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10.11.2025
Ricerca e cooperazione contro la resistenza antimicrobica
La World Antimicrobial Resistance Awareness Week (WAAW) – la Settimana Mondiale per la Consapevolezza sulla Resistenza Antimicrobica promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si celebrerà dal 18 al 24 novembre, avendo quest’anno come tema “Agire Ora: Proteggere il Nostro Presente, Assicurare il Nostro Futuro”.
Lo scopo principale è sensibilizzare a livello mondiale sul pericolo della resistenza antimicrobica (AMR), che si verifica quando batteri, virus, funghi e parassiti si evolvono e resistono all’effetto dei farmaci, rendendo le infezioni difficili da trattare.
In prossimità di questa ricorrenza importante dal punto di vista sanitario, scientifico e sociale, Area Science Park ha organizzato oggi a Trieste, in collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste, l’International Workshop “Tackling Antimicrobial Resistance: Prevention, Monitoring and Counteraction”, dedicato alla prevenzione, al monitoraggio e alle strategie di contrasto dell’antimicrobico-resistenza (AMR).
L’iniziativa, intrapresa nell’ambito del progetto PRP@CERIC e promossa con il patrocinio di istituzioni scientifiche nazionali e internazionali – tra cui il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), la Società Italiana di Microbiologia (SIM), l’Università di Trieste, ha riunito esperti del mondo accademico, clinico e industriale per discutere le più recenti ricerche e soluzioni innovative per affrontare la crescente minaccia dei batteri resistenti ai farmaci.
La ricerca scientifica in questi anni sta provando a trovare risposte e strategie per fermare la diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici e sviluppare terapie efficaci contro le infezioni che oggi non rispondono più ai trattamenti tradizionali. La cooperazione scientifica internazionale è una delle carte fondamentali da giocare per vincere una delle più grandi sfide sanitarie del nostro tempo.
Durante il workshop è stato sottolineato come il monitoraggio rappresenti un pilastro essenziale del Piano Nazionale di Contrasto all’AMR (PNCAR). La resistenza antimicrobica è infatti un processo evolutivo e globale, responsabile di 1,27 milioni di decessi diretti e 4,95 milioni di decessi totali associati ogni anno, una cifra che supera quelle combinate di tubercolosi e HIV. I batteri del gruppo ESKAPE (Enterococcus faecium, Staphylococcus aureus, Klebsiella pneumoniae, Acinetobacter baumannii, Pseudomonas aeruginosa ed Escherichia coli), insieme a Mycobacterium tuberculosis e Streptococcus pneumoniae, sono oggi tra i principali responsabili delle infezioni più difficili da trattare.
“La situazione relativa alla resistenza agli antibiotici è molto eterogenea: in Italia notiamo una crescente cautela e sensibilità nella prescrizione e nell’uso corretto degli antimicrobici, sia in ambito umano che in zootecnia, ma a livello globale la gestione del problema è ancora diseguale – sottolinea Federica Mantovani di Area Science Park -. L’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Commissione Europea hanno evidenziato che, nonostante le precauzioni adottate, c’è una grave mancanza di innovazione nel settore. Tra i circa novanta farmaci in studio, solo quindici sono considerati estremamente innovativi. È cruciale incrementare la ricerca, anche di base, su questo tema per sviluppare terapie radicalmente nuove e superare l’antibiotico resistenza, poiché rimanere su schemi terapeutici analoghi a quelli attuali non è sufficiente”.
Per contrastare la diffusione dell’AMR sono necessarie azioni coordinate a livello internazionale e locale, basate su programmi di stewardship antibiotica – cioè che promuovano l’uso consapevole e mirato dei farmaci antimicrobici –, su una sorveglianza epidemiologica costante e sull’approccio “One Health”, che riconosce il legame indissolubile tra la salute delle persone, degli animali e dell’ambiente.
“L’antimicrobico resistenza è un fenomeno globale che richiede azioni locali – evidenzia Stefania Stefani dell’Università di Catania -. Il suo impatto varia notevolmente, con conseguenze molto più gravi in Africa, India Far East, dove si registra un problema critico di accesso alle cure e ai nuovi antibiotici. In Italia, ad esempio, ci confrontiamo con un’alta mortalità per microrganismi Gram negativi multidrug-resistenti. È un problema multifattoriale che non ha confini. Per affrontarlo è fondamentale l’approccio One Health, che riconosce che la resistenza si manifesta allo stesso modo nell’uomo, negli animali (zootecnia) e nell’ambiente. Dobbiamo studiare il problema in tutti questi ambiti, identificando gli hotspot di raccolta dei microrganismi resistenti, come i luoghi di trattamento dei rifiuti, per comprendere la loro origine e valutare l’impatto futuro sull’uomo”.
