura sono gli ambiti, coerenti con le vocazioni industriali e di ricerca del Triveneto, identificati per potenziare la collaborazione tra il sistema della ricerca, il sistema produttivo e le istituzioni territoriali, facilitare il trasferimento tecnologico e accelerare la trasformazione digitale dei processi produttivi.
Durante l’evento è stato affrontato il tema delle Valli Regionali dell’Innovazione. Nel marzo di quest’anno è stato lanciato l’invito a manifestare interesse per identificare le regioni europee che desiderano diventare valli regionali dell’innovazione. Le regioni interessate devono impegnarsi a migliorare la governance del loro ecosistema dell’innovazione, destinare a questo scopo come aumentare investimenti, varare riforme e avviare progetti concreti di innovazione regionale. Successivamente a maggio sono stati lanciati inviti a presentare proposte a sostegno dell’innovazione con l’obiettivo di rafforzare e interconnettere gli ecosistemi di innovazione regionale lungo le principali catene del valore dell’UE. A questo scopo sono stati destinati finanziamenti per 170 milioni di euro per il 2024 e 2025.
“Il progetto iNest è di fatto il consolidamento di un ecosistema che esiste già in Friuli Venezia Giulia che si amplia nel Trivento, arricchendosi di nuove competenze. Grazie, infatti, al finanziamento PNRR ricevuto si vanno a rafforzare la rete, i laboratori e le relazioni perché i diversi partner lavorino e collaborino meglio – ha commentato la Presidente di Area Science Park Caterina Petrillo – Per tutte queste ragioni può essere una palestra in cui sperimentare nuove forme di collaborazione e analizzare e superare eventuali criticità e può, quindi, servire da modello per la costruzione di una valle dell’innovazione europea. La valle dell’innovazione è un’evoluzione dell’ecosistema con al centro un grande hub attorno a cui si costruisce una rete complessa di strutture specializzate e interconnesse operanti in diversi settori. Questo è modello già sviluppato con successo dalle infrastrutture di ricerca europee, che sono un grande attrattore di risorse economiche e umane. E lo sviluppo di una valle dell’innovazione non può prescindere da questo. Area Science Park intende contribuire proprio con questo”.
“L’idea alla base di queste iniziative – ha spiegato Anna Panagopoulou, Direttore ERA & Innovation (RTD.A) della Direzione generale della ricerca e innovazione della Commissione Europea – è quella di sviluppare la capacità collettiva degli ecosistemi regionali europei per affrontare meglio le principali sfide che dobbiamo affrontare oggi: l’abbandono dei combustibili fossili, la neutralità climatica, la sicurezza alimentare, la transizione digitale, l’economia circolare, il miglioramento del sistema sanitario. Per farlo occorre coniugare due imperativi: da un lato lo sviluppo economico regionale, grazie a una strategia di specializzazione intelligente supportata dai fondi strutturali; dall’altro vanno aiutate tutte le regioni, comprese quelle meno innovative, a trovare altri partner regionali con obiettivi simili e capacità complementari. Queste regioni svilupperanno piani d’azione per l’innovazione comuni e finanzieranno progetti originali”.
Alla Conferenza si è parlato anche del rinnovo del sistema Argo, coordinato da Area Science Park e mirato alla valorizzazione di tecnologie avanzate, digitalizzazione e alta formazione tramite un network strutturato di imprese private e operatori pubblici: “un’azione di sistema in cui la Regione crede molto – ha affermato l’assessore regionale alla Ricerca Alessia Rosolen -, avviata in risposta alla necessità dei sistemi di ricerca di ricevere supporto da parte delle imprese”.
Argo
innovazione
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Sis Fvg
21.06.2023
La trasformazione digitale possibile: l’esempio di 28 PMI del Friuli Venezia Giulia
Sono 28 i progetti di trasformazione digitale finanziati nell’ambito del digital innovation hub IP4FVG, grazie al contributo di Area Science Park (fondi del Sistema ARGO) e del Piano di Sviluppo e Coesione della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, presentati oggi a Udine presso l’Auditorium Comelli del Palazzo della Regione a Udine nel corso dell’evento “Sperimentare il digitale”, organizzato da Area Science Park e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Protagoniste dell’evento le imprese del territorio che hanno partecipato alle due edizioni di Test4Digitalization, il bando con contributi a fondo perduto per lo sviluppo di prototipi, demo, proof of concept (POC) o iniziative pilota nate a partire da esigenze concrete di trasformazione digitale. Si tratta di aziende che provengono da settori diversi, manifatturiero, cultura e creatività, edilizia solo per citare i principali, accomunate dall’obiettivo di voler sviluppare progetti di digitalizzazione in collaborazione con una o più imprese ICT nazionali o internazionali.
