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Comunicati Stampa

02.09.2022
Fisica quantistica: eccezionale misurazione delle “oscillazioni di Rabi” grazie al laser FERMI
L’andamento periodico con cui gli elettroni degli atomi scambiano energia con la radiazione laser è noto da quando la teoria è stata presentata per la prima volta nel 1955 da Autler e Townes. Il fenomeno, denominato “oscillazioni di Rabi”, è stato da allora sperimentalmente osservato nei più diversi ambiti della fisica, tuttavia solo per le radiazioni a lunga lunghezza d’onda e questa è tuttora un’osservazione chiave nella comprensione dell’interazione radiazione-materia. Oggi una nuova ricerca condotta da un pool di ricercatori di varie nazionalità e istituti ha permesso di osservare la manifestazione di tali oscillazioni su una scala dieci volte più piccola rispetto al passato. I risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature. L’articolo uscito il 17 agosto che vede Saikat Nandi dell’Istituto Lumiere Matiere di Lione come primo autore, ha coinvolto 29 ricercatori provenienti da Italia, Francia, Svezia e Germania. Gli impulsi laser ad alta intensità necessari per l’esperimento sono stati generati dal laser a elettroni liberi FERMI a Trieste, presso il centro di ricerca Elettra Sincrotrone Trieste. L’oscillazione coordinata di elettrone e radiazione laser può essere paragonata a un bambino che salta la corda. Quando il bambino è in aria, l’elettrone si trova in un cosiddetto stato eccitato, mentre quando il bambino è a terra, l’elettrone si trova nello stato fondamentale (in inglese, “ground state”, dove “ground” vale letteralmente “suolo”). L’energia del campo laser oscilla, proprio come una corda da salto, e costringe l’elettrone a “saltare”. “La novità sperimentale è che le oscillazioni di Rabi sono state misurate a lunghezze d’onda dieci volte inferiori rispetto a quanto mai raggiunto prima, e questo è stato possibile grazie alla luce ultra brillante di FERMI, ad oggi l’unica sorgente al mondo a possedere la purezza spettrale richiesta.” dice Carlo Callegari, capo della stazione sperimentale “Low Density Matter” dove si sono svolte le misure. FERMI è il Free-Electron Laser gestito da Elettra Sincrotrone Trieste, un laser estremamente innovativo costituito da una struttura sotterranea di 350 metri e basato su un acceleratore lineare di elettroni, operativo per gli utenti dal 2012: è un’eccellenza unica del territorio in cui opera e per l’Italia, e compete a livello globale con tutti i paesi che oggi investono per essere all’avanguardia nella ricerca scientifica nei più svariati campi della scienza. All’esperimento, che è stato possibile condurre proprio grazie alle caratteristiche uniche di FERMI, il team di ricercatori italiani ha contribuito con la messa a punto della macchina, della stazione sperimentale, e con la raccolta dei dati. I risultati ottenuti aprono la strada a misure simili praticamente su tutti gli atomi e le molecole. Dal 22 al 26 agosto si è tenuto al TCC Trieste Convention Center la Conferenza internazionale FEL2022, la quarantesima edizione della Conferenza internazionale dedicata al laser ad elettroni liberi (FEL è acronimo di Free-Electron laser), ovvero il congresso annuale dei massimi esperti di questi laser che rappresentano una delle espressioni più avanzata della tecnologia delle sorgenti di luce. La conferenza, che l’anno scorso è stata rimandata a causa della pandemia, quest’anno ha festeggiato la quarantesima edizione e l’arrivo di circa 300 partecipanti tra ricercatori e aziende collegate, provenienti da tutto il mondo. Organizzata e promossa da Elettra Sincrotrone Trieste, alla cui guida è stato saldamente in questi importanti anni di sviluppo il prof. Alfonso Franciosi, Presidente e Amministratore Delegato, la conferenza prevede oltre a giornate intense di confronto scientifico, anche che 150 dei migliori scienziati che lavorano in altri istituti analoghi visitino FERMI per coglierne le specificità tecniche e le innovazioni che la rendono unica in termini di purezza della luce prodotta.  
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11.07.2022
L’arte incontra la scienza in Area Science Park
Un’animazione immersiva e interattiva, un universo fantascientifico in cui gli esseri umani condividono le risposte immunitarie con tutte le altre specie colpite dall’inquinamento da microplastiche. È questo il progetto “The Sentinel Immune Self” dell’artista danese Sissel Marie Tonn vincitrice della residenza ospitata in Area Science Park e presentata venerdì 8 luglio in anteprima nel campus di Basovizza. La residenza artistica è organizzata in collaborazione con MEET Digital Cultural Center di Milano e fa parte delle 21 fellowship finanziate in tutta Europa dal programma S+T+ARTS (Science + Technology + Arts), un’iniziativa della Commissione Europea nata nell’ambito di Horizon 2020 che promuove spazi di collaborazione ibrida tra scienza, tecnologia e arte. Una sperimentazione per Area Science Park che, grazie alla contaminazione tra arte e scienza, intende esplorare nuovi paradigmi per generare innovazione e, al contempo, promuovere nuovi scenari in cui l’arte e la cultura si fanno interpreti delle trasformazioni che la scienza introduce nella vita di tutti i giorni. L’artista sta ricreando un’allegoria dei processi di evoluzione, che intende mettere in guardia rispetto alle conseguenze profonde degli inquinanti sul nostro organismo e sul nostro ecosistema. L’idea è nata grazie anche al confronto con i ricercatori dei laboratori di genomica ed epigenomica e del Data Center Orfeo di Area Science Park, a partire dalla domanda: “come possiamo preservare l’evoluzione delle specie migliorando la capacità delle comunità di essere resilienti quando sfidate dalla diversità?”. La collaborazione con gli scienziati di Area Science Park è iniziata a partire da febbraio 2022 e ha poi coinvolto anche altri studiosi del sistema della ricerca triestino che, grazie all’ispirazione e all’entusiasmo di Sissel, sono stati coinvolti in una riflessione e riscoperta della complessità e dell’interconnessione intrinseca con il mondo che ci circonda. Uno dei temi centrali dello studio di Sissel Marie Tonn è il limite che separa la nostra percezione del “Sé” da ciò che è “Non-Sé”, ovvero il nostro corpo dagli agenti esterni, siano essi virus, microplastiche o altre forme di vita. Nel lavoro visionario dell’artista, questa barriera è sempre più sfumata e perde la sua forza nel momento cruciale in cui le microplastiche entrano nel corpo umano e nelle cellule che lo costituiscono. Un punto di svolta che sposta il limite di separazione tra le specie, normalmente garantito dal nostro sistema immunitario. Da qui, il tema centrale dell’installazione The Immune Sentinel Self. Un aspetto fondamentale dell’opera sarà la relazione e la sincronizzazione con il visitatore. Attraverso un “biosensore” lo spettatore entrerà in contatto con il mondo sottomarino delle Sentinelle, sincronizzando il proprio battito cardiaco con il loro “sensore immunitario” interno. Questo concetto di sincronizzazione utilizza il modello di Kuramoto, un algoritmo che trova applicazione in moltissimi ambiti della biologia, della fisica e delle neuroscienze computazionali. Il suo impiego nell’opera è uno dei risultati del confronto con i ricercatori di Area Science Park. L’opera dell’artista verrà esposta al pubblico a partire dal prossimo ottobre al Museo Maxxi di Roma, presso MEET Digital Culture Center a Milano, da Ars Electronica a Linz (Austria) e al ZKM, Center for Art and Media di Karlsruhe (Germania).
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11.07.2022
Impresa accademia e politica, il dialogo a più voci per lo sviluppo del territorio: l’evento conclusivo del progetto Interreg Ita-Slo, NANO-REGION
Con un una tavola rotonda all’Hotel Savoia Excelsior di Trieste organizzata dal Cnr-Iom insieme a tutti i partner progettuali, in collaborazione con Area Science Park, si è chiuso il progetto Interreg Ita-Slo NANO-REGION dedicato all’applicazione delle nanotecnologie in ambito industriale. L’evento ha coinvolto ospiti internazionali in due panel dedicati al tema delle interazioni virtuose tra impresa e accademia, tra presente e futuro. Nel primo si è parlato delle pratiche che sono state e continuano a essere messe in atto, anche nell’ambito del progetto NANO-REGION, per favorire il trasferimento tecnologico; nel secondo panel ci si è soffermati sulle prospettive future e su quale sia il ruolo della deep tech nel produrre una trasformazione del tessuto imprenditoriale e dei suoi modelli di business. E’ stata un’occasione di approfondire le modalità e le possibilità messe in campo da un più efficace dialogo tra scienziati e imprenditori. Nel pubblico, tra gli altri, la Struttura Ricerca e Innovazione di Area Science Park, il dipartimento dell’innovazione di Area Science Park, Friulia – Finanziaria regionale Fvg, Bio4dreams, Urbancenter, l’ILO – Industrial Liaison Office di Elettra, Carnia Industrial Park, Friuli Innovazione, VaniSia, il Polo Tecnologico Alto Adriatico, e altre realtà dal mondo dell’impresa e della ricerca. Tra i panelist sedeva anche Anton Harej, in rappresentanza del governo sloveno, presente nell’ottica di indagare anche quale possa essere il ruolo delle istituzioni nel favorire questa interazione. “La ricerca scientifica ha assunto un ruolo sempre più propulsivo nei processi di innovazione, per questo un progetto del genere ha senso, e lo ha in particolare in quest’area, dove risiedono delle eccellenze scientifiche di tutto rispetto. Proprio qui, sforzarsi di comprendere in che modo mettere a disposizione delle imprese il know-how prodotto nei laboratori di ricerca è uno sforzo fondamentale. Una chiave, ci sembra di avere capito, è proprio nella comunicazione: trovare un lessico comune, riuscire a trovare luoghi, fisici o virtuali, dove incontrarsi e conoscersi. Tutto questo lo abbiamo voluto fare e vogliamo continuarlo a fare, nella profonda convinzione che il