Ampio spazio è stato dedicato alla presentazione di strategie terapeutiche innovative, tra cui la ricerca su anticorpi monoclonali umani isolati da pazienti convalescenti, capaci di prevenire e curare infezioni batteriche e di contribuire all’identificazione di nuovi antigeni per lo sviluppo di vaccini. Questi risultati aprono prospettive concrete per contrastare i patogeni resistenti e ridurre l’impatto dell’AMR sulla salute pubblica globale.
“Gli anticorpi monoclonali sono una promettente alternativa agli antibiotici tradizionali – spiega Claudia Sala della Fondazione Biotecnopolo di Siena – in quanto consentono di colpire in modo molto specifico solo i batteri patogeni, un approccio che permette di preservare il microbiota, la flora batterica ‘buona’, che verrebbe invece danneggiato dagli antibiotici tradizionali. Gli anticorpi monoclonali sono già approvati per altre patologie, come il cancro e le malattie autoimmuni, dove sono già numerosi. Per quanto riguarda gli anticorpi antibatterici specifici, siamo nella fase di scoperta, la sperimentazione umana richiede tempi lunghi perché come sappiamo passa attraverso molteplici fasi”.
Altro approccio promettente, affrontato nel workshop da Mariagrazia Di Luca dell’Università di Pisa e dell’ICGEB, è l’utilizzo dei virus batteriofagi, emersi come antimicrobici di precisione per terapie mirate, ad esempio nei casi di infezioni croniche. Questi virus offrono una soluzione mirata perché infettano e distruggono selettivamente i batteri patogeni, salvaguardando il microbiota benefico. Grazie ai progressi scientifici, i ricercatori sono ora in grado di ingegnerizzare cocktail di fagi e derivati per superare i meccanismi di resistenza batterica, con risultati incoraggianti già osservati contro patogeni multiresistenti come Pseudomonas aeruginosa e Staphylococcus aureus. Tuttavia, restano sfide importanti da superare, in particolare per quanto riguarda l’approvazione normativa e la produzione su larga scala.
Contrastare la resistenza antimicrobica richiede un impegno condiviso e una cooperazione internazionale rafforzata, attraverso la promozione di pratiche responsabili nell’uso degli antibiotici, una maggiore attenzione all’igiene e alla prevenzione delle infezioni – anche attraverso la vaccinazione – e un continuo sostegno alla ricerca di nuove terapie.
Comunicati Stampa
Infrastrutture di ricerca
10.11.2025
Area Science Park all’EOSC Symposium 2025
A Bruxelles dal 3 al 5 novembre 2025 a Bruxelles si è svolto l’EOSC Symposium 2025, meeting annuale organizzato dall’European Open Science Cloud (EOSC), l’ecosistema tecnologico europeo che promuove i paradigmi della scienza e dei dati aperti e che offre servizi per gestire, condividere e riutilizzare i dati della ricerca in sicurezza e nel rispetto delle norme.
Tra i relatori del simposio nella sessione Integrating Training & Skills in EOSC, Mariarita de Luca, tecnologa di Area Science Park, che ha portato un contributo sulle strategie da attuare a livello europeo per integrare le competenze EOSC nei percorsi formativi a livello nazionale e comunicatorio, valorizzare il ruolo dei Competence Centre e colmare il divario tra politiche e applicazione pratica nella formazione all’open science.
Durante il suo intervento, Mariarita de Luca ha anche raccontato l’esperienza del Master in Data Management and Curation (MDMC), co-organizzato da Area Science Park e dalla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa). Giunto alla seconda edizione, il Master fornisce a giovani ricercatrici e ricercatori competenze avanzate nella gestione dei dati della ricerca secondo i principi FAIR (Findable, Accessible, Interoperable, Reusable) e include moduli innovativi su open science e intelligenza artificiale, rispondendo alle esigenze emergenti sia in merito alle competenze FAIR e che a quelle EOSC-oriented.
Infrastrutture di ricerca
31.10.2025
Il Premio Letterario Mondofuturo apre alle scuole
Parlare di scienza, fantascienza e letteratura ai più giovani, attraverso la lettura, la scrittura e il dialogo. Così la II edizione del Premio Letterario Mondofuturo, dedicato al miglior libro di fantascienza pubblicato in Italia nel 2024, apre al mondo delle scuole secondarie di secondo grado. Quest’anno, infatti, per la prima volta il premio ha visto coinvolte alcune classi del Liceo Scientifico Galileo Galilei di Trieste, del Ginnasio Gian Rinaldo Carli di Capodistria e della Scuola Media Superiore Italiana Pietro Coppo di Isola.