I progetti finanziati prevedono l’utilizzo di diverse tecnologie: dalla sensorizzazione all’automazione avanzata, dalla simulazione all’ottimizzazione, dall’AI all’integrazione dei processi, dal BIM al gaming. Optimens, per esempio, punta a una soluzione per utilizzare l’AI per “allenare e mantenere in forma” il cervello; CTS H2 lavora a un progetto di IoT per gestire impianti a idrogeno da energia rinnovabile anche in ottica di comunità energetiche; Gees Recycling intende migliorare tramite la sensorizzazione il controllo e la sostenibilità dei processi di riciclo di materiali compositi; LN Comp ha l’obiettivo di realizzare componenti per imbarcazioni a vela con la stampa 3D ottimizzate e sensorizzate; Ergolines, grazie alla collaborazione con Aindo, applica Machine learning e intelligenza artificiale all’analisi di flussi dati di processo in ambiente siderurgico; Zero ha lavorato al progetto pilota di virtualizzazione dell’ambiente produttivo (digital twin) del suo impianto di produzione per l’agricoltura verticale.
Area Science Park con i suoi esperti in processi di trasferimento tecnologico e insieme ai 30 partner di IP4FVG, il digital innovation hub regionale, ha fatto in questi anni una costante azione di informazione, formazione e affiancamento delle piccole e medie imprese del Friuli Venezia Giulia, attraverso l’analisi del loro livello di digitalizzazione, il supporto allo sviluppo di progetti di trasformazione digitale, lo scouting di tecnologie e di provider ICT, la dimostrazione delle tecnologie digitali in laboratori attrezzati. Quest’ultimo aspetto, in particolare, vede quattro dimostratori localizzati nei nodi della rete IP4 della regione, che ispirati dal principio test before invest, riproducono in scala o in dimensioni reali tecnologie, strumentazioni e impianti di diverso tipo, in cui imprese ed enti possono sperimentarne concretamente il funzionamento delle tecnologie abilitanti.
“Non esiste un solo modo di innovare e l’iniziativa presentata oggi è un esempio di intervento a favore dell’innovazione nel settore del digitale avanzato. Per poter innescare processi di innovazione che abbiano impatto nel tempo e sulla società, è fondamentale sperimentare con costanza nuovi modelli adattativi, costruiti e provati nei diversi contesti, mantenendo un dialogo continuo tra ricerca e impresa” – ha dichiarato la Presidente Caterina Petrillo – “Negli anni, Area Science Park ha maturato una profonda conoscenza dei meccanismi di sostegno all’innovazione e, oggi, per rispondere alle esigenze di un mondo in evoluzione, l’ente è proiettato nello sviluppo di modelli e misure a supporto dell’innovazione deep tech che nasce dalla ricerca di frontiera e ha la potenzialità di modificare profondamente la società contribuendo ad affrontare le grandi sfide globali. A questo scopo, l’ente sta sviluppando un piano di potenziamento delle infrastrutture tecnologiche, laboratori aperti a ricercatori e imprenditori dove competenze specializzate e strumentazione avanzata sono resi disponibili e utilizzabili per trovare soluzioni innovative”.
Qui è possibile scaricare il portfolio dei progetti di trasformazione digitale.
Comunicati Stampa
Servizi per l'Innovazione
20.06.2023
Metalmeccanica FVG, presentato il nuovo Report
È stato presentato negli spazi di Innovation Factory di Electrolux Italia SpA, di Porcia il secondo report dell’Osservatorio della Metalmeccanica FVG. Ideato e coordinato dal Cluster della Metalmeccanica regionale COMET, l’Osservatorio della Metalmeccanica FVG è unico nel suo genere perché riunisce il know-how di Area Science Park, Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Udine e Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che hanno lavorato sinergicamente e hanno elaborato le informazioni di diverse fonti e banche dati con l’obiettivo di scattare una fotografia nitida dell’attuale panorama lavorativo regionale di uno dei settori economico-produttivi che, grazie alla tecnologia, evolve più velocemente.
Per lo studio della situazione occupazionale del settore, Area Science Park si è avvalsa delle banche dati di Innovation Intelligence FVG combinando i dati delle comunicazioni Obbligatorie fornite dall’Osservatorio Regionale del Mercato del Lavoro della Regione Friuli Venezia Giulia, comunicate dai datori di lavoro su assunzioni e cessazioni. Dall’analisi risulta che, con 5.063 imprese e considerando tutte le forme societarie, la metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia rappresenta quasi il 45% della manifattura regionale.
L’analisi condotta dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo si è invece concentrata sulla composizione per età e genere dei board aziendali delle imprese dell’Elettromeccanica del Friuli Venezia Giulia, il comparto core della metalmeccanica regionale, proponendo dei confronti a livello settoriale e territoriale (sono stati analizzati i board di 81.839 imprese manifatturiere italiane, di cui circa 1.000 riconducibili all’Elettromeccanica del FVG).
