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13.04.2022
Progetto NOEMIX: aperto il bando da 16,5 milioni di euro per la mobilità elettrica della PA del Friuli Venezia Giulia
Un passo avanti verso un nuovo modello di mobilità elettrica, grazie al quale il Friuli Venezia Giulia si appresta a diventare la prima Regione italiana ad attuare la transizione ecologica delle flotte di veicoli aziendali in dotazione alle Pubbliche Amministrazioni del territorio. Si è aperto il bando del progetto NOEMIX per la creazione di un servizio integrato di car-sharing con veicoli elettrici a noleggio a lungo termine, che vada gradualmente a sostituire i veicoli a gasolio e/o benzina di proprietà degli Enti pubblici attivi in regione. Il bando, la cui scadenza è fissata al 27 maggio 2022, ha una durata di 60 mesi ed è diviso in due lotti per favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese.
Nello specifico la gara, bandita dalla Centrale Unica di Committenza Regionale (CUC) per conto dei 17 Enti interessati, prevede la fornitura di:
· 522 veicoli elettrici (BEV – Battery Electric Vehicles) di diverse tipologie in noleggio a lungo termine per una durata di 60 mesi
· 200 infrastrutture di ricarica, ad uso esclusivo, di cui 124 colonnine e 76 wallbox
· sistemi informatici per la gestione e il monitoraggio dei veicoli e delle infrastrutture.
Gli Enti Pubblici destinatari del servizio di mobilità NOEMIX, che recentemente hanno firmato la convenzione per la partecipazione al progetto sono: i Comuni di Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste; le aziende sanitarie (Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, Azienda Sanitaria Friuli Occidentale, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico “Burlo Garofolo” di Trieste); Area Science Park, l’Aeroporto Friuli Venezia Giulia, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, il Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, l’Agenzia regionale per il diritto agli studi superiori, l’Università degli Studi di Trieste e l’Università degli Studi di Udine.
NOEMIX è un progetto coordinato da Area Science Park, nato nel 2017 grazie al supporto dell’Unione Europea, che ha finanziato la predisposizione degli studi tecnici e di fattibilità. La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, credendo fortemente nei benefici del progetto, ha stanziato 20,5 milioni di euro in cinque anni, contribuendo in modo sostanziale all’avvio del processo di transizione verso una mobilità a basse emissioni di carbonio e alla riduzione dell’inquinamento urbano causato dai veicoli a combustione interna.
Una volta realizzato in Friuli Venezia Giulia, il progetto sarà proposto ad altre regioni italiane e paesi europei, dove potrà essere replicato.
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13.04.2022
Al via 15 borse di studio da realizzarsi presso le aziende di Area Science Park
VEDI LA GRADUATORIE BORSE 2022
Anche quest’anno Area Science Park promuove un bando dedicato esclusivamente alle aziende residenti nel Parco scientifico e Tecnologico (Grandi Imprese, PMI e Start Up), mettendo a disposizione 15 borse di studio per coinvolgere un/una borsista nello svolgimento di un progetto formativo in attività tecnico-scientifica e di ricerca.
Le domande saranno presentate dalle aziende ospitanti, che dovranno aver già individuato la candidata o il candidato a ricevere la borsa di studio di Area Science Park. Ricordiamo che i candidati devono essere disoccupati, diplomati o diplomati ITS o laureati, essere residenti in Italia e non superare il trentesimo anno di età. Puoi consultare le aziende residenti in Area Science Park QUI.
Il periodo di permanenza in azienda è di 12 mesi. I borsisti riceveranno un finanziamento mensile da Area Science Park a seconda dal titolo di studio posseduto al momento della presentazione della domanda.
Le domande devono essere presentate esclusivamente in formato digitale via PEC entro le ore 12.00 di martedì 26 luglio 2022.
L’avvio delle borse è previsto per il 15 ottobre 2022
SCARICA IL BANDO 2022
FAC SIME DOMANDA BANDO BORSE 2022
Per informazioni:
Struttura Parco Scientifico e Tecnologico
Ufficio Sviluppo Parco
borse.parco@areasciencepark.it
t. 040 375 5157 e 040 375 5218.
borse di studio
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formazione
05.04.2022
BAT: visita in Area e attività di networking con imprese del Parco
Visita questa mattina di una nutrita delegazione di British American Tobacco (BAT) al campus di Padriciano di Area Science Park. La visita della delegazione, guidata da Roberta Palazzetti, SEA Area Director di BAT, è stata l’occasione per un incontro aperto dalla Presidente di Area Science Park, Caterina Petrillo, durante il quale il vicedirettore, Stephen Taylor, ha presentato le principali attività di Area nell’attrazione di talenti, di insediamenti ad alta tecnologia e nei servizi di innovazione e generazione d’impresa.
