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Area Science Park protagonista alla quarta edizione del New Space Economy European ExpoForum
Prende il via alla Fiera di Roma la quarta edizione del New Space Economy European ExpoForum (NSE 2022), che si terrà nelle giornate 1, 2 e 3 dicembre. L’evento, organizzato da Fondazione E. Amaldi e Fiera Roma con il patrocinio dell’ASI, del CNEL, dell’INGV, di ICE/ITA, dell’International Astronautical Federation ed il supporto dell’ESA, offre una panoramica sulle tendenze più interessanti nel settore spaziale e riunisce visitatori, partecipanti, stakeholder pubblici e privati e organizzazioni internazionali.
Area Science Park è stata invitata a partecipare alla manifestazione che quest’anno ha come tema la sostenibilità come nuovo parametro per lo sviluppo della New Space Economy e come fattore chiave nell’evoluzione del settore spaziale nazionale e globale. Area è presente con un proprio spazio espositivo all’interno del quale ci sono anche alcune realtà del Parco Scientifico e Tecnologico: Elettra Sincrotrone Trieste, Cluster Reply e Aindo. PicosaTs, azienda nata in Area e attiva nello sviluppo di nanosatelliti, partecipa a sua volta con un proprio stand.
Elettra Sincrotrone Trieste è un Centro di ricerca internazionale multidisciplinare specializzato nella generazione di luce di sincrotrone e di laser ad elettroni liberi di alta qualità. Le sue due sorgenti di luce, Elettra e FERMI sono utilizzate da una vasta comunità di ricercatori provenienti dall’accademia e dall’industria per fabbricare nanostrutture e dispositivi, nonché sviluppare nuovi processi tecnologici.
Cluster Reply è la società del gruppo Reply specializzata in servizi di consulenza e di integrazione di sistemi su tecnologie Microsoft. Attraverso lo sviluppo di piattaforme Cloud Microsoft Azure permette il monitoraggio della produzione e delle macchine in fabbrica al fine di identificare possibili difetti o failure e di monitorare e ottimizzare i consumi energetici grazie a specifiche funzionalità di Artificial Intelligence e Smart Maintenance.
Aindo, nata dalla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati e attiva in Area, grazie all’Intelligenza ha sviluppato la Synthetic DataOps Platform, una potente piattaforma che permette di trasformare i dati grezzi in valore, in modo rapido, sicuro ed intuitivo. Basata su una tecnologia unica per la generazione di dati sintetici, non solo garantisce un nuovo paradigma in termini di data protection, ma consente anche di affrontare, in un’unica soluzione, tutti gli aspetti legati alla gestione del dato.
PicosaTs, spin-off dell’Università di Trieste cresciuto in Area, è specializzata nello sviluppo e progettazione di satelliti miniaturizzati ad altissime prestazioni in grado di trasmettere dati a velocità molto elevate con applicazioni nel settore delle telecomunicazioni e nel monitoraggio dell’ambiente.
Da segnalare infine che Fabio Morea, Mobility Manager e responsabile dell’Ufficio Sostenibilità di Area Science Park sarà relatore alla tavola rotonda “Multidisciplinary approach to shape our future”, mentre Aindo e Cluster Reply prenderanno parte al “New Space Economy 2022 Brokerage Event”.
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Servizi per l'Innovazione
Modellizzazione e simulazione: da IP4FVG un progetto formativo per docenti dell’Istituto Tecnico Statale Jožef Stefan di Trieste
Simulare il comportamento di un prodotto prima della sua effettiva realizzazione, con evidenti vantaggi in termini di costi, tempi e sicurezza. È quello che fa l’analisi secondo il metodo degli elementi finiti (FEM), ampiamente utilizzata in ambito ingegneristico e in particolare nel settore meccanico. Esistono dei software che consentono questo tipo di modellizzazione, partendo dalla modellazione 3D per poi passare alla discretizzazione del modello (Mesh), la definizione dei materiali, dei vincoli e delle forze e infine all’analisi dei risultati (sforzi, torsioni, sollecitazioni, ecc.).
Per imparare a familiarizzare con uno di questi software, MSC APEX, sei docenti dell’indirizzo Meccanica e Meccatronica dell’Istituto Tecnico Statale Jožef Stefan di Trieste hanno frequentato un corso accelerato all’interno del dimostratore del progetto IP4FVG in Area Science Park, specializzato in soluzioni tecnologiche dedicate alla simulazione e all’ottimizzazione, e in collaborazione con l’azienda AlmaTec Srl. Il corso della durata di otto ore si è svolto con lo scopo di apprendere le basi di questo software di progettazione e trasferirle poi agli studenti.
“Offrire ai propri alunni una formazione scientifica e tecnologica è l’obiettivo del nostro Istituto – spiega il dirigente scolastico dello Jožef Stefan, Strani Primož – per questo siamo sempre alla ricerca di stimoli nuovi per approfondire competenze specifiche e trasversali. Abbiamo per questo avviato una collaborazione con Area Science Park e AlmaTec Srl, che ha provveduto a fornire i software necessari, ma soprattutto il personale tecnico per un corso accelerato dell’uso del software”.
