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News

20.11.2024
Atomi metallici in reti di grafene: così nascono i materiali del futuro
Una ricerca internazionale svolta congiuntamente dall’Istituto Officina dei Materiali del Consiglio nazionale delle ricerche di Trieste (Cnr-Iom) e dalle Università di Trieste, Milano- Bicocca e Vienna, ha dimostrato un metodo semplice e innovativo per realizzare una nuova categoria di materiali che uniscono le straordinarie proprietà manifestate da singoli atomi metallici con la robustezza, flessibilità e versatilità del grafene, per potenziali applicazioni nei campi della catalisi, della spintronica e dei dispositivi elettronici. Lo studio è pubblicato sulla rivista Science Advances: il metodo consiste nel depositare in modo controllato atomi metallici, come il cobalto, durante la formazione dello strato di grafene su una superficie di nichel. Alcuni di questi atomi vengono incorporati nella rete di carbonio del grafene, così formando un nuovo materiale che ha proprietà eccezionali di robustezza, reattività e stabilità. Il metodo è stato ideato nei laboratori del Cnr-Iom in Area Science Park: “Si tratta di un risultato ancora preliminare, ma già molto promettente, frutto di un’idea originale nata nel nostro laboratorio che all’inizio sembrava irrealizzabile”, afferma Cristina Africh, ricercatrice del Cnr-Iom che ha guidato il team. Grazie al fatto che il materiale può essere staccato dal substrato mantenendo la sua struttura originale, esso è potenzialmente utilizzabile in ambito applicativo. “La metodologia è stata sperimentata per intrappolare atomi di nichel e cobalto, ma i nostri calcoli dicono che l’uso si potrà estendere ad altri metalli per applicazioni diverse”, spiega Cristiana Di Valentin, professoressa di Chimica generale e inorganica  dell’Università di Milano-Bicocca. Inoltre, il materiale ha mostrato stabilità anche in condizioni critiche: “Abbiamo dimostrato che questo materiale sopravvive anche a condizioni critiche, inclusi gli ambienti elettrochimici utilizzati per le applicazioni in celle a combustibile e batterie”, aggiunge Jani Kotakoski dell’Università di Vienna. Frutto di una collaborazione internazionale, lo studio si è avvalso di competenze diverse e complementari: “Un aspetto decisivo per dimostrare l’efficacia di questo approccio, semplice e potente al tempo stesso”, conclude Giovanni Comelli dell’Università di Trieste.
CNR-IOM Comunicati Stampa Dai nostri campus grafene Infrastrutture di ricerca nuovi materiali
14.11.2024
Una panchina gialla in ricordo del ricercatore Giulio Regeni
“Mai molar”, ‘non mollare mai’. Paola Deffendi, la madre di Giulio Regeni, ha chiuso con questa tipica esortazione triestina il suo breve intervento in occasione dell’inaugurazione della panchina dedicata a Giulio, collocata al centro del Campus di Padriciano di Area Science Park. Verniciata di giallo, la panchina vuole rappresentare un simbolo di speranza, giustizia e solidarietà, a testimonianza dell’impegno di chi, insieme alla famiglia di Giulio, continua a chiedere verità. È stata un’iniziativa spontanea, nata dal basso quella di personale, ricercatrici e ricercatori di Area, che con una colletta hanno acquistato vernice e targa per personalizzare la panchina, devolvendo gran parte della quota restante su un conto corrente destinato alle spese legali e per le trasferte processuali sostenute dai coniugi Regeni. La morte di Giulio dimostra quanto sia fondamentale tutelare la libertà di ricerca, soprattutto in contesti in cui il dissenso o l’indagine su temi sensibili possono essere pericolosi. Ricordare Giulio significa anche tenere viva la lotta per la difesa dei diritti fondamentali, come la libertà di espressione, di associazione e di ricerca. Qui il video dell’inaugurazione della panchina avvenuta alla presenza di Paola Deffendi e Claudio Regeni.
Dai nostri campus Giulio Regeni panchina gialla
GLI EVENTI IN AREA SCIENCE PARK
Workshop, corsi, incontri e tavole rotonde a carattere scientifico e divulgativo
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