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Tutte le notizie da Area Science Park
10.10.2025
ESTECO Official Supplier del team Luna Rossa
ESTECO, società indipendente che sviluppa software per il mondo dell’ingegneria, ha annunciato oggi il proseguimento del suo supporto al team Luna Rossa. L’azienda triestina sarà, ancora una volta, Official Supplier del team italiano per la 38^ edizione dell’America’s Cup. Gli ingegneri di Luna Rossa useranno le soluzioni di ESTECO per ottimizzare l’imbarcazione AC75 che nel 2027 si contenderà il più antico trofeo del mondo nelle acque del golfo di Napoli.
L’accordo è il proseguimento di una collaborazione di lungo corso. A partire dal 2014 ESTECO supporta Luna Rossa fornendo la propria tecnologia all’avanguardia e contribuendo alla progettazione di barche sempre più performanti. Anche per la prossima sfida di Coppa America, il team potrà contare sul software triestino per l’automazione dei processi di simulazione e la gestione dei dati di design finalizzati all’ottimizzazione numerica multidisciplinare”.
Gilberto Nobili, Technology & Operations Director di Luna Rossa, ha commentato: “Siamo felici di rinnovare la nostra partnership con ESTECO, una società italiana riconosciuta a livello internazionale per la qualità delle sue soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Grazie ai suoi avanzati sistemi di software, avremo a disposizione i migliori strumenti per ottimizzare la nostra imbarcazione in vista della 38^ America’s Cup”.
“L’America’s Cup è molto più di una competizione velica. – commenta Carlo Poloni, Presidente di ESTECO – È una gara tecnologica che sfida i limiti dell’ingegneria in ambito nautico, e non solo. Oltre a un equipaggio d’eccellenza, Luna Rossa conta su un team di ingegneri di primissimo livello. Questi esperti devono avere a disposizione gli strumenti software più avanzati sul mercato, e noi siamo orgogliosi di poter fornire modeFRONTIER e VOLTA, essenziali per il loro lavoro.” conclude Poloni.
La 38^ edizione dell’America’s Cup si terrà a Napoli, nel 2027.
America's Cup
Comunicati Stampa
Dai nostri campus
ottimizzazione
10.10.2025
Alleanza PROMOS: rafforzare l’ecosistema biomedico transfrontaliero
Rafforzare le capacità di innovazione dell’ambiente biomedico nell’area transfrontaliera Italia-Austria, creando un ecosistema favorevole allo sfruttamento dei risultati, attraverso la collaborazione con le aziende esistenti e lo sviluppo di nuove start-up.
Facilitare lo sviluppo di farmaci biologici e loro applicazione clinica
Migliorare la formazione dei ricercatori nel settore del trasferimento tecnologico, attraverso seminari, workshop e scambio di conoscenze.
Creare un’alleanza transfrontaliera tra PMI, cluster di innovazione, università e istituti di ricerca per migliorare l’accesso ai risultati scientifici e delle nuove soluzioni biomediche sviluppate dal progetto.
Sono questi gli obiettivi di Alleanza PROMOS, il Progetto Interreg Italia/Austria che vede capofila il Centro Internazionale di Ingegneria e Biotecnologie (ICGEB). Il primo incontro con gli stakeholder di ambito accademico interessati a intraprendere percorsi e progetti condivisi nell’ambito del Trasferimento tecnologico si è tenuto nella sede dell’ICGEB nel Parco scientifico di Trieste.
“Il territorio vanta un’eccellente produzione scientifica. Tuttavia, esiste uno squilibrio tra domanda e offerta di innovazione, a causa di una scarsa cultura di trasferimento tecnologico nel mondo accademico,” afferma la Prof.ssa Serena Zacchigna, responsabile scientifico del progetto Interregionale PROMOS. “Per consentire al territorio di sfruttare appieno il suo potenziale di Ricerca e Innovazionee, valorizzando le specificità regionali, è necessario sviluppare un modello di cooperazione in grado di trasferire i risultati dalla scienza alla società,” conclude.
