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Servizi per l'Innovazione

Tutte le notizie da Area Science Park

26.11.2025
NASCHA, l’acceleratore transfrontaliero per una filiera dell’idrogeno
Con il kick-off meeting che ha preso il via oggi e si concluderà domani 27 novembre prende ufficialmente il via NASCHA – North Adriatic Smart Communities Hydrogen Accelerator, la nuova iniziativa nata per accelerare lo sviluppo e l’adozione di tecnologie basate sull’idrogeno rinnovabile nell’ecosistema del Nord Adriatico. Il progetto europeo, della durata di 36 mesi, ha un valore complessivo di circa 11 milioni di euro, dei quali 7 milioni e 900mila finanziati dal programma I3 – Interregional Innovation Investments Instrument. NASCHA rappresenta la naturale evoluzione e un’importante estensione dell’iniziativa North Adriatic Hydrogen Valley (NAHV), da cui eredita la visione di una filiera dell’idrogeno integrata, resiliente e interregionale, rafforzandola attraverso attività dimostrative, strumenti di scalabilità delle soluzioni proposte e attività di accelerazione dedicate alle PMI. Il progetto, di cui Area Science Park è capofila, riunisce 20 organizzazioni pubblico-private provenienti da Italia (principalmente Friuli Venezia Giulia), Slovenia e Croazia, rappresentative dell’intera catena del valore dell’idrogeno: enti di ricerca, PMI innovative, grandi imprese, organizzazioni di supporto alle imprese, università e autorità locali. NASCHA mira a sviluppare tre Smart Communities of Practice e due progetti pilota per portare soluzioni basate su nuove tecnologie nel settore dell’idrogeno verde da un Livello di Maturità Tecnologica (TRL) 6 a TRL 9, rendendole quindi pronte per il mercato e per gli investimenti. Il progetto, oltre a sviluppare tre Smart Communities of Practice (SCP) nelle città di Celje, Ajdovščina (Slovenia) e Cres (Croazia), finalizzate a dimostrare l’efficacia delle diverse applicazioni dell’idrogeno verde rispettivamente nelle aree urbane, nell’irrigazione sostenibile e nei trasporti e mobilità attraverso l’integrazione tra innovatori, imprese, amministrazioni pubbliche e centri di ricerca, mira a rafforzare l’ecosistema di produzione, stoccaggio e distribuzione dell’idrogeno dei territori del Nord Adriatico. NASCHA, infatti, integra e condivide le conoscenze tra regioni fortemente innovative e regioni meno sviluppate nelle catene del valore dell’idrogeno dell’UE, contribuendo al Green Deal Europeo, alla Strategia sull’Idrogeno e agli obiettivi di decarbonizzazione. “NASCHA contribuisce ad accelerare la transizione energetica nell’Adriatico Settentrionale – spiega Alberto Soraci, coordinatore del progetto -. Mira a rafforzare l’ecosistema dell’idrogeno contribuendo al Green Deal Europeo. Inoltre, rafforza la cooperazione transfrontaliera e l’integrazione di tecnologie in catene del valore chiave come i trasporti e le aree urbane, per un impatto duraturo che prevede anche la replicabilità di buone pratiche da parte di altre regioni”. Uno degli elementi più innovativi dell’iniziativa è lo stanziamento di fondi dedicati alle imprese: NASCHA supporterà almeno 20 PMI attraverso finanziamenti a cascata (fino a 60.000 euro ciascuna) e programmi avanzati di accelerazione d’impresa e investor readiness. Il progetto svilupperà, inoltre, una serie di strumenti pensati per facilitare l’adozione del modello NASCHA in altre Hydrogen Valley europee, grazie a procedure standardizzate, know-how per la selezione di terze parti, servizi di matchmaking per gli investitori. Partner di progetto: Area Science Park (capofila), META Group, ETRA, Italian Business Angels Network Association, Obcina Ajdovscina, STEMwise, META Circularity, CTS H2, Grad CRES, OTRA, RRA PORIN, SIST, ECUBES, Inkubator, PATRIA, University ofZagreb – Faculty of Electrical Engineering and Computing, Energetika, Institut Jozef Stefan, Mestna Obcina Celje, INCOM. Cofinanziato attraverso lo Strumento I3 implementato da EISMEA.
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24.11.2025
Plastica per l’industria dagli scarti tessili: CDC Studio vince Startup Marathon 2025
Una materia prima plastica lavorabile, compatibile con le principali tecnologie di stampaggio, realizzata interamente da scarti tessili, che permette di risparmiare il 70% di CO2 rispetto alla plastica vergine. Grazie a questa idea la startup pisana CDC Studio si è aggiudicata il primo premio di Startup Marathon 2025. Il contest promosso da Area Science Park, UniCredit Start Lab e Fondazione Comunica si è concluso giovedì 20 novembre, con un evento ospitato nella sede UniCredit di Milano. Dodici le finaliste selezionate da una giuria di imprenditori, investitori ed esperti del settore, a partire da una rosa quasi 60 startup e pmi innovative iscritte al contest da incubatori, acceleratori, centri di ricerca e università di tutta Italia.   I vincitori Attive in settori a forte trazione deep tech come le biotecnologie e l’healthcare, le tecnologie industriali avanzate, la sostenibilità ambientale, la cybersecurity e l’economia circolare, le dodici startup si sono contese i premi messi in palio dagli organizzatori, tra cui l’accesso alla piattaforma di business UniCredit Start Lab e la preselezione alla missione nazionale al CES di Las Vegas. Ad aggiudicarsi la vittoria finale è stata la startup pisana CDC Studio, supportata da Murate Idea Park, realtà fiorentina nata negli antichi spazi dell’ex carcere delle Murate che lavora per mettere in collegamento risorse umane e idee di business, fornendo formazione e mentoring per creare e diffondere cultura d’impresa e promuovendo percorsi di incubazione. CDC Studio lavora nell’ambito della circular economy, sviluppando soluzioni per il recupero degli scarti tessili. Ogni anno l’industria del fashion smaltisce 92 milioni di tonnellate di rifiuti, con un tasso di riciclo dell’1%. La startup fondata da Cristina Di Carlo ha sviluppato Miktòs, una tecnologia che trasforma questi scarti (fibre ma anche abiti invenduti o dismessi) in un polimero estrudibile, compatibile con le principali tecnologie di stampaggio, utilizzabile settori come l’arredamento, calzature, edilizia, automotive. Il polimero può essere riutilizzato nuovamente nel processo di recupero iniziale, rendendolo un esempio di materiale riciclabile all’infinito. La startup ha anche sviluppato Cōēo, un rivestimento per rendere impermeabili e antivento i capi realizzato recuperando e riutilizzando imballaggi in plastica. CDC Studio si è anche aggiudicata il premio come migliore startup a maggioranza femminile, che garantisce la partecipazione al programma di internazionalizzazione BoostHerUp, promosso da Area Science Park. Al secondo posto si è classificata GeneSys Bio, startup viterbese supportata da Almacube, l’incubatore dell’Università di Bologna e Confindustria Emilia Area Centro. GeneSys Bio ha sviluppato un dispositivo con kit liofilizzati pronti all’uso che fornisce identificazione di patogeni e antibiotico-resistenze in meno di un’ora. Il modello di business prevede dispositivi in comodato d’uso gratuito con entrate ricorrenti da kit in abbonamento per