Infine, i dipartimenti di Economia delle Università di Trieste e Udine hanno sviluppato e condotto un instant poll su un campione di quasi cento imprese per analizzare la condizione e l’approccio del comparto rispetto al tema dell’occupazione, divenuto oggi di centrale importanza.
Nel settore manifatturiero del Friuli Venezia Giulia, il comparto della metalmeccanica svolge un ruolo primario in termini numerici e per l’apporto di personale nei flussi occupazionali, dove si registra una forte vivacità per assunzioni e per capacità, rispetto alla manifattura, di mantenere la crescita del saldo occupazionale. Nel comparto metalmeccanico gli avviamenti sono stati 24.273 nel 2022 (saldo: 1.127), contro i 19.816 (saldo: 263) del resto della manifattura regionale.
Nel settore si rileva una certa stabilità del mercato del lavoro: l’indicatore di stabilità, cioè il totale dei contratti avviati sul totale dei soggetti che hanno avviato almeno un contratto, registra che, in media, nel 2022, ciascun soggetto ha avviato 1,09 contratti, conto l’1,12 della manifattura regionale.
I giovani under 24 e le persone di nazionalità extra comunitaria rappresentano la principale risorsa per l’espansione dell’organico delle imprese. Per il periodo 2018-2022, i soggetti di età inferiore ai 24 anni entrati nel mondo del lavoro sono il 23,7%, nonché la seconda fascia d’età per numero di assunzioni dopo quella 25-34. Il personale non comunitario, invece, per la prima volta nel 2022, presenta un saldo occupazionale annuale (562) maggiore rispetto al personale italiano (494). Generalmente percepito come un settore a prevalenza maschile, il comparto metalmeccanico presenta il suo tallone d’Achille nella parità di genere, sia da un punto di vista delle assunzioni di personale femminile, che nel 2022 sono il 24% del totale, sia per quanto riguarda l’equiparazione delle qualifiche, mentre la stabilità dei contratti manifesta un segnale positivo.
“La seconda edizione del report – ha affermato Leyla Vesnic, ricercatrice di Area Science Park – è complementare a quella precedente in quanto si concentra sulla fonte primaria dei processi innovativi: il personale. Comprendere la domanda di lavoro delle aziende, le sue tendenze negli ultimi anni e come questa si incroci con i dati che caratterizzano il settore produttivo, costituisce un esercizio di analisi e approfondimento che apre a nuove interpretazioni e offre molte indicazioni sulla direzione che il comparto metalmeccanico sta prendendo. Abbiamo caratterizzato i flussi occupazionali, focalizzando aspetti al centro del dibattito sociale ed economico, come la parità di genere, il lavoro giovanile, la provenienza dei lavoratori e delle lavoratrici e la precarietà contrattuale”.
Per quanto riguarda l’età dei componenti dei board emerge una situazione positiva per il comparto friulano che mostra una quota di imprese con board totalmente over 65, seppur alta, inferiore rispetto alla media italiana di settore (10,6% vs 13,9%). La quota di imprese che hanno almeno un under 40 nel board è lievemente inferiore alla media nazionale: 16,6% vs 17,3%; anche in questo caso si mettono in luce le imprese di grandi dimensioni, che hanno una quota notevolmente più alta di board con almeno un under 40 (23,1%). I due terzi delle imprese friulane del campione, ma anche di quelle italiane, non hanno nessuna donna nel board, mentre le aziende che hanno un board composto dal 50% o più di donne sono il 16,6% in FVG e il 17,6% in Italia. Risulta inoltre che, rispetto alla media italiana, la nostra regione è meglio posizionata per presenza di almeno una donna nel board nelle imprese di grandi dimensioni (54% vs 45%). I dati dimostrano inoltre come la diversa composizione del board possa influire su competitività, capacità di innovazione, sostenibilità e potenzialità di crescita delle imprese.
La stabilità del comparto metalmeccanico friulano rilevata dall’analisi eseguita da Area Science Park viene confermata dall’instant poll condotto dai Dipartimenti di Economia di UniTS e UniUD, che ha affrontato i temi del turnover del personale e dell’attrattività delle aziende metalmeccaniche friulane. È stato rilevato che l’emergenza turnover varia in misura significativa al variare delle dimensioni delle aziende, e che le aziende più sensibili al tema, così come le più coinvolte, sono quelle di maggiori dimensioni. La necessità di lavorare su elementi di attrazione per i talenti è trasversale a tutto il campione e tra le iniziative più recenti messe in atto ci sono soprattutto strumenti di welfare, con incentivazione economica, attenzione al giusto equilibrio tra lavoro e vita privata con la flessibilità di orario e creazione di contesti di lavoro confortevoli e stimolanti.