Gli studenti e le studentesse hanno avuto modo di prendere parte a diverse attività realizzate con l’obiettivo di stimolare la riflessione sul legame tra scienza e fantascienza. In particolare, i ragazzi e le ragazze hanno partecipato a un corso dedicato alla scrittura di recensioni; hanno letto i tre libri finalisti del concorso e hanno partecipato in Area Science Park a un incontro dal titolo Powered by Science, Inspired by Sci-Fi. Incontro tra scienza, fantascienza e letteratura”, in cui hanno avuto modo di dialogare con gli autori dei libri finalisti e con i ricercatori e le ricercatrici di Area Science Park per riflettere sulle tematiche – anche scientifiche – contenute nelle opere.
Dai viaggi nel tempo all’intelligenza artificiale, dal teletrasporto al futuro del Pianeta, dall’obsolescenza della tecnologia al deep learning sono stati numerosi i temi trattati assieme a Luca Giommoni, autore del libro Nero. Il complotto dei complotti, a Cobol Pongide ed Emiglino Cicala, autori Anticaja Canaglia e a Carlo Roselli, autore di Cronache dalla deriva. A parlare di ricerca e innovazione i ricercatori e le ricercatrici di Area Science Park: Emanuele Panizon, Alessio Ansuini tecnologo e Irene Tallini.
Durante l’incontro Elisabetta Di Minico, ricercatrice specializzata in distopia e alterità presso l’Università Complutense di Madrid, ha curato un “Laboratorio creativo tra scienza e fantascienza”, dove le studentesse e gli studenti, hanno avuto l’opportunità di creare un soggetto narrativo incentrato sulle connessioni tra scienza e fantascienza partendo da parole-chiave e disegni.
Il progetto Premio Letterario Mondofuturo è realizzato grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e con il sostegno di “Io sono Friuli Venezia Giulia”.
Infrastrutture di ricerca
Istituzionale
22.10.2025
Più potenza e sostenibilità per ORFEO: cresce il Data Center di Area Science Park
Area Science Park amplia in modo significativo la dotazione hardware e la capacità computazionale di ORFEO, il Data Center che è parte fondamentale del sistema di infrastrutture di ricerca e innovazione dell’Ente. Realizzato con il supporto del PNRR – Missione 4 “Istruzione e Ricerca”, l’ampliamento del Data Center rappresenta un passo avanti importante in termini di potenza di calcolo e di servizi avanzati di storage e data management per applicazioni scientifiche nel campo della simulazione numerica e dell’intelligenza artificiale.
Un Data Center più potente e sostenibile
L’investimento, pari a circa tre milioni di euro su fondi PNRR, ha permesso di attivare una nuova sala server fino a 125 kW con sistemi di raffrescamento ad alta efficienza, riducendo impronta carbonica e costi operativi. La capacità di calcolo cresce grazie all’introduzione di nuovi server per simulazioni e modelli predittivi, affiancati da tre nodi dedicati all’AI, ciascuno con otto acceleratori GPU di ultima generazione: queste risorse consentono di addestrare modelli linguistici di grandi dimensioni, applicazioni di visione artificiale e analisi su dataset complessi in tempi molto più rapidi. Le interconnessioni interne sono state potenziate con collegamenti a bassissima latenza e altissima velocità, per garantire flussi di dati fluidi anche sotto carico. Lo spazio di archiviazione aumenta di diversi petabyte e si arricchisce di uno “strato” ultrarapido su memoria a stato solido per i dataset più caldi, migliorando così capacità e prestazioni.
“ORFEO rappresenta per Area Science Park un investimento strategico che abilita l’operatività delle infrastrutture di ricerca e tecnologiche dell’Ente – spiega la Presidente Caterina Petrillo – attraverso la gestione dell’intero ciclo dei dati prodotti nei laboratori di ricerca di genomica e virologia, di microscopia dei materiali e presto nel dimostratore dedicato alla produzione di energia verde. ORFEO è anche una infrastruttura che offre accesso e servizi di AI e HPC alle aziende, contribuendo alla trasformazione digitale e alla competitività del sistema imprenditoriale, in un’azione coordinata e sinergica con la rete dei data center del territorio. Per mantenere qualificazione ed eccellenza degli investimenti in data science, Area Science Park ha sviluppato un programma di formazione avanzata per i giovani ricercatori e tecnologi”.
