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Comunicati Stampa

16.06.2022
Accoglienza di studenti e ricercatori internazionali in FVG: in media 8.600 le consulenze fornite all’anno dal Welcome Office FVG
Welcome Office Friuli Venezia Giulia, l’iniziativa dedicata all’accoglienza di studenti e ricercatori internazionali sul territorio regionale, pubblica un report sui risultati raggiunti nei suoi primi 10 anni di attività. Nato nell’ambito del Sistema Scientifico e dell’Innovazione del Friuli Venezia Giulia – SiS FVG, che riunisce 17 tra le maggiori realtà scientifiche regionali, è gestito da Area Science Park con l’obiettivo di rafforzare l’attrattività dei Centri regionali, a partire dall’esperienza maturata dal Centro Servizi EURAXESS, l’iniziativa paneuropea che supporta la mobilità dei ricercatori e il loro sviluppo di carriera. Welcome Office FVG favorisce l’accoglienza internazionale, attraverso la messa in rete delle competenze maturate dalle istituzioni partner e grazie a un network di stakeholder locali e nazionali della Pubblica Amministrazione. Welcome Office FVG nasce in risposta all’esigenza delle Istituzioni Scientifiche e dell’Alta Formazione regionali di sviluppare, integrare e potenziare i servizi per l’accoglienza rivolti ai numerosi studenti e ricercatori internazionali che ogni anno scelgono la nostra regione per motivi di studio o ricerca. Inoltre, supporta le istituzioni attraverso la gestione dei rapporti con le Autorità pubbliche, la formazione mirata (ogni anno l’attività di formazione coinvolge in media 70 ricercatori e 28 funzionari amministrativi), l’attività informativa e lo sviluppo di nuovi strumenti e servizi per favorire l’accoglienza. Il sito in lingua inglese offre informazioni sia sulle procedure di ingresso e soggiorno sia sugli aspetti legati alla vita quotidiana: gli accessi al portale sono 42.320 in media all’anno, provenienti da 150 Paesi. Nel corso degli anni il Welcome Office FVG ha anche collaborato a vario titolo a diversi progetti e iniziative volti al potenziamento dell’internazionalizzazione dei centri di ricerca e delle università regionali e in favore dello sviluppo di carriera dei ricercatori. Il supporto a studenti e ricercatori avviene attraverso il servizio informativo pre-arrival e l’assistenza in loco attraverso l’help desk Welcome Office con sedi a Trieste e Udine. In media ogni anno gli sportelli forniscono complessivamente circa 8.600 consulenze di cui il 43% a utenti non facenti parte dell’Unione Europea e il 57% a utenti provenienti dall’UE. Le consulenze più richieste riguardano il supporto prima della partenza, l’ingresso e il soggiorno, la copertura sanitaria, la ricerca di un alloggio, i corsi di italiano, e le opportunità di studio/ricerca. Lo sportello di Trieste, gestito da Area Science Park e avviato nel 2009 come iniziativa pilota nell’ambito del Protocollo “Trieste città della Conoscenza”, si caratterizza anche per le attività formative e di sostegno per lo sviluppo della carriera dei ricercatori del Sistema Scientifico e dell’Innovazione regionale attraverso la collaborazione con lo sportello APRE FVG Trieste e il Centro EURAXESS, entrambi gestiti da Area Science Park. Il report completo sulle attività del Welcome Office è disponibile qui.
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14.06.2022
Inaugurato il nuovo allestimento del Living Lab IoT di IP4FVG con sede in Carnia
Sistemi automatici per il controllo visivo del prodotto, sensori e tecnologie di trasmissione dati per il monitoraggio della produzione e la manutenzione predittiva sono le principali tecnologie e le strumentazioni hardware e software presenti nel laboratorio Internet of Things del Digital Innovation Hub IP4FVG con sede ad Amaro (UD) nel Carnia Industrial Park. Sono esempi di tecnologie Industria 4.0 utili per la trasformazione digitale delle imprese e disponibili per imprenditori, tecnici, professionisti oltre che per studenti universitari e delle scuole superiori. Il laboratorio dimostrativo Living Lab IoT, uno dei 4 allestiti in regione da IP4FVG, ciascuno con specializzazione diversa, è il nucleo delle attività promosse dal Nodo IP4FVG di Amaro, nato nel settembre 2018 attraverso la costituzione dell’Associazione Temporanea di Scopo composta da Carnia Industrial Park (coordinatore e capofila), Eurotech Spa, InAsset Srl oggi gruppo Retelit, il Cluster regionale per l’ICT – DITEDI, Friuli Innovazione e Area Science Park, ai quali nel febbraio 2021 si è aggiunto Confindustria Udine (già partner capofila del Nodo IP4FVG di Udine Data Analytics & Artificial Intelligence). Il Lab di Amaro, presentato oggi, amplia l’offerta complessiva di tecnologie 4.0 a disposizione degli imprenditori regionali; di recente, è stato arricchito con soluzioni innovative, grazie alla collaborazione con le università regionali e con alcune aziende del territorio, sia manifatturiere che ICT, tra cui Gortani, Akuis, FAM, Fill in the Blanks, Video Systems, Fec Italia, Progetto Nachste. L’ampliamento dell’offerta dimostrativa ha richiesto un nuovo allestimento che potesse ospitare agevolmente la strumentazione ed essere più accessibile ai visitatori. Da qui la scelta di collocare il dimostratore all’ingresso principale del Parco Tecnologico di Amaro. La presenza del dimostratore all’interno dell’area del Carnia Industrial Park può favorire, infatti, l’avvio di progetti di digitalizzazione per le imprese del territorio. L’obiettivo, nei prossimi mesi, sarà rendere il dimostratore IP4FVG sempre più utilizzato dalle aziende e aumentare il numero dei “casi d’uso” presenti, grazie alla disponibilità, già manifestata, da parte di numerose aziende manifatturiere e alla collaborazione con laboratori universitari. Caterina Petrillo, Presidente di Area Science Park: “IP4FVG è un modello che implementa con successo le forme di collaborazione tra imprese, istituzioni pubbliche e mondo della ricerca.  Attraverso la rete dei quattro nodi regionali, IP4FVG sviluppa un dialogo efficace tra settore privato e pubblico, attivando lo studio di soluzioni che facilitano i processi di innovazione in ambiti imprenditoriali diversi. La possibilità di sperimentare le più recenti tecnologie all’interno dei dimostratori e di confrontarsi con tecnologi esperti permette di ottimizzare le risorse e velocizzare la trasformazione digitale dei processi. Nei nodi di IP4FVG distribuiti in tutta la regione, ad Amaro, a Trieste, a Udine e a San Vito al Tagliamento, sono allestiti dimostratori di soluzioni innovative per le imprese che offrono loro la possibilità di testare una tecnologia prima di investirvi. Certamente il sito di Amaro rappresenta un luogo privilegiato per sviluppare tecnologie ‘smart mountain’ che abbiano un impatto socio-economico sul territorio oltre che un ritorno diretto sulle imprese”. — IP4FVG è il Digital Innovation Hub del Friuli Venezia Giulia, coordinato dall’ente nazionale di ricerca Area Science Park, è nato per supportare la trasformazione digitale delle imprese del territorio; è un progetto strategico del Sistema Argo, iniziativa sostenuta da MUR, MISE e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Grazie a IP4FVG sono stati creati 4 dimostratori di tecnologie 4.0 distribuiti su tutto il territorio regionale (Amaro, San Vito al Tagliamento, Udine e Trieste) aperti alle imprese che vogliano conoscere e testare le soluzioni tecnologiche più innovative prima di applicarle in azienda.