“Le nostre imprese si devono focalizzare sul binomio Innovazione-contratti a tempo indeterminato che ci conferma che la tensione verso il futuro paga – afferma Sergio Barel, Presidente di COMET, Cluster della Metalmeccanica FVG – La fiducia e la volontà di futuro che le nostre imprese hanno sempre manifestato vanno alimentate e perseguite con fermezza, anche se sono ancora poche le imprese che hanno adottato questo approccio, portando a un ritorno al 2018 in termini di dati relativi all’occupazione. Il secondo tema è il ruolo femminile nella meccanica, ancora assolutamente insufficiente. Il terzo tema è il ruolo delle persone provenienti da altri Paesi il cui contributo a livello di forza lavoro è di conclamata importanza. In sintesi, guardando al futuro non possiamo che rivolgerci ai giovani e alle future generazioni che, come dimostrano i dati, sono anche coloro che possono fare la differenza in fatto di attenzione alla sostenibilità, se coinvolti nei board delle imprese”.
Comunicati Stampa
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16.06.2023
Il BSBF – Big Science Business Forum 2024 presentato nel corso degli Ilo Industrial Opportunities Days
È stato presentato a Napoli, nel corso della quarta edizione deli ILO Industrial Opportunities Days ospitata nella prestigiosa sede dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Capodimonte di Napoli, il BSBF – Big Science Business Forum 2024, il congresso internazionale sull’innovazione tecnologica, punto di incontro tra ricerca e industria, in programma a Trieste a ottobre 2024.
Gli Ilo Industrial Opportunities, iniziativa promossa dalla rete degli Industrial Liaision Officers (ILO) italiani presso le Grandi Infrastrutture di ricerca internazionali, che fa il punto su programmi e progetti previsti nei prossimi anni dai principali Big Science Laboratories europei (CERN, ESRF, ESS, ESO, SKA, F4E e Laboratori Nazionali Italiani) e le opportunità di business per le aziende italiane, è stata infatti la vestina ideale per presentare la terza edizione del BSBF di Trieste.
Il capoluogo giuliano, dopo Copenaghen nel 2018 e Granada nel 2022, ospiterà il Big Science Common Market, grande player internazionale che progettano e realizzano strumentazione con tecnologie di ultima generazione potranno incontrare a Trieste tecnologici, ricercatori e responsabili di grandi infrastrutture di ricerca. Il forum, che si svolgerà presso il centro congressi di Porto Vecchio di Trieste, sarà un’occasione di incontro e confronto sui temi e le esigenze in tecnologie d’avanguardia connesse alla Big Science, anche alla luce dell’importante investimento in infrastrutture di ricerca attivato nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Organizzatori del BSBF di Trieste sono: la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, l’ente nazionale di ricerca Area Science Park, l’ILO Network Italia, coordinamento Nazionale degli Industrial Liaison Officers presso le grandi organizzazioni internazionali della Big Science (CNR, ENEA,INAF, INFN) e PromoTurismoFVG.
Nel corso dell’evento è intervenuta la Presidente di Area Science Park, Caterina Petrillo che ha sottolineato l’importanza di manifestazioni come il Big Science Business Forum per “far comprendere meglio al mondo dell’industria il portato che alcune realtà scientifiche, e mi riferisco in particolare alle infrastrutture di ricerca, possono avere per le imprese. Il ruolo dell’innovazione tecnologica è, infatti, fondamentale nelle diverse fasi di costruzione di un’infrastruttura: in quella iniziale in cui nascono cantieri edili che devono avere sempre più una particolare attenzione alla sostenibilità, come pure nelle fasi successive in cui si cercano soluzioni tecnologiche all’avanguardia alcune delle quali disponibili a mercato, altre da realizzare ex novo, per costruire laboratori di frontiera. In tutte queste fasi è centrale costruire un dialogo costruttivo tra ricercatori e rappresentati dei player industriali”.
All’incontro ha partecipato anche l’Assessore regionale alla Ricerca Alessia Rosolen che ha dichiarato: “Nel percorso che ci porterà al BSBF 2024 siamo supportati dai ministeri e da Area Science Park, il più importante soggetto innovatore presente sul territorio. Grazie al suo lavoro, per anni abbiamo lavorato al trasferimento tecnologico, ma ora siamo in un’ulteriore fase che vede coinvolte non solo le imprese ma l’intero territorio. È una partita sfidante per tutto il territorio e sarà ampiamente valorizzata la storica vocazione di Trieste come porta aperta verso i paesi dell’Europa centro-orientale e come vetrina internazionale e capitale del sistema della ricerca regionale”.
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