L’incontro è servito a conoscere da vicino una serie di interessanti esperienze e progetti innovativi che vedono protagoniste alcune delle imprese che hanno insediamenti nel parco scientifico: Reply, Illycaffè ed EY/Teorema Engineering. Al centro delle presentazioni i processi sempre più spinti di digitalizzazione sia del marketing che della progettazione di processi e prodotti industriali, grazie a strumenti di e-business, alla gestione dati basata su algoritmi di intelligenza artificiale, all’utilizzo di realtà virtuale immersiva, aumentata e mista e alle potenzialità delle digital manufacturing platform e della creazione di digital twin dei processi industriali.
BAT
British American Tobacco
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29.03.2022
La nanomedicina personalizzata è la nuova sfida nella lotta contro i tumori
Una nuova terapia personalizzata che include il pre-trattamento dei pazienti oncologici con farmaci già disponibili sul mercato, con l’ausilio di sistemi di imaging. Un metodo di nanoscopia avanzata applicato su sezioni di tessuti malati, in grado di analizzare le variazioni morfologiche e ottiche del tumore prima e dopo il trattamento farmacologico. Sono questi i due obiettivi perseguiti da CATHENA (CAncer THErapy by NAnomedicine), progetto per la nanomedicina personalizzata contro il cancro, frutto di una partnership pubblico-privata tra Bracco Imaging (capofila), A.P.E. Research Srl, Università degli Studi di Trieste e Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (CRO), con il coordinamento scientifico di Area Science Park. Gli studi condotti hanno avuto come obiettivo quello di identificare nuove strategie terapeutiche combinate, volte ad aumentare selettivamente nel tessuto malato la quantità di farmaci antitumorali somministrabile. Oggi grazie alla partnership ed alla condivisione delle conoscenze tecniche, mediche e diagnostiche che il progetto CATHENA ha reso possibili, possiamo affermare di aver più consapevolezza nell’applicazione della nanomedicina contro la patologia oncologica.
I tumori sono la seconda causa di morte dopo le patologie cardio-vascolari. Attualmente le terapie farmacologiche più utilizzate sono basate su anticorpi diretti verso specifici bersagli biomolecolari e recentemente sono stati immessi sul mercato farmaci basati su sistemi di dimensione nanometrica che dovrebbero facilitare la penetrazione nelle cellule del principio attivo. L’organismo, tuttavia, tende a produrre resistenze al vettore, che riducono la diffusione del farmaco e ne limitano la distribuzione all’interno delle cellule cancerose. Nel caso degli anticorpi, questa limitazione è in parte mitigata da una minore resistenza al trasporto nei tessuti e dall’aumento delle dosi terapeutiche, con la conseguenza, però, di esporre i pazienti a notevoli reazioni avverse e far crescere i costi della cura.
Qui entra in gioco il progetto CATHENA, che ha studiato una strategia per massimizzare l’accumulo selettivo dei principi attivi nelle zone affette da patologia oncologica ovvero un pre-trattamento farmacologico che andasse ad aumentare la permeabilità dei vasi.
Ci sono volute competenze diverse e complementari per centrare l’obiettivo, a cominciare da quelle del Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell’Università degli Studi di Trieste. Qui il gruppo di ricerca coordinato dalla prof.ssa Lucia Pasquato ha contribuito alla preparazione di nuove sonde fluorescenti con diversi gradi di attitudine a legarsi ai grassi e a disperdersi tra essi (lipofilia). Data la complessità strutturale dei composti progettati, la sintesi è stata impegnativa ma ha consentito di raggiungere l’obiettivo con successo. Queste sonde fluorescenti sono state poi incorporate in nanovettori lipidici presso Bracco Imaging. L’attività di ricerca di Bracco si è focalizzata sulla preparazione e studio dei nanovettori, in particolare di quattro tipologie di nanoparticelle lipidiche funzionalizzate con molecole fluorescenti innovative. I risultati hanno mostrato una migliore attitudine delle nuove sonde fluorescenti ad intercalarsi nei nanovettori e quindi una migliore capacità di emissione luminosa.