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08.06.2022
Mobilità, efficienza energetica, acqua e rifiuti: dal progetto INCIRCLE un vademecum per lo sviluppo di un turismo circolare e la prima legge di settore a livello europeo varata nelle Isole Baleari
Con un evento finale a Barcellona (Spagna) si è chiuso il progetto Interreg MED “INCIRCLE” dedicato alla diffusione dei principi dell’economia circolare nella pianificazione di un turismo sostenibile. Il progetto, coordinato da Area Science Park, ha riunito quattordici partner provenienti da sei diversi Paesi dell’area mediterranea (Italia, Grecia, Spagna, Albania, Malta, Cipro) con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento causato dal turismo con l’introduzione di tecnologie e processi innovativi, preservare la qualità e la disponibilità delle risorse naturali e migliorare la qualità della vita dei residenti e dei turisti. Un risultato di grande rilievo conseguito grazie alle attività di INCIRCLE è stata la promulgazione della prima legge in Spagna e nell’Unione Europea sull’economia circolare applicata al turismo, adottata nel febbraio scorso dal Governo delle Isole Baleari. La norma prevede il coinvolgimento dei portatori di interesse e delle autorità politiche nello sviluppo di una strategia e di un piano di azione per trasformare il turismo sulle isole secondo principi di circolarità. INCIRCLE ha definito delle linee guida volte a supportare i decisori politici nella transizione verso un turismo più responsabile e circolare, ponendo al centro di questa transizione l’efficienza, l’innovazione e la valorizzazione delle risorse naturali limitate. Sono quattro le raccomandazioni politiche chiave identificate: migliorare la raccolta e il monitoraggio dei dati per un processo decisionale più efficiente e oggettivo creare delle strutture di governance del turismo circolare sviluppare un intervento a 360 gradi in grado di guidare e sostenere la transizione impegnarsi a dare l’esempio. Il documento completo è consultabile sul sito del progetto INCIRCLE – Detail (interreg-med.eu). Durante la fase di test sono state coinvolte cinque città pilota (Palma, Gozo, Himara, Rethymno, Larnaca) e cinque territori (Isole Baleari, Malta, Albania, Creta, Cipro) con l’obiettivo di sviluppare strategie e piani di azione contenenti misure concrete per la transizione verso un turismo regionale sostenibile e circolare, con il coinvolgimento attivo di istituzioni locali e operatori. Durante le fasi di trasferimento e capitalizzazione, le conoscenze accumulate sono poi state ulteriormente diffuse a sei nuovi territori mediterranei “replicatori”, che hanno sviluppato proprie strategie di turismo circolare. Fra le sei organizzazioni selezionate rientrano anche le italiane GAL Terra Barocca, nel Ragusano (Sicilia) e il Consorzio Oltrepò Mantovano (Lombardia). Il Consorzio Oltrepò Mantovano sta lavorando allo sviluppo di una piattaforma di promozione del cicloturismo, “Around Oltrepò Mantovano” che consentirà di: collegare in rete e diffondere le ciclovie e i percorsi ciclabili del territorio collegare in rete e promuovere le strutture ricettive, di ristorazione e di servizi cicloturistici coinvolgere i turisti sul tema del turismo circolare, monitorandone il comportamento e le scelte e accrescendo la loro consapevolezza ecologica. Il lancio della piattaforma è previsto per fine mese e contribuirà alla costruzione dell’identità e dell’immagine del territorio come circolare e sostenibile. Quanto al GAL Terra Barocca, è in fase di organizzazione una mostra che promuove il progetto e i risultati della strategia di turismo circolare redatta dal GAL, accompagnata da un evento di lancio in calendario il 18 giugno e dalla diffusione di alcuni materiali informativi per i turisti. Con un budget di oltre 3 milioni di euro, le politiche di INCIRCLE hanno riguardato la mobilità, l’efficienza energetica, l’uso di risorse limitate come l’acqua e la gestione dei rifiuti per migliorare, in particolare, la sostenibilità e l’attrattiva delle isole mediterranee a bassa densità di popolazione e delle destinazioni turistiche costiere. In queste zone, infatti, i massicci flussi turistici, sebbene siano un importante motore economico, spesso causano un’ampia gamma di impatti negativi, che incidono non solo su qualità e disponibilità delle risorse naturali, ma anche sull’attrattiva delle aree stesse. Nell’ambito del progetto è stato elaborato un insieme di strumenti integrati per lo sviluppo di strategie di turismo circolare disponibili sulla INCIRCLE Knowledge Platform, una piattaforma online che permette lo scambio di conoscenze, strumenti, metodi e buone pratiche già acquisiti nel campo dell’economia circolare applicata al settore turistico. La Piattaforma fornisce un insieme di soluzioni innovative raccolte e testate nell’area mediterranea e condivide modelli di riferimento che in altri contesti si sono rivelati vincenti. I Partner di INCIRCLE: Area Science Park (lead partner), Medcities (Spagna), Civinet (Grecia), Larnaka – Famagusta District Development Agency (Cipro), Albanian Institute of Transport (Albania), Energy and Water Agency (Malta), Region of Crete – Directorate of Environment and Spatial Planning (Grecia), Himara Municipality (Albania), Palma City Council (Spagna), Agency for Tourism of the Balearic Islands (Spagna), Larnaka Municipality (Cipro), Ministry for Gozo (Malta), Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna (Italia), Municipality of Rethymno (Grecia).