Partendo dall’ecosistema biomedico, il progetto vuole implementare un percorso standardizzato per trasferire i risultati della ricerca al mercato e alla clinica. La collaborazione tra università e industria, e la comparazione delle normative nei due Stati, facilita l’implementazione di soluzioni innovative e la condivisione di buone pratiche.
PROMOS mira a aumentare la capacità di capitalizzare i risultati scientifici, trasformandoli in prodotti commercialmente e socialmente utili, in un modello replicabile in altri settori ed esteso ad altri territori, dove mancano PMI biomediche.
L’Alleanza ha coinvolto oltre 40 rappresentanti, ricercatori e imprenditori provenienti da istituti accademici, parchi tecnologici, imprese e uffici di trasferimento tecnologico di entrambi i Paesi. Il dibattito ha centrato l’attenzione sulle sfide attuali e sulle possibili attività collaborative da sviluppare nei prossimi anni per potenziare il TT, elemento cruciale per l’innovazione e la competitività a livello internazionale.
Una delle principali questioni emerse è stata l’assenza, nei curricula dei percorsi scientifici, di una formazione adeguata per fornire ai ricercatori le competenze necessarie a trasferire i risultati delle loro ricerche al mercato.
L’evento ha presentato i servizi offerti da reti locali, nazionali e internazionali, in collaborazione con il Cluster FVG, il network PerfeTTO, il Centro PatLib di Area Science Park e l’Ufficio europeo per la Proprietà Intellettuale (EUIPO), rafforzando le competenze e promuovendo la collaborazione tra i principali attori del territorio. L’impegno dei partecipanti a lavorare in sinergia ha messo in evidenza l’intento di sviluppare un hub transfrontaliero dedicato al trasferimento tecnologico.
Comunicati Stampa
Dai nostri campus
Servizi per l'Innovazione
trasferimento tecnologico
09.10.2025
Al via il nuovo ciclo della rete Enterprise Europe Network 2025–2028
Negli ultimi 3 anni, nel Triveneto, oltre 3.500 imprese sono state supportate dalla rete EEN – Enterprise Europe Network, di cui Area Science Park è partner. Di queste, 1.200 hanno beneficiato di servizi qualificati in innovazione, digitalizzazione, sostenibilità e internazionalizzazione e quasi 400 aziende hanno raggiunto risultati significativi e misurabili in:
miglioramento della competitività o delle prestazioni finanziarie (aumento di fatturato/vendite, riduzione dei costi)
creazione di nuovi posti di lavoro o mantenimento di quelli esistenti
ingresso in nuovi mercati
riduzione dell’impatto ambientale o adozione di pratiche sostenibili
implementazione di innovazioni (miglioramento di prodotti, servizi o processi, tutela della proprietà intellettuale, adozione di strategie di innovazione, digitalizzazione)
ottenimento di finanziamenti
Grazie al network #EENCanHelp, presente in 60+ Paesi nel mondo, 75 PMI hanno avviato partnership tecnologiche, commerciali e di ricerca con aziende estere.
Questi risultati sono stati condivisi durante il Kick-off Meeting EEN Triveneto 2025–2028, ospitato da Unioncamere del Veneto e Confindustria Veneto SIAV, che ha ufficialmente inaugurato il nuovo ciclo della rete.
Presenti tutti i partner di Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, uniti da un obiettivo comune: migliorare i servizi dedicati alle PMI e supportarle nel diventare sempre più competitive a livello globale, grazie a strumenti e servizi a supporto di innovazione e internazionalizzazione.
#EENCanHelp
innovazione
Servizi per l'Innovazione
09.10.2025
Talenti in azienda: concluso con successo il ciclo di borse 2024
Con un festoso evento di restituzione collettiva, si è chiuso il programma annuale di borse di studio sostenuto da Area Science Park, dedicato a favorire l’incontro tra giovani talenti tecnico-scientifici e le aziende del Parco Scientifico e Tecnologico. L’obiettivo dell’evento è stata la condivisione dei risultati raggiunti dai borsisti 2024, sia in termini progettuali che di impatto sulla loro crescita professionale.
Il programma, che ha visto otto neolaureate/i impegnati in progetti di ricerca e innovazione, si conferma un volano efficace per l’inserimento di competenze specialistiche nel tessuto produttivo e un’opportunità concreta di crescita per i giovani.
I progetti e i talenti del 2024
Ecco i nomi dei talenti di quest’anno e i progetti a cui hanno contribuito:
Katja Antolović (presso Shoreline) si è occupata di progetti innovativi nel campo dell’acquaponica, del restauro ambientale marino e della citizen science, trovando piena sintonia con i suoi studi e interessi futuri.
Alen Elmazi (presso 3i) ha lavorato su sistemi di visione artificiale per il controllo dimensionale di pannelli, sviluppando una lente per correggere le distorsioni ottiche e misurare componenti di piccole dimensioni. Desidera continuare a lavorare nel campo dell’ottica e della visione artificiale.
Erik Fabris (presso CENERGY) ha sviluppato un digital twin per una cella a combustibile ad alta temperatura, tecnologia promettente per la propulsione navale e la produzione di energia per industrie off-grid. Punta a proseguire la carriera nel settore energetico.
Max Leopold Frisch Sbarra (presso Primo Principio) ha partecipato al rinnovamento di una piattaforma software di supporto alle decisioni per gli agricoltori, acquisendo una visione a 360 gradi dello sviluppo software.
Luca Macor (presso PLUS) ha lavorato allo sviluppo di un sistema basato su AI per il supporto degli utenti, in particolare per la creazione di funzioni e di grafici a partire dal linguaggio naturale da utilizzare nell’ambito aziendale in piena sicurezza.
Paolo Piccini (presso LIFT) ha lavorato a un progetto per migliorare i sistemi di trasporto collettivo attraverso l’analisi statistica integrata di dati di traffico. L’esperienza lo ha orientato verso un dottorato di ricerca.
Maria Pronestì (presso ESTECO) ha sviluppato un modello di linguaggio per generare automaticamente diagrammi di processo (BPMN) da descrizioni testuali, avendo così un primo assaggio del mondo della ricerca applicata in azienda.
Michele Ventresca (presso PICOSATS) ha collaborato allo sviluppo di un sistema automatico per testare radio per satelliti in orbita terrestre bassa (LEO), utilizzati per l’osservazione della Terra e le telecomunicazioni spaziali. Gli piacerebbe integrare la robotica con le telecomunicazioni satellitari.
Georgia Zancotti (presso Clonit) ha contribuito allo sviluppo di un kit diagnostico per linfomi, un tipo di tumore del sangue. Grazie all’esperienza, inizierà un dottorato di ricerca finanziato dall’azienda stessa.
Un ponte tra formazione e lavoro
L’iniziativa di Area Science Park dimostra come la collaborazione tra ricerca e impresa sia fondamentale per trasferire conoscenza, innovare i processi e creare opportunità occupazionali qualificate. Per i borsisti, l’esperienza si è rivelata un trampolino verso percorsi professionali di alto profilo o di specializzazione accademica, valorizzandone il talento.
Dai nostri campus
formazione
lavoro
06.10.2025
Realizzato il primo cristallo bidimensionale di ossido di boro
Una ricerca svolta congiuntamente dall’Istituto Officina dei Materiali del Consiglio nazionale delle ricerche di Trieste (Cnr-Iom), dalle Università di Trieste e Innsbruck, e da Elettra Sincrotrone Trieste ha sintetizzato una nuova forma cristallina di triossido di diboro, integralmente composta da unità strutturali finora osservate solo nella sua forma vetrosa.
L’ossido di boro è comunemente utilizzato come componente fondamentale per la fabbricazione di vetri super resistenti come il pyrex e degli smalti: in tali processi industriali è stato dimostrato che l’aggiunta di ossido di boro migliora significativamente la capacità del vetro di resistere agli shock termici e alle reazioni chimiche, rendendolo ideale per le applicazioni più impegnative. Il processo di vetrificazione dell’ossido di boro è, però, ancora poco conosciuto, e presenta delle anomalie non riscontrate negli altri ossidi, come ad esempio la silica, che esistono sia in forma di cristallo che in forma amorfa.
“La differenza principale tra cristallo e vetro è la presenza nel primo di una disposizione ordinata degli atomi, assente invece nel secondo” spiega Alessandro Sala, ricercatore del Cnr-Iom che ha ideato il progetto. “Entrambi i sistemi sono normalmente costituiti da una stessa unità strutturale fatta da pochi atomi, che viene ripetuta nello spazio. Nei cristalli tale ‘mattoncino’ si ripete periodicamente con ordine geometrico, mentre nel vetro si ripete in modo disordinato. Il boro fa eccezione a questa regola, in quanto la sua fase vetrosa contiene unità elementari, composte da un anello di tre atomi di boro e tre di ossigeno, non presenti nel cristallo: oggi siamo riusciti per la prima volta a ottenere una fase cristallina bidimensionale composta esclusivamente dai ‘mattoncini’ presenti nella fase vetrosa”.
La ricerca si è basata sull’utilizzo del platino come materiale base per ottenere questo materiale e caratterizzarne in dettaglio le principali proprietà fisiche.
Il team scientifico è stato in grado non solo di elaborare la “ricetta” per ottenere questo materiale, ma anche di caratterizzarne in dettaglio le principali proprietà fisiche. Maria Peressi, professore ordinario dell’Università di Trieste, commenta: “Le nostre simulazioni numeriche indicano che questo materiale, poroso per costruzione, è costituito da una maglia di atomi di boro e ossigeno estremamente flessibile, al punto da essere il materiale con spessore monoatomico più elastico mai riportato – dieci volte più del grafene! Questa peculiare caratteristica è dovuta al fatto che i ‘mattoncini’ rigidi da cui è costituito sono legati tra loro da un atomo di ossigeno che funge da cardine, attorno al quale possono ruotare sul piano. Prove sperimentali e risultati delle simulazioni numeriche indicano inoltre che questo materiale interagisce assai debolmente con la base di platino su cui viene prodotto, suggerendo la possibilità di utilizzare metodi convenzionali per separarlo da essa al fine di impiegarlo in dispositivi innovativi”.
La struttura cristallina del materiale bidimensionale ottenuto, è stata, quindi, analizzata attraverso la tecnica della microscopia a scansione a effetto tunnel: “Le misure complementari realizzate a Trieste e a Innsbruck hanno consentito di osservare il materiale fino ai suoi componenti più fondamentali.”, prosegue Laerte Patera, professore dell’Università di Innsbruck. “Con la risoluzione spaziale raggiunta siamo ora in grado di valutare la posizione di ogni atomo all’interno della maglia bidimensionale: in futuro potremo osservare come gli atomi si riarrangiano nel passaggio del materiale dalla forma cristallina alla forma disordinata caratteristica del vetro”.
Andrea Locatelli, responsabile della linea di luce Nanospectroscopy del sincrotrone triestino Elettra, conclude: “L’impiego della luce di sincrotrone è stato fondamentale per determinare con precisione l’abbondanza relativa degli elementi costituenti, l’assenza di contaminanti e la cristallinità del nuovo materiale prodotto. Già ora siamo in grado di realizzare cristalli omogenei di questo materiale grandi decine di micron quadrati. La complementarità delle tecniche sperimentali e delle simulazioni teoriche impiegate in questo studio è risultata decisiva per la riuscita dell’intero progetto scientifico. Le peculiari caratteristiche di questo nuovo materiale – un semiconduttore a larga banda proibita, estremamente flessibile e poroso – stimolano l’esplorazione di un suo possibile impiego in applicazioni relative a settori molto diversi, dall’elettronica, alla catalisi, alle tecnologie quantistiche”.
I primi autori di questo importante lavoro, Teresa Zio e Marco Dirindin, sono due dottorandi dell’Università di Trieste, che coronano in modo brillante un percorso di eccellenza di alta formazione e di introduzione alla ricerca.
Comunicati Stampa
Dai nostri campus
nuovi materiali
06.10.2025
Dichiarazione per la crisi umanitaria a Gaza
La Consulta dei Presidenti degli enti pubblici di ricerca condivide i sentimenti di orrore, dolore, indignazione, angoscia per la drammatica crisi umanitaria che la popolazione palestinese sta subendo a causa delle azioni militari intraprese dal Governo israeliano nel territorio della Striscia di Gaza. La brutale azione terroristica messa in atto da Hamas il 7 ottobre 2023 non può in alcun modo giustificare ciò che viene inflitto ai civili palestinesi, vittime di continui attacchi, bombardamenti e carestia.
Condanna le azioni che hanno causato e continuano a causare migliaia di vittime civili, di cui moltissimi bambini e bambine. Condanna, inoltre, gli impedimenti all’accesso agli aiuti, in piena violazione del diritto umanitario internazionale, e la distruzione di infrastrutture civili essenziali. Una tragedia per la quale la Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato il rischio di violazione della Convenzione sul genocidio, tesi confermata da una commissione speciale delle Nazione Unite che ha concluso che le pratiche di guerra di Israele a Gaza “presentano elementi caratteristici del genocidio”.
Ricorda che i principi fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana e dal diritto internazionale impongono il rispetto dei diritti umani, il ripudio della guerra e la promozione della pace e della cooperazione tra i popoli.
Conferma il fermo impegno del mondo della ricerca scientifica per la pace, come espresso in queste settimane dal personale degli Enti Pubblici di Ricerca e delle Università, nonché da varie istituzioni scientifiche e accademiche. Facciamo nostre le parole dell’appello dell’Accademia Nazionale dei Lincei a “riconoscere la sacralità non negoziabile della vita di bambini, donne e uomini, anche nella Striscia di Gaza”.
Esprime l’apprezzamento per le posizioni assunte dall’Accademia Israeliana delle Scienze e delle Lettere e dai rettori delle principali università israeliane che chiedono al Governo israeliano di intraprendere in modo chiaro e deciso iniziative per preservare le vite umane nella Striscia di Gaza.
Sostiene che il dialogo e la diplomazia sono il mezzo per la risoluzione dei conflitti, e sottolinea l’importanza del ruolo della diplomazia scientifica e culturale come strumento di costruzione della collaborazione internazionale a favore della pace.
La Consulta dei Presidenti si impegna pertanto a promuovere e rafforzare specifiche misure di sostegno a studentesse e studenti, ricercatori e ricercatrici provenienti dalla Palestina come da altre aree colpite da conflitti; incentivare iniziative di cooperazione scientifica e formativa con istituzioni di ogni Paese per contribuire all’affermazione e al rafforzamento della cultura della pace, del dialogo e dell’inclusione; riaffermare il ruolo della comunità scientifica impegnata non solo nell’avanzamento della conoscenza, ma anche nella tutela dei diritti fondamentali e nella costruzione di condizioni di convivenza pacifica tra le persone e i popoli; sostenere la natura e il fondamento stessi della scienza come spazio di cooperazione, di dialogo e di confronto pacifico e collaborativo tra le persone e tra i popoli, al di là di ogni confine, di ogni diversità, di ogni conflitto.
Istituzionale
24.09.2025
Al via la 2° edizione del Master in Data Management e Curation
Ha preso il via il 22 settembre la seconda edizione del Master in Data Management and Curation (MDMC), organizzato da Area Science Park e SISSA – Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati.
Il corso di perfezionamento post-laurea, interamente in lingua inglese, fornisce a giovani ricercatrici e ricercatori, insieme a professionisti del settore, competenze avanzate nella gestione dei dati della ricerca secondo i principi FAIR (Findable, Accessible, Interoperable, Reusable). Un approccio ormai imprescindibile per garantire qualità, integrità e riutilizzabilità dei dati scientifici e per promuovere la cultura della scienza aperta a livello internazionale.
Il percorso formativo è stato recentemente presentato anche al CERN da Mariarita de Luca e Federica Bazzocchi di Area Science Park durante l’Open Science Fair 2025, svoltasi dal 15 al 17 settembre a Ginevra, occasione nella quale il tema dei dati FAIR e delle competenze avanzate nella loro gestione è stato discusso come elemento chiave per supportare la prossima generazione di ricercatori e ricercatrici.
“Oggi i dati alimentano la scoperta, l’innovazione e i processi decisionali – spiegano le ricercatrici di Area Science Park -. Per questo motivo la capacità di gestirli e curarli in modo responsabile è fondamentale. Il nostro è un programma formativo pionieristico che abbraccia il paradigma del “FAIR-by-design”, andando oltre la teoria: invece di adattare retroattivamente i dataset ai criteri FAIR, gli studenti dell’MDMC imparano a integrare fin dalle prime fasi di pianificazione dei dati i principi FAIR all’interno del più ampio contesto dell’Open Science. Questo approccio innovativo è reso possibile dalla consolidata collaborazione tra Area Science Park e SISSA, che mette a disposizione un ecosistema dinamico di ricerca e innovazione”.
Alla seconda edizione del Master partecipano 15 studenti provenienti da 7 Paesi diversi, con percorsi formativi che spaziano dalla Genetica all’Elettronica, dalla Fisica alla Data Science, fino a Linguistica, Psicologia, Economia e Matematica. La classe 2025-2026 si distingue inoltre per l’eterogeneità dei profili: 3 studenti hanno già conseguito un PhD, 7 possiedono una laurea magistrale e 5 una laurea triennale.
Il percorso ha una durata di dieci mesi e combina lezioni frontali, attività di laboratorio e periodi di tirocinio presso centri di ricerca e aziende high-tech. L’obiettivo è formare figure professionali in grado di operare come Data Steward, Data Curator, Data Engineer e Data Manager in contesti scientifici e industriali.
Più nello specifico, la struttura del percorso prevede otto settimane intensive di lezioni in presenza ed esercitazioni pratiche, seguite da sei mesi di tirocinio in laboratori di ricerca all’avanguardia o in istituzioni ad alta intensità di dati, durante i quali gli studenti implementano workflow e pipeline FAIR-by-design in contesti scientifici reali. Questo modello offre un’opportunità rara di lavorare a stretto contatto con i ricercatori, sviluppare strategie di gestione dei dati su misura e confrontarsi con le sfide pratiche dell’interoperabilità semantica, degli standard di metadatazione e delle infrastrutture sostenibili.
Formando professionisti dei dati versatili e orientati alla pratica, l’MDMC contribuisce a costruire una nuova generazione di ricercatori in grado di trasformare i dati da semplice prodotto della ricerca a risorsa strategica di valore, cruciale sia per l’eccellenza accademica sia per l’innovazione data-driven.
Per ulteriori approfondimenti, vai al programma scientifico del corso.
Guarda il video con le testimonianze degli studenti della prima edizione 2024-25.
Infrastrutture di ricerca
18.09.2025
50 giovani fisici alla scoperta della Trieste scientifica
Da martedì 16 a sabato 20 settembre 2025, la città di Trieste diventa meta del German Italian Physics Exchange (GIPE) 2025, un evento organizzato dal Comitato Locale AISF di Trieste (Associazione Italiana Studenti di Fisica) in collaborazione con la jDPG (young German Physical Society). L’iniziativa, che vedrà la partecipazione di 50 studenti di fisica – 10 dall’Università di Trieste, 20 da altri atenei italiani e 20 da università tedesche – ha come missione principale alimentare l’entusiasmo e la curiosità scientifica delle nuove generazioni di fisici, offrendo loro l’opportunità unica di visitare alcune delle infrastrutture di ricerca più all’avanguardia d’Europa.
Il programma del GIPE 2025 è ricco di appuntamenti, a partire dal momento di benvenuto martedì 16 settembre, dalle 14.30 presso l’Università di Trieste (Edificio D, Aula 2A), con una Cerimonia di Apertura aperta a tutti gli studenti durante la quale si terranno le presentazioni dei principali partner scientifici del GIPE25: Area Science Park e SIS FVG, CNR-IOM, Elettra Sincrotrone Trieste, SISSA, INFN, Istituto Italiano di Studi Germanici.
Si segnala in particolare la giornata di giovedì 18 settembre dedicata alla visita di Area Science Park e di alcuni dei principali centri di ricerca dei campus di Padriciano e Basovizza del Parco scientifico di Trieste.
Nel primo pomeriggio, dalle 14.00 alle 16.00, gli studenti si recheranno a Padriciano per visitare l’INFN e Area Science Park. Qui Emanuele Panizon, