Dai nostri campus
09.03.2023
MADE IN FVG: Ambasciatori di Eccellenza
Prende il via l’edizione 2023 del progetto “MADE in FVG: ambasciatori di eccellenza” realizzato dalla Regione tramite l’Agenzia Lavoro&Sviluppolmpresa, l’Agenzia per il diritto allo studio (ARDiS), l’Ufficio scolastico regionale e in particolare il Coordinamento regionale del Friuli Venezia Giulia per le consulte studentesche.
L’iniziativa ha l’obiettivo di far conoscere agli studenti extraregionali che si stanno formando nelle Università del Friuli Venezia Giulia e ai ragazzi delle scuole superiori della nostra regione le grandi capacità e potenzialità del tessuto produttivo regionale.
Nel 2023 il progetto si concentrerà sui parchi scientifici e sulle aziende in essi insediate.
Si svilupperà in tre fasi da febbraio a maggio 2023: una prima fase di incontri, una fase di visita ai poli scientifici e una fase di restituzione e divulgazione.
Prossimi incontri di presentazione:
venerdì 10 marzo, l’incontro avrà per protagonisti Daniele Gulic, co-founder and Ceo Skyproxima (settore aerospaziale) e Filippo Bianco, amministratore delegato di Friuli Innovazione
venerdì 24 marzo, gli studenti incontreranno Andrea Martini, amministratore delegato di Fast Computing-ICT, che si occupa di riduzione computazionale combinata con i recenti sviluppi dell’intelligenza artificiale e della scienza dei dati, e Barbara Delbello, ufficio comunicazione di Area Science Park.
Per iscrizioni, clicca QUI.
Seguirà la fase delle visite ai tre parchi scientifici regionali. La visita in Area Science Park è prevista il prossimo 4 maggio 2023.
Nella terza e conclusiva fase, il programma prevede la diffusione degli esiti del progetto con il ruolo attivo degli studenti quali ambasciatori del mondo formativo e produttivo regionale.
Dai nostri campus
15.02.2023
Non tutto il grasso vien per nuocere: una nuova terapia di medicina rigenerativa per le ferite difficili
Una stretta collaborazione tra istituti scientifici e imprese della Regione Friuli Venezia Giulia ha prodotto risultati promettenti nel trattamento delle ferite difficili. La nuova terapia avanzata per la risoluzione efficace delle ferite difficili è stata pubblicata sulla rivista del gruppo Nature npj Regenerative Medicine. In questo studio, è stata dimostrato come alcune cellule del grasso, che prendono il nome di frazione stromale vascolare (in inglese: Stromal Vascular Fraction o SVF), sono in grado di promuovere la formazione di nuovi vasi sanguigni a livello della ferita, con importante accelerazione dei tempi di guarigione.
Le ferite difficili sono lesioni cutanee estremamente dolorose che non guariscono, anzi peggiorano con il tempo. Ciò è causato dalla coesistenza di patologie croniche sottostanti, in primis diabete e arteriopatie periferiche, che non consentono una adeguata vascolarizzazione della ferita, necessaria per garantire un sufficiente apporto di ossigeno e nutrienti, e quindi la guarigione.
Si tratta di una condizione frequente nelle persone che hanno più di 60 anni, almeno tanto quanto lo scompenso cardiaco, con importanti limitazioni nelle attività quotidiane.
Le ricadute economiche sono importanti. Circa il 3% del budget sanitario globale viene speso per la cura delle ferite difficili, che richiedono terapie specialistiche e costose: in Italia oltre 3 miliardi di euro all’anno. A questo si aggiunge la riduzione delle capacità lavorative del malato e la necessità di assistenza sanitaria, a volte costante.
Questa ricerca, guidata da Serena Zacchigna, responsabile del laboratorio di Biologia Cardiovascolare dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB) e docente di Biologia Molecolare all’Università degli Studi di Trieste è stata resa possibile dal progetto PREFER – sviluppo di un PRodotto biocompatibile per la tErapia delle FERite difficili, finanziato dal Programma Operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020 del Friuli Venezia Giulia. Oltre a ICGEB e UNITS, hanno partecipato due aziende regionali, Zeta Research e Vivabiocell, capofila del progetto.
“Le terapie attualmente disponibili si basano sull’applicazione di sostituti cutanei per promuovere la cicatrizzazione delle ferite – spiega Zacchigna – Tuttavia la loro efficacia è limitata dalla vascolarizzazione inadeguata che solitamente sta alla base di questa malattia”. Come funziona questa nuova terapia? “Abbiamo prelevato le cellule derivate dal tessuto adiposo dei pazienti per applicarle sul letto della ferita. A distanza di qualche giorno abbiamo osservato la formazione di una nuova rete vascolare, funzionale e connessa con i vasi pre-esistenti”.
“Il ripristino di un adeguato afflusso di sangue a livello della ferita è fondamentale per supportare la guarigione della lesione cutanea” continua Giovanni Papa, docente UNITS e Direttore della Unità di Chirurgia Plastica dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI), che ha fornito le cellule e consentito la validazione dell’efficacia.
La collaborazione tra accademia e impresa ha permesso di ottenere questo primo traguardo verso una migliore cura e qualità di vita per le persone con ferite difficili. Fondamentale in questo percorso è stata la partecipazione di VivaBioCell, azienda leader nella produzione di bioreattori per terapie cellulari, che ha apportato la propria esperienza industriale e la capacità di trasformare i risultati della ricerca in soluzioni implementabili in una realtà clinica.
“Il lavoro congiunto tra noi ricercatori accademici, i clinici ospedalieri e il reparto ricerca e sviluppo industriale è stato essenziale per definire degli obiettivi concreti, compatibili con le esigenze del processo di scalabilità industriale – afferma Roman Vuerich, primo autore del lavoro e studente di dottorato presso UNITS e ICGEB – Questo progetto è stato un esempio di come la sinergia tra accademia e impresa possa portare a soluzioni concrete per le sfide della salute pubblica.”
“Siamo confidenti che questa collaborazione possa continuare in futuro per portare un prodotto di terapia avanzata ai pazienti e che funga da faro per promuovere altri progetti di collaborazione tra centri di ricerca, ospedali e industria. Solo grazie a finanziamenti che sostengano la sinergia tra queste realtà potremo far sì che i risultati della ricerca arrivino ai malati e che questo possa accadere anche in Italia” concludono all’unisono Zacchigna e Papa.
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Dai nostri campus
15.02.2023
Dr. Schӓr R&D Centre di Trieste: le ricercatrici infrangono il soffitto di cristallo
Nel Dr. Schär R&D Centre di Trieste, nato 20 anni fa e parte integrante del Gruppo Dr. Schär, azienda leader nell’alimentazione senza glutine e per specifiche esigenze nutrizionali, la ricerca davvero non ha genere.
In Italia, secondo i dati del report “Gender in research” di Elsevier, a fronte di un folto numero di donne impegnate nella ricerca, solo un 20% di loro ricopre però ruoli apicali. Al Dr. Schär R&D Centre, invece, non solo oltre la metà degli addetti sono donne, ma quasi tutte le posizioni al vertice sono ricoperte da ricercatrici.
Scienziate che, grazie alle proprie competenze – che spaziano dalla ricerca di base e sulle materie prime, allo sviluppo del prodotto – e con le loro intuizioni, dedizione e determinazione hanno ampiamente superato quel gender gap che ha tradizionalmente considerato le scienze appannaggio maschile e che, quindi, con la loro storia possono essere d’ispirazione per le giovani generazioni.
Il team guidato dalla Dottoressa Virna Cerne, Senior Director of Global Research & Development, è insediato all’interno di Area Science Park a Trieste ed è quotidianamente impegnato nello studiare nuove soluzioni alimentari specifiche a favore di determinate esigenze nutrizionali (gluten free, alimentazione aproteica, prodotti chetogenici) e di migliorare e rinnovare continuamente i vari prodotti del vasto assortimento. Nello specifico le attività si concentrano su progetti nel campo della chimica degli alimenti e della biologia, ricerca di nuove materie prime o nuove soluzioni di packaging per garantire la massima qualità dei nostri prodotti, studio di nuove formulazioni come base per nuovi prodotti e ricerca di soluzioni tecnologiche per gli impianti di produzione.