tessuto imprenditoriale dinamico presente in questa regione, possa crescere molto e diventare competitivo a livello internazionale” spiega Marco Lazzarino, coordinatore del progetto NANO-REGION e moderatore del primo panel. “Stiamo approcciando una quarta ondata di innovazione, che si presenta come la più trasformativa. Questa rivoluzione si chiama Deep Tech. Il Deep Tech non è semplicemente una tecnologia, bensì un vero e proprio approccio all’innovazione; nonostante sia ancora in una fase iniziale, è chiaro come sia in grado di portare nuove soluzioni. Il suo potere risiede nella capacità di ampliare massicciamente lo spazio delle opzioni a una velocità senza precedenti e di risolvere problemi fondamentali. Questo spazio noi vogliamo attivamente costruirlo, impegnandoci giornalmente nella costruzione di ponti tra i due mondi della ricerca e dell’impresa. Il lavoro da fare è ancora molto, per questo ci auguriamo che NANO-REGION non finisca qui e ci impegniamo a far sopravvivere la rete che abbiamo creato anche nel futuro” aggiunge Carlo Bagnoli, partner di progetto e moderatore del secondo panel. Il progetto rimane attivo, anche dopo la fine dei finanziamenti del programma Interreg, e continua a essere aperto nei confronti delle imprese del territorio. Per maggiori informazioni: https://www.nanoregion.eu/  
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17.06.2022
Cooperazione internazionale e “Valle dell’Idrogeno” in due appuntamenti oggi in Area
Oggi in Area Science Park giornata dedicata alla cooperazione internazionale e al progetto “North Adriatic Hydrogen Valley”, nell’ambito del Simposio Geo Adriatico, promosso dalla Vitale Onlus, che ha visto la presenza, tra gli altri, dell’ambasciatore Fabio Cassese, direttore generale della Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Due gli appuntamenti in calendario, al primo dei quali, in mattinata, hanno preso parte rappresentanti di Area Science Park, ICGEB, Elettra Sincrotrone e OGS, con la presidente di Area Caterina Petrillo a introdurre l’inconto. Marianna Maculan, responsabile delle relazioni esterne di ICGEB, ha spiegato come l’ICGEB sia un’organizzazione internazionale per la ricerca, la formazione e il trasferimento tecnologico nelle scienze della vita, nata per promuovere lo sviluppo globale sostenibile e le cui attività sono in linea con diversi “goal” dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Lo sviluppo sostenibile attraverso lo studio dei mari e degli oceani e la comprensione dei processi geologici, è a sua volta una delle missioni forti di OGS, come spiegato dal presidente Nicola Casagli. L’Istituto è inoltre molto attivo in molte aree del mondo sul fronte della diplomazia scientifica e della diplomazia ambientale. Elettra Sincrotrone Trieste è un centro di ricerca internazionale multidisciplinare di eccellenza, specializzato nella generazione di luce di Sincrotrone e di laser a elettroni liberi per lo studio dei materiali, con applicazioni che spaziano tra fisica, chimica, scienze della vita, scienze dell’ambiente, conservazione del patrimonio culturale e altro ancora. Come evidenziato dal responsabile scientifico, Giorgio Paolucci, l’internazionalità è connaturata al laboratorio, come testimonia la partecipazione al consorzio CERIC-ERIC o la formazione di ricercatori provenienti da Paesi in via di sviluppo.  Il vicedirettore Stephen Taylor ha illustrato le principali di Area incentrate, tra l’altro, su generazione di impresa e processi di innovazione e la messa a disposizione del mondo scientifico e industriale di piattaforme tecnologiche all’avanguardia, nei settori della genomica, servizi avanzati di calcolo, materiali e microscopia avanzata, oltre che sulla partecipazione a progetti, reti internazionali e attività di “Innovation Diplomacy”. “La collocazione di Area Science Park in una regione di frontiera, qual è il Friuli Venezia Giulia, che ha da sempre una particolare attenzione alla cooperazione internazionale – spiega la Presidente si Area, Caterina Petrillo – permette di sviluppare un dialogo privilegiato con i paesi dell’Europa centro-meridionale e orientale, interlocutori naturali per collaborazioni e progetti di ricerca e innovazione. Un esempio recente è lavoro in corso per la realizzazione della North Adriatic Hydrogen Valley, il primo progetto transnazionale per lo sviluppo di una valle dedicata alla filiera dell’idrogeno che vede coinvolti la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Croazia e la Slovenia”. “Il sistema scientifico di Trieste – è la considerazione dell’ambasciatore Fabio Cassese – rappresenta un eccellente esempio di cooperazione e integrazione, sia interna che esterna, con una proiezione internazionale che dimostra come la scienza sia un volàno di sviluppo sostenibile per tutti i Paesi del mondo, con impatti positivi su imprese e società. L’integrazione multilivello che caratterizza il sistema triestino  può generare collaborazioni con il Ministero in diversi ambiti”. Al progetto North Adriatic Hydrogen Valley è stato dedicato un momento di approfondimento e pomeriggio, con la partecipazione di rappresentanti dei Governi sloveno e croato, della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, di Area Science Park, dell’Università di Trieste e dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale. La North Adriatic Hydrogen Valley è il primo progetto transnazionale per lo sviluppo di una valle dedicata alla filiera dell’idrogeno. Nato da un accordo tra Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Croazia e Slovenia, il progetto punta a stabilire un quadro di cooperazione per lo sviluppo di tecnologie di produzione dell’idrogeno green. La collaborazione non solo contribuirà alla transizione verso un ecosistema integrato che coinvolga i settori dell’energia, dell’industria e dei trasporti, ma permetterà anche di cooperare su ricerca e innovazione nello sviluppo di una filiera dell’idrogeno.