cliniche, case di cura, studi medici e farmacie. L’azienda ha depositato un brevetto con altri due in arrivo e prevede il lancio di un kit veterinario entro la metà del 2026, seguito da kit umani. Classificata al terzo posto la torinese NanoMuG, supportata dall’incubatore 2i3T dell’Università di Torino. NanoMuG ha sviluppato i mucosomi, nanoparticelle ispirate al muco naturale che incapsulano e rilasciano sia piccole molecole che proteine, per la somministrazione di farmaci avanzati come quelli a base di RNA, peptidi e proteine. L’azienda ha validato l’efficacia in vitro e la sicurezza in vivo, depositato due brevetti e lavora per avviare il licensing entro il 2027. A tutte le startup finaliste e alle loro organizzazioni di supporto, infine, è stato riconosciuto un accesso privilegiato all’Executive MBA in Business Innovation realizzato dal MIB Trieste School of Management. UniCredit Start Lab ha inoltre assegnato un premio speciale alla startup Cyber Evolution, di Ascoli Piceno, supportata da Gellify. Non solo il contest: l’edizione 2025 ha confermato anche il programma Open Innovation B2B, che ha sfidato le startup e le Pmi innovative a rispondere a precisi bisogni di innovazione indicati dalle aziende corporate partner dell’iniziativa, che presenteranno loro nelle prossime settimane. Roberto Pillon, responsabile dell’ufficio Generazione d’impresa di Area Science Park, afferma: «L’edizione di quest’anno conferma una scelta strategica del nostro ente: sostenere startup deep tech che portano soluzioni avanzate in ambito green, nuovi materiali, tecnologie digitali avanzate e life science, un profilo che si riflette nel parterre di soluzioni arrivate in finale. Questo alto livello è conseguenza di un format vincente: la linfa dell’iniziativa resta infatti la rete italiana delle organizzazioni di supporto, parchi scientifici, università, incubatori e acceleratori. Grazie a questo ecosistema il passaggio dal laboratorio al mercato si accorcia e le opportunità si moltiplicano. È così che, insieme ai nostri partner, aiutiamo a trasformare la ricerca e l’alta qualità tecnologica in impatto per imprese e territori». Francesca Perrone, Head of ESG & Start Lab Italy, UniCredit, dichiara: «Anche quest’anno abbiamo affiancato la Startup Marathon confermando il nostro impegno nel sostenere iniziative che rafforzano l’ecosistema dell’innovazione in Italia. È un’occasione per valorizzare competenze tecnologiche capaci di trasformare idee ad alto potenziale in soluzioni concrete per il mercato. I miei complimenti alla startup vincitrice, alla quale apriremo le porte di Start Lab: la nostra piattaforma di business che, da oltre dieci anni, supporta startup innovative mettendo a disposizione tutto il network di UniCredit in termini di connessioni con aziende e investitori». Gianni Potti, presidente di Fondazione Comunica e founder di DIGITALmeet, sottolinea: «Tante startup in gara, tante imprese e investitori partecipanti: questo conferma l’interesse per una formula vincente, quale Startup Marathon, per chi vuole investire nell’innovazione. Un’occasione imperdibile, ormai uno dei principali appuntamenti italiani del settore, in perfetta sintonia con i luoghi dell’innovazione: incubatori, acceleratori, parchi scientifici e tecnologici e Università; per valorizzare e far crescere le migliori idee imprenditoriali italiane, per dare sostegno a tanti progetti che rischierebbero di esaurirsi se non sostenuti da solide organizzazioni dell’innovazione». Antonio Bassi, Maurizio Caradonna e Renzo Chervatin, fondatori di Startup Marathon, aggiungono: «Startup Marathon nasce con l’obiettivo di valorizzare il talento imprenditoriale e accelerare la crescita dell’ecosistema innovazione. Abbiamo creato un format che unisce competizione, formazione e networking, offrendo a founder, team emergenti e investitori un punto di incontro reale, dinamico e meritocratico. La nostra mission è dare spazio alle idee ad alto potenziale, creare opportunità concrete e favorire connessioni strategiche capaci di trasformare un progetto in un’impresa solida. Startup Marathon non è solo un evento: è un percorso, un movimento, un ambiente in cui chi innova può trovare supporto, visibilità e una community pronta a sostenerlo. Come founder, confermiamo il nostro impegno nel garantire la qualità, la trasparenza e i valori che caratterizzano questa iniziativa, promuovendo un contesto inclusivo, etico e orientato all’impatto positivo sull’intero ecosistema».   I partner Oltre ai tre promotori, sono diversi i partner che sostengono Startup Marathon. Si tratta di Angels For Women, ASAC, Avvio Capital, Bando Easy, Camera di commercio italiana per la Svizzera, Camst Group, Carel, Chiesi, Clover Venture, CRCLEX, DBA Group, Eatable Adventures, ELIS Innovation Hub, Eurotherm, Fastweb, FITT, Galdi, Giordano Controls, HiRef, InnovUp, Irinox, Italian Angels for Growth, Italian Business Angels Network, Italtel, LIFTT, Manni Group, Master Builders Solutions, Mastercard, Maxfone, MIB Trieste-School of Management, MITO Tech Ventures, Mountain X, Newu, One Factory, San Marco Group, Smartland, Step, Tecnica Group, Technowrapp, Unicorn Trainers Club, Venture Factory, WDA, Würth.   Le startup finaliste, e relative organizzazioni di supporto di riferimento Amigo, Roma/Rovereto, supportata da Trentino Sviluppo Aspidia, Milano, supportata da ComoNExT Asteasier, Verona, supportata da Università degli Studi di Verona CDC Studio, Pisa, supportata da Murate Idea Park Cyber Evolution, Ascoli Piceno, supportata da Gellify D/Vision Lab, Bergamo, supportata da Bergamo Sveviluppo DNA Switch, Padova, supportata da G-Factor EMC Gems, Udine, supportata da TEC4I FVG GeneSys Bio | Viterbo | supportata da Almacube NanoMuG | Torino | supportata da 2I3T NSight Dynamics | Firenze | supportata dall’Università di Firenze Rescomp | Vicenza | supportata dall’Università degli Studi di Padova     Startup Marathon è un contest per imprese innovative aperto a startup, pmi innovative e spin-off universitari segnalati da incubatori ed acceleratori di impresa. Promosso da Area Science Park, UniCredit Start Lab e Fondazione Comunica e ideato da Antonio Bassi, Maurizio Caradonna e Renzo Chervatin, dal 2020 seleziona le più significative aziende innovative italiane e ne accelera il percorso di go-to-market. Startup Marathon negli anni ha selezionato e premiato aziende innovative attive in settori come l’intelligenza artificiale, la diagnostica, l’IoT e la sostenibilità. Tra i vincitori delle passate edizioni ci sono Soundsafe Care, spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che combina robotica e ultrasuoni per il trattamento non invasivo dei tumori, CAEmate, realtà che ha sviluppato un software per la manutenzione predittiva delle infrastrutture, Aisent, che fornisce servizi basati su AI, machine learning e computer vision, M2Test, spin-off dell’Università di Trieste che ha creato un innovativo metodo di diagnosi per l’osteoporosi, e Katakem, startup che ha sviluppato un reattore chimico che consente di digitalizzare un processo chimico trasformandolo in un file replicabile ovunque.