Le conoscenze acquisite dai docenti saranno materia di insegnamento per gli studenti delle classi del triennio, prima con un corso di 12 ore diviso in quattro pomeriggi, poi con l’uso pratico del software per i progetti e gli esperimenti inclusi nel progetto formativo.
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Servizi per l'Innovazione
COP27: il Primo Ministro croato ha presentato la Valle dell’idrogeno del Nord Adriatico
Il Primo Ministro della Croazia Andrej Plenković, nel suo intervento alla riunione COP27 sul clima in corso in Egitto, ha parlato delle misure che la Croazia sta adottando nella lotta ai cambiamenti climatici, facendo riferimento, in particolare, al progetto della Valle dell’idrogeno del Nord Adriatico che la Croazia vuole realizzare con Italia e Slovenia per “utilizzare questa risorsa energetica al massimo in futuro”. Con 34 soggetti coinvolti, tra i quali Area Science Park come partner tecnico-scientifico, il progetto mira a creare prerequisiti tecnologici e successivamente energetici per il futuro utilizzo dell’idrogeno. L’obiettivo, ha detto il primo ministro croato, è produrre 5.000 tonnellate di idrogeno all’anno. Martedì Plenković ha presentato questo progetto a un panel dedicato al tema dell’idrogeno verde, presieduto dal presidente egiziano Abdel Fattah El-Sisi e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. È “un esempio di cooperazione transfrontaliera a livello di Unione Europea, che è una sorta di impresa pionieristica – ha sottolineato – da cui tutti trarranno vantaggio”.
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L’Osservatorio della Metalmeccanica FVG traccia le condizioni di un comparto in continua evoluzione
La metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia è un comparto solido, propenso all’innovazione, con buone doti di resilienza e caratterizzato da una filiera interna mirata a sorreggere anche le piccole imprese. Le aziende del settore performano meglio del resto dell’Italia e godono di una buona liquidità che permetterà loro di affrontare con moderata serenità la crisi energetica. È quanto è emerso oggi, alla presentazione del primo report dell’Osservatorio della Metalmeccanica FVG negli spazi di Friuli Innovazione.
Ideato e coordinato dal Cluster della Metalmeccanica regionale COMET, l’Osservatorio della Metalmeccanica FVG è unico nel suo genere. Esso infatti per la prima volta riunisce le banche dati di Innovation Intelligence FVG, strumento sviluppato da Area Science Park che unisce in un’unica piattaforma le numerose fonti di dati che misurano i diversi indicatori del sistema economico regionale, Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Udine e Intesa Sanpaolo, che hanno lavorato sinergicamente, mettendo in campo know-how e competenze, e hanno elaborato le informazioni di diverse fonti con l’obiettivo di scattare una fotografia nitida dell’attuale panorama produttivo regionale, per tracciare un percorso ragionato sul futuro del comparto, uno dei settori economico-produttivi che, grazie alla tecnologia, evolve più velocemente.
Area Science Park ha mappato le più di 5000 aziende del comparto, fotografando un’immagine precisa del settore elettro-meccanico e delle filiere collegate. Tale attività è stata svolta grazie a Innovation Intelligence FVG, strumento sviluppato da Area Science Park con i suoi partner, che ha consentito di sperimentare un nuovo approccio di raccolta, filtro, elaborazione e interrogazione dei dati sulle imprese del Friuli-Venezia Giulia, con focus particolare sulla propensione all’innovazione. Sono state quindi analizzate 5.162 imprese attive delle quali 2.416 rappresentate da società di capitale (47,8%) e per queste ultime si è studiata la capacità brevettuale e la propensione all’innovazione, un indicatore proprietario che identifica aziende che presentano oggettivi segnali di innovazione.
Ne risulta che per la metalmeccanica friulana, l’innovazione gioca un ruolo di rilievo, infatti sono 217 le imprese che dal 2011 al 2021 hanno depositato almeno un brevetto. Inoltre, emerge che il 23,1% delle imprese è oggettivamente propenso all’innovazione perché ha depositato almeno un brevetto nazionale o europeo, ha ottenuto almeno un finanziamento europeo nell’ambito dei Programmi Quadro FP7 e Horizon 2020, oppure un finanziamento dalla Regione FVG per ricerca, sviluppo, innovazione, brevettazione, industrializzazione o, ancora, è una start-up o una PMI innovativa.
A illustrare i dati, è intervenuto, per Area Science Park, Enrico Longato: “Studiare i dati relativi alle imprese del settore della metalmeccanica FVG assieme ad attori protagonisti del territorio, come il COMET, le Università e Intesa Sanpaolo è una grande opportunità che abbiamo avuto collaborando a questo studio, dal quale emerge una fotografia molto interessante del comparto della metalmeccanica FVG, famiglia di imprese importante da monitorare in quanto rappresentano il 54,4% della manifattura della nostra regione”.