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16.06.2022
Accoglienza di studenti e ricercatori internazionali in FVG: in media 8.600 le consulenze fornite all’anno dal Welcome Office FVG
Welcome Office Friuli Venezia Giulia, l’iniziativa dedicata all’accoglienza di studenti e ricercatori internazionali sul territorio regionale, pubblica un report sui risultati raggiunti nei suoi primi 10 anni di attività. Nato nell’ambito del Sistema Scientifico e dell’Innovazione del Friuli Venezia Giulia – SiS FVG, che riunisce 17 tra le maggiori realtà scientifiche regionali, è gestito da Area Science Park con l’obiettivo di rafforzare l’attrattività dei Centri regionali, a partire dall’esperienza maturata dal Centro Servizi EURAXESS, l’iniziativa paneuropea che supporta la mobilità dei ricercatori e il loro sviluppo di carriera. Welcome Office FVG favorisce l’accoglienza internazionale, attraverso la messa in rete delle competenze maturate dalle istituzioni partner e grazie a un network di stakeholder locali e nazionali della Pubblica Amministrazione. Welcome Office FVG nasce in risposta all’esigenza delle Istituzioni Scientifiche e dell’Alta Formazione regionali di sviluppare, integrare e potenziare i servizi per l’accoglienza rivolti ai numerosi studenti e ricercatori internazionali che ogni anno scelgono la nostra regione per motivi di studio o ricerca. Inoltre, supporta le istituzioni attraverso la gestione dei rapporti con le Autorità pubbliche, la formazione mirata (ogni anno l’attività di formazione coinvolge in media 70 ricercatori e 28 funzionari amministrativi), l’attività informativa e lo sviluppo di nuovi strumenti e servizi per favorire l’accoglienza. Il sito in lingua inglese offre informazioni sia sulle procedure di ingresso e soggiorno sia sugli aspetti legati alla vita quotidiana: gli accessi al portale sono 42.320 in media all’anno, provenienti da 150 Paesi. Nel corso degli anni il Welcome Office FVG ha anche collaborato a vario titolo a diversi progetti e iniziative volti al potenziamento dell’internazionalizzazione dei centri di ricerca e delle università regionali e in favore dello sviluppo di carriera dei ricercatori. Il supporto a studenti e ricercatori avviene attraverso il servizio informativo pre-arrival e l’assistenza in loco attraverso l’help desk Welcome Office con sedi a Trieste e Udine. In media ogni anno gli sportelli forniscono complessivamente circa 8.600 consulenze di cui il 43% a utenti non facenti parte dell’Unione Europea e il 57% a utenti provenienti dall’UE. Le consulenze più richieste riguardano il supporto prima della partenza, l’ingresso e il soggiorno, la copertura sanitaria, la ricerca di un alloggio, i corsi di italiano, e le opportunità di studio/ricerca. Lo sportello di Trieste, gestito da Area Science Park e avviato nel 2009 come iniziativa pilota nell’ambito del Protocollo “Trieste città della Conoscenza”, si caratterizza anche per le attività formative e di sostegno per lo sviluppo della carriera dei ricercatori del Sistema Scientifico e dell’Innovazione regionale attraverso la collaborazione con lo sportello APRE FVG Trieste e il Centro EURAXESS, entrambi gestiti da Area Science Park. Il report completo sulle attività del Welcome Office è disponibile qui.
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14.06.2022
Inaugurato il nuovo allestimento del Living Lab IoT di IP4FVG con sede in Carnia
Sistemi automatici per il controllo visivo del prodotto, sensori e tecnologie di trasmissione dati per il monitoraggio della produzione e la manutenzione predittiva sono le principali tecnologie e le strumentazioni hardware e software presenti nel laboratorio Internet of Things del Digital Innovation Hub IP4FVG con sede ad Amaro (UD) nel Carnia Industrial Park. Sono esempi di tecnologie Industria 4.0 utili per la trasformazione digitale delle imprese e disponibili per imprenditori, tecnici, professionisti oltre che per studenti universitari e delle scuole superiori. Il laboratorio dimostrativo Living Lab IoT, uno dei 4 allestiti in regione da IP4FVG, ciascuno con specializzazione diversa, è il nucleo delle attività promosse dal Nodo IP4FVG di Amaro, nato nel settembre 2018 attraverso la costituzione dell’Associazione Temporanea di Scopo composta da Carnia Industrial Park (coordinatore e capofila), Eurotech Spa, InAsset Srl oggi gruppo Retelit, il Cluster regionale per l’ICT – DITEDI, Friuli Innovazione e Area Science Park, ai quali nel febbraio 2021 si è aggiunto Confindustria Udine (già partner capofila del Nodo IP4FVG di Udine Data Analytics & Artificial Intelligence). Il Lab di Amaro, presentato oggi, amplia l’offerta complessiva di tecnologie 4.0 a disposizione degli imprenditori regionali; di recente, è stato arricchito con soluzioni innovative, grazie alla collaborazione con le università regionali e con alcune aziende del territorio, sia manifatturiere che ICT, tra cui Gortani, Akuis, FAM, Fill in the Blanks, Video Systems, Fec Italia, Progetto Nachste. L’ampliamento dell’offerta dimostrativa ha richiesto un nuovo allestimento che potesse ospitare agevolmente la strumentazione ed essere più accessibile ai visitatori. Da qui la scelta di collocare il dimostratore all’ingresso principale del Parco Tecnologico di Amaro. La presenza del dimostratore all’interno dell’area del Carnia Industrial Park può favorire, infatti, l’avvio di progetti di digitalizzazione per le imprese del territorio. L’obiettivo, nei prossimi mesi, sarà rendere il dimostratore IP4FVG sempre più utilizzato dalle aziende e aumentare il numero dei “casi d’uso” presenti, grazie alla disponibilità, già manifestata, da parte di numerose aziende manifatturiere e alla collaborazione con laboratori universitari. Caterina Petrillo, Presidente di Area Science Park: “IP4FVG è un modello che implementa con successo le forme di collaborazione tra imprese, istituzioni pubbliche e mondo della ricerca.  Attraverso la rete dei quattro nodi regionali, IP4FVG sviluppa un dialogo efficace tra settore privato e pubblico, attivando lo studio di soluzioni che facilitano i processi di innovazione in ambiti imprenditoriali diversi. La possibilità di sperimentare le più recenti tecnologie all’interno dei dimostratori e di confrontarsi con tecnologi esperti permette di ottimizzare le risorse e velocizzare la trasformazione digitale dei processi. Nei nodi di IP4FVG distribuiti in tutta la regione, ad Amaro, a Trieste, a Udine e a San Vito al Tagliamento, sono allestiti dimostratori di soluzioni innovative per le imprese che offrono loro la possibilità di testare una tecnologia prima di investirvi. Certamente il sito di Amaro rappresenta un luogo privilegiato per sviluppare tecnologie ‘smart mountain’ che abbiano un impatto socio-economico sul territorio oltre che un ritorno diretto sulle imprese”. — IP4FVG è il Digital Innovation Hub del Friuli Venezia Giulia, coordinato dall’ente nazionale di ricerca Area Science Park, è nato per supportare la trasformazione digitale delle imprese del territorio; è un progetto strategico del Sistema Argo, iniziativa sostenuta da MUR, MISE e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Grazie a IP4FVG sono stati creati 4 dimostratori di tecnologie 4.0 distribuiti su tutto il territorio regionale (Amaro, San Vito al Tagliamento, Udine e Trieste) aperti alle imprese che vogliano conoscere e testare le soluzioni tecnologiche più innovative prima di applicarle in azienda.