A.P.E. Research ha analizzato la morfologia, la struttura superficiale e le proprietà elettriche e ottiche dei nanovettori con tecniche di microscopia a sonda. Ha sviluppato inoltre uno specifico set-up di nanoimaging multispettrale avanzato che permette di studiare le sezioni istologiche, utile alla validazione in ambito terapeutico. Infine, l’unità di Anatomia Patologica del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano si è occupata dell’analisi di protocolli terapeutici innovativi tramite imaging ottico in vivo, accoppiato a studi di biodistribuzione, farmacocinetica e farmacodinamica specifici per i tumori del colon e ovarici. È stato così valutato l’effetto dei trattamenti attraverso l’analisi e la quantificazione dei nanovettori fluorescenti all’interno del microambiente tumorale, e mediante una dettagliata analisi istopatologica.
Come sottolinea il prof. Vincenzo Canzonieri (CRO e UNITS), il progetto ha permesso di migliorare sia i modelli in vitro 3D (organoidi) che rappresentano degli avatar del tumore dei pazienti, sia modelli in vivo per affinare protocolli terapeutici che utilizzano nanotecnologie avanzate.
I risultati di CATHENA vengono illustrati oggi nel corso dell’evento finale del progetto che vede gli intervenuti del prof. Luis M. Liz-Marzán (CIC biomaGUNE, Basque Research and Technology Alliance (BRTA), Donostia-San Sebastian, Spain), uno dei leader mondiali nelle applicazioni della scienza dei colloidi alla nanoplasmonica, e della dott.ssa Claudia Cabella (Bio-Imaging R&D Manager, Bracco Imaging), esperta in studi preclinici nei campi della risonanza magnetica e nello sviluppo di nanosistemi per l’imaging e per la terapia di malattie cardiovascolari.
CATHENA è un progetto finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia sul bando POR FESR 2014-2020.
CATHENA
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28.03.2022
Torna FameLab 2022: la scienza in tre minuti
Sei un ricercatore, uno scienziato o uno studente universitario con il pallino della divulgazione? Allora FameLab sta cercando proprio te!
Per il decimo anno tornano a far tappa a Trieste le selezioni locali di FameLab, la competizione internazionale che sfida studenti e ricercatori scientifici a raccontare in soli 3 minuti il proprio oggetto di studi o un argomento scientifico che li appassiona.
La selezione si svolgerà la mattina di mercoledì 11 maggio 2022, alla Sala Luttazzi del Magazzino 26 (Porto Vecchio).
I concorrenti, di età compresa fra 18 e 40 anni, possono essere studentesse e studenti universitari, specializzandi, dottorandi o lavorare in ambito scientifico, in medicina o in ingegneria. Possono essere di qualsiasi nazionalità (le presentazioni potranno essere fatte anche in inglese). Non possono partecipare coloro che svolgono attività professionale nell’ambito della comunicazione o promozione scientifica.
Dovranno raccontare un argomento scientifico in modo chiaro, coinvolgente e comprensibile anche a un pubblico di non esperti. Niente proiezioni, grafici o video: a loro disposizione solo 3 minuti e una manciata di parole, e il proprio talento comunicativo, per convincere la giuria e trasmettere il fascino della ricerca scientifica.
Le iscrizioni si effettuano entro il 3 maggio 2022, cliccando QUI
I primi due classificati in ogni selezione locale riceverenno un premio in denaro, accederanno a una Masterclass, che si svolgerà a Perugia in giugno, e poi alla Finale Nazionale in programma a fine settembre in occasione della Notte Europea dei Ricercatori.
Il vincitore di FameLab Italia 2022 avrà accesso alla finalissima FameLab International, in programma in autunno, dove affronterà gli altri concorrenti provenienti da oltre 25 paesi nel mondo.
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Incontri formativi per affrontare al meglio il palco di FameLab
Per aiutare gli aspiranti concorrenti a preparare al meglio la loro presentazione, verranno organizzati degli incontri formativi, a cui potranno partecipare gratuitamente tutti i ricercatori interessati e in possesso dei requisiti per iscriversi.
Gli incontri proporranno alcuni utili consigli su come scegliere e organizzare i contenuti di una presentazione, sui modi per catturare e mantenere l’attenzione del pubblico e sui concetti base della teatralità.