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31.05.2022
Una strategia transfrontaliera unitaria per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici: si conclude il progetto SECAP
Una strategia transfrontaliera unitaria per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e garantire la transizione verso un’economia verde: questo uno dei risultati del progetto SECAP, finanziato dal Programma Interreg Ita-Slo e conclusosi recentemente. SECAP ha incentivato lo sviluppo sostenibile del territorio transfrontaliero, promuovendo strategie a basse emissioni di carbonio per tutti i tipi di territorio, in particolare le aree urbane, proponendo misure di adattamento e mitigazione. Il progetto, tramite la condivisione transfrontaliera di strumenti, metodologie e banche dati, ha offerto un supporto concreto agli enti locali dell’area di programma per l’implementazione di politiche energetiche sostenibili e di adattamento climatico, in grado di facilitare la transizione dai PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile) ai PAESC (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima). L’obiettivo principale del progetto è stato quello di migliorare la pianificazione energetica da parte degli operatori locali, puntando sul risparmio energetico, sulle energie rinnovabili, sulla riduzione delle emissioni di CO2 e sulle misure di mitigazione connesse alle variazioni climatiche. Il progetto, grazie a un approccio transnazionale strategico, ha permesso di sviluppare misure di adattamento tempestive, in grado di garantire coerenza tra i diversi settori e livelli di governance, attraverso lo sviluppo di strategie regionali e locali coerenti con quelle nazionali. Il progetto si è occupato di analizzare il contesto normativo energetico e climatico dell’area di riferimento, e, grazie alla sperimentazione nella redazione dei PAESC di alcuni comuni italiani e sloveni (tra cui Trieste e Duino Aurisina), di predisporre strategie, linee guida, metodologie e dati a supporto della transizione dai PAES ai PAESC. Nell’ambito del progetto sono inoltre stati pubblicati i volumi Strategie di Mitigazione, Strategie di Adattamento e Linee guida per i Comuni. SECAP ha portato alla creazione di un inventario di strategie, misure e progetti già definiti ed utili all’aumento della resilienza urbana e alla creazione di un database online bilingue di statistiche e dati su energia/clima/ambiente e di un atlante italo-sloveno della vulnerabilità dei territori con approfondimenti su scala urbana. In futuro potrebbe concretizzarsi un’ulteriore collaborazione fra i partner di progetto per la realizzazione della strategia e del piano regionale di mitigazione e adattamento, attraverso un’ottimizzazione delle metodologie di redazione degli inventari e di analisi di rischio e vulnerabilità climatica. I Partner di SECAP: Regione Fvg Direzione Centrale Ambiente ed Energia, Università degli Studi di Trieste, Area Science Park, Città Metropolitana di Venezia, Università Iuav di Venezia, Unioncamere del Veneto, Golea – Agenzia Per L’energia Di Nova Gorica, Leag – Agenzia per l’energia della Gorenjska, Rra Lur, Comune di Pivka.  
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17.05.2022
Il progetto BLUEAIR consolida il dialogo sulla crescita blu in Friuli Venezia Giulia
Un ricco e articolato confronto su progetti in fase di implementazione finanziati da fondi Europei nell’ambito della Blue Growth: questo il risultato che il workshop di cross-fertilization del Progetto BLUEAIR ha fornito agli attori del sistema della “crescita blu” del Friuli Venezia Giulia. L’incontro è stato promosso da BLUEAIR, progetto finanziato dal Programma Interreg ADRION 2021-2027 che vede Area Science Park capofila e coinvolge 31 partner, a rappresentanza degli 8 Paesi dell’area Adriatico-Ionica, con la finalità di promuovere nella regione Adriatico–Ionica una strategia comune di specializzazione intelligente incentrata sulla Blue Growth. Il workshop è stato il primo a calendario di una serie di incontri rivolti agli stakeholder con l’intento di porre le fondamenta per la costituzione di una Comunità transnazionale nell’ambito della Blue Growth. Durante l’incontro, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, InCE – Iniziativa Centro Europea, Maritime Technology Cluster FVG e OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale hanno presentato 18 progetti attivi nelle tematiche della crescita blu: dall’adesione ai Sustainable Development Goals definiti dalle Nazioni Unite al monitoraggio delle pressioni ambientali sulle aree marine, dall’innovazione transnazionale per le PMI agli obiettivi della green e digital transition in ambito portuale. La Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione e famiglia della Regione FVG ha concluso l’evento con una presentazione incentrata sulla Strategia di Specializzazione Intelligente e Sostenibile (S4) del Friuli Venezia Giulia con un particolare focus sulla Blue Growth. Il workshop di cross-fertilization ha permesso di individuare le sfide più importanti allo sviluppo di una crescita blu sostenibile, identificate negli elevati costi collegati allo sviluppo tecnologico necessario e nella resistenza al cambiamento nelle pratiche/procedure del settore, e delle opportunità di maggiore rilievo in esso presenti. Gli esperti hanno inoltre evidenziato la crescente domanda di tecnologie pulite che riducano l’impatto ambientale prodotto dalle attività economiche esistenti e la possibilità di ampliamento/estensione delle iniziative “blu” legate all’economia circolare.