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08.06.2022
Mobilità, efficienza energetica, acqua e rifiuti: dal progetto INCIRCLE un vademecum per lo sviluppo di un turismo circolare e la prima legge di settore a livello europeo varata nelle Isole Baleari
Con un evento finale a Barcellona (Spagna) si è chiuso il progetto Interreg MED “INCIRCLE” dedicato alla diffusione dei principi dell’economia circolare nella pianificazione di un turismo sostenibile. Il progetto, coordinato da Area Science Park, ha riunito quattordici partner provenienti da sei diversi Paesi dell’area mediterranea (Italia, Grecia, Spagna, Albania, Malta, Cipro) con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento causato dal turismo con l’introduzione di tecnologie e processi innovativi, preservare la qualità e la disponibilità delle risorse naturali e migliorare la qualità della vita dei residenti e dei turisti. Un risultato di grande rilievo conseguito grazie alle attività di INCIRCLE è stata la promulgazione della prima legge in Spagna e nell’Unione Europea sull’economia circolare applicata al turismo, adottata nel febbraio scorso dal Governo delle Isole Baleari. La norma prevede il coinvolgimento dei portatori di interesse e delle autorità politiche nello sviluppo di una strategia e di un piano di azione per trasformare il turismo sulle isole secondo principi di circolarità. INCIRCLE ha definito delle linee guida volte a supportare i decisori politici nella transizione verso un turismo più responsabile e circolare, ponendo al centro di questa transizione l’efficienza, l’innovazione e la valorizzazione delle risorse naturali limitate. Sono quattro le raccomandazioni politiche chiave identificate: migliorare la raccolta e il monitoraggio dei dati per un processo decisionale più efficiente e oggettivo creare delle strutture di governance del turismo circolare sviluppare un intervento a 360 gradi in grado di guidare e sostenere la transizione impegnarsi a dare l’esempio. Il documento completo è consultabile sul sito del progetto INCIRCLE – Detail (interreg-med.eu). Durante la fase di test sono state coinvolte cinque città pilota (Palma, Gozo, Himara, Rethymno, Larnaca) e cinque territori (Isole Baleari, Malta, Albania, Creta, Cipro) con l’obiettivo di sviluppare strategie e piani di azione contenenti misure concrete per la transizione verso un turismo regionale sostenibile e circolare, con il coinvolgimento attivo di istituzioni locali e operatori. Durante le fasi di trasferimento e capitalizzazione, le conoscenze accumulate sono poi state ulteriormente diffuse a sei nuovi territori mediterranei “replicatori”, che hanno sviluppato proprie strategie di turismo circolare. Fra le sei organizzazioni selezionate rientrano anche le italiane GAL Terra Barocca, nel Ragusano (Sicilia) e il Consorzio Oltrepò Mantovano (Lombardia). Il Consorzio Oltrepò Mantovano sta lavorando allo sviluppo di una piattaforma di promozione del cicloturismo, “Around Oltrepò Mantovano” che consentirà di: collegare in rete e diffondere le ciclovie e i percorsi ciclabili del territorio collegare in rete e promuovere le strutture ricettive, di ristorazione e di servizi cicloturistici coinvolgere i turisti sul tema del turismo circolare, monitorandone il comportamento e le scelte e accrescendo la loro consapevolezza ecologica. Il lancio della piattaforma è previsto per fine mese e contribuirà alla costruzione dell’identità e dell’immagine del territorio come circolare e sostenibile. Quanto al GAL Terra Barocca, è in fase di organizzazione una mostra che promuove il progetto e i risultati della strategia di turismo circolare redatta dal GAL, accompagnata da un evento di lancio in calendario il 18 giugno e dalla diffusione di alcuni materiali informativi per i turisti. Con un budget di oltre 3 milioni di euro, le politiche di INCIRCLE hanno riguardato la mobilità, l’efficienza energetica, l’uso di risorse limitate come l’acqua e la gestione dei rifiuti per migliorare, in particolare, la sostenibilità e l’attrattiva delle isole mediterranee a bassa densità di popolazione e delle destinazioni turistiche costiere. In queste zone, infatti, i massicci flussi turistici, sebbene siano un importante motore economico, spesso causano un’ampia gamma di impatti negativi, che incidono non solo su qualità e disponibilità delle risorse naturali, ma anche sull’attrattiva delle aree stesse. Nell’ambito del progetto è stato elaborato un insieme di strumenti integrati per lo sviluppo di strategie di turismo circolare disponibili sulla INCIRCLE Knowledge Platform, una piattaforma online che permette lo scambio di conoscenze, strumenti, metodi e buone pratiche già acquisiti nel campo dell’economia circolare applicata al settore turistico. La Piattaforma fornisce un insieme di soluzioni innovative raccolte e testate nell’area mediterranea e condivide modelli di riferimento che in altri contesti si sono rivelati vincenti. I Partner di INCIRCLE: Area Science Park (lead partner), Medcities (Spagna), Civinet (Grecia), Larnaka – Famagusta District Development Agency (Cipro), Albanian Institute of Transport (Albania), Energy and Water Agency (Malta), Region of Crete – Directorate of Environment and Spatial Planning (Grecia), Himara Municipality (Albania), Palma City Council (Spagna), Agency for Tourism of the Balearic Islands (Spagna), Larnaka Municipality (Cipro), Ministry for Gozo (Malta), Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna (Italia), Municipality of Rethymno (Grecia).
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31.05.2022
Una strategia transfrontaliera unitaria per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici: si conclude il progetto SECAP
Una strategia transfrontaliera unitaria per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e garantire la transizione verso un’economia verde: questo uno dei risultati del progetto SECAP, finanziato dal Programma Interreg Ita-Slo e conclusosi recentemente. SECAP ha incentivato lo sviluppo sostenibile del territorio transfrontaliero, promuovendo strategie a basse emissioni di carbonio per tutti i tipi di territorio, in particolare le aree urbane, proponendo misure di adattamento e mitigazione. Il progetto, tramite la condivisione transfrontaliera di strumenti, metodologie e banche dati, ha offerto un supporto concreto agli enti locali dell’area di programma per l’implementazione di politiche energetiche sostenibili e di adattamento climatico, in grado di facilitare la transizione dai PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile) ai PAESC (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima). L’obiettivo principale del progetto è stato quello di migliorare la pianificazione energetica da parte degli operatori locali, puntando sul risparmio energetico, sulle energie rinnovabili, sulla riduzione delle emissioni di CO2 e sulle misure di mitigazione connesse alle variazioni climatiche. Il progetto, grazie a un approccio transnazionale strategico, ha permesso di sviluppare misure di adattamento tempestive, in grado di garantire coerenza tra i diversi settori e livelli di governance, attraverso lo sviluppo di strategie regionali e locali coerenti con quelle nazionali. Il progetto si è occupato di analizzare il contesto normativo energetico e climatico dell’area di riferimento, e, grazie alla sperimentazione nella redazione dei PAESC di alcuni comuni italiani e sloveni (tra cui Trieste e Duino Aurisina), di predisporre strategie, linee guida, metodologie e dati a supporto della transizione dai PAES ai PAESC. Nell’ambito del progetto sono inoltre stati pubblicati i volumi Strategie di Mitigazione, Strategie di Adattamento e Linee guida per i Comuni. SECAP ha portato alla creazione di un inventario di strategie, misure e progetti già definiti ed utili all’aumento della resilienza urbana e alla creazione di un database online bilingue di statistiche e dati su energia/clima/ambiente e di un atlante italo-sloveno della vulnerabilità dei territori con approfondimenti su scala urbana. In futuro potrebbe concretizzarsi un’ulteriore collaborazione fra i partner di progetto per la realizzazione della strategia e del piano regionale di mitigazione e adattamento, attraverso un’ottimizzazione delle metodologie di redazione degli inventari e di analisi di rischio e vulnerabilità climatica. I Partner di SECAP: Regione Fvg Direzione Centrale Ambiente ed Energia, Università degli Studi di Trieste, Area Science Park, Città Metropolitana di Venezia, Università Iuav di Venezia, Unioncamere del Veneto, Golea – Agenzia Per L’energia Di Nova Gorica, Leag – Agenzia per l’energia della Gorenjska, Rra Lur, Comune di Pivka.  
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17.05.2022
Il progetto BLUEAIR consolida il dialogo sulla crescita blu in Friuli Venezia Giulia
Un ricco e articolato confronto su progetti in fase di implementazione finanziati da fondi Europei nell’ambito della Blue Growth: questo il risultato che il workshop di cross-fertilization del Progetto BLUEAIR ha fornito agli attori del sistema della “crescita blu” del Friuli Venezia Giulia. L’incontro è stato promosso da BLUEAIR, progetto finanziato dal Programma Interreg ADRION 2021-2027 che vede Area Science Park capofila e coinvolge 31 partner, a rappresentanza degli 8 Paesi dell’area Adriatico-Ionica, con la finalità di promuovere nella regione Adriatico–Ionica una strategia comune di specializzazione intelligente incentrata sulla Blue Growth. Il workshop è stato il primo a calendario di una serie di incontri rivolti agli stakeholder con l’intento di porre le fondamenta per la costituzione di una Comunità transnazionale nell’ambito della Blue Growth. Durante l’incontro, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, InCE – Iniziativa Centro Europea, Maritime Technology Cluster FVG e OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale hanno presentato 18 progetti attivi nelle tematiche della crescita blu: dall’adesione ai Sustainable Development Goals definiti dalle Nazioni Unite al monitoraggio delle pressioni ambientali sulle aree marine, dall’innovazione transnazionale per le PMI agli obiettivi della green e digital transition in ambito portuale. La Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione e famiglia della Regione FVG ha concluso l’evento con una presentazione incentrata sulla Strategia di Specializzazione Intelligente e Sostenibile (S4) del Friuli Venezia Giulia con un particolare focus sulla Blue Growth. Il workshop di cross-fertilization ha permesso di individuare le sfide più importanti allo sviluppo di una crescita blu sostenibile, identificate negli elevati costi collegati allo sviluppo tecnologico necessario e nella resistenza al cambiamento nelle pratiche/procedure del settore, e delle opportunità di maggiore rilievo in esso presenti. Gli esperti hanno inoltre evidenziato la crescente domanda di tecnologie pulite che riducano l’impatto ambientale prodotto dalle attività economiche esistenti e la possibilità di ampliamento/estensione delle iniziative “blu” legate all’economia circolare.
Blue Growth BLUEAIR Comunicati Stampa crescita blu Servizi per l'Innovazione
16.05.2022
Inquinamento da microplastiche: un’allegoria tra arte e scienza dell’artista danese Sissel Marie Tonn
Da oggi sino al 20 maggio, l’artista danese Sissel Marie Tonn, vincitrice della challenge “Preserving co-evolution” del programma europeo S+T+ARTS (Science + Technology + Arts), sarà ospite dei laboratori di Area Science Park per sviluppare il suo progetto di residenza artistica “The Sentinel Immune Self”. S+T+ARTS è un’iniziativa della Commissione Europea nata nell’ambito di Horizon 2020 che promuove spazi di collaborazione ibrida tra scienza, tecnologia e arte. La residenza artistica, sviluppata a partire dall’attività di ricerca dell’ente nazionale e di alcuni centri del sistema, è organizzata in collaborazione con MEET Digital Cultural Center di Milano e fa parte delle 21 fellowship finanziate in tutta Europa dal programma. Il tema su cui l’artista danese si è confrontata con gli altri candidati è Preserving sustainability and inclusiveness in the co-evolution, ovvero: “come possiamo preservare l’evoluzione delle specie migliorando la capacità delle comunità di essere resilienti?”. Le più grandi sfide del nostro tempo, come estinzioni di massa, pandemie virali e cambiamenti climatici, ci ricordano infatti che siamo intrinsecamente interconnessi con i nostri ecosistemi. Grazie anche al confronto con immunologi e tossicologi, Sissel Marie Tonn esplora da anni nella sua ricerca artistica la relazione tra il nostro sistema immunitario e l’ambiente circostante in continuo mutamento. A partire dal mese di marzo l’artista ha avuto la possibilità di dialogare con alcuni ricercatori del sistema della ricerca triestina, fra cui Alessio Ansuini e il team di ricerca che si occupa di Data Science e infrastrutture di calcolo in Area Science Park, Jacopo Grilli, ricercatore all’ICTP impegnato su modelli teorici e matematici per definire i fattori che impattano sulla biodiversità terrestre, e Lisa Vaccari, scienziata sperimentale di Elettra Sincrotrone Trieste che nelle sue ricerche utilizza diverse tecniche, dalla spettroscopia alla microscopia, applicandole a diverse tematiche di studio, dalle scienze dei materiali alla biologia. Dal confronto con i ricercatori e dalla prossima visita ai laboratori di Area Science Park, Sissel Marie Tonn prenderà spunto per ricostruire, attraverso un’animazione immersiva e interattiva, un universo fantascientifico in cui gli esseri umani condividono le risposte immunitarie con tutte le altre specie colpite dall’inquinamento da microplastiche. Un’allegoria dei processi di evoluzione, che intende mettere in guardia rispetto alle conseguenze profonde degli inquinanti sul nostro organismo e sul nostro ecosistema. L’opera dell’artista verrà esposta al pubblico a partire dal prossimo ottobre al Museo Maxxi di Roma, presso MEET Digital Culture Center a Milano, da Ars Electronica a Linz (Austria) e al ZKM, Center for Art and Media di Karlsruhe (Germania). “Raccontare i risultati della ricerca in modo chiaro e comprensibile e riuscire così a raggiungere il maggior numero di cittadini possibile è oggi un obbligo per chi fa ricerca” spiega la Presidente di Area Science Park, prof. Caterina Petrillo. “Per farlo è fondamentale esplorare nuove linguaggi, stimolando la contaminazione tra le diverse discipline. Una di queste è di certo l’arte che condivide con la scienza lo stesso percorso creativo. Il confronto tra questi due mondi, apparentemente così diversi, può portare a entrambi idee e stimoli per sviluppare nuove forme di innovazione”. Sissel Marie Tonn incontra il personale di Area Science Park e i partner dell’iniziativa e illustra il suo progetto:
Comunicati Stampa Dai nostri campus S+T+ARTS Sissel Marie Tonn The Sentinel Immune Self
28.04.2022
Aree industriali inquinate: con il progetto POSIDON al via la sperimentazione in campo di due nuove tecnologie prototipali per la decontaminazione dei suoli
Giovedì 28 aprile l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale consegnerà formalmente le due aree inquinate localizzate nella zona industriale della Valle delle Noghere del Comune di Muggia (Trieste), individuate per la fase di sperimentazione di nuove tecniche di decontaminazione nell’ambito del progetto POSIDON PCP (POlluted SIte DecontaminatiON Pre-Commercial Procurement). Il progetto è infatti giunto alla terza e ultima fase dell’appalto transnazionale di servizi di ricerca e sviluppo tecnologico, quella in cui verranno sperimentate e comparate, in Italia (a Trieste) e in Spagna (a Bilbao), le funzionalità e le prestazioni di due tecnologie innovative per il trattamento dei suoli. POSIDON, finanziato dal programma Horizon 2020 dell’Unione Europea e coordinato da Area Science Park, ha l’obiettivo di indirizzare dal lato della domanda pubblica lo sviluppo di nuove soluzioni non ancora presenti sul mercato, in grado di decontaminare in-situ terreni inquinati da frazioni