Per maggiori informazioni e per iscriversi agli incontri formativi: info@immaginarioscientifico.it
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28.03.2022
Italian Quantum Weeks a Trieste: iniziative ed eventi per scoprire scienze e tecnologie quantistiche
La meccanica quantistica, l’insieme delle leggi che regolano il mondo degli atomi e delle particelle elementari, ha sconvolto il nostro modo di concepire la realtà con le sue affascinanti bizzarrie. Le tecnologie quantistiche, basate sull’uso della meccanica quantistica nelle applicazioni della vita quotidiana, stanno portando una nuova rivoluzione tecnologica che dobbiamo imparare a comprendere e gestire.
Le Italian Quantum Weeks vengono promosse da scienziati, ingegneri, divulgatori ed educatori italiani in occasione del primo World Quantum Day (14 Aprile 2022) con lo scopo di far conoscere meglio il mondo dei quanti e le opportunità che la rivoluzione quantistica sta per portare. Le attività in programma sono promosse da scienziati, divulgatori ed educatori per raccontare le interessanti possibilità del mondo quantistico nonché le potenzialità create dall’applicazione della meccanica quantistica a strumenti quotidiani.
Nella città di Trieste in particolare si svolgeranno attività, online e in presenza, coordinate da un gruppo di ricercatrici del CNR con la collaborazione di molti enti del sistema cittadino. Infatti, oltre ai due istituti del CNR (INO e IOM), sono protagonisti: l’Università degli Studi di Trieste, la SISSA – Scuola Internazionale di Studi Superiori Avanzati, l’ICTP – International Center for Theoretical Physics, il SISSA Medialab e il TQT – Trieste Institute for the Theory of Quantum Technologies. Partecipano anche i progetti Quantum Technologies Education for Everyone, Science Melting Pot e ScienceAtHome. Si tratta, inoltre, di una coprogettazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che produrrà un video per raccontare i vantaggi “quantistici” di Trieste, proiettato in anteprima in occasione del World Quantum Day (14 aprile) al caffè San Marco.
Ci saranno aperitivi quantistici, con brevi interventi di ricercatori attivi nel campo, seguiti da discussione e domande e ospitati da due importanti caffè triestini: il bar libreria Knulp e il Caffè San Marco; si potrà giocare con le leggi della meccanica quantistica ai Quantum Game Café, serate in cui saranno disponibili giochi da tavolo e da PC, sempre al Caffè San Marco; nella giornata dei Giovani Quantistici invece, studenti delle scuole superiori e dell’università potranno approfittare delle esperienze di dottorandi e post-doc per capire il futuro delle tecnologie quantistiche; sono aperti ai ragazzi due interventi organizzati rispettivamente da SISSA FOR SCHOOLS e ICTP con Immaginario Scientifico; inoltre, saranno trasmesse in streaming a livello nazionale due conferenze di un’ora, una per tutti e una per le scuole in particolare.
Per partecipare a qualsiasi attività si può consultare la pagina web https://www.quantumweeks.it/trieste/
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03.03.2022
Grazie al “rumore” si sente meglio: una nuova tecnica sviluppata da UniTS ed Elettra Sincrotrone rivoluziona la Spettroscopia laser ultrarapida
Un team di scienziati italiani, statunitensi e australiani, utilizzando la spettroscopia laser ultrarapida in modo rivoluzionario, consegna un nuovo potente strumento alla Fisica, alla Chimica e alla Fotonica. La tecnica, nella sua versione classica, è utilizzata per localizzare specifici composti chimici in materiali di varia natura, disegnando vere e proprie mappe vibrazionali che ne svelano le caratteristiche più nascoste. Pubblicato su Nature – Light Science & Application, lo studio guidato da Daniele Fausti dell’Università di Trieste ed Elettra Sincrotrone S.c.p.a., consente di convertire in informazioni utili il principale difetto di questa tecnica: il rumore.
“Con rumore si intendono le fluttuazioni casuali generate dagli impulsi laser mentre attraversano i materiali da analizzare – spiega il prof. Fausti – le tecniche utilizzate da decenni si sono sempre sforzate di ridurle, noi siamo riusciti a farle diventare fonti di informazioni ulteriori. Con strumenti molto grandi, costosi e complessi era necessario ripetere le misurazioni migliaia di volte al secondo in modo da poter misurare anche i più piccoli cambiamenti nel campione in esame”.
Un modo di operare che non considerava attentamente un aspetto cruciale: ogni realizzazione dell’esperimento è unica e quindi misurare la media su molti esperimenti ripetuti non racconta la “storia completa”.