L’analisi dei dati di bilancio è stata svolta da Intesa Sanpaolo che si è avvalsa di ISID, il database interno alla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo che associa ad ogni impresa variabili economico-finanziarie tratte dai bilanci di esercizio e informazioni sulle strategie aziendali. Dall’analisi dei 62.751 bilanci di imprese manifatturiere italiane è emersa una dinamica dell’elettromeccanica del Friuli Venezia Giulia migliore rispetto al resto del manifatturiero della regione (+9,8% vs +7,9% la variazione del fatturato tra il 2019 e il 2021).
Si tratta di una crescita diffusa, con punte del +23,3% per le imprese costituite dopo il 2016. La situazione è positiva anche sul fronte reddituale, dove spiccano le performance delle imprese di minori dimensioni (con meno di 10 milioni di euro di fatturato). Inoltre, si è verificato un aumento della liquidità e del grado di patrimonializzazione, una condizione che consentirà alle imprese del territorio di affrontare la crisi energetica in corso con una solidità finanziaria e patrimoniale migliore. Nel primo semestre del 2022 le esportazioni regionali sono cresciute del 14,1% rispetto allo stesso periodo del 2021: in evidenza i prodotti in metallo (+26,6%) e la meccanica (+12,2%), che hanno mostrato un andamento migliore rispetto al dato nazionale, spinte dal traino di Qatar, Germania, Messico e Francia.
I dipartimenti di Economia delle Università di Trieste e Udine hanno invece sviluppato e condotto un instant poll su un campione di quasi cento imprese e analizzare la condizione del comparto. Il team dei due atenei regionali ha chiesto agli intervistati di comparare le aspettative sull’andamento del fatturato 2022 ad inizio anno con quelle attuali, quando solo dopo pochi mesi lo scenario politico ed economico è decisamente cambiato. Mentre un’impresa su quattro ha confermato le aspettative di crescita di inizio anno, emerge una sostanziale compensazione tra chi sostiene che le cose stanno andando meglio del previsto e chi invece dice che stanno andando peggio.
Se si guarda alle previsioni di andamento del fatturato fatte dalle imprese a gennaio 2022, esse erano sostanzialmente positive e, in media, si attestavano su un +14% complessivo. La situazione ad oggi è sostanzialmente simile in termini percentuali, ma, come detto, con forti differenze da azienda ad azienda. Dobbiamo poi considerare che l’aumento dei costi di produzione previsto per il 2022 sarà ben più elevato (+25% il dato medio) e si tradurrà su una più che probabile compressione dei margini aziendali.
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Il morbo di Alzheimer non è uguale in uomini e donne. Studio italiano apre a terapie personalizzate in base al sesso
Il morbo di Alzheimer non è uguale in uomini e donne: alcuni meccanismi molecolari sono infatti diversi tra i due sessi, in particolare per quanto riguarda il metabolismo di un amminoacido che è stato recentemente proposto come indicatore precoce di tale patologia e che quindi non sarebbe ugualmente affidabile per maschi e femmine.
Lo afferma uno studio italiano, pubblicato a settembre sulla rivista Cell Reports e guidato dall’Università di Milano, al quale hanno collaborato anche l’Università dell’Insubria, l’Università di Milano-Bicocca, quella di Roma Tor Vergata e il Laboratorio di Genomica ed Epigenomica (LAGE) dell’Area Science Park. La ricerca apre la strada anche a terapie differenziate e personalizzate in base al sesso.
I ricercatori hanno analizzato campioni prelevati post mortem da cervelli di uomini e donne con un invecchiamento normale e da pazienti affetti dal morbo di Alzheimer. Il contributo di Area Science Park, spiega Danilo Licastro, responsabile del LAGE, si è concentrato sull’analisi genomica ed epigenomica: la difficoltà maggiore è stata quella di mettere a punto e impiegare un protocollo di analisi che fosse compatibile con i campioni di Rna di tessuto inviati dall’Università di Tor Vergata e precedentemente forniti dalle biobanche, perché trattandosi di tessuti post-mortem non presentavano la stessa qualità di un tessuto fresco.
Le analisi hanno evidenziato profonde differenze in termini di vie metaboliche alterate: due esempi sono la risposta insulinica e il metabolismo dell’amminoacido serina (che genera un importante regolatore delle funzioni cerebrali, la D-serina). Questo è di particolare interesse, in quanto la D-serina modula la neurotrasmissione e anche perché il suo livello nel sangue è stato proposto come marcatore precoce per questa patologia. “Questi risultati mostrano come la malattia di Alzheimer cambia e, per certi aspetti, inverte alcune caratteristiche nei due sessi”, commenta Elisa Maffioli, dell’Università di Milano, “evidenziando così come diversi meccanismi siano attivi o meno in base al sesso e aprendo alla possibilità di intervenire con innovativi approcci terapeutici differenziati tra uomini e donne”.