Un’infrastruttura chiave per la ricerca scientifica
Cuore digitale delle attività di ricerca di Area Science Park, ORFEO supporta ogni giorno progetti avanzati di intelligenza artificiale, scienza dei materiali, biologia computazionale e genomica. Grazie alla sua architettura ad alte prestazioni, il data center consente ai ricercatori di eseguire simulazioni complesse, addestrare modelli di machine learning su larga scala e analizzare grandi quantità di dati scientifici in modo riproducibile e tracciabile. L’infrastruttura è anche il motore di un ampio ecosistema di ricerca sui metodi di interpretabilità dei modelli di AI e sulla sostenibilità energetica dei processi computazionali.
Su ORFEO vengono sviluppate pipeline automatizzate che integrano calcolo ad alte prestazioni e cloud computing, garantendo interoperabilità dei dati e tempi di analisi ridotti. L’evoluzione di ORFEO contribuisce a rafforzare la collaborazione con università, enti di ricerca e infrastrutture nazionali ed europee, consolidando il ruolo di Area Science Park come hub per la ricerca computazionale e l’innovazione digitale.
Un alleato per la trasformazione digitale delle imprese
Oltre a sostenere la ricerca, ORFEO è oggi un asset strategico per le imprese che vogliono innovare attraverso l’uso del calcolo ad alte prestazioni e dell’intelligenza artificiale. Area Science Park offre servizi consulenziali, studi di fattibilità e Proof of Concept per facilitare l’adozione di soluzioni digitali avanzate, dalla simulazione numerica alla data science, in un ambiente sicuro e ad alte prestazioni.
ORFEO è il data center di supercalcolo e intelligenza artificiale di Area Science Park, progettato per sostenere la ricerca scientifica e l’innovazione industriale. Nato nel 2020 a supporto delle scienze della vita, oggi è una piattaforma trasversale che integra calcolo ad alte prestazioni, AI e gestione di grandi moli di dati. Consente di addestrare modelli avanzati, eseguire simulazioni e digital twin, e ospitare repository secondo i principi FAIR, connessi ai laboratori sperimentali dell’Ente. L’infrastruttura eroga servizi fruibili come Infrastructure, Platform e Software as a Service (Iaas, PaaS e SaaS), con ambienti e strumenti pronti all’uso per data science e HPC. Il cluster distribuisce milioni di ore di calcolo all’anno, è collegato alle dorsali della ricerca (LightNet, GARR) e adotta standard aperti per garantire interoperabilità e sicurezza. La gestione tecnica è affidata al Laboratorio di Data Engineering (LADE), che unisce competenze su AI, data engineering e supercalcolo.
Dai nostri campus
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24.09.2025
Al via la 2° edizione del Master in Data Management e Curation
Ha preso il via il 22 settembre la 2° edizione del Master in Data Management and Curation (MDMC), organizzato da Area Science Park e SISSA – Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati.
Il corso di perfezionamento post-laurea, interamente in lingua inglese, fornisce a giovani ricercatrici e ricercatori, insieme a professionisti del settore, competenze avanzate nella gestione dei dati della ricerca secondo i principi FAIR (Findable, Accessible, Interoperable, Reusable). Un approccio ormai imprescindibile per garantire qualità, integrità e riutilizzabilità dei dati scientifici e per promuovere la cultura della scienza aperta a livello internazionale.
Il percorso formativo è stato recentemente presentato anche al CERN da Mariarita de Luca e Federica Bazzocchi di Area Science Park durante l’Open Science Fair 2025, svoltasi dal 15 al 17 settembre a Ginevra. In quest’occasione, il tema dei dati FAIR e delle competenze avanzate nella loro gestione è stato discusso come elemento chiave per supportare la prossima generazione di ricercatori e ricercatrici.
“Oggi i dati alimentano la scoperta, l’innovazione e i processi decisionali – spiegano le ricercatrici di Area Science Park -. Per questo motivo la capacità di gestirli e curarli in modo responsabile è fondamentale. Il nostro è un programma formativo pionieristico che abbraccia il paradigma del “FAIR-by-design”, andando oltre la teori. Invece di adattare retroattivamente i dataset ai criteri FAIR, gli studenti dell’MDMC imparano a integrare fin dalle prime fasi di pianificazione dei dati i principi FAIR all’interno del più ampio contesto dell’Open Science. Questo approccio innovativo è reso possibile dalla consolidata collaborazione tra Area Science Park e SISSA, che mette a disposizione un ecosistema dinamico di ricerca e innovazione”.