pesanti di idrocarburi del petrolio (TPH e IPA) e metalli pesanti, come piombo ed arsenico. Nel corso della prima e della seconda fase dell’appalto pre-commerciale (PCP), che si è conclusa ad agosto 2021, consorzi e raggruppamenti internazionali costituiti da aziende, università e centri di ricerca hanno sviluppato e validato su scala di laboratorio quattro prototipi. Tra queste soluzioni, attraverso una procedura competitiva, sono state selezionate per dare avvio alla sperimentazione in campo le proposte di TESECO BONIFICHE (capofila di un Consorzio internazionale composto da TESECO BONIFICHE S.r.l., IRET-CNR, Agencia Estatal Consejo superior de lnvestigaciones Cientfficas CSIC, DN 360 srl, BioCastle Water Technologies LDT, Studio Podgornik Sri, BD BIODIGRESSIONI srl) e di HPC ITALIA (capofila del Consorzio internazionale composto da HPC ITALIA S.r.l., Fondazione Politecnico di Milano, Ambiente S.p.A., HPC International SAS, GEYSER HPC, S.A.U.). Il consorzio guidato da HCP ha sviluppato la soluzione “Erase” (ElectRode-Aided Soil rEmediation), una piattaforma modulare flessibile in situ che prevede la posa in opera di elettrodi per ridurre la contaminazione sia di inquinanti organici che inorganici, attraverso il trasporto indotto dal campo elettrico nel suolo, oltre che azioni di trattamento chimico e biologico per iniezione di prodotti chimici e nutrienti. Il consorzio capitanato da TESECO ha invece ideato e sviluppato la tecnologia “Soil-Omic” che prevede processi biologici e chimico-fisici integrati, finalizzati alla decontaminazione di suoli e acque sotterranee da inquinanti organici e inorganici tramite formulazioni biologiche basate sull’integrazione di metagenomica e ingegneria ambientale. Per programmare futuri comuni investimenti di bonifica, il progetto POSIDON sta estendendo la rete dei siti inquinati. Sarà possibile ricevere informazioni aggiornate sullo stato di attuazione della sperimentazione e sulle opportunità di investimento e finanziamento, rispondendo alla manifestazione di interesse disponibile a questo link.
Comunicati Stampa Dai nostri campus decontaminazione dei suoli idrocarburi del petrolio metalli pesanti
26.04.2022
Farmaci più efficaci e con minori effetti collaterali grazie agli strumenti di nano-analisi
È possibile migliorare l’efficacia di un farmaco riducendone al tempo stesso gli effetti collaterali? La risposta a questo interrogativo è nel progetto Nano-Analytics for Pharmaceutics (Nano-Pharma), sviluppato dal Consorzio Centro-Europeo di Infrastrutture di Ricerca (CERIC), con sede a Trieste. “Lo scopo di Nano-Analytics for Pharmaceutics è migliorare la formulazione dei farmaci mediante l’impiego di avanzati strumenti di nano-analisi”, afferma Aden Hodzic, referente scientifico del progetto. L’ibuprofene, farmaco da banco per eccellenza, è stato l’oggetto di un recente studio pubblicato sulla rivista Journal of Drug Delivery Science and Technology. “Grazie alle analisi basate sulla luce di sincrotrone e sulla risonanza magnetica nucleare, è stato possibile evidenziare come in particolari condizioni di preparazione la molecola di ibuprofene possa degradarsi. Le tecniche tradizionali impiegate negli studi realizzati in precedenza non erano state in grado di rilevare tale anomalia” continua Aden Hodzic. Il prodotto di questa degradazione, il 4-isobutilacetofenone, può essere infatti la causa di alcuni degli effetti collaterali associati al famoso antinfiammatorio. Nello studio, il team di ricercatori ha fatto ampio uso del parco strumentazioni disponibili presso i partner del consorzio CERIC. Per fare alcuni esempi, gli esperimenti basati sui raggi X, eseguiti alla linea di luce SAXS dell’Università Tecnica di Graz, installata presso il Sincrotrone Elettra di Trieste, hanno permesso di rilevare alcuni indizi della degradazione dell’ibuprofene. Ulteriori esperimenti basati sui raggi infrarossi e sulla risonanza magnetica nucleare sono stati eseguiti rispettivamente alla linea di luce SISSI di Elettra e all’Istituto Nazionale di Chimica di Lubiana. L’insieme di questi, e altri esperimenti, uniti ai calcoli eseguiti presso i laboratori dell’Università Tecnica di Graz, hanno permesso di identificare tracce di 4-isobutilacetofenone derivato dalla degradazione dell’ibuprofene. L’Università Tecnica di Graz, Elettra Sincrotrone Trieste e l’Istituto Nazionale di Chimica di Lubiana rappresentano le strutture partner di CERIC rispettivamente in Austria, Italia e Slovenia. “L’approccio nano-analitico permetterà la formulazione e la produzione di farmaci sempre più efficaci e sicuri, soddisfacendo i criteri più stringenti posti dalle agenzie per la regolamentazione dei farmaci” conclude Ornela De Giacomo, vice-direttrice di CERIC e co-autrice dello studio.
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GLI EVENTI IN AREA SCIENCE PARK
Workshop, corsi, incontri e tavole rotonde a carattere scientifico e divulgativo
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