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Dai nostri campus
Progetto pilota di simbiosi industriale: biogas e altri possibili percorsi di valorizzazione del silverskin del caffè
La filiera del caffè punta sempre più decisamente verso la circolarità e l’obiettivo zero rifiuti, con il riutilizzo in nuovi cicli industriali di tutti gli scarti di lavorazione, dalle fasi di raccolta, a quelle di torrefazione e anche a quelle della decaffeinizzazione. Ne è un esempio il caso di Demus, azienda triestina leader nella decaffeinizzazione, deceratura del caffè verde e produzione di caffeina naturale dal 1962, che, grazie alla rete Enterprise Europe Network – EEN, ha trovato nel Regno Unito un partner industriale, Kerax, interessato ad utilizzare nel settore tessile le cere estratte dai chicchi di caffè, trasformandole da rifiuto da smaltire in materia prima seconda.
Nella filiera della lavorazione del caffè, un altro scarto per il quale da tempo sono allo studio potenziali riutilizzi è la coffee silverskin, una pellicola argentea che protegge l’esterno del chicco di caffè verde. Si stacca parzialmente in campo, durante l’essiccamento e la rimozione dei semi di caffè dai frutti e, in parte, durante la torrefazione. Per valutare i settori di riutilizzo di questo scarto, Area Science Park, nell’ambito delle iniziative della rete EEN e del sistema ARGO con il progetto SISSI, in collaborazione con l’Associazione Caffè Trieste e il Gruppo Italiano Torrefattori Caffè, venerdì 28 ottobre organizzerà una tavola rotonda sulla valorizzazione del silverskin. Il workshop rientra nell’ambito della 10° edizione di TriestEspresso Expo, il salone internazionale dell’espresso italiano che avrà luogo dal 27 al 29 ottobre nel Trieste Convention Center.
Il silverskin, è uno scarto secco che può essere facilmente raccolto, generalmente non viene riutilizzato ma smaltito come rifiuto speciale. Questo materiale è però ricco di polifenoli, fibre alimentari e xantine, che lo rendono adatto non solo all’utilizzo per la formulazione di integratori o fitoterapici e come matrice per fertilizzare i terreni, ma anche per ricavarne cellulosa, lignina, lipidi e alcuni composti fenolici. Queste caratteristiche lo rendono un materiale sostenibile, in grado di rispondere alle nuove esigenze di un mercato incentrato su processi di economia circolare.
Grazie ad un emendamento inserito tra le nuove “Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali” varate dal Governo, nuovi sottoprodotti dell’industria agroalimentare, fino ad oggi non impiagabili negli impianti di biogas, saranno utilizzabili. Tra questi, anche gli scarti dal processo di lavorazione del caffè. Questo intervento legislativo, che sarà presentato al pubblico per la prima volta dalla sua approvazione, risolve un annoso problema, che impediva di fatto la valorizzazione negli impianti di una serie di residui di lavorazione che al contrario possono contribuire egregiamente alla produzione energetica nazionale.
Nel corso della tavola rotonda, a cui parteciperanno anche produttori di biogas e consulenti tecnici, si parlerà delle definizioni di rifiuto e sottoprodotto e verranno presentati alcuni casi aziendali dove degli scarti sono passati dall’essere un costo di smaltimento a un valore per l’azienda. Verranno quindi presentate diverse opportunità emerse nel corso delle visite presso le torrefazioni, che vanno dall’utilizzo di questo materiale nell’industria cartaria, a quello nel settore dell’agricoltura e in particolare nella produzione di biometano.
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ESTECO per la terza volta fornitore ufficiale di Luna Rossa Prada Pirelli per la 37ma edizione della Coppa America
ESTECO, una software house indipendente, specializzata in soluzioni per l’ottimizzazione ingegneristica e la gestione di dati e processi di simulazione, risulta nuovamente fra i fornitori ufficiali di Luna Rossa Prada Pirelli Team per la 37ma edizione della Coppa America.
In base all’accordo sottoscritto, ESTECO fornirà al team la propria piattaforma collaborativa per la gestione automatizzata dei processi e dei dati di simulazione e l’ottimizzazione numerica.
“Siamo orgogliosi di contribuire allo sviluppo delle imbarcazioni di Luna Rossa Prada Pirelli attraverso le nostre tecnologie modeFRONTIER e VOLTA proseguendo così la collaborazione iniziata fin dal concepimento di questi affascinanti scafi volanti della classe AC75”, ha affermato Carlo Poloni, presidente di ESTECO.
“La sfida tecnologica continua, ma crediamo che l’uso di sistemi di progettazione collaborativa, assieme a simulazioni sempre più sofisticate, potrà contribuire a portare in Italia il trofeo più ambito”, ha concluso.
La Coppa America, il più antico trofeo sportivo internazionale, è diventata una gara del design e dell’innovazione che unisce ingegneria e precisione tecnica. I limiti imposti dal regolamento della Coppa America evidenziano l’assoluta necessità di ricorrere alla simulazione e all’ottimizzazione multidisciplinare. In questo contesto, soluzioni software come ESTECO modeFRONTIER e VOLTA svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo e nell’ottimizzazione delle nuove imbarcazioni della classe AC75.
Luna Rossa Prada Pirelli Team, per il terzo anno consecutivo, adotterà ESTECO modeFRONTIER, la soluzione software leader per l’automazione dei processi di simulazione e l’ottimizzazione numerica.
Rispetto al passato, per la 37ma edizione della Coppa America, il Team utilizzerà anche ESTECO VOLTA, l’innovativa piattaforma collaborativa per la gestione dei processi e dei dati di simulazione e per l’ottimizzazione numerica. ESTECO VOLTA permette di fare un salto di qualità a livello di collaborazione ingegneristica grazie alla sua interfaccia web, contribuendo alla creazione di uno scafo altamente performante in tempi ridotti, nel pieno rispetto delle norme restrittive imposte.
“modeFRONTIER è uno degli strumenti di lavoro essenziali del nostro Team, perché ci supporta nell’ottimizzazione dei profili idrodinamici che andranno a costituire la base per una più ampia analisi 3D nella progettazione di wing e timone dell’AC75”, ha affermato Andrea Vergombello, VPP and CFD optimization, di Luna Rossa Prada Pirelli Team.
“Inoltre, l’ottimizzazione multidisciplinare è ormai un aspetto cruciale per il progetto delle imbarcazioni di America’s Cup: avere un buon software che ci permetta di combinare i dati aerodinamici e idrodinamici per l’ottimizzazione parametrica dello scafo è fondamentale per poter disegnare una barca vincente”, ha aggiunto Vergombello.
La 37ma edizione della Coppa America si svolgerà a Barcellona (Spagna) nel 2024.
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Dai nostri campus
Nuovo studio sulle nano-plastiche, i frammenti di polistirolo sono in grado di alterare modelli di membrane cellulari
Quattrocento milioni di tonnellate, è questo il peso della plastica prodotta ogni anno in tutto il mondo. Questa vera e propria montagna è costituita in gran parte da oggetti monouso che presto finiscono nella spazzatura, o peggio, nell’ambiente. Le plastiche costituiscono infatti l’80% dei rifiuti presenti nei nostri mari e la loro degradazione porta alla formazione di micro- e nano-particelle, le quali costituiscono un grave pericolo per la salute. Comprendere quindi l’effetto delle nano-plastiche sugli esseri viventi è una tematica urgente e importante. Uno studio realizzato dalle professoresse Elena Del Favero (Università di Milano) e Giulia Rossi (Università di Genova), insieme alle loro colleghe e colleghi, ha permesso di chiarire l’effetto del polistirene su modelli di membrane cellulari. Il polistirene, anche conosciuto come polistirolo, è una delle plastiche più utilizzate in assoluto. Tra i suoi impieghi ci sono imballaggi, custodie, rasoi usa e getta e tanti altri oggetti quotidiani. Lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Colloid and Interface Science, è stato realizzato grazie al contributo del Consorzio centro-europeo delle Infrastrutture di Ricerca (CERIC-ERIC) con sede a Trieste.
“Il nostro lavoro dimostra come le nano-plastiche possano influenzare la struttura e la dinamica delle membrane cellulari”, afferma la professoressa Rossi. Per realizzare questo studio è risultata fondamentale l’integrazione di tecniche sperimentali e simulazioni al computer. Tra le prime, emerge l’impiego di analisi di diffusione dei raggi X, realizzati presso la struttura partner austriaca di CERIC-ERIC, situata presso il Sincrotrone Elettra di Trieste. In tal modo è stato possibile rivelare come cambiano le proprietà strutturali delle membrane in presenza di polistirene. Simulazioni informatiche e studi di calorimetria hanno poi confermato ciò che è stato osservato sperimentalmente. Ulteriori test hanno consentito di valutare gli effetti del polistirene sulle proprietà meccaniche delle membrane, come la flessibilità. “La combinazione di tecniche sperimentali e computazioni ha permesso di dimostrare come anche piccole quantità di polistirene siano in grado di interagire con le membrane modello alterandole sempre più al crescere della dose” afferma la professoressa Del Favero.
Questa ricerca si va ad aggiungere a una crescente letteratura scientifica sulla diffusione delle microplastiche e sui loro effetti sulla vita animale. Un precedente lavoro, sempre realizzato con il contributo di CERIC-ERIC ha infatti dimostrato come le micro-plastiche abbiano invaso diverse catene alimentari, anche in luoghi remoti come l’Antartide. “Il rischio causato dall’incorporazione delle micro- e nano-plastiche non va sottovalutato. Ulteriori studi saranno fondamentali per comprendere l’effetto di frammenti di plastica più simili a quelli che comunemente si trovano nei nostri mari, i quali sono ricoperti da numerose molecole organiche e inorganiche. Allo stesso tempo sarà fondamentale determinare il loro effetto sulle proteine di membrana, le quali ricoprono un ruolo critico in molte funzioni cellulari”, conclude la professoressa Rossi.
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Dai nostri campus
13 PMI italiane e austriache innovano grazie agli studi sui materiali intelligenti
Accorciare la distanza tra imprese e infrastrutture scientifiche all’avanguardia non solo è possibile, ma genera soluzioni che migliorano tangibilmente processi produttivi e prodotti. Ne è un esempio il progetto InCIMa4, finanziato dal programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Austria, grazie al quale è nata una rete italo-austriaca per la caratterizzazione multi-tecnica di materiali intelligenti. In una prima fase focalizzata sulla ricerca di base e in seguito messa a disposizione del mondo dell’impresa per progetti di ricerca applicata, la rete è composta da infrastrutture di ricerca e laboratori di eccellenza nella sintesi e nella caratterizzazione dei materiali quali Elettra Sincrotrone Trieste, Salzburg University of Applied Science (FHS) e Paris-Lodron Universitat Salzburg.
Attraverso il progetto InCIMa4, 13 piccole e medie imprese italiane e austriache hanno avuto accesso in forma gratuita all’infrastruttura di ricerca transfrontaliera, a seguito della valutazione da parte di un panel di esperti esterni del progetto e delle potenzialità innovative del materiale. Grazie a laboratori specializzati in tecniche di imaging a Raggi X e spettroscopia vibrazionale, sono state effettuate misurazioni su diverse tipologie di materiali adottati in molteplici settori, quali l’agroalimentare, la bioedilizia, le lavorazioni marmoree, il packaging alimentare, i rivestimenti polimerici, i nuovi materiali derivati lignei, per applicazioni che vanno dagli arredamenti per esterni a nuovi compositi, con particolare attenzione ai principi di sostenibilità e circolarità. Attraverso la caratterizzazione multi-tecnica e multi-scala dei materiali è infatti possibile comprenderne le proprietà funzionali e dare loro nuova vita, attraverso la realizzazione di prodotti innovativi ed ecologicamente più sostenibili.
È stato possibile, ad esempio, comprendere le possibili applicazioni della grafite come nuovo materiale da costruzione, studiando le sue qualità ignifughe, oppure testare la possibilità di applicazione nella decorazione d’interni del legno carbonizzato o, ancora, studiare la sua resistenza agli agenti atmosferici per salvaguardarne il valore estetico.
“Il mondo della piccola e media impresa – sottolinea Lisa Vaccari di Elettra Sincrotrone Trieste, Principal Investigator di InCIMa – è stato coinvolto e ha avuto accesso all’infrastruttura di ricerca transfrontaliera, grazie alla conoscenza del tessuto imprenditoriale dei territori ammessi dal programma di finanziamento, al lavoro di intermediazione tra il mondo della ricerca e dell’impresa e alle attività di promozione e comunicazione svolto dai partner di progetto Area Science Park, t2i e Innovation Salzsburg”.
L’esperienza delle PMI che hanno aderito al progetto InCIMa4 sono state illustrate durante la 2° Conference for Smart Materials che si è tenuta a Salisburgo dal 12 al 15 settembre 2022 con l’obiettivo di allargare l’accesso alle infrastrutture di ricerca ad altre realtà inhttps://scsm22.com/dustriali anche dopo la conclusione del progetto.
InCIMa4 sarà inoltre presente sabato 24 settembre il pomeriggio con uno stand dedicato all’interno del festival della ricerca scientifica Trieste Next, mentre venerdì 30 settembre nel pomeriggio verrà offerta alle PMI del territorio la possibilità di visitare l’infrastruttura di ricerca italiana di InCIMa4 presso Elettra Sincrotrone Trieste.
Guarda il video di progetto
InCIMa4 è un progetto finanziato dal Programma Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020 con una partnership composta da tre grandi infrastrutture di ricerca quali Elettra Sincrotrone Trieste, Salzburg University of Applied Science (FHS) e Paris-Lodron Universitat Salzburg e tre organismi intermedi ITG-Innovation Salzburg, Area Science Park, t2i – trasferimento tecnologico e innovazione.
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Economia circolare e nuovi materiali: 40 grandi installazioni di ricerca europee si mettono al servizio delle imprese
Un nuovo progetto in cui sono coinvolte più di 40 grandi infrastrutture di ricerca europee che ha l’ambizioso obiettivo di sviluppare nuovi materiali ad elevata riciclabilità e con funzionalità competitive. Si chiama ReMade@ARI ed è focalizzato, in particolare, sulla ricerca e l’adozione di materiali innovativi per componenti chiave utilizzati in vari settori come l’elettronica, l’imballaggio o il tessile.
Al supermercato, per esempio, frutta e verdura sono spesso confezionate in contenitori di plastica per preservarle da urti o prolungarne la durata di conservazione. In futuro, i materiali a base biologica derivati dal legno potrebbero rappresentare un’alternativa sostenibile. Altro ambito di grande interesse è quello del riciclo delle apparecchiature elettroniche. È qui che entra in gioco ReMade@ARI: la ricerca che porta allo sviluppo di nuovi materiali sofisticati si basa fondamentalmente sull’accesso ad importanti infrastrutture di ricerca europee, all’avanguardia a livello mondiale, tra le quali c’è anche Elettra Sincrotrone Trieste.
Elettra è tra i partner di progetto della rete ARIE (Analytical Research Infrastructures for Europe) che riunisce 7 network europei fra i quali quelli delle sorgenti di sincrotrone e FEL, di laser e di neutroni. Fornirà supporto scientifico e di elaborazione dei dati presso alcune delle linee di luce di microscopy-imaging selezionate per progetti di ricerca all’avanguardia e scelti da un gruppo di revisione scientifica. Gli scienziati di Elettra saranno inoltre coinvolti nel programma di istruzione e formazione di Re-Made@ARI per giovani ricercatori, creato e condiviso tra i partecipanti al progetto.
Già dal marzo del 2020 la Commissione europea ha adottato il nuovo Piano d’azione per l’economia circolare (CEAP), facendone uno degli elementi principali del Green Deal europeo, l’agenda europea per la crescita sostenibile. La transizione dell’UE verso un’economia circolare, oltre a ridurre la pressione sulle risorse naturali e creare crescita e occupazione sostenibili, è anche un prerequisito per raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica dell’UE nel 2050. Il Piano prevede iniziative lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti: si concentra sulle modalità di progettazione, promuove i processi di economia circolare, incoraggia il consumo sostenibile e mira a garantire che i rifiuti vengano reimpiegati e le risorse utilizzate rimangano il più a lungo possibile nel ciclo economico.
Secondo questo Piano, si stima che l’industria possa determinare in fase di progettazione di un prodotto fino all’80% del successivo impatto ambientale. Allo stato attuale il modello di produzione lineare offre tuttavia pochi incentivi per rendere i prodotti più sostenibili.
Nell’ambito del progetto ReMade@ARI verranno forniti ai ricercatori che lavorano alla progettazione di nuovi materiali riciclabili, strumenti analitici che consentano di esplorare le proprietà e la struttura dei materiali nei minimi dettagli, fino alla risoluzione atomica. Essendo necessario l’utilizzo di metodi analitici più diversi, che prevedono opportune combinazioni di fotoni, elettroni, neutroni, ioni, positroni e campi magnetici elevatissimi, team provenienti dalla ricerca accademica o industriale che lavorano su nuovi materiali riciclabili potranno accedere in modo facile e coordinato alle migliori e più avanzate infrastrutture di ricerca.
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Fisica quantistica: eccezionale misurazione delle “oscillazioni di Rabi” grazie al laser FERMI
L’andamento periodico con cui gli elettroni degli atomi scambiano energia con la radiazione laser è noto da quando la teoria è stata presentata per la prima volta nel 1955 da Autler e Townes. Il fenomeno, denominato “oscillazioni di Rabi”, è stato da allora sperimentalmente osservato nei più diversi ambiti della fisica, tuttavia solo per le radiazioni a lunga lunghezza d’onda e questa è tuttora un’osservazione chiave nella comprensione dell’interazione radiazione-materia.
Oggi una nuova ricerca condotta da un pool di ricercatori di varie nazionalità e istituti ha permesso di osservare la manifestazione di tali oscillazioni su una scala dieci volte più piccola rispetto al passato. I risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.
L’articolo uscito il 17 agosto che vede Saikat Nandi dell’Istituto Lumiere Matiere di Lione come primo autore, ha coinvolto 29 ricercatori provenienti da Italia, Francia, Svezia e Germania. Gli impulsi laser ad alta intensità necessari per l’esperimento sono stati generati dal laser a elettroni liberi FERMI a Trieste, presso il centro di ricerca Elettra Sincrotrone Trieste.
L’oscillazione coordinata di elettrone e radiazione laser può essere paragonata a un bambino che salta la corda. Quando il bambino è in aria, l’elettrone si trova in un cosiddetto stato eccitato, mentre quando il bambino è a terra, l’elettrone si trova nello stato fondamentale (in inglese, “ground state”, dove “ground” vale letteralmente “suolo”). L’energia del campo laser oscilla, proprio come una corda da salto, e costringe l’elettrone a “saltare”.
“La novità sperimentale è che le oscillazioni di Rabi sono state misurate a lunghezze d’onda dieci volte inferiori rispetto a quanto mai raggiunto prima, e questo è stato possibile grazie alla luce ultra brillante di FERMI, ad oggi l’unica sorgente al mondo a possedere la purezza spettrale richiesta.” dice Carlo Callegari, capo della stazione sperimentale “Low Density Matter” dove si sono svolte le misure.
FERMI è il Free-Electron Laser gestito da Elettra Sincrotrone Trieste, un laser estremamente innovativo costituito da una struttura sotterranea di 350 metri e basato su un acceleratore lineare di elettroni, operativo per gli utenti dal 2012: è un’eccellenza unica del territorio in cui opera e per l’Italia, e compete a livello globale con tutti i paesi che oggi investono per essere all’avanguardia nella ricerca scientifica nei più svariati campi della scienza.
All’esperimento, che è stato possibile condurre proprio grazie alle caratteristiche uniche di FERMI, il team di ricercatori italiani ha contribuito con la messa a punto della macchina, della stazione sperimentale, e con la raccolta dei dati. I risultati ottenuti aprono la strada a misure simili praticamente su tutti gli atomi e le molecole.
Dal 22 al 26 agosto si è tenuto al TCC Trieste Convention Center la Conferenza internazionale FEL2022, la quarantesima edizione della Conferenza internazionale dedicata al laser ad elettroni liberi (FEL è acronimo di Free-Electron laser), ovvero il congresso annuale dei massimi esperti di questi laser che rappresentano una delle espressioni più avanzata della tecnologia delle sorgenti di luce.
La conferenza, che l’anno scorso è stata rimandata a causa della pandemia, quest’anno ha festeggiato la quarantesima edizione e l’arrivo di circa 300 partecipanti tra ricercatori e aziende collegate, provenienti da tutto il mondo. Organizzata e promossa da Elettra Sincrotrone Trieste, alla cui guida è stato saldamente in questi importanti anni di sviluppo il prof. Alfonso Franciosi, Presidente e Amministratore Delegato, la conferenza prevede oltre a giornate intense di confronto scientifico, anche che 150 dei migliori scienziati che lavorano in altri istituti analoghi visitino FERMI per coglierne le specificità tecniche e le innovazioni che la rendono unica in termini di purezza della luce prodotta.
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L’arte incontra la scienza in Area Science Park
Un’animazione immersiva e interattiva, un universo fantascientifico in cui gli esseri umani condividono le risposte immunitarie con tutte le altre specie colpite dall’inquinamento da microplastiche. È questo il progetto “The Sentinel Immune Self” dell’artista danese Sissel Marie Tonn vincitrice della residenza ospitata in Area Science Park e presentata venerdì 8 luglio in anteprima nel campus di Basovizza. La residenza artistica è organizzata in collaborazione con MEET Digital Cultural Center di Milano e fa parte delle 21 fellowship finanziate in tutta Europa dal programma S+T+ARTS (Science + Technology + Arts), un’iniziativa della Commissione Europea nata nell’ambito di Horizon 2020 che promuove spazi di collaborazione ibrida tra scienza, tecnologia e arte.
Una sperimentazione per Area Science Park che, grazie alla contaminazione tra arte e scienza, intende esplorare nuovi paradigmi per generare innovazione e, al contempo, promuovere nuovi scenari in cui l’arte e la cultura si fanno interpreti delle trasformazioni che la scienza introduce nella vita di tutti i giorni.
L’artista sta ricreando un’allegoria dei processi di evoluzione, che intende mettere in guardia rispetto alle conseguenze profonde degli inquinanti sul nostro organismo e sul nostro ecosistema. L’idea è nata grazie anche al confronto con i ricercatori dei laboratori di genomica ed epigenomica e del Data Center Orfeo di Area Science Park, a partire dalla domanda: “come possiamo preservare l’evoluzione delle specie migliorando la capacità delle comunità di essere resilienti quando sfidate dalla diversità?”.
La collaborazione con gli scienziati di Area Science Park è iniziata a partire da febbraio 2022 e ha poi coinvolto anche altri studiosi del sistema della ricerca triestino che, grazie all’ispirazione e all’entusiasmo di Sissel, sono stati coinvolti in una riflessione e riscoperta della complessità e dell’interconnessione intrinseca con il mondo che ci circonda.
Uno dei temi centrali dello studio di Sissel Marie Tonn è il limite che separa la nostra percezione del “Sé” da ciò che è “Non-Sé”, ovvero il nostro corpo dagli agenti esterni, siano essi virus, microplastiche o altre forme di vita. Nel lavoro visionario dell’artista, questa barriera è sempre più sfumata e perde la sua forza nel momento cruciale in cui le microplastiche entrano nel corpo umano e nelle cellule che lo costituiscono. Un punto di svolta che sposta il limite di separazione tra le specie, normalmente garantito dal nostro sistema immunitario. Da qui, il tema centrale dell’installazione The Immune Sentinel Self.
Un aspetto fondamentale dell’opera sarà la relazione e la sincronizzazione con il visitatore. Attraverso un “biosensore” lo spettatore entrerà in contatto con il mondo sottomarino delle Sentinelle, sincronizzando il proprio battito cardiaco con il loro “sensore immunitario” interno. Questo concetto di sincronizzazione utilizza il modello di Kuramoto, un algoritmo che trova applicazione in moltissimi ambiti della biologia, della fisica e delle neuroscienze computazionali. Il suo impiego nell’opera è uno dei risultati del confronto con i ricercatori di Area Science Park.
L’opera dell’artista verrà esposta al pubblico a partire dal prossimo ottobre al Museo Maxxi di Roma, presso MEET Digital Culture Center a Milano, da Ars Electronica a Linz (Austria) e al ZKM, Center for Art and Media di Karlsruhe (Germania).
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