Alla seconda edizione del Master partecipano 15 studenti provenienti da 7 Paesi diversi, con percorsi formativi che spaziano dalla Genetica all’Elettronica, dalla Fisica alla Data Science, fino a Linguistica, Psicologia, Economia e Matematica. La classe 2025-2026 si distingue inoltre per l’eterogeneità dei profili: 3 studenti hanno già conseguito un PhD, 7 possiedono una laurea magistrale e 5 una laurea triennale.
Il percorso ha una durata di dieci mesi e combina lezioni frontali, attività di laboratorio e periodi di tirocinio presso centri di ricerca e aziende high-tech. L’obiettivo è formare figure professionali in grado di operare come Data Steward, Data Curator, Data Engineer e Data Manager in contesti scientifici e industriali.
Più nello specifico, la struttura del percorso prevede otto settimane intensive di lezioni in presenza ed esercitazioni pratiche. Seguono sei mesi di tirocinio in laboratori di ricerca all’avanguardia o in istituzioni ad alta intensità di dati, durante i quali gli studenti implementano workflow e pipeline FAIR-by-design in contesti scientifici reali. Questo modello offre un’opportunità rara di lavorare a stretto contatto con i ricercatori, sviluppare strategie di gestione dei dati su misura e confrontarsi con le sfide pratiche dell’interoperabilità semantica, degli standard di metadatazione e delle infrastrutture sostenibili.
L’MDMC forma professionisti dei dati versatili e orientati alla pratica. Contribuisce a costruire la nuova generazione di ricercatori in grado di trasformare i dati da semplice prodotto della ricerca a risorsa strategica di valore. Una risorsa cruciale sia per l’eccellenza accademica sia per l’innovazione data-driven.
Per ulteriori approfondimenti, vai al programma scientifico del corso.
Guarda il video con le testimonianze degli studenti della prima edizione 2024-25.
Infrastrutture di ricerca
17.09.2025
IMPRESS al 17MCM: il futuro della microscopia TEM
Dal 7 al 12 settembre 2025, Portorose ha ospitato il 17° Congresso Multinazionale di Microscopia (17MCM), punto di incontro per scienziati ed esperti del settore. L’evento, organizzato con cadenza biennale, rappresenta una vetrina d’eccellenza per i più recenti risultati ottenuti grazie a tecniche avanzate di microscopia, mettendo al contempo in risalto le ultime innovazioni sia teoriche che strumentali.
All’interno della sessione speciale “IMPRESS: Shaping the Future of Interoperable TEM”, che ha visto la partecipazione di 80 esperti, Regina Ciancio, Coordinatrice del Progetto IMPRESS presso Area Science Park, ha illustrato l’obiettivo principale dell’iniziativa: sviluppare una piattaforma interoperabile e standardizzata per la microscopia elettronica a trasmissione (TEM), capace di trasformare il settore.
IMPRESS mira infatti alla realizzazione di componenti modulari progettati con interfacce aperte e standardizzate, una strada promettente per rivoluzionare il modo in cui la microscopia elettronica viene concepita e utilizzata. Questi prototipi, sviluppati in stretta sinergia con le PMI del settore e con la comunità scientifica, sono pensati per adattarsi a strumenti differenti, garantendo così la massima flessibilità alle diverse esigenze di ricerca.
“È in questo modo che possiamo innovare nel campo della microscopia TEM: promuovendo interoperabilità per progettazione, flessibilità nella pratica e co-sviluppo che trasforma le idee in soluzioni concrete, rispondendo ai bisogni delle diverse comunità – ha sottolineato Regina Ciancio durante il suo intervento. – Tutto ciò che sviluppiamo nasce aperto e si arricchisce grazie ai contributi degli utenti”.
Dalla discussione è emersa con chiarezza la necessità di rafforzare il legame tra la microscopia elettronica e un ecosistema scientifico più ampio. La creazione di standard condivisi, la diffusione della conoscenza aperta e il coinvolgimento congiunto di PMI e ricercatori sono leve fondamentali affinché progetti come IMPRESS possano cambiare non solo il modo in cui gli strumenti vengono progettati e utilizzati, ma anche le modalità di collaborazione tra comunità scientifiche e industriali.
Nell’area espositiva, Area Science Park ha inoltre presentato un poster sul progetto RIANA, che mira a offrire a ricercatori accademici e industriali un accesso transnazionale e integrato a un insieme strategico di infrastrutture di ricerca europee, favorendo lo sviluppo di progetti multidisciplinari nel campo delle nanoscienze e nanotecnologie.
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