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24.11.2025
EUCOS: dalla difesa alla gestione strategica del dato
Nel 2024 l’apertura di una nuova sede a Pavia di Udine nella Zona Industriale Udinese, progettata per sostenere la crescita dell’azienda, ha suggellato l’espansione e il consolidamento sul mercato di EUCOS, gruppo friulano specializzato nell’installazione, manutenzione e noleggio operativo di impianti tecnologici, che riunisce al suo interno diverse realtà specializzate in differenti settori. Negli ultimi anni il Gruppo ha registrato un’importante crescita, con ricavi che si sono attestati a 4,8 milioni di euro nel 2024 (+38% rispetto all’anno precedente). A trainare la crescita aziendale di questi ultimi anni, sono stati evoluzione digitale e servitizzazione, unite a oltre 120 anni di esperienza nel settore. È in questo percorso di modernizzazione che si inserisce la collaborazione con Area Science Park che, nel contesto di IP4FVG-EDIH, ha erogato a EUCOS un pacchetto di attività di Information Security, che si è dimostrato un passo importante verso la governance di questo aspetto, ma le cui ricadute positive sono andate anche oltre il solo assessment di sicurezza. Ne abbiamo parlato con Guido Casarin, co-fondatore insieme a Marco Saltarini Modotti di EUCOS.   Il servizio di Area Science Park parte da una prima analisi, basata sui principi della ISO 27001, su come l’azienda gestisce la sicurezza delle informazioni a livello organizzativo, procedurale e tecnico. In che modo questo ha contribuito a incrementare la vostra consapevolezza? Sono emersi rischi che non avevate individuato in precedenza? “L’analisi condotta dai tecnologi di Area Science Park è stata un’esperienza estremamente illuminante e ha contribuito a elevare la nostra consapevolezza in modo rilevante. Fino a quel momento, la nostra attenzione era focalizzata principalmente sugli strumenti di protezione che avevamo già implementato. L’approccio basato sulla ISO 27001 ci ha costretto a guardare alla sicurezza in modo organizzativo e procedurale. Ci ha fatto comprendere che la vera sicurezza delle informazioni risiede nella formalizzazione dei processi e nell’adozione di una strategia olistica, e non soltanto nell’utilizzo di strumenti tecnici come firewall e antivirus. Ha trasformato la nostra percezione, spostandola dalla ‘difesa’ alla ‘gestione strategica’ del dato. La valutazione, inoltre, ha messo in luce il rischio strategico di non avere un piano formalizzato. Il grande valore che abbiamo ricevuto è stato proprio questo: la chiarezza sulle aree in cui dovevamo intervenire, fornendoci le direzioni prioritarie. Ad esempio, è emersa con forza la necessità di dotarci di piani di emergenza e business continuity adeguati e di formalizzare una politica globale per la gestione dei dati. Queste raccomandazioni ci hanno fornito una road-map chiara per trasformare quelle che erano percepite come semplici necessità in un solido innalzamento del nostro livello di sicurezza e di compliance”. Dopo questa prima analisi, è stato effettuato il Vulnerability Assessment, un test operativo per individuare le vulnerabilità tecniche presenti nel vostro sistema informatico. I risultati del test vi hanno permesso di individuare delle criticità e mettere a punto delle azioni correttive? “Sì, il test operativo è stato effettuato ed è stato estremamente utile, proprio perché ha fornito il riscontro oggettivo di cui avevamo bisogno. Quello che l’assessment iniziale ci aveva prospettato a livello strategico, il Vulnerability Assessment ce lo ha restituito con indicazioni puntuali, trasformandolo in un piano d’azione prioritario condiviso con i nostri partner IT. Questo ci ha permesso di procedere con la mitigazione immediata delle vulnerabilità più serie e con un massiccio hardening dei sistemi, integrando queste azioni tecniche nella più ampia strategia di compliance”. In termini di costi-benefici, come valuta il servizio di Information Security fornito da Area Science Park? Qual è il valore aggiunto più significativo che Eucos ha ottenuto in termini di sicurezza operativa, reputazionale o di conformità rispetto alla situazione precedente? “Il servizio è stato valutato come un investimento a impatto zero sul bilancio aziendale, ma con un valore strategico inestimabile. Questo è stato possibile perché l’assessment è stato interamente finanziato dall’iniziativa IP4FVG-EDIH, il Digital Innovation Hub europeo del Friuli Venezia Giulia, supportato direttamente dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tuttavia, il vero valore aggiunto si è manifestato in seguito. Da un lato, abbiamo ottenuto una roadmap chiara per migliorare la nostra sicurezza operativa. Dall’altro lato, grazie alla maggiore consapevolezza e alla documentazione prodotta dall’assessment, abbiamo deciso di stipulare una polizza assicurativa sul Cyber Risk. La nostra compagnia assicurativa, riconoscendo il livello di maturità e la serietà dell’approccio dimostrato, ci ha applicato un premio decisamente inferiore rispetto alla media delle aziende meno strutturate. Questo sconto è la prova tangibile che la prevenzione e la formalizzazione dei processi di sicurezza, soprattutto se facilitate da iniziative come quelle di Area Science Park, sono un asset finanziario che premia la responsabilità aziendale e riduce i costi del rischio”. Alla luce dell’esperienza positiva con questi servizi, quali sono i prossimi passi di EUCOS per il mantenimento e l’evoluzione del proprio sistema di gestione della sicurezza? “Ci concentreremo sulla piena implementazione del SGSI (Sistema di Gestione della Sicurezza delle Informazioni), dalla creazione di un set completo di documentazione e procedure all’istituzione di una metodologia di gestione degli incidenti formalizzata, aumentando la sinergia con i nostri partner IT. Per quanto riguarda Area Science Park, la collaborazione è andata ben oltre l’assessment di sicurezza. Grazie alle loro call “Test4Digitalization” svolte in passato, all’interno del Gruppo EUCOS hanno potuto prendere vita due nuovi spin-off: dapprima ‘EUCOS Field Sense’, focalizzato sull’IoT monitoring & data analytics, motore principale della nostra innovativa seconda unità di business EUCOS Cooling as a Service, una piattaforma che intende democratizzare l’accesso globale alle performance delle migliori apparecchiature di climatizzazione presenti sul mercato, mediante una formula di noleggio a lungo termine che servitizza totalmente questi asset molto onerosi e dalla gestione complessa. Questi progetti sono solo all’inizio e c’è ancora un mondo da costruire. Siamo entusiasti e contiamo, come sempre, sul supporto strategico di Area per continuare a sviluppare e far crescere questi nuovi business”. Area Science Park, percorsi su misura per digitalizzare le impresse La case history di EUCOS è un esempio significativo di come Area Science Park, a partire dalle principali esigenze di business delle aziende e dall’analisi del loro stato dell’arte tecnologico, aiuti le imprese a costruire percorsi di digitalizzazione personalizzati e mirati, offrendo supporto in tutte le fasi, dalla progettazione allo sviluppo e implementazione. Qui maggiori informazioni sui servizi proposti da Area.   Nell’immagine di copertina, Guido Casarin, co-fondatore di EUCOS
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24.11.2025
ScaleUp Lab: verso il pitch day di gennaio
Dopo la Summer School di settembre, che ha visto tra i docenti ospiti anche Alexander Osterwalder, 12 startup high e deep tech selezionate da Area Science Park continuano il percorso di capacity building ScaleUp Lab, interamente finanziato dal PNRR attraverso il bando IP4FVG-EDIH.  L’obiettivo? Arrivare pronte al pitch day di fine gennaio 2026, il momento decisivo in cui si presenteranno a una platea di investitori italiani e internazionali. Come? Lavorando su tre direttrici chiave: business model resiliency, open innovation e funding.  Business model resiliency: ascoltare il mercato fin da subito Molte startup e spinoff universitari partono da solide competenze scientifiche e tecnologiche, ma rischiano di trascurare la validazione della proposta di valore e l’ascolto del mercato. Il metodo proposto dallo ScaleUp Lab di Area Science Park assieme a Osterwalder, invece, insegna a testare da subito il modello di business, raccogliendo i feedback dei clienti in fase iniziale, in un processo di reiterazione (test-miglioramento-nuovo test, e così via) sviluppato in ottica de-risking. In questo modo, le startup imparano a evolvere in modo più rapido, consapevole e orientato al mercato.  L’obiettivo è uno: costruire modelli resilienti, capaci di adattarsi ai cambiamenti del mercato e di resistere agli shock esterni, una minaccia frequente in particolare nei settori high e deep tech.  Open Innovation: accedere a competenze complementari grazie alle partnership  Un altro pilastro del percorso è la cultura dell’open innovation, che permette alle startup di accelerare la crescita collaborando con corporate, università, fondazioni e altre tipologie di organizzazioni. Per realtà di piccole dimensioni e fortemente specializzate, aprirsi alla co-innovazione è la chiave di volta: significa avere a disposizioni competenze complementari fondamentali – per esempio per testare il prodotto in contesti reali – altrimenti inaccessibili a una piccola realtà nascente.  In questa fase, le startup affrontano sessioni di sensing, seizing e reconfiguring, guidate da Lab11 — spinoff della Scuola Sant’Anna di Pisa — insieme agli esperti di Area Science Park, che seguono le aziende costantemente, nel day-by-day, con l’obiettivo di ricondurre le tre direttrici in un percorso unitario e organico.   Funding e preparazione al pitch day: come fare colpo sull’investitore giusto Parallelamente, le startup stanno lavorando alla messa a punto del modello di business in ottica di raccolta fondi, con sessioni dedicate alla relazione con investitori e venture capitalist, grazie al supporto di Italian Tech Alliance.  Per fare scale up, soprattutto nel deep tech, servono più investitori. La fase di ricerca è lunga e richiede molte risorse, oltre a competenze di altissimo livello. Conoscere le logiche dei diversi fondi è quindi essenziale.   “Negli ambiti deep tech e life sciences – spiega Edoardo Mingozzi di Italian Tech Alliance – il tema degli investimenti è più articolato rispetto ad altri verticali, vuoi per l’ammontare di capitali richiesto già nelle early phase, vuoi per il tempo necessario per arrivare sul mercato, vuoi per il rischio intrinseco connesso con la ricerca di alto livello. Le startup che partecipano al progetto Scale Up Lab rappresentano uno spaccato importante di queste aree e hanno le caratteristiche fondamentali per attirare un investitore: tecnologie di punta, mercati nuovi e in forte crescita e soprattutto team complementari, molto preparati e motivati.”  Durante il percorso, le startup imparano a distinguere tra diverse tipologie di investitori — da quelli specializzati nel seed funding a quelli focalizzati su crescita e internazionalizzazione — per individuare i partner finanziari più adatti alla propria fase di sviluppo e, di conseguenza, preparare una presentazione solida e focalizzata sulle esigenze dell’investitore.  Un approfondimento extra: l’esperienza di Aindo e le opportunità EIC  Accanto alle attività principali del percorso, le startup avranno inoltre accesso a un “fuori programma” che aggiunge un tassello di grande valore: la testimonianza diretta di Aindo, PMI innovativa in forte crescita e vincitrice dell’EIC Accelerator 2025.  Partendo da questo caso concreto, l’incontro in programma il 27 novembre offrirà una panoramica sulle principali opportunità europee per l’innovazione: dalle linee di finanziamento EIC Pathfinder ed EIC Accelerator – principale strumento dell’Unione Europea per sostenere le innovazioni dirompenti e la crescita delle imprese ad alto potenziale – fino alle possibilità offerte da Horizon Europe, il quadro europeo di riferimento per la ricerca e l’innovazione. Un’occasione preziosa per ascoltare come un’azienda deep tech italiana sia riuscita ad accedere con successo a uno dei percorsi di finanziamento europei più competitivi, comprendendo cosa serve davvero per costruire una candidatura solida e convincente.  A completare, infine, il percorso è previsto anche un incontro dedicato ai principi ESG, per aiutare le startup a comprendere come gli aspetti ambientali, sociali e di governance influenzino sempre più le scelte strategiche e gli investimenti. Un momento formativo pensato per integrare fin dall’inizio questi pilastri all’interno del modello di business, rendendolo più responsabile, competitivo e allineato alle aspettative del mercato. Dopo tre mesi di lavoro intenso, formazione mirata e confronti verticali, le 12 startup si preparano ad arrivare al Pitch Day di fine gennaio con una strategia più solida, una proposta di valore affinata e una visione di crescita più chiara. Nel campus di Area Science Park avranno l’occasione di presentare tutto questo a una platea di investitori nazionali e internazionali: un momento decisivo per mettere in campo quanto costruito, distinguersi con forza e giocarsi la possibilità concreta di scalare.  ScaleUp Lab è un’iniziativa ideata da Area Science Park per sostenere la crescita delle imprese ad alta intensità tecnologica. Il percorso mette a disposizione un insieme di servizi finanziati fino al 100% nell’ambito del Digital Innovation Hub Europeo IP4FVG-EDIH.  Le scaleup partecipanti sono: Brots, Emc Gems, My Industries, Keyless Technologies, Yeastime Start Up, Soc, Satenlight, Vitalizedx Eu–Personalized Care, Dna Switch, Asteasier, VZ Compliance.  Il progetto IP4FVG-EDIH è finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – Missione 4 Componente 2 (M4C2) – Investimento 2.3 – Potenziamento ed estensione tematica e territoriale dei centri di trasferimento tecnologico per segmenti di industria, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU.  
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18.11.2025
IN-PLAN: le “buone pratiche” di San Vito al Tagliamento
Il Comune di San Vito al Tagliamento (PN) ha ricevuto la menzione al Premio Buone Pratiche durante gli Stati generali delle città intelligenti, per l’azione pilota condotta nell’ambito del progetto IN-PLAN, che promuove metodologie per la pianificazione territoriale integrata. Gli Stati Generali delle città intelligenti, giunti nel 2025 alla loro sesta edizione, sono il grande evento annuale che riunisce in autunno a Padova la community di City Vision. Oltre 1000 partecipanti tra amministratori e dirigenti della Pubblica Amministrazione, imprese, ricercatori e innovatori da ogni regione italiana si incontrano per condividere esperienze, progettare soluzioni e ridefinire il futuro delle città. Quest’anno è stato dato ancora più risalto alla condivisione di buone pratiche, tra storie di successo, modelli di governance innovativi e progetti che stanno trasformando le città in ambienti più vivibili, tracciando nuove strade verso un futuro urbano più intelligente. Tra queste storie, il caso della cittadina pordenonese, presente a Padova con la consigliera delegata del Comune di San Vito al Tagliamento, Federica Del Frè. “IN-PLAN è un progetto europeo di cui noi siamo un Comune pilota e si propone di far dialogare i diversi Piani territoriali – spiega Del Frè – quindi nel nostro caso Piano regolatore, Master Plan del verde, Piano del traffico, Biciplan e Peba, in modo da condividere sia la visione sia i dati. Infatti, abbiamo una checklist attraverso cui i progettisti condividono tutti i dati e le attenzioni da avere sui Piani che stanno elaborando e questo dà un grande valore aggiunto, perché permette ai Piani di essere armonizzati, di non essere in contrasto l’uno con l’altro, evitando di fare dei doppioni. I progettisti sono stati molto contenti di questo progetto che crediamo possa essere facilmente esportabile anche in altri Comuni”. L’azione del progetto europeo IN-PLAN, che vede tra i principali partner Area Science Park, punta allo sviluppo di piani territoriali che integrino gli aspetti energetici, climatici e della mobilità, favorendo pratiche virtuose di pianificazione da parte dei Comuni mirate al raggiungimento della neutralità climatica, come si sta facendo a San Vito al Tagliamento. Video – Intervista a Federica Del Frè
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05.11.2025
Startup Marathon: ecco le 12 finaliste dell’edizione 2025
Dagli enzimi che eliminano definitivamente i PFAS (gli inquinanti eterni) dall’acqua ai granuli plastici creati da scarti tessili che riducono del 70% le emissioni di CO2, passando per la diagnostica di malattie neurodegenerative in soli 2 secondi e le previsioni basate sull’intelligenza artificiale per affrontare i rischi legati al cambiamento climatico. Sono alcune delle innovazioni proposte dalle dodici aziende finaliste dell’edizione 2025 di Startup Marathon, la sesta, che il prossimo 20 novembre nell’area eventi della TowerHall di UniCredit a Milano si contenderanno la vittoria finale. In palio, per la vincitrice, c’è l’accesso al programma di accelerazione UniCredit Start Lab e la preselezione per la missione nazionale al CES di Las Vegas. Le dodici finaliste sono state selezionate durante il Digital Day del 23 ottobre dalla giuria della manifestazione, composta dalle imprese e dagli investitori partner e dal comitato scientifico presieduto da Mariarosa Trolese, Board Member dell’Italian Business Angel Network (IBAN). All’evento avevano partecipato 30 tra startup e Pmi innovative segnalate da incubatori ed acceleratori di impresa di tutta Italia. Oltre a contendersi la vittoria finale, le finaliste avranno la possibilità di presentare la propria azienda di fronte a una platea di decine imprenditori e investitori. Le realtà vincitrici saranno accompagnate in un percorso orientato alla ricerca di grant e di finanziamenti, oltre che allo sviluppo di prodotti e servizi in grado di generare fatturato e occupazione. I premi. Alla startup prima classificata verrà offerta la partecipazione al programma di accelerazione UniCredit Start Lab e sarà inserita, così come anche la seconda e la terza classificata, tra le preselezionate per prendere parte alla missione nazionale al CES di Las Vegas, la più importante fiera al mondo dedicata all’innovazione e alle nuove tecnologie. Verrà assegnato un premio speciale per la migliore startup, pmi innovativa o spin-off la cui composizione sociale sia a maggioranza femminile, che potrà partecipare al programma di accelerazione internazionale BoostHerUp, organizzato da Area Science Park. Verrà anche stilata una classifica anche per le organizzazioni che supportano e candidano le startup, a cui sarà assegnato un punteggio in base al posizionamento delle loro imprese. Alle prime 3 classificate sarà offerto un accesso privilegiato al’Executive MBA in Business Innovation realizzato dal MIB Trieste School of Management. Lo stesso riconoscimento verrà assegnato comunque a tutte le 12  startup finaliste. Ad affiancare il tradizionale contest si sta svolgendo anche quest’anno il programma Open innovation B2B, che ha dato alle aziende corporate partner della manifestazione la possibilità di lanciare le proprie challenge di innovazione a cui hanno risposto direttamente numerose startup, sempre presentate dalle organizzazioni di supporto di riferimento. I partner. Promossa da UnICredit Start Lab, Area Science Park e Fondazione Comunica, Startup Marathon è supportata da un’importante rete di partner, tra grandi aziende, pmi e VC in tutta Italia. Si tratta di Angels For Women, ASAC, Avvio Capital, Bando Easy, Camera di commercio italiana per la Svizzera, Camst Group, Carel, Chiesi, Clover Venture, CRCLEX, DBA Group, Eatable Adventures, ELIS Innovation Hub, Eurotherm, Fastweb, FITT, Galdi, Giordano Controls, HiRef, InnovUp, Irinox, Italian Angels for Growth, Italian Business Angels Network, Italtel, LIFTT, Manni Group, Master Builders Solutions, Mastercard, Maxfone, MIB Trieste-School of Management, MITO Tech Ventures, Mountain X, Newu, One Factory, San Marco Group, Smartland, Step, Tecnica Group, Technowrapp, Unicorn Trainers Club, Venture Factory, WDA, Würth.   Le startup finaliste, e relative organizzazioni di supporto di riferimento Amigo, Roma/Rovereto, supportata da Trentino Sviluppo Aspidia, Milano, supportata da ComoNExT Asteasier, Verona, supportata da Università degli Studi di Verona CDC Studio, Pisa, supportata da Murate Idea Park Cyber Evolution, Ascoli Piceno, supportata da Gellify D/Vision Lab, Bergamo, supportata da Bergamo Sviluppo DNA Switch, Padova, supportata da G-Factor EMC Gems, Udine, supportata da TEC4I FVG GeneSys Bio, Viterbo, supportata da Almacube NanoMuG, Torino, supportata da 2I3T NSight Dynamics, Firenze, supportata dall’Università di Firenze Rescomp, Vicenza, supportata dall’Università degli Studi di Padova
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31.10.2025
Blue Economy: nuove opportunità a supporto della trasformazione digitale
Area Science Park ha ospitato di recente il terzo Steering Committee e Project Meeting di BEST 4.0 – Blue Economy Sectors Digital Transformation towards Industry 4.0, progetto cofinanziato dal Programma Interreg VI-A Italia–Croazia 2021–2027 . L’incontro ha rappresentato una tappa chiave in vista del prossimo lancio della Call for Interest  da parte di tutti i partner di progetto – tra cui Area Science Park – per selezionare 10 PMI interessate a testare e validare servizi innovativi Industry 4.0 a supporto della trasformazione digitale. A chi è rivolta Possono candidarsi le imprese che: rientrano nella definizione di PMI (Regolamento UE 651/2014) operano in uno dei settori della Blue Economy, tra cui trasporti marittimi, turismo costiero, pesca, acquacoltura, cantieristica navale ed energie marine. hanno sede legale e operativa nell’area di cooperazione Interreg Italia–Croazia; non risultano coinvolte in contenziosi legali né soggette a vincoli giudiziari. Cosa offre la Call Accesso gratuito a un pacchetto di servizi ad alto valore aggiunto, fino a 22.000 € per impresa (in-kind, ai sensi dell’art. 20a del Regolamento GBER 651/2014), articolato in tre linee: Miglioramento del business Applicazioni Industry 4.0 Capacity building Per maggiori info e manifestazioni di interesse: dott.ssa Elisa Fabbro – elisa.fabbro@areasciencepark.it.
Infrastrutture tecnologiche Servizi per l'Innovazione
10.10.2025
Alleanza PROMOS: rafforzare l’ecosistema biomedico transfrontaliero
Rafforzare le capacità di innovazione dell’ambiente biomedico nell’area transfrontaliera Italia-Austria, creando un ecosistema favorevole allo sfruttamento dei risultati, attraverso la collaborazione con le aziende esistenti e lo sviluppo di nuove start-up. Facilitare lo sviluppo di farmaci biologici e loro applicazione clinica Migliorare la formazione dei ricercatori nel settore del trasferimento tecnologico, attraverso seminari, workshop e scambio di conoscenze. Creare un’alleanza transfrontaliera tra PMI, cluster di innovazione, università e istituti di ricerca per migliorare l’accesso ai risultati scientifici e delle nuove soluzioni biomediche sviluppate dal progetto. Sono questi gli obiettivi di Alleanza PROMOS, il Progetto Interreg Italia/Austria che vede capofila il Centro Internazionale di Ingegneria e Biotecnologie (ICGEB). Il primo incontro con gli stakeholder di ambito accademico interessati a intraprendere percorsi e progetti condivisi nell’ambito del Trasferimento tecnologico si è tenuto nella sede dell’ICGEB nel Parco scientifico di Trieste. “Il territorio vanta un’eccellente produzione scientifica. Tuttavia, esiste uno squilibrio tra domanda e offerta di innovazione, a causa di una scarsa cultura di trasferimento tecnologico nel mondo accademico,” afferma la Prof.ssa Serena Zacchigna, responsabile scientifico del progetto Interregionale PROMOS. “Per consentire al territorio di sfruttare appieno il suo potenziale di Ricerca e Innovazionee, valorizzando le specificità regionali, è necessario sviluppare un modello di cooperazione in grado di trasferire i risultati dalla scienza alla società,” conclude. Partendo dall’ecosistema biomedico, il progetto vuole implementare un percorso standardizzato per trasferire i risultati della ricerca al mercato e alla clinica. La collaborazione tra università e industria, e la comparazione delle normative nei due Stati, facilita l’implementazione di soluzioni innovative e la condivisione di buone pratiche. PROMOS mira a aumentare la capacità di capitalizzare i risultati scientifici, trasformandoli in prodotti commercialmente e socialmente utili, in un modello replicabile in altri settori ed esteso ad altri territori, dove mancano PMI biomediche. L’Alleanza ha coinvolto oltre 40 rappresentanti, ricercatori e imprenditori provenienti da istituti accademici, parchi tecnologici, imprese e uffici di trasferimento tecnologico di entrambi i Paesi. Il dibattito ha centrato l’attenzione sulle sfide attuali e sulle possibili attività collaborative da sviluppare nei prossimi anni per potenziare il TT, elemento cruciale per l’innovazione e la competitività a livello internazionale. Una delle principali questioni emerse è stata l’assenza, nei curricula dei percorsi scientifici, di una formazione adeguata per fornire ai ricercatori le competenze necessarie a trasferire i risultati delle loro ricerche al mercato. L’evento ha presentato i servizi offerti da reti locali, nazionali e internazionali, in collaborazione con il Cluster FVG, il network PerfeTTO, il Centro PatLib di Area Science Park e l’Ufficio europeo per la Proprietà Intellettuale (EUIPO), rafforzando le competenze e promuovendo la collaborazione tra i principali attori del territorio. L’impegno dei partecipanti a lavorare in sinergia ha messo in evidenza l’intento di sviluppare un hub transfrontaliero dedicato al trasferimento tecnologico.
Comunicati Stampa Dai nostri campus Servizi per l'Innovazione trasferimento tecnologico
09.10.2025
Al via il nuovo ciclo della rete Enterprise Europe Network 2025–2028
Negli ultimi 3 anni, nel Triveneto, oltre 3.500 imprese sono state supportate dalla rete EEN – Enterprise Europe Network, di cui Area Science Park è partner. Di queste, 1.200 hanno beneficiato di servizi qualificati in innovazione, digitalizzazione, sostenibilità e internazionalizzazione e quasi 400 aziende hanno raggiunto risultati significativi e misurabili in: miglioramento della competitività o delle prestazioni finanziarie (aumento di fatturato/vendite, riduzione dei costi) creazione di nuovi posti di lavoro o mantenimento di quelli esistenti ingresso in nuovi mercati riduzione dell’impatto ambientale o adozione di pratiche sostenibili implementazione di innovazioni (miglioramento di prodotti, servizi o processi, tutela della proprietà intellettuale, adozione di strategie di innovazione, digitalizzazione) ottenimento di finanziamenti Grazie al network #EENCanHelp, presente in 60+ Paesi nel mondo, 75 PMI hanno avviato partnership tecnologiche, commerciali e di ricerca con aziende estere. Questi risultati sono stati condivisi durante il Kick-off Meeting EEN Triveneto 2025–2028, ospitato da Unioncamere del Veneto e Confindustria Veneto SIAV, che ha ufficialmente inaugurato il nuovo ciclo della rete. Presenti tutti i partner di Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, uniti da un obiettivo comune: migliorare i servizi dedicati alle PMI e supportarle nel diventare sempre più competitive a livello globale, grazie a strumenti e servizi a supporto di innovazione e internazionalizzazione.  
#EENCanHelp innovazione Servizi per l'Innovazione
17.09.2025
IMPRESS al 17MCM: il futuro della microscopia TEM
Dal 7 al 12 settembre 2025, Portorose ha ospitato il 17° Congresso Multinazionale di Microscopia (17MCM), punto di incontro per scienziati ed esperti del settore. L’evento, organizzato con cadenza biennale, rappresenta una vetrina d’eccellenza per i più recenti risultati ottenuti grazie a tecniche avanzate di microscopia, mettendo al contempo in risalto le ultime innovazioni sia teoriche che strumentali.  All’interno della sessione speciale “IMPRESS: Shaping the Future of Interoperable TEM”, che ha visto la partecipazione di 80 esperti, Regina Ciancio, Coordinatrice del Progetto IMPRESS presso Area Science Park, ha illustrato l’obiettivo principale dell’iniziativa: sviluppare una piattaforma interoperabile e standardizzata per la microscopia elettronica a trasmissione (TEM), capace di trasformare il settore.  IMPRESS mira infatti alla realizzazione di componenti modulari progettati con interfacce aperte e standardizzate, una strada promettente per rivoluzionare il modo in cui la microscopia elettronica viene concepita e utilizzata. Questi prototipi, sviluppati in stretta sinergia con le PMI del settore e con la comunità scientifica, sono pensati per adattarsi a strumenti differenti, garantendo così la massima flessibilità alle diverse esigenze di ricerca.  “È in questo modo che possiamo innovare nel campo della microscopia TEM: promuovendo interoperabilità per progettazione, flessibilità nella pratica e co-sviluppo che trasforma le idee in soluzioni concrete, rispondendo ai bisogni delle diverse comunità – ha sottolineato Regina Ciancio durante il suo intervento. – Tutto ciò che sviluppiamo nasce aperto e si arricchisce grazie ai contributi degli utenti”.  Dalla discussione è emersa con chiarezza la necessità di rafforzare il legame tra la microscopia elettronica e un ecosistema scientifico più ampio. La creazione di standard condivisi, la diffusione della conoscenza aperta e il coinvolgimento congiunto di PMI e ricercatori sono leve fondamentali affinché progetti come IMPRESS possano cambiare non solo il modo in cui gli strumenti vengono progettati e utilizzati, ma anche le modalità di collaborazione tra comunità scientifiche e industriali.  Nell’area espositiva, Area Science Park ha inoltre presentato un poster sul progetto RIANA, che mira a offrire a ricercatori accademici e industriali un accesso transnazionale e integrato a un insieme strategico di infrastrutture di ricerca europee, favorendo lo sviluppo di progetti multidisciplinari nel campo delle nanoscienze e nanotecnologie. 
Infrastrutture di ricerca Servizi per l'Innovazione
12.09.2025
Chiusa la prima tappa della Summer School di ScaleUp Lab
Si è conclusa la prima edizione della Summer School di ScaleUp Lab, l’iniziativa di Area Science Park volta a supportare le startup innovative nei loro percorsi di crescita e che si inserisce all’interno del progetto IP4FVG-EDIH. La Summer School, dedicata a startup nei settori digital e deep tech, è costruita con lo scopo di supportare le aziende di recente costituzione nella definizione dei loro percorsi di business in particolare in ottica di crescita, scalabilità e resilienza. Il percorso, a cui partecipano startup provenienti da tutta Italia, prevede tre fasi. La prima, chiusa oggi a Trieste, è consistita in una Summer School residenziale di una settimana con interventi, oltre che degli esperti di Area Science Park, di speaker di assoluto rilievo internazionale: Alexander Osterwalder, CEO di Strategyzer e creatore insieme a Yves Pigneur del Business Model Canvas, considerato uno dei più influenti pensatori di management al mondo, Alberto Di Minin, prof. ordinario di management presso la Scuola Sant’Anna di Pisa, Alvise Bonivento, direttore del fondo di investimento Indaco Venture Partners. La seconda fase prevede il supporto di esperti di sviluppo di business di Area Science Park nel ruolo di coach delle startup per una validazione sul campo di ulteriori tre mesi sui processi di test e iterazione dei modelli di business. Questo lavoro è finalizzato a traghettare le startup verso la terza fase: un pitch day alla presenza dei principali fondi di investimento italiani in cui sarà possibile confrontarsi direttamente con gli attori del mercato e testare la bontà della propria idea. “La Summer School è un’attività ad alto valore aggiunto per Area Science Park – sottolinea la Presidente, Caterina Petrillo – poiché si inserisce in un percorso di continuo aggiornamento su modelli e strategie per l’innovazione a supporto della generazione di impresa, ambiti in cui l’ente ha una lunga e consolidata esperienza. Questo percorso, di fatto una scuola unica nel suo genere, combina la formazione teorica a quella pratica e fornisce alle startup che partecipano la possibilità di avere accesso diretto a strumenti e conoscenze specialistiche grazie all’interazione e al dialogo con esperti internazionali”. “Senza un modello di business che funzioni, anche la tecnologia migliore non riuscirà ad arrivare sul mercato e sicuramente non potrà scalare – spiega Alexander Osterwalder -. Il primo modello di business a cui pensi probabilmente sarà sbagliato, quindi, hai bisogno di testarlo e metterlo continuamente alla prova e se non hai gli strumenti per farlo, sarà molto difficile. Qui entra in gioco Business Model Canvas, uno strumento visivo molto semplice per mappare e tirare fuori la logica di business della tua azienda, rendendo le idee molto concrete e visibili, in modo da poterle condividere con gli investitori e con i membri del tuo team. Business Model Canvas è uno strumento universale e credo che nell’ambito tecnologico e deep tech in particolare il suo utilizzo sia ancora più importante”. “Per prepararsi agli investitori ci sono due cose fondamentali – sottolinea Alvise Bonivento -: avere molto chiara la propria idea di business, non solo la propria tecnologia, ma anche come andare a mercato, imparando a conoscere l’investitore, capendo quali sono le sue esigenze e come ti può aiutare. Ogni venture capitalist guarda sempre tre cose: il vantaggio competitivo e tecnologico, la presenza di un team di eccellenza sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista manageriale, l’esistenza di un mercato pronto ad assorbire quella nuova tecnologia o innovazione”. “Le aziende deep tech devono lavorare con soggetti che credono nell’integrazione delle loro tecnologie con le tecnologie altrui – raccomanda Alberto Di Minin – allo scopo di allineare i modelli di business per sviluppare insieme una strategia di Open innovation. L’Open innovation è fondamentale per una startup deep tech per un motivo molto semplice: serve a completare un percorso di innovazione che è sviluppato anche in altre aziende”. A fare il punto sul percorso ScaleUp Lab in chiusura di questo primo step, è Roberto Pillon, responsabile dell’ufficio Generazione d’impresa di Area Science Park: “Abbiamo dato vita a ScaleUp Lab nella consapevolezza dell’importanza di lavorare sullo sviluppo delle competenze delle nuove imprese innovative, che hanno necessità di crescere e di costruirsi tutti gli strumenti per poter affrontare il mercato e portare l’innovazione a terra. Dopo la Summer School il percorso continuerà nei prossimi tre mesi, dando alle startup un affiancamento, un coaching, un tutoraggio, nello sviluppo del loro prodotto d’impresa e poterle presentare in conclusione in un evento di pitch day a un gruppo di investitori”. Il progetto IP4FVG-EDIH è finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – Missione 4 Componente 2 (M4C2) – Investimento 2.3 – Potenziamento ed estensione tematica e territoriale dei centri di trasferimento tecnologico per segmenti di industria, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU, con l’obiettivo di stimolare l’adozione di tecnologie digitali e verdi da parte di imprese e pubbliche amministrazioni.
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09.09.2025
Dall’Intelligenza Artificiale un’accelerazione per nuovi vaccini
Immaginate un traduttore universale che, invece di convertire l’inglese in italiano, sia in grado di decifrare il linguaggio delle proteine che compongono i virus. Questo “traduttore” esiste già, si chiama Intelligenza Artificiale e sta rivoluzionando la lotta contro le malattie virali, dalla preparazione alle future pandemie alla ricerca di cure. È quanto emerso da una serie di interventi di esperti internazionali che hanno illustrato le ultime frontiere della virologia computazionale oggi a Trieste, nel workshop “AI in Virology: Leveraging AI to Advance Our Understanding of Viruses”, organizzato dall’Unità di Virologia di Area Science Park. Per decenni, per capire un virus, gli scienziati dovevano coltivarlo in laboratorio e studiarne il comportamento, un processo lungo e oneroso. Poi è arrivata la genetica, che ha permesso di leggerne il “libro di istruzioni”, il genoma. Oggi, l’AI fa un passo in più: impara la “grammatica” e la “sintassi” con cui sono scritte le proteine, le macchine molecolari che permettono al virus di entrare nelle cellule e replicarsi. “I nuovi modelli linguistici per proteine sono come dei cervelli artificiali addestrati su milioni di sequenze biologiche – spiega Giuditta De Lorenzo, virologa di Area Science Park – e sono in grado di capire, partendo da una singola sequenza di amminoacidi, quali mutazioni sono possibili e quali invece ‘romperebbero’ la proteina. Questo ci aiuta a prevedere come potrebbe evolversi un virus appena scoperto, un’abilità cruciale per stare un passo avanti alle pandemie. Ad esempio, le attività di ricerca che conduciamo in Area si focalizzeranno a breve sull’effetto dell’infezione virale sulla cellula, come i virus riescono a sconvolgere il suo contenuto. Inoltre, in collaborazione con il nostro Laboratorio di Data Engineering lavoreremo sullo sviluppo di nuovi vaccini, più efficaci, più stabili, che tengano in considerazione il comportamento dinamico delle particelle virali”.   Vaccini super-rapidi grazie alla “Reverse Vaccinology 3.0” In effetti, uno degli impatti più tangibili dell’AI sarà sullo sviluppo di vaccini e anticorpi terapeutici. La cosiddetta “Reverse Vaccinology 3.0” utilizza l’AI per analizzare istantaneamente la struttura delle proteine di un virus e identificare il suo “tallone d’Achille”, cioè il punto preciso su cui dirigere gli anticorpi.  “Il grossissimo vantaggio della Reverse Vaccinology 3.0 – spiega Emanuele Andreano, della Fondazione Biotecnopolo di Siena – è quello di riuscire a scoprire antigeni per candidati vaccinali ad una velocità mai vista prima. Grazie all’AI, ma anche all’avanzamento delle tecniche di immunologia umana, è possibile velocemente identificare degli anticorpi in grado di uccidere il patogeno e poi dalla sequenza dell’anticorpo riuscire a vedere qual è il target, l’antigene sulla superficie del virus del batterio, saltando anni di sperimentazioni in vivo, capendo prima cosa funziona e cosa no. La missione più importante che abbiamo alla Fondazione Biotecnopolo di Siena è sviluppare vaccini e anticorpi monoclonali contro virus o batteri con potenziale pandemico, come è il caso del virus ad del vaiolo delle scimmie”. Ma tutta questa capacità di calcolo – è stato detto -ha costi molto elevati, dietro questi avanzamenti ci sono supercomputer che consumano enormi quantità di energia. È importante che l’opinione pubblica sia consapevole che l’IA, oltre che molto potente, è anche molto costosa e richiede investimenti in infrastrutture.   Un futuro promettente, ma da governare con cautela La capacità di leggere, interpretare e persino “immaginare” nuove proteine non è solo un’opportunità, ma anche una grande responsabilità, gli esperti lanciano un monito chiaro. “Dobbiamo creare regole internazionali condivise e framework di controllo robusti per garantire che questa straordinaria rivoluzione scientifica sia usata solo per il bene dell’umanità – sottolinea Alessandro Marcello, virologo dell’ICGEB. Va considerato il potenziale duplice uso dell’AI, che può essere molto utile dal punto di vista medico sanitario, ma potrebbe comportare anche rischi se finisse nelle mani sbagliate, data la relativa facilità con cui si potrebbero ottenere dei protocolli per produrre virus altamente patogeni. Dobbiamo agire sinergicamente a diversi livelli: quello degli sviluppatori di AI, quello scientifico e quello legislativo per definire leggi e regolamenti che, senza inibire ricerca e innovazione, preservino la società da questi potenziali pericoli”.
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GLI EVENTI IN AREA SCIENCE PARK
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