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Dai nostri campus
24.01.2023
L’Ambasciatore di Israele Alon Bar ha visitato Area Science Park
Visita questa mattina in Area Science Park Science Park dell’Ambasciatore di Israele Alon Bar, accolto dalla Presidente Caterina Petrillo e dal Direttore Generale Anna Sirica. Sono state illustrate al diplomatico le principali linee di attività dell’ente, che si sviluppano attorno al Parco Scientifico e Tecnologico, la Ricerca ad alta specializzazione con le Piattaforme di ricerca e tecnologia, il Trasferimento tecnologico e il supporto alle imprese.
Area è in sé un dimostratore di scienza e tecnologia al servizio del mondo della ricerca e di quello imprenditoriale. Grazie all’integrazione dei suoi laboratori e servizi, quelli delle aziende e dei centri di ricerca, Area Science Park, ha spiegato la Presidente Petrillo, può sviluppare modelli e soluzioni per nuovi processi, servizi e prodotti. Il Parco Scientifico e Tecnologico, nel quale operano 57 aziende e 7 centri di ricerca, sarà impegnato nei prossimi anni nella costruzione di joint labs e nel supporto alla nascita di nuove imprese secondo un approccio “deep-tech”, orientato allo sviluppo di tecnologie basate su scoperte scientifiche e sfide ingegneristiche.
Le Piattaforme tecnologiche e di ricerca coordinate da Area Science Park negli ambiti scienze della vita e nuovi materiali, offrono accesso a laboratori di ricerca in cui strumentazione avanzate e competenze sono messe a sistema per fornire know-how e servizi finalizzati allo svolgimento di test sperimentali e progetti di ricerca applicata e industriale. Come esempio di supporto all’innovazione dei processi industriali, sono state illustrate principalmente le attività di IP4FVG, il Digital Innovation Hub regionale.
E’ stato infine menzionato l’impegno di Area in due importanti progetti finanziati dal PNRR: PRP@CERIC, che ha l’obiettivo di studiare i vettori di malattie infettive attraverso la manipolazione e la caratterizzazione di patogeni; NFFA-DI, che punta a integrare laboratori di nano-fabbricazione per la crescita controllata di materiali su scala atomica. Infine, è stata evidenziata la partecipazione a North Adriatic Hydrogen Valley, progetto il cui obiettivo è creare una filiera transfrontaliera dell’idrogeno tra Friuli Venezia Giulia, Croazia e Slovenia.
“È stata una prima visita molto interessante – ha detto l’Ambasciatore Bar – e spero che potremo incrementare ed estendere le collaborazioni tra Area Science Park e l’ecosistema di innovazione di Israele”.
Nel parco scientifico Alon Bar ha inoltre visitato l’ICGEB ed Elettra Sincrotrone Trieste.
Dai nostri campus
20.01.2023
Evidenze di infezione da SARS-CoV-2 persistente nel tempo in pazienti apparentemente guariti dal COVID-19
Uno studio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Trieste, del King’s College of London e dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB) di Trieste, pubblicato su Journal of Pathology, ha rivelato aspetti inattesi del danno polmonare causato dal virus Sars-CoV-2.
Lo studio, coordinato da Mauro Giacca, docente di biologia molecolare dell’Università di Trieste, direttore della Scuola di Medicina Cardiovascolare al King’s College di Londra e Group Leader del laboratorio di Medicina molecolare in ICGEB, ha tratto vantaggio della pluriennale esperienza di Rossana Bussani dell’Istituto di Anatomia Patologica di ASUGI e docente di Anatomia Patologica dell’Università di Trieste, nell’esame autoptico dei pazienti deceduti all’ospedale del capoluogo giuliano.