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16.05.2022
Inquinamento da microplastiche: un’allegoria tra arte e scienza dell’artista danese Sissel Marie Tonn
Da oggi sino al 20 maggio, l’artista danese Sissel Marie Tonn, vincitrice della challenge “Preserving co-evolution” del programma europeo S+T+ARTS (Science + Technology + Arts), sarà ospite dei laboratori di Area Science Park per sviluppare il suo progetto di residenza artistica “The Sentinel Immune Self”. S+T+ARTS è un’iniziativa della Commissione Europea nata nell’ambito di Horizon 2020 che promuove spazi di collaborazione ibrida tra scienza, tecnologia e arte. La residenza artistica, sviluppata a partire dall’attività di ricerca dell’ente nazionale e di alcuni centri del sistema, è organizzata in collaborazione con MEET Digital Cultural Center di Milano e fa parte delle 21 fellowship finanziate in tutta Europa dal programma. Il tema su cui l’artista danese si è confrontata con gli altri candidati è Preserving sustainability and inclusiveness in the co-evolution, ovvero: “come possiamo preservare l’evoluzione delle specie migliorando la capacità delle comunità di essere resilienti?”. Le più grandi sfide del nostro tempo, come estinzioni di massa, pandemie virali e cambiamenti climatici, ci ricordano infatti che siamo intrinsecamente interconnessi con i nostri ecosistemi. Grazie anche al confronto con immunologi e tossicologi, Sissel Marie Tonn esplora da anni nella sua ricerca artistica la relazione tra il nostro sistema immunitario e l’ambiente circostante in continuo mutamento. A partire dal mese di marzo l’artista ha avuto la possibilità di dialogare con alcuni ricercatori del sistema della ricerca triestina, fra cui Alessio Ansuini e il team di ricerca che si occupa di Data Science e infrastrutture di calcolo in Area Science Park, Jacopo Grilli, ricercatore all’ICTP impegnato su modelli teorici e matematici per definire i fattori che impattano sulla biodiversità terrestre, e Lisa Vaccari, scienziata sperimentale di Elettra Sincrotrone Trieste che nelle sue ricerche utilizza diverse tecniche, dalla spettroscopia alla microscopia, applicandole a diverse tematiche di studio, dalle scienze dei materiali alla biologia. Dal confronto con i ricercatori e dalla prossima visita ai laboratori di Area Science Park, Sissel Marie Tonn prenderà spunto per ricostruire, attraverso un’animazione immersiva e interattiva, un universo fantascientifico in cui gli esseri umani condividono le risposte immunitarie con tutte le altre specie colpite dall’inquinamento da microplastiche. Un’allegoria dei processi di evoluzione, che intende mettere in guardia rispetto alle conseguenze profonde degli inquinanti sul nostro organismo e sul nostro ecosistema. L’opera dell’artista verrà esposta al pubblico a partire dal prossimo ottobre al Museo Maxxi di Roma, presso MEET Digital Culture Center a Milano, da Ars Electronica a Linz (Austria) e al ZKM, Center for Art and Media di Karlsruhe (Germania). “Raccontare i risultati della ricerca in modo chiaro e comprensibile e riuscire così a raggiungere il maggior numero di cittadini possibile è oggi un obbligo per chi fa ricerca” spiega la Presidente di Area Science Park, prof. Caterina Petrillo. “Per farlo è fondamentale esplorare nuove linguaggi, stimolando la contaminazione tra le diverse discipline. Una di queste è di certo l’arte che condivide con la scienza lo stesso percorso creativo. Il confronto tra questi due mondi, apparentemente così diversi, può portare a entrambi idee e stimoli per sviluppare nuove forme di innovazione”. Sissel Marie Tonn incontra il personale di Area Science Park e i partner dell’iniziativa e illustra il suo progetto:
Comunicati Stampa Dai nostri campus S+T+ARTS Sissel Marie Tonn The Sentinel Immune Self
28.04.2022
Aree industriali inquinate: con il progetto POSIDON al via la sperimentazione in campo di due nuove tecnologie prototipali per la decontaminazione dei suoli
Giovedì 28 aprile l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale consegnerà formalmente le due aree inquinate localizzate nella zona industriale della Valle delle Noghere del Comune di Muggia (Trieste), individuate per la fase di sperimentazione di nuove tecniche di decontaminazione nell’ambito del progetto POSIDON PCP (POlluted SIte DecontaminatiON Pre-Commercial Procurement). Il progetto è infatti giunto alla terza e ultima fase dell’appalto transnazionale di servizi di ricerca e sviluppo tecnologico, quella in cui verranno sperimentate e comparate, in Italia (a Trieste) e in Spagna (a Bilbao), le funzionalità e le prestazioni di due tecnologie innovative per il trattamento dei suoli. POSIDON, finanziato dal programma Horizon 2020 dell’Unione Europea e coordinato da Area Science Park, ha l’obiettivo di indirizzare dal lato della domanda pubblica lo sviluppo di nuove soluzioni non