“Questo è stato l’Eureka del mio progetto di dottorato – continua Giorgia Sparapassi dell’Università di Trieste e autore principale dello studio – realizzare che le sottili differenze tra le diverse realizzazioni degli stessi esperimenti portano un intero carico di informazioni che si perdono se si misura la risposta in media è stato il punto di partenza di questa linea di ricerca”.
Al progetto di ricerca, oltre a diversi membri del team di Fausti, hanno partecipato il Dr. Jonathan Tollerud, ex collaboratore dell’università di Trieste ora ricercatore della Swinburne University – Melbourne e, per gli aspetti teorici, il Prof. Shaul Mukamel e il Dr. Stefano Cavaletto dell’Università della California – Irvine.
Questa collaborazione ha quindi portato allo sviluppo di una nuova tecnica di spettroscopia ultraveloce che, invece di rendere gli impulsi più stabili, utilizza impulsi rumorosi e un approccio basato sulla correlazione tra le intensità della luce a diversi colori per il rilevamento del segnale. In questo nuovo quadro, il campione da analizzare viene sondato con impulsi laser deliberatamente resi “poco educati”, che mostrano quindi fluttuazioni nel tempo e nella frequenza. Le informazioni dal campione sono poi codificate, recuperate e decifrate.
Utilizzare la tecnica con questo nuovo approccio potrebbe avere importanti ricadute in campo medico per l’osservazione, ad esempio, dei processi biologici legati alle malattie degenerative, in quello energetico, per lo studio di nuovi materiali al servizio delle rinnovabili e in generale in quello dei dispositivi elettronici di ultima generazione.
Questo importante risultato è un’ulteriore dimostrazione di come l’eccellenza del sistema scientifico territoriale triestino, che registra una concentrazione di enti di ricerca senza pari in Italia, possa giocare un ruolo determinante sia nella riuscita di progetti di ricerca ambiziosi che nella formazione di scienziati leader in istituzioni nazionali e internazionali.
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impulsi rumorosi
spettroscopia laser ultraveloce
14.02.2022
Online la nuova indagine “Mobilità della conoscenza”: disponibili i dati del 2020 e dell’anno accademico 2019/2020
L’emergenza pandemica ha avuto, come era prevedibile, un impatto anche sulla mobilità del mondo scientifico; il lockdown del 2020 e la conseguente riduzione degli spostamenti a livello nazionale e internazionale ha fatto registrare un netto calo del numero di studenti, ricercatori e docenti che trascorrono un periodo più o meno lungo presso le istituzioni scientifiche del Friuli Venezia Giulia.
Da anni riconosciuto come territorio attrattivo a livello internazionale per la qualità dei suoi centri di ricerca, il Friuli Venezia Giulia ha visto, nel 2020, un calo della mobilità sia incoming che outgoing. Per quanto riguarda l’incoming, ovvero la mobilità verso l’Italia, si registra una diminuzione del 25% di studenti e del 86% di ricercatori e docenti stranieri, rispetto all’anno precedente. Meno marcata la battuta d’arresto registrata per l’outgoing, ovvero per studenti e ricercatori italiani che trascorrono periodi di studio o lavoro all’estero, i cui dati ci dicono che c’è stata una riduzione del 22% degli studenti italiani che si sono recati all’estero e del 37% di docenti e ricercatori. Non ha subito significative variazioni, invece, il numero di studenti iscritti alle università regionali, inclusi gli stranieri.
I dati sono certificati dalla Mobilità delle Conoscenza 2021 (dati 2020 e anno accademico 19/20), l’indagine che rileva, ogni anno, il numero di docenti, ricercatori e studenti stranieri che trascorrono periodi più o meno lunghi pressi i principali istituti di ricerca, le università e i conservatori che fanno pare del SIS FVG, il Sistema Scientifico e dell’Innovazione del Friuli Venezia Giulia.
In un contesto complesso, qual è quello dell’emergenza pandemica che ha richiesto cambiamenti repentini, si registra anche qualche segnale positivo; uno su tutti l’aver ottimizzato l’uso delle opportunità che offre il digitale. Un numero elevato di studenti e ricercatori, soprattutto stranieri, infatti, ha avuto la possibilità di partecipare da remoto a corsi, summer school e attività formative organizzati dagli enti del SiS FVG. Un esempio è il Centro Internazionale di Fisica Teorica “Abdus Salam” (ICTP) che ha potuto compensare i numeri della mobilità incoming di quasi il 50%, rispetto ai numeri pre-pandemia, grazie alle attività digitali.
Gli enti SiS FVG registrano già un cambiamento di tendenza nel primo semestre 2021.
Qui è possibile scaricare l’indagine completa.
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Il SiS FVG nasce su iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
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10.02.2022
Materiali all-in-one per una futura ottimizzazione energetica
Ricercatori dell’Istituto officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iom) di Trieste hanno identificato in un materiale conosciuto come EuSn2P2 le caratteristiche di multifunzionalità tipiche dei materiali quantistici. Lo studio, pubblicato su PNAS, è stato svolto in collaborazione con Princeton University, Rutgers University e Louisiana State University negli Stati Uniti, Diamond Light Source in UK e Center for Quantum Frontiers a Taiwan.
“Abbiamo dimostrato che il EuSn2P2 possiede caratteristiche straordinarie: per esempio le sue proprietà quantistiche sono interconnesse a quelle elettriche, inoltre queste proprietà cambiano via via che cambia la profondità del materiale. A ogni strato di questo materiale è presente un diverso elemento, e a seconda di quale sia l’elemento esposto, le proprietà elettroniche di superfice cambiano assieme alle proprietà magnetica”, spiega Giancarlo Panaccione del Cnr-Iom. “La caratteristica fondamentale dei materiali quantistici è proprio questa loro conformazione che viene chiamata “2 in 1” o addirittura “3 in 1” che sottolinea la loro capacità di incorporare caratteristiche diverse”.
Questi materiali mostrano proprietà elettriche e proprietà magnetiche che si influenzano reciprocamente. “Lo studio delle interazioni tra proprietà elettrica e magnetica ha portato alla scoperta di nuove entità: le quasi-particelle, che rappresentano nella scienza dei materiali l’analogo delle particelle elementari per la fisica delle alte energie. Si tratta di un campo che ha aperto nuove porte alla ricerca, e confermato vecchie teorie. Per esempio, lo studio degli isolanti topologici, famiglia di materiali elettricamente isolanti ma in grado di trasportare corrente sulla loro superficie esterna, ha costituito la verifica dell’esistenza dei ‘fermioni di Majorana’, particelle postulate nel 1937 dal fisico Ettore Majorana”, aggiunge il ricercatore Cnr-Iom.
Il campo dei materiali quantistici è in costante crescita e di enorme interesse per la gestione ottimizzata dell’energia e per altre applicazioni. “I risultati della ricerca non sono ancora applicabili direttamente ai dispositivi in uso, ma confermano che lo studio dei materiali quantistici apre la strada verso un vasto numero di applicazioni. Questi risultati costituiscono il passaggio dalla nozione per cui a un materiale corrisponde una funzionalità a quella del ‘all-in-one’, cioè l’idea di un materiale capace di realizzare funzioni anche molto diverse”, conclude Panaccione. “Le prime possibili applicazioni saranno l’efficientamento energetico e nella miniaturizzazione dei dispositivi elettronici del futuro”.
CNR-IOM
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materiali quantistici
27.01.2022
Assegnati i riconoscimenti del Premio Bernardo Nobile 2021 di Area Science Park
Nella cornice dell’incontro “I brevetti per immaginare il futuro”, sono stati assegnati i riconoscimenti del Premio Bernardo Nobile 2021 per tesi di laurea e di dottorato di ricerca che abbiano dato risalto all’uso dei brevetti come fonte di documentazione. L’iniziativa, istituita da Area Science Park per ricordare Bernardo Nobile, promotore e primo responsabile dell’Ufficio Studi e PatLib del Parco Scientifico e Tecnologico di Trieste, ha visto, nelle sue 17 edizioni, la candidatura di 706 tesi (556 di laurea e 150 di dottorato), provenienti da tutta Italia.
L’Edizione 2021 ha visto l’arrivo di 32 domande di partecipazione eleggibili.
“Anche quest’anno”, sottolinea il Presidente della Commissione giudicatrice Giulio Groppi, “abbiamo trovato parecchie tesi che si inseriscono perfettamente nella filosofia del Premio, in particolare sul ricavare nuove conoscenze non ovvie né scontate dall’analisi di brevetti che spesso si allontanano dal contenuto specificamente tecnico dei singoli brevetti analizzati. Dal contenuto tecnico si elaborano informazioni su altri argomenti, quali le tendenze di sviluppo economico e l’impatto sociologico. È interessante a questo proposito osservare come le tesi provengano da settori diversi, non solo scientifici o tecnologici, ma anche giuridici e manageriali, a riprova che la cultura brevettuale si amplia in diversi domini. Possiamo senz’altro dire che il Premio Bernardo Nobile stia contribuendo efficacemente ad una riflessione globale sullo studio dei brevetti come fonte d’informazione e ad orientare lo studio e la gestione dei temi di laurea”.
Il Premio è suddiviso in 3 sezioni:
tesi di laurea magistrale o specialistica che abbia utilizzato esplicitamente i brevetti come fonte di informazione;
tesi di dottorato di ricerca che abbia utilizzato esplicitamente i brevetti come fonte di informazione;
tesi di laurea magistrale o specialistica oppure tesi di dottorato di ricerca che abbia utilizzato esplicitamente i brevetti come fonte di informazione e i cui risultati, studi e/o ricerche svolte abbiano portato al deposito di una domanda di brevetto o alla nascita di una nuova impresa.
Al primo classificato di ogni sezione va una somma di 2.500 euro e la pubblicazione della propria tesi sul sito web di Area Science Park.
I vincitori dell’Edizione 2021 sono:
• Sezione Tesi di Laurea magistrale o specialistica:
Elena Oreglia (Politecnico di Torino, Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale)
Titolo tesi: “Brevetti e tecnologia 5G: una analisi empirica”.
• Sezione Tesi di Dottorato di ricerca:
Gianluca Biggi (Università di Pisa, Doctoral School in Business Administration and Management)
Titolo tesi: “Toxic Inventions: Geo-Temporal Dynamics and Firm Level Strategies in the Chemical Industry”.
• Sezione Tesi di Laurea o di Dottorato che abbia utilizzato esplicitamente i brevetti come fonte di informazione e i cui risultati, studi e/o ricerche svolte abbiano portato al deposito di una domanda di brevetto o alla nascita di una nuova impresa:
Sara Fioretti (Università degli Studi di Napoli Federico II, Dottorato di Ricerca in Scienze Veterinarie)
Titolo tesi: “Marine organisms model species for the assessment of biological, environmental and economic impacts on marine aquaculture in Campania”.
brevetti
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Premio Bernardo Nobile
26.01.2022
Le Arance della Salute di Fondazione AIRC per sostenere la ricerca sul cancro
Tornano nelle piazze italiane le Arance della Salute con il primo appuntamento dell’anno di raccolta fondi di Fondazione AIRC. Sabato 29 gennaio, ventimila volontari distribuiranno 2,5 kg di arance rosse coltivate in Italia a fronte di una donazione.
Il cibo che consumiamo può influire sulla nostra salute ed esserne anche un prezioso alleato: una dieta ricca di cereali integrali, verdure, frutta e legumi, contribuisce a ridurre il rischio di sviluppare diversi tipi di cancro. Come raccomanda il World Cancer Research Fund è importante limitare i grassi di origine animale (a eccezione del pesce) e gli zuccheri semplici, da cui sappiamo che i tumori sono fortemente dipendenti. Sulla base di questa conoscenza è nato il progetto “Breakfast”, sostenuto da AIRC e coordinato dal professor Claudio Vernieri presso IFOM e Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. I ricercatori, in associazione alla chemioterapia per il trattamento del tumore al seno triplo negativo, utilizzano una terapia adiuvante innovativa: una dieta ipoglicemizzante ciclica per ridurre la quantità di glucosio nell’organismo. Limitare il consumo di zuccheri contribuisce anche alla prevenzione primaria: circa un terzo dei tumori potrebbe infatti essere evitato grazie a un’alimentazione varia ed equilibrata. “Sono in corso altri studi clinici come ‘Breakfast’ – sottolinea Vernieri – da cui in futuro ci aspettiamo preziose informazioni sull’efficacia della riduzione dei livelli ematici di glucosio, non solo in ottica di prevenzione dei tumori, aspetto già riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale, ma anche come terapia in aggiunta alle cure tradizionali, come la chemioterapia e l’immunoterapia”.
La Fondazione AIRC finanzia numerosi progetti di ricerca anche in Friuli Venezia Giulia, in particolare a Trieste, diversi dei quali vedono protagonisti in Area Science Park ricercatrici e ricercatori di CNR, Elettra Sincrotrone Trieste e ICGEB. Altri progetti sono condotti da Università di Trieste, SISSA e I.R.C.C.S. Burlo Garofolo.
Arance della Salute
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Fondazione AIRC
24.01.2022
Una nuova piattaforma e un dispositivo indossabile per l’assistenza domiciliare di persone fragili
Una nuova piattaforma di supporto nell’assistenza domiciliare per la rilevazione, misurazione e trasmissione dei dati necessari al monitoraggio a distanza di persone anziane con sindromi geriatriche a rischio caduta e di persone affette da patologie neurologiche, come Parkinson, attacchi ischemici transitori (TIA) o Ictus, integrata a un prototipo di dispositivo indossabile. È il risultato raggiunto dal progetto CASSIA (Cloud Assisted per la Salute e la SIcurezzA), cofinanziato con il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale del Programma Operativo Regionale del Friuli Venezia Giulia, e sviluppato da un team di cui fanno parte la startup triestina Feature Jam Srl (capofila), Televita SpA, il Laboratorio di Bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste, l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI) e Area Science Park.
La piattaforma è in grado di rilevare parametri vitali come pressione, temperatura, ossigenazione e dati relativi al movimento, forniti dai sensori domiciliari di passaggio, o dall’innovativo dispositivo indossabile sviluppato da Feature Jam e, grazie al machine learning, può monitorare il livello di attività mantenuta nel tempo dall’assistito, rilevare le cadute e le anomalie nei modelli (pattern) di movimento, limitando così i falsi rilievi di caduta. Il progetto, sfruttando un sistema integrato denominato Decision Support System (DDS), associa i sensori a specifici algoritmi di intelligenza artificiale, favorendo la sicurezza domestica grazie alla capacità di individuare anomalie e attivare un servizio di teleassistenza.
In Italia, oltre 14 milioni di persone convivono con una patologia cronica, di cui 8,4 milioni sono ultra 65enni. Inoltre, durante un’indagine effettuata in Italia su un campione di over 65, l’8% degli intervistati ha dichiarato di essere caduto nei 30 giorni precedenti l’intervista e che il 63% delle cadute è avvenuto all’interno dell’ambiente domestico. I risultati del progetto CASSIA forniscono una risposta efficace e integrata nel sistema di cura, attraverso il supporto agli anziani e ai loro caregiver.
La soluzione sviluppata nell’ambito del progetto permette di identificare tempestivamente e gestire adeguatamente sia le alterazioni dei parametri vitali nei pazienti monitorati a distanza, sia le cadute, sia le anomalie nei movimenti quotidiani, e le conseguenti eventuali emergenze, consentendo interventi preventivi mirati quali, ad esempio, un cambio di terapia o di stile di vita. Due studi condotti durante l’emergenza sanitaria da COVID-19 hanno evidenziato un miglioramento significativo della qualità della vita dei pazienti monitorati, nonché una notevole riduzione del loro stato di ansia e depressione.
“Grazie a CASSIA, è stata sviluppata una piattaforma tecnologica a valenza clinica che sarà alla base dei servizi costruiti sul sistema di dispositivi domiciliari e indossabili – sottolinea Andrea Petronio, CEO Feature Jam Srl. Questi dispostivi contribuiranno a contenere il problema delle cadute degli anziani, permettendo di valutare il rischio in anticipo e adottare soluzioni preventive; il sistema consente inoltre di identificare in tempo reale e automatico eventi di Ictus e TIA, con la possibilità di attivare interventi tempestivi per ridurre gli esiti più gravi”.
“Nel progetto CASSIA – spiega Michela Flaborea, Presidente di Televita SpA – ci siamo occupati innanzitutto di realizzare la piattaforma informatica, che include il gateway per la ricezione dei segnali trasmessi dai diversi device, e mettere a punto il sistema di sensori domiciliari di movimento. A regime, il ruolo di Televita sarà quello di Centro Servizi, la struttura deputata a monitorare l’andamento dei diversi parametri rilevati da remoto (parametri vitali, parametri di movimento e cadute), rendendo possibile l’utilizzo delle tecnologie da parte dei soggetti fragili e facilitando la comunicazione tra l’utente e gli attori del Sistema Salute. Il Centro Servizi è quindi sia un agente di presa in carico, che una struttura di mediazione; un punto di riferimento facile, affidabile e sempre disponibile per le varie necessità dell’utente assistito in smart health.”
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