Il team di ricercatori, che include anche Chiara Collesi, docente di Biologia Molecolare dell’Università di Trieste, e Serena Zacchigna, docente di Biologia Molecolare dell’Università di Trieste e Group Leader del laboratorio di Biologia cardiovascolare in ICGEB, ha analizzato il tessuto polmonare di una particolare categoria di pazienti, ossia quelli apparentemente negativizzati dal virus, ma le cui condizioni cliniche si sono progressivamente aggravate fino a condurli alla morte con sintomi del tutto sovrapponibili a quelli di un’infezione acuta da SARS-CoV-2. La coorte dei pazienti analizzati, nonostante la ripetuta negatività virale fino a 300 giorni consecutivi, ha rivelato evidenza di polmonite interstiziale focale o diffusa, accompagnata da estesa sostituzione fibrotica nella metà dei casi.
Assolutamente inattesi alcuni aspetti significativi dal punto di vista patologico: nonostante l’apparente remissione virologica, la patologia polmonare si è rivelata molto simile a quella osservata negli individui con infezione acuta, con frequenti anomalie citologiche, sincizi e la presenza di caratteristiche dismorfiche nella cartilagine bronchiale.
Il secondo aspetto, forse ancora più inquietante, è legato all’assenza di tracce virali nell’epitelio respiratorio (coerente con la negatività del test molecolare), mentre sono state individuate nella cartilagine bronchiale e nell’epitelio ghiandolare parabronchiale la proteina Spike e quella del Nucleocapside virale, indispensabili rispettivamente all’infezione e alla replicazione del virus. Il distretto cartilagineo appare come un “santuario” che rende il virus non identificabile con alcuna delle metodiche di cui si dispone al momento.
Insieme, questi i risultati indicano che l’infezione da SARS-CoV-2 può persistere significativamente più a lungo di quanto suggerito dai risultati negativi dei Test PCR, con segni evidenti d’infezione in specifici tipi di cellule nel polmone. Quale sia il ruolo effettivo di questa latente infezione a lungo termine nel quadro clinico della cosiddetta “sindrome del COVID lungo”, resta ancora da esplorare.
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Dai nostri campus
17.01.2023
Hannes Berger è il nuovo CEO di Dr. Schär
Hannes Berger è stato nominato CEO di Dr. Schär da Ulrich Ladurner, presidente dell’azienda leader mondiale nella nutrizione specifica. L’azienda, fondata in Alto Adige nel 1922, conta 18 sedi in 11 paesi, con più di 1.500 dipendenti. Dr. Schär, i cui prodotti sono disponibili in più di 100 paesi, ha il suo centro di ricerca R&D insediato in Area Science Park, dove attualmente lavorano 34 ricercatori. L’azienda quest’anno supererà la soglia dei 500 milioni di euro di fatturato e vuole continuare ad accelerare il business espandendosi in nuovi paesi e nuove categorie nutrizionali.
Hannes Berger ricopre posizioni chiave nell’azienda da quasi due decenni ed è un membro del Board of Directors dalla sua prima costituzione. Negli ultimi cinque si è dedicato allo sviluppo del mercato d’oltreoceano con il ruolo di CEO e presidente Nord America espandendo successivamente le sue responsabilità anche all’America Latina, il Regno Unito e l’Irlanda. Sotto la sua direzione il fatturato americano è cresciuto di più del doppio diventando uno dei paesi chiave dell’azienda, con continui investimenti per l’espansione dei siti produttivi locali.
“Vogliamo continuare il percorso intrapreso con una persona al vertice che conosce bene l’azienda, da quasi due decenni, e che durante questo periodo l’ha plasmata in modo decisivo coprendo una posizione di leadership” ha affermato Ulrich Ladurner, presidente dell’azienda. “Siamo lieti di annunciare che Hannes Berger assumerà il ruolo di CEO di Dr. Schär e siamo certi che l’azienda sarà affidata a mani esperte e competenti”.
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Dai nostri campus
23.12.2022
Festività di fine anno: giornate di chiusura dell’Ente e indicazioni sulle modifiche ai servizi
In occasione delle festività di fine anno, Vi informiamo che l’Ente resterà chiuso nelle giornate: 29 e 30 dicembre 2022; 2, 3, 4, 5 gennaio 2023.
In queste giornate non sarà attivo il servizio protocollo; sempre attivo il servizio postale per gli Insediati dei Campus.
Da 23 dicembre all’8 gennaio le sale del centro congressi resteranno chiuse e l’attività di prenotazione delle sale riprenderà dopo il 9 gennaio.
Data la minor affluenza nei Campus di Area Science Park, inoltre, i servizi di ristorazione e bar subiranno alcune modifiche:
chiusura bar ore 16:00
un solo self service aperto
corner pizzeria chiuso venerdì 23/12 e 30/12
I nostri migliori auguri di buone feste e per un 2023 ricco di soddisfazioni.
Lo Staff di Area Science Park
Dai nostri campus
02.12.2022
Avviata la sperimentazione della app “AreaBurlo” realizzata dall’Ircss Burlo Garofolo e Area Science Park
La comunicazione in sanità oggi non può più basarsi solo sui mezzi tradizionali, ma deve trovare il modo di innovarsi e sfruttare le potenzialità dei new media, avvicinandosi il più possibile alle esigenze e modalità comunicative dei suoi utenti per perseguire i migliori risultati di salute. Partendo da questo principio è nato un progetto che vede protagonisti l’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo”e Area Science Park che hanno portato alla creazione di una App medicale la cui sperimentazione è appena partita.
Il progetto nasce nell’ambito di una convenzione siglata tra Burlo e Area Science Park che lo finanzia su fondi del progetto “Sistema Argo”, oggetto del protocollo di intesa tra Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Ministero dello Sviluppo Economico e Regione Fvg. Obiettivo della collaborazione è la creazione di un Ecosistema digitale utile al rafforzamento dell’offerta di servizi a sostegno della collaborazione tra professionisti e dell’interazione tra professionisti e cittadini. Lo strumento è rivolto alla salute della donna, del bambino e dell’adolescente che afferiscono all’Ircss, ma ha già le caratteristiche utili per essere successivamente impiegato in contesti più ampi di riorganizzazione sanitaria regionale.
Il lavoro è partito con uno studio – pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of Medical internet Research e condotto da un team multidisciplinare di professionisti del Burlo, dell’ateneo triestino e di Area Science Park – sulle principali applicazioni disponibili in Italia che ha dimostrato come il delicato periodo della gravidanza e del post partum renda i genitori bisognosi di informazioni chiare, semplici e rassicuranti che spieghino cosa sia meglio fare per tutelare mamma e bambino. Inoltre, è emerso che molto di frequente gli strumenti digitali risultano generalmente incompleti e poco affidabili, rischiando di fuorviare il corretto comportamento su tematiche importanti per la salute di future mamme e neonati.
«Abbiamo analizzato 22 delle numerose applicazioni disponibili in Italia, escludendo quelle a pagamento, commerciali o contenenti esclusivamente giochi, foto e video – spiega Laura Brunelli, primo autore dello studio e studentessa del dottorato di ricerca in Scienze della Riproduzione e dello Sviluppo dell’Università di Trieste, svolto presso l’Irccs “Burlo Garofolo”, sotto la guida della professoressa Tamara Stampalija – prendendo in considerazione vari aspetti come linguaggio, affidabilità, completezza delle informazioni e dei temi trattati. Nessuna delle applicazioni appare certificata come dispositivo medico, ponendo in dubbio la sicurezza dello strumento stesso; inoltre, spesso sono assenti i riferimenti alle fonti e ai responsabili scientifici, il che non rassicura sull’accuratezza dei contenuti».
«La scelta di monitorare le applicazioni disponibili sul mercato digitale è nata dall’esigenza di comprendere le necessità e le migliori modalità alla base dello sviluppo di strumenti digitali completi ed efficaci; in questo modo è stato possibile costruire un modello di strumento digitale per veicolare informazioni certificate e rivolto verso l’interattività: questo il valore aggiunto dell’innovazione tecnologica che ha un ruolo di facilitatore e abilitatore di tecnologie» dichiarano Sara Zanchiello e Anja Starec, tecnologi di Area Science Park, che aggiungono «La forza del progetto sta nella multidisciplinarietà del gruppo di lavoro messo in campo dai due enti: conoscenze organizzative, di processo, clinico-assistenziali, abilità ingegneristiche e rigore metodologico e scientifico si sono fuse per dare vita a un vero e proprio laboratorio digitale».
Numerosi professionisti dei due Enti hanno lavorato assieme per realizzare l’app denominata “AreaBurlo” la cui sperimentazione è cominciata negli scorsi giorni e sta coinvolgendo 270 soggetti che ne valuteranno le funzionalità e l’efficacia. Il progetto infatti vedrà coinvolte nella sperimentazione 360 persone per il percorso nascita e 180 persone a supporto della presa in carico della famiglia nel percorso peri-operatorio pediatrico (bambini e ragazzi sottoposti a intervento di tonsillectomia o adenotonsillectomia con o senza applicazione di drenaggio timpanico).
La soluzione in fase di sperimentazione insiste su una piattaforma informatica accessibile online e certificata medicale secondo le normative europee.
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Dai nostri campus
27.10.2022
Il morbo di Alzheimer non è uguale in uomini e donne. Studio italiano apre a terapie personalizzate in base al sesso
Il morbo di Alzheimer non è uguale in uomini e donne: alcuni meccanismi molecolari sono infatti diversi tra i due sessi, in particolare per quanto riguarda il metabolismo di un amminoacido che è stato recentemente proposto come indicatore precoce di tale patologia e che quindi non sarebbe ugualmente affidabile per maschi e femmine.
Lo afferma uno studio italiano, pubblicato a settembre sulla rivista Cell Reports e guidato dall’Università di Milano, al quale hanno collaborato anche l’Università dell’Insubria, l’Università di Milano-Bicocca, quella di Roma Tor Vergata e il Laboratorio di Genomica ed Epigenomica (LAGE) dell’Area Science Park. La ricerca apre la strada anche a terapie differenziate e personalizzate in base al sesso.
I ricercatori hanno analizzato campioni prelevati post mortem da cervelli di uomini e donne con un invecchiamento normale e da pazienti affetti dal morbo di Alzheimer. Il contributo di Area Science Park, spiega Danilo Licastro, responsabile del LAGE, si è concentrato sull’analisi genomica ed epigenomica: la difficoltà maggiore è stata quella di mettere a punto e impiegare un protocollo di analisi che fosse compatibile con i campioni di Rna di tessuto inviati dall’Università di Tor Vergata e precedentemente forniti dalle biobanche, perché trattandosi di tessuti post-mortem non presentavano la stessa qualità di un tessuto fresco.
Le analisi hanno evidenziato profonde differenze in termini di vie metaboliche alterate: due esempi sono la risposta insulinica e il metabolismo dell’amminoacido serina (che genera un importante regolatore delle funzioni cerebrali, la D-serina). Questo è di particolare interesse, in quanto la D-serina modula la neurotrasmissione e anche perché il suo livello nel sangue è stato proposto come marcatore precoce per questa patologia. “Questi risultati mostrano come la malattia di Alzheimer cambia e, per certi aspetti, inverte alcune caratteristiche nei due sessi”, commenta Elisa Maffioli, dell’Università di Milano, “evidenziando così come diversi meccanismi siano attivi o meno in base al sesso e aprendo alla possibilità di intervenire con innovativi approcci terapeutici differenziati tra uomini e donne”.
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10.10.2022
ESTECO per la terza volta fornitore ufficiale di Luna Rossa Prada Pirelli per la 37ma edizione della Coppa America
ESTECO, una software house indipendente, specializzata in soluzioni per l’ottimizzazione ingegneristica e la gestione di dati e processi di simulazione, risulta nuovamente fra i fornitori ufficiali di Luna Rossa Prada Pirelli Team per la 37ma edizione della Coppa America.
In base all’accordo sottoscritto, ESTECO fornirà al team la propria piattaforma collaborativa per la gestione automatizzata dei processi e dei dati di simulazione e l’ottimizzazione numerica.
“Siamo orgogliosi di contribuire allo sviluppo delle imbarcazioni di Luna Rossa Prada Pirelli attraverso le nostre tecnologie modeFRONTIER e VOLTA proseguendo così la collaborazione iniziata fin dal concepimento di questi affascinanti scafi volanti della classe AC75”, ha affermato Carlo Poloni, presidente di ESTECO.
“La sfida tecnologica continua, ma crediamo che l’uso di sistemi di progettazione collaborativa, assieme a simulazioni sempre più sofisticate, potrà contribuire a portare in Italia il trofeo più ambito”, ha concluso.
La Coppa America, il più antico trofeo sportivo internazionale, è diventata una gara del design e dell’innovazione che unisce ingegneria e precisione tecnica. I limiti imposti dal regolamento della Coppa America evidenziano l’assoluta necessità di ricorrere alla simulazione e all’ottimizzazione multidisciplinare. In questo contesto, soluzioni software come ESTECO modeFRONTIER e VOLTA svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo e nell’ottimizzazione delle nuove imbarcazioni della classe AC75.
Luna Rossa Prada Pirelli Team, per il terzo anno consecutivo, adotterà ESTECO modeFRONTIER, la soluzione software leader per l’automazione dei processi di simulazione e l’ottimizzazione numerica.
Rispetto al passato, per la 37ma edizione della Coppa America, il Team utilizzerà anche ESTECO VOLTA, l’innovativa piattaforma collaborativa per la gestione dei processi e dei dati di simulazione e per l’ottimizzazione numerica. ESTECO VOLTA permette di fare un salto di qualità a livello di collaborazione ingegneristica grazie alla sua interfaccia web, contribuendo alla creazione di uno scafo altamente performante in tempi ridotti, nel pieno rispetto delle norme restrittive imposte.
“modeFRONTIER è uno degli strumenti di lavoro essenziali del nostro Team, perché ci supporta nell’ottimizzazione dei profili idrodinamici che andranno a costituire la base per una più ampia analisi 3D nella progettazione di wing e timone dell’AC75”, ha affermato Andrea Vergombello, VPP and CFD optimization, di Luna Rossa Prada Pirelli Team.
“Inoltre, l’ottimizzazione multidisciplinare è ormai un aspetto cruciale per il progetto delle imbarcazioni di America’s Cup: avere un buon software che ci permetta di combinare i dati aerodinamici e idrodinamici per l’ottimizzazione parametrica dello scafo è fondamentale per poter disegnare una barca vincente”, ha aggiunto Vergombello.
La 37ma edizione della Coppa America si svolgerà a Barcellona (Spagna) nel 2024.
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04.10.2022
Nuovo studio sulle nano-plastiche, i frammenti di polistirolo sono in grado di alterare modelli di membrane cellulari
Quattrocento milioni di tonnellate, è questo il peso della plastica prodotta ogni anno in tutto il mondo. Questa vera e propria montagna è costituita in gran parte da oggetti monouso che presto finiscono nella spazzatura, o peggio, nell’ambiente. Le plastiche costituiscono infatti l’80% dei rifiuti presenti nei nostri mari e la loro degradazione porta alla formazione di micro- e nano-particelle, le quali costituiscono un grave pericolo per la salute. Comprendere quindi l’effetto delle nano-plastiche sugli esseri viventi è una tematica urgente e importante. Uno studio realizzato dalle professoresse Elena Del Favero (Università di Milano) e Giulia Rossi (Università di Genova), insieme alle loro colleghe e colleghi, ha permesso di chiarire l’effetto del polistirene su modelli di membrane cellulari. Il polistirene, anche conosciuto come polistirolo, è una delle plastiche più utilizzate in assoluto. Tra i suoi impieghi ci sono imballaggi, custodie, rasoi usa e getta e tanti altri oggetti quotidiani. Lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Colloid and Interface Science, è stato realizzato grazie al contributo del Consorzio centro-europeo delle Infrastrutture di Ricerca (CERIC-ERIC) con sede a Trieste.
“Il nostro lavoro dimostra come le nano-plastiche possano influenzare la struttura e la dinamica delle membrane cellulari”, afferma la professoressa Rossi. Per realizzare questo studio è risultata fondamentale l’integrazione di tecniche sperimentali e simulazioni al computer. Tra le prime, emerge l’impiego di analisi di diffusione dei raggi X, realizzati presso la struttura partner austriaca di CERIC-ERIC, situata presso il Sincrotrone Elettra di Trieste. In tal modo è stato possibile rivelare come cambiano le proprietà strutturali delle membrane in presenza di polistirene. Simulazioni informatiche e studi di calorimetria hanno poi confermato ciò che è stato osservato sperimentalmente. Ulteriori test hanno consentito di valutare gli effetti del polistirene sulle proprietà meccaniche delle membrane, come la flessibilità. “La combinazione di tecniche sperimentali e computazioni ha permesso di dimostrare come anche piccole quantità di polistirene siano in grado di interagire con le membrane modello alterandole sempre più al crescere della dose” afferma la professoressa Del Favero.
Questa ricerca si va ad aggiungere a una crescente letteratura scientifica sulla diffusione delle microplastiche e sui loro effetti sulla vita animale. Un precedente lavoro, sempre realizzato con il contributo di CERIC-ERIC ha infatti dimostrato come le micro-plastiche abbiano invaso diverse catene alimentari, anche in luoghi remoti come l’Antartide. “Il rischio causato dall’incorporazione delle micro- e nano-plastiche non va sottovalutato. Ulteriori studi saranno fondamentali per comprendere l’effetto di frammenti di plastica più simili a quelli che comunemente si trovano nei nostri mari, i quali sono ricoperti da numerose molecole organiche e inorganiche. Allo stesso tempo sarà fondamentale determinare il loro effetto sulle proteine di membrana, le quali ricoprono un ruolo critico in molte funzioni cellulari”, conclude la professoressa Rossi.
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29.09.2022
“Suggestioni quantistiche”: vieni a scegliere il vincitore del concorso alla Notte dei ricercatori!
Trieste Contemporanea ospita, in occasione della Notte dei Ricercatori, le Italian Quantum Weeks ideate da un coordinamento di ricercatori del CNR e altri collaboratori del sistema scientifico cittadino.
Promotore delle settimane quantiche triestine è l’Istituto Nazionale di Ottica del CNR. Nella giornata dedicata alla Notte dei Ricercatori lo Studio Tommaseo (via del Monte 2/1), dalle ore 18 alle ore 20, ospiterà la sessione di selezione e di votazione da parte del pubblico – il cui svolgimento è previsto in diverse città italiane tra cui Trieste – dei 12 progetti finalisti del concorso di Creatività Quantistica “Suggestioni Quantistiche”.
Durante l’evento del 30 settembre le 12 proposte finaliste verranno presentate al pubblico. I visitatori quindi formeranno la giuria pubblica di Trieste, chiamata a valutare i progetti e a selezionarne i migliori tre. La selezione verrà fatta in contemporanea con altre città italiane. I progetti che passeranno questa selezione, verranno premiati il 14 aprile durante il World Quantum Day 2023 e verranno esposti in una mostra nazionale nel 2024.
Programma della giornata del 30 settembre:
18.00 – 18.10 – Benvenuto di Oxana Mishina – coordinatrice a Trieste delle Italian Quantum Weeks
18.10 – 18.20 – Introduzione delle regole del voto
18.20 – 19.20 – Presentazione dei progetti
19.30 – 19.45 – Votazione
19.45 – 20.00 – Premiazione del progetto triestino
Per maggiori informazioni: https://www.quantumweeks.it/trieste/
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notte dei ricercatori
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GLI EVENTI IN AREA SCIENCE PARK
Workshop, corsi, incontri e tavole rotonde a carattere scientifico e divulgativo
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