ancora presenti sul mercato, in grado di decontaminare in-situ terreni inquinati da frazioni pesanti di idrocarburi del petrolio (TPH e IPA) e metalli pesanti, come piombo ed arsenico. Nel corso della prima e della seconda fase dell’appalto pre-commerciale (PCP), che si è conclusa ad agosto 2021, consorzi e raggruppamenti internazionali costituiti da aziende, università e centri di ricerca hanno sviluppato e validato su scala di laboratorio quattro prototipi. Tra queste soluzioni, attraverso una procedura competitiva, sono state selezionate per dare avvio alla sperimentazione in campo le proposte di TESECO BONIFICHE (capofila di un Consorzio internazionale composto da TESECO BONIFICHE S.r.l., IRET-CNR, Agencia Estatal Consejo superior de lnvestigaciones Cientfficas CSIC, DN 360 srl, BioCastle Water Technologies LDT, Studio Podgornik Sri, BD BIODIGRESSIONI srl) e di HPC ITALIA (capofila del Consorzio internazionale composto da HPC ITALIA S.r.l., Fondazione Politecnico di Milano, Ambiente S.p.A., HPC International SAS, GEYSER HPC, S.A.U.). Il consorzio guidato da HCP ha sviluppato la soluzione “Erase” (ElectRode-Aided Soil rEmediation), una piattaforma modulare flessibile in situ che prevede la posa in opera di elettrodi per ridurre la contaminazione sia di inquinanti organici che inorganici, attraverso il trasporto indotto dal campo elettrico nel suolo, oltre che azioni di trattamento chimico e biologico per iniezione di prodotti chimici e nutrienti. Il consorzio capitanato da TESECO ha invece ideato e sviluppato la tecnologia “Soil-Omic” che prevede processi biologici e chimico-fisici integrati, finalizzati alla decontaminazione di suoli e acque sotterranee da inquinanti organici e inorganici tramite formulazioni biologiche basate sull’integrazione di metagenomica e ingegneria ambientale. Per programmare futuri comuni investimenti di bonifica, il progetto POSIDON sta estendendo la rete dei siti inquinati. Sarà possibile ricevere informazioni aggiornate sullo stato di attuazione della sperimentazione e sulle opportunità di investimento e finanziamento, rispondendo alla manifestazione di interesse disponibile a questo link.
Comunicati Stampa Dai nostri campus decontaminazione dei suoli idrocarburi del petrolio metalli pesanti
26.04.2022
Farmaci più efficaci e con minori effetti collaterali grazie agli strumenti di nano-analisi
È possibile migliorare l’efficacia di un farmaco riducendone al tempo stesso gli effetti collaterali? La risposta a questo interrogativo è nel progetto Nano-Analytics for Pharmaceutics (Nano-Pharma), sviluppato dal Consorzio Centro-Europeo di Infrastrutture di Ricerca (CERIC), con sede a Trieste. “Lo scopo di Nano-Analytics for Pharmaceutics è migliorare la formulazione dei farmaci mediante l’impiego di avanzati strumenti di nano-analisi”, afferma Aden Hodzic, referente scientifico del progetto. L’ibuprofene, farmaco da banco per eccellenza, è stato l’oggetto di un recente studio pubblicato sulla rivista Journal of Drug Delivery Science and Technology. “Grazie alle analisi basate sulla luce di sincrotrone e sulla risonanza magnetica nucleare, è stato possibile evidenziare come in particolari condizioni di preparazione la molecola di ibuprofene possa degradarsi. Le tecniche tradizionali impiegate negli studi realizzati in precedenza non erano state in grado di rilevare tale anomalia” continua Aden Hodzic. Il prodotto di questa degradazione, il 4-isobutilacetofenone, può essere infatti la causa di alcuni degli effetti collaterali associati al famoso antinfiammatorio. Nello studio, il team di ricercatori ha fatto ampio uso del parco strumentazioni disponibili presso i partner del consorzio CERIC. Per fare alcuni esempi, gli esperimenti basati sui raggi X, eseguiti alla linea di luce SAXS dell’Università Tecnica di Graz, installata presso il Sincrotrone Elettra di Trieste, hanno permesso di rilevare alcuni indizi della degradazione dell’ibuprofene. Ulteriori esperimenti basati sui raggi infrarossi e sulla risonanza magnetica nucleare sono stati eseguiti rispettivamente alla linea di luce SISSI di Elettra e all’Istituto Nazionale di Chimica di Lubiana. L’insieme di questi, e altri esperimenti, uniti ai calcoli eseguiti presso i laboratori dell’Università Tecnica di Graz, hanno permesso di identificare tracce di 4-isobutilacetofenone derivato dalla degradazione dell’ibuprofene. L’Università Tecnica di Graz, Elettra Sincrotrone Trieste e l’Istituto Nazionale di Chimica di Lubiana rappresentano le strutture partner di CERIC rispettivamente in Austria, Italia e Slovenia. “L’approccio nano-analitico permetterà la formulazione e la produzione di farmaci sempre più efficaci e sicuri, soddisfacendo i criteri più stringenti posti dalle agenzie per la regolamentazione dei farmaci” conclude Ornela De Giacomo, vice-direttrice di CERIC e co-autrice dello studio.
CERIC Comunicati Stampa Dai nostri campus ibuprofene nano-analisi
13.04.2022
Progetto NOEMIX: aperto il bando da 16,5 milioni di euro per la mobilità elettrica della PA del Friuli Venezia Giulia
Un passo avanti verso un nuovo modello di mobilità elettrica, grazie al quale il Friuli Venezia Giulia si appresta a diventare la prima Regione italiana ad attuare la transizione ecologica delle flotte di veicoli aziendali in dotazione alle Pubbliche Amministrazioni del territorio. Si è aperto il bando del progetto NOEMIX per la creazione di un servizio integrato di car-sharing con veicoli elettrici a noleggio a lungo termine, che vada gradualmente a sostituire i veicoli a gasolio e/o benzina di proprietà degli Enti pubblici attivi in regione. Il bando, la cui scadenza è fissata al 27 maggio 2022, ha una durata di 60 mesi ed è diviso in due lotti per favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese. Nello specifico la gara, bandita dalla Centrale Unica di Committenza Regionale (CUC) per conto dei 17 Enti interessati, prevede la fornitura di: · 522 veicoli elettrici (BEV – Battery Electric Vehicles) di diverse tipologie in noleggio a lungo termine per una durata di 60 mesi · 200 infrastrutture di ricarica, ad uso esclusivo, di cui 124 colonnine e 76 wallbox · sistemi informatici per la gestione e il monitoraggio dei veicoli e delle infrastrutture. Gli Enti Pubblici destinatari del servizio di mobilità NOEMIX, che recentemente hanno firmato la convenzione per la partecipazione al progetto sono: i Comuni di Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste; le aziende sanitarie (Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, Azienda Sanitaria Friuli Occidentale, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico “Burlo Garofolo” di Trieste); Area Science Park, l’Aeroporto Friuli Venezia Giulia, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, il Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, l’Agenzia regionale per il diritto agli studi superiori, l’Università degli Studi di Trieste e l’Università degli Studi di Udine. NOEMIX è un progetto coordinato da Area Science Park, nato nel 2017 grazie al supporto dell’Unione Europea, che ha finanziato la predisposizione degli studi tecnici e di fattibilità. La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, credendo fortemente nei benefici del progetto, ha stanziato 20,5 milioni di euro in cinque anni, contribuendo in modo sostanziale all’avvio del processo di transizione verso una mobilità a basse emissioni di carbonio e alla riduzione dell’inquinamento urbano causato dai veicoli a combustione interna. Una volta realizzato in Friuli Venezia Giulia, il progetto sarà proposto ad altre regioni italiane e paesi europei, dove potrà essere replicato.
car sharing Comunicati Stampa Dai nostri campus NOEMIX veicoli elettrici
12.04.2022
Creare filiere italiane dell’idrogeno: il Friuli Venezia Giulia in prima linea con la North Adriatic Hydrogen Valley
Raggiungere la “Carbon Neutrality” entro il 2050 è l’impegno sancito dalla Cop26 di Glasgow, tenutasi lo scorso novembre. Per ottenere questo obiettivo è necessario attuare una transizione energetica che attui il passaggio da un mix centrato sui combustibili fossili a uno basato sulle fonti rinnovabili, a basse o a zero emissioni di carbonio. Si tratta di un cambiamento di paradigma che richiede un importante contributo da parte del mondo della ricerca e dell’impresa attraverso lo sviluppo di tecnologie innovative. Gli scenari dalla transizione energetica sono stati al centro della Conferenza annuale del SiS FVG – Sistema Scientifico e dell’Innovazione del Friuli Venezia Giulia, organizzata da Area Science Park e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza destina 69,8 miliardi di euro (il 31% del totale delle risorse disponibili) alla Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. La Missione comprende tre dei programmi flagship, uno dei quali riguarda le energie rinnovabili e la produzione e il trasporto di idrogeno. Proprio la creazione di una nuova filiera dell’idrogeno, è stato il tema centrale della Conferenza di Trieste, che ha visto la partecipazione di esperti dell’ENEA, del mondo scientifico e universitario triestino e rappresentanti istituzionali del MUR, del MAECI, del MITE e della Regione Friuli Venezia Giulia. Per le sue caratteristiche, l’idrogeno verde, prodotto cioè da energia rinnovabile, potrebbe ricoprire un ruolo di primo piano nel raggiungimento della neutralità climatica al 2050, come prevede la Hydrogen Strategy for a climate-neutral Europe, lanciata dalla Commissione europea l’8 luglio 2020, a cui è seguita l’istituzione della European Clean Hydrogen Alliance, la piattaforma per l’idrogeno dell’Unione Europea che riunisce al suo interno industria, ricerca, istituzioni pubbliche e società civile. L’Italia, seconda nazione manifatturiera d’Europa, ha il potenziale per presidiare tutti i settori della filiera idrogeno: produzione, logistica, trasporto e distribuzione, usi finali nella mobilità, nell’industria e nel residenziale. Già oggi siamo tra i primi due produttori europei di tecnologie termiche e meccaniche e di impianti e componenti di potenziale utilità per l’idrogeno. “L’industria nazionale è pronta a raccogliere la sfida, raccordandosi secondo un modello di filiera, contribuendo ad aumentare i livelli occupazionali e creando prodotti e indotto – dichiara Giorgio Graditi, Direttore Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili di ENEA. – Potrà essere supportata da centri di ricerca ed università di rilevanza internazionale con competenze ed esperienze che coprono aspetti che vanno dalla ricerca all’innovazione, dallo sviluppo sperimentale alla dimostrazione. In questo contesto è essenziale dare un chiaro indirizzo politico che sappia valorizzare le diverse tecnologie secondo un approccio neutrale e nell’ambito di una strategia nazionale coordinata ed orientata ad accrescere la competitività sul mercato europeo ed internazionale delle nostre realtà industriali”. Si inquadra bene in questo scenario la “North Adriatic Hydrogen Valley”, il primo progetto transfrontaliero di questo tipo a livello internazionale, nato dall’accordo tra Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Croazia e Slovenia, che è stato ufficializzato con la firma di una lettera di intenti da parte del Ministro delle Infrastrutture sloveno, Blaž Košorok, del suo collega croato, Ivo Miletić, e di Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia. Il piano per la costruzione di una valle dell’idrogeno transfrontaliera nell’Adriatico settentrionale punta a stabilire un quadro di cooperazione per promuovere lo sviluppo delle tecnologie dell’idrogeno, preparare una pipeline di progetti e identificare le fonti di finanziamento. La collaborazione contribuirà alla transizione verso un ecosistema energetico integrato che coinvolge i settori dell’energia, dell’industria e dei trasporti. Inoltre, le parti coopereranno su ricerca, innovazione e sviluppo di soluzioni basate sull’idrogeno, come la costruzione di stazioni per il rifornimento e il trasporto di idrogeno e la creazione di catene del valore. Per attuare il piano, sarà istituito un gruppo di lavoro congiunto, coordinato dal vice Direttore di Area Science Park, Stephen Taylor, composto da rappresentanti delle istituzioni, dell’industria e della ricerca. L’Hydrogen Valley Transfrontaliera del Nord Adriatico contribuirà sia a rafforzare l’offerta e la domanda regionale di idrogeno, sia ad aiutare la transizione energetica e a sostenere la creazione di posti di lavoro e la decarbonizzazione dell’Europa. “È un primo importante passo verso la decarbonizzazione dell’economia a livello regionale, nei Paesi dell’Europa centrale e orientale, e anche la prima iniziativa sull’idrogeno in quest’area con lo scopo dichiarato di mitigare il cambiamento climatico favorendo la transizione energetica, la riconversione industriale e la decarbonizzazione di diversi settori economici – spiega Rodolfo Taccani, Delegato per il Trasferimento Tecnologico ed i Rapporti con le Imprese dell’Università di Trieste. – L’Università di Trieste è in prima linea nel promuovere la cooperazione tra mondo della ricerca, industria ed enti locali nella regione transfrontaliera del Nord Adriatico. Grazie alle competenze presenti nell’Ateneo siamo in grado di mettere in sinergia soluzioni di ricerca, di innovazione e opportunità di investimento congiunti orientati all’utilizzo del vettore idrogeno”. “Stiamo muovendo passi concreti nel futuro della prima, storica Valle dell’idrogeno transfrontaliera a livello europeo attraverso la messa in campo di azioni che fino a pochi anni fa consideravamo irrealizzabili e che invece dimostrano che la transizione energetica, nei tempi prefissati, si può fare – sottolinea Alessia Rosolen, Assessore al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. – La North Adriatic cross-border Hydrogen Valley, grazie alle realtà scientifiche e dell’innovazione che sono state capaci di fare della cooperazione un importante strumento di coesione e sviluppo, è un progetto strategico che darà vita ad una “Mitteleuropa” del gas dove troveranno applicazione concreta nella produzione industriale, nelle infrastrutture di distribuzione, nella mobilità e nel consumo energetico domestico, le tecnologie collegate all’idrogeno. Il Friuli Venezia Giulia si conferma leader nel settore della ricerca e dell’innovazione e sta investendo per esserlo anche in quello della transizione ecologica.” “Il tema della transizione ecologica e della sostenibilità energetica vede impegnato l’Ente su diversi fronti – spiega la Presidente di Area Science Park, Caterina Petrillo. – Il progetto Hydrogen Valley, che interessa la macroregione FVG con Slovenia e Croazia, è un dimostratore dell’efficacia della cooperazione internazionale aggregata su competenze scientifiche per una sfida tecnologica con impatto socioeconomico. Come Ente stiamo collaborando con le istituzioni scientifiche del territorio e vorremmo indirizzare il nostro contributo futuro all’analisi dei materiali per il settore energetico e allo sviluppo di modelli a supporto della logistica. Stiamo anche valutando la realizzazione di piloti a basso impatto ambientale nei nostri campus e abbiamo attivo un progetto di simbiosi industriale che coinvolge una quindicina di imprese dell’area retroportuale di Trieste. Sono tutte iniziative che confermano un impegno costante di Area Science Park in ricerca e sviluppo connessi al settore energetico”. SiS FVG – Sistema Scientifico e dell’Innovazione del Friuli Venezia Giulia, è un’iniziativa della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero dell’Università e della Ricerca, che mette a sistema e valorizza le competenze e i risultati di R&S dei principali enti scientifici e tecnologici del territorio regionale (università, enti di ricerca, parchi e poli d’innovazione).
Comunicati Stampa Infrastrutture tecnologiche
08.04.2022
INCIRCLE: nuovi strumenti di pianificazione per ridurre gli impatti ambientali del turismo
Quanto impatta il turismo sulle destinazioni vulnerabili? Quali politiche possono essere adottate per ridurre l’impronta ambientale dei flussi turistici? Queste alcune delle domande sulle quali ha lavorato INCIRCLE, progetto triennale Interreg MED cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale. Il progetto, coordinato da Area Science Park, riunisce quattordici partner provenienti da sei diversi Paesi dell’area mediterranea (Italia, Grecia, Spagna, Albania, Malta, Cipro) e punta a ridurre l’inquinamento causato dal turismo, preservare la qualità e la disponibilità delle risorse naturali e migliorare la qualità della vita dei residenti e dei turisti, applicando i principi dell’economia circolare al settore turistico. INCIRCLE, il cui budget supera i 3 milioni di euro, punta a migliorare la sostenibilità e l’attrattiva delle isole mediterranee a bassa densità di popolazione e delle destinazioni turistiche costiere che sono influenzate negativamente dai flussi stagionali di turisti. L’impronta ambientale delle attività turistiche evidenzia un aumento delle emissioni, lo spreco di acqua, l’eccessiva produzione di rifiuti, l’aumento dei livelli di spreco di energia ed elevati livelli di rumore. In questi territori è quindi necessaria una pianificazione del turismo sostenibile migliore e integrata, per preservare e valorizzare le risorse non rinnovabili. Il progetto ha l’obiettivo di fornire ai decisori strumenti concreti e opportunità di test per migliorare la loro capacità in termini di valutazione e pianificazione della sostenibilità, per fare leva su nuovi finanziamenti e fornire opportunità concrete di replica dei risultati ottenuti. A questo scopo è stata sviluppata la INCIRCLE Knowledge Platform. La Piattaforma, liberamente accessibile ai decisori politici e agli stakeholder turistici, fornisce un insieme di soluzioni raccolte e testate nell’area mediterranea e condivide modelli di riferimento che in altri contesti si sono rivelati vincenti. La piattaforma mira anche a classificare e confrontare politiche e pratiche in materia di turismo circolare attraverso uno strumento di autovalutazione, il Circular Tourism Self Assessment. Questo tool online, costituito da un questionario di una cinquantina di domande e sviluppato dal partner di progetto Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, è uno strumento di gestione e monitoraggio per valutare l’impatto del turismo dal punto di vista dell’economia circolare, sia a livello di destinazione (Circular Tourism Destination Tool) sia a livello di industria del turismo (Circular Tourism Industry Tool). Il Circular Tourism Self Assessment si basa su quattro capitali (capitale naturale, capitale sociale, capitale costruito, capitale umano) e su tre livelli (livello di destinazione turistica, livello di industria del turismo e livello di networking composto dalle interazioni che alimentano la sostenibilità e la circolarità tra una destinazione turistica e un’industria del turismo), e comprende i cinque principi dell’economia circolare (Ridurre, Rigenerare, Ripensare, Innovare, Rivalutare). La fase di test ha già coinvolto cinque città pilota (Palma, Gozo, Himara, Rethymno, Larnaca) e cinque territori (Isole Baleari, Malta, Albania, Creta, Cipro) con l’obiettivo di sviluppare strategie e piani di azione locale contenenti misure concrete per la transizione verso un turismo regionale sostenibile e circolare con il coinvolgimento attivo dei portatori di interesse.
Comunicati Stampa Servizi per l'Innovazione
31.03.2022
Progetto BIO Open Lab: Holo-TEM, un microscopio elettronico a trasmissione di ultima generazione consegnato all’Università del Salento
È stato consegnato al Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi” dell’Università del Salento il microscopio Holo-TEM, uno strumento da 4,35 milioni di euro che va ad incrementare la dotazione di strumentazioni all’avanguardia del progetto BIO Open Lab, un’infrastruttura di ricerca distrubuita sul territorio nazionale di cui fanno parte anche Area Science Park di Trieste e l’Università di Salerno e che andrà a potenziare il Consorzio europeo CERIC-ERIC. Il progetto ha un finanziamento complessivo di 12.434.500,00 euro su fondi PON Ricerca e Innovazione 2014-2020. Il nuovo Microscopio Elettronico a Trasmissione, presto installato e operativo a Lecce, ha una risoluzione che riesce a raggiungere il singolo atomo e avrà la possibilità di analizzare campioni sia organici sia inorganici senza danneggiarli significativamente. Il microscopio utilizzerà quattro tecniche diverse d’indagine quali criomicroscopia elettronica, olografia in linea, spettroscopia di elettroni a perdita di energia (EELS) e spettroscopia di raggi X-caratteristici dispersi in energia (EDXS), la cui combinazione permetterà di sviluppare nuove metolodogie di investigazione e di realizzare esperimenti innovativi. Il suo impiego porterà un forte avanzamento delle conoscenze in biologia, medicina, farmacologia e altri settori. “La realizzazione della infrastruttura BIO Open Lab – dice il prof. Lucio Calcagnile, co-responsabile del progetto insieme alla prof.ssa Rosaria Rinaldi – e la disponibilità di un Holo-TEM a risoluzione atomica darà la possibilità fra pochi mesi a ricercatori provenenti anche dall’estero, e in particolare dal Consorzio europeo CERIC-ERIC, di utilizzare una facility di ricerca dalle prestazioni eccezionali non solo per le ricerche fondamentali e le applicazioni alla medicina ma in generale a tutta la Scienza dei Materiali.” “Questa infrastruttura permetterà di formare giovani ricercatori in un campo di frontiera per lo studio delle proprietà morfologiche e strutturali di materiali organici ed inorganici ad altissima risoluzione”, aggiunge la prof.ssa Rinaldi. Le prossime fasi che il microscopio Holo-TEM dovrà sostenere nei mesi a venire sono la completa installazione, il collaudo e il commissioning per il suo primo vero utilizzo da parte della comunità scientifica. Tutte le realtà coinvolte nel progetto BIO Open Lab beneficeranno delle alte prestazioni del microscopio Holo-TEM, per una ricerca condivisa e diffusa che avrà risonanza nazionale e internazionale grazie alle quattro facilities in costruzione o già operative. Oltre al laboratorio del microscopio Holo-TEM, ci sono infatti anche la facility di Next Generation Sequencing del campus di Basovizza di Area Science Park a Trieste, quella di Spettrometria di Massa del campus di Baronissi a Salerno e il Centro di Calcolo del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione ed Elettrica e Matematica Applicata di Salerno.
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