POSIDON PCP: sperimentate con successo due soluzioni innovative per la decontaminazione di aree industriali inquinate
Grazie al progetto europeo POSIDON PCP (POlluted SIte DecontaminatiON Pre-Commercial Procurement) sono state sviluppate e testate due nuove tecnologie per la decontaminazione di suoli in aree industriali inquinate dismesse. I risultati delle sperimentazioni dell’ultima fase della procedura competitiva, finalizzata all’acquisto di servizi di ricerca e sviluppo, sono stati presentati nel corso dell’evento finale di progetto, lo scorso 9 ottobre a Bilbao, in Spagna.
POSIDON, finanziato dal programma Horizon 2020 dell’Unione Europea e coordinato da Area Science Park, nasce con l’obiettivo di indirizzare dal lato della domanda pubblica, lo sviluppo di nuove soluzioni non ancora presenti sul mercato.<
Il progetto ha aggregato 5 committenti europei, proprietari/gestori dei siti inquinati, con l’esigenza comune di identificare nuove tecnologie di trattamento del suolo (ed eventualmente delle falde acquifere), preferibilmente in-situ, in grado di decontaminare terreni antropici eterogenei in zone industriali dismesse, composti da una miscela di rifiuti industriali (come terreni di risulta inquinati da idrocarburi del petrolio e metalli pesanti) e terreni costituiti da argille e sabbie, altamente inquinati da idrocarburi del petrolio (TPH e IPA) e metalli pesanti (in particolare arsenico e piombo).
Durante il progetto diversi fornitori (consorzi misti ricerca-impresa) sono stati chiamati a sviluppare, in modo parallelo e concorrente, soluzioni innovative, a partire dalla ideazione e progettazione di nuove soluzioni, alla prototipazione e validazione in laboratorio, fino allo sviluppo originale di due prototipi da testare entrambi e in parallelo sul campo in due diversi siti in Italia, a Trieste, e in Spagna, a Bilbao.
Le due tecnologie approdate alla fase sperimentale e comparativa sul campo sono quelle dei consorzi capitanati dalle aziende TESECO BONIFICHE e HPC Italia.
TESECO ha ideato e sviluppato la tecnologia Soil-Omic® che prevede processi biologici e chimico-fisici integrati, finalizzati alla decontaminazione di suoli e acque sotterranee da inquinanti organici e inorganici, tramite formulazioni biologiche basate sull’integrazione di metagenomica e ingegneria ambientale. La soluzione funziona con BIOflushing®, una tecnologia di bonifica in situ che utilizza impianti e sistemi idraulici specializzati per la biostimolazione, la bio-amplificazione e il lavaggio chimico di terreni saturi e insaturi. I risultati ottenuti hanno confermato l’efficacia del processo e dell’impianto dedicato alla degradazione del petrolio e degli idrocarburi policiclici aromatici, nonché per la rimozione dei metalli pesanti sia da terreni saturi che insaturi. In particolare, a Bilbao, in circa 5 mesi di esercizio dell’impianto, si è registrata una significativa riduzione nella contaminazione inorganica media del suolo insaturo* nonché nella contaminazione organica**. Soil-Omic® è in fase di commercializzazione ed è pronta ad entrare nel mercato a fine 2023.
HPC ITALIA ha invece sviluppato, assieme al Politecnico di Milano, la soluzione “Erase” (ElectRode-Aided Soil rEmediation), una piattaforma modulare flessibile in situ, che prevede la posa in opera di elettrodi per ridurre la contaminazione sia di inquinanti organici che inorganici, attraverso il trasporto indotto dal campo elettrico nel suolo, oltre che azioni di trattamento chimico e biologico per iniezione di prodotti chimici e nutrienti. La modularità della tecnologia consente di operare su sorgenti contaminate di diversa estensione e profondità. La soluzione è ancora in fase di sviluppo, ma dai test della Fase 3 sono emerse già prove di un aumento della mobilità dei metalli, con una riduzione della concentrazione di alcuni di essi nel suolo, mentre i dati di monitoraggio hanno confermato anche una diminuzione degli idrocarburi poliaromatici e degli idrocarburi.
*Riduzione nella contaminazione inorganica media del suolo insaturo: Arsenico -97%, Cadmio -82%, Cromo -31%, Nichel -56%, Piombo -95%, Rame -96%, Zinco -94%.
**Riduzione nella contaminazione organica: Idrocarburi (TPH) -85%, Dibenzo (a.h)antracene -97%, Benzo(a)pirene -97%, Indeno (1.2.3-cd) pirene -97%, Pirene -97%, Benzo(a)antracene -99%, Crisene -97%, Benzo(b)fluorantene -99%, Benzo(k)fluorantene -96%, Somma PAH (EPA 16) -97%.
Il progetto POSIDON PCP coinvolge Area Science Park (coordinatore e partner tecnico del progetto), il gruppo dei 5 gestori di siti inquinati da bonificare: l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale (Lead procurer dell’appalto pre-commerciale congiunto) (IT), il Comune di Bilbao (ES), Spaque (BE), CEA – Comune di Vitoria Gasteiz (ES), Baja do Tejo (PT), ai quali si aggiungono i partner tecnici: Sara Bedin esperta in appalti di innovazione e Pre-commercial procurement (IT); TECNALIA, centro di ricerca basco (ES); IHOBE, Agenzia dell’ambiente basca (ES) e MAS referente per la comunicazione (ES).
POSIDON ha ricevuto finanziamenti dal Programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione europea nell’ambito dell’Accordo di sovvenzione N. 776838. Il contenuto di questo comunicato stampa riflette solo il punto di vista degli autori e l’Agenzia esecutiva ‘European Research Executive Agency (REA)’ non è responsabile per qualsiasi uso che possa essere fatto delle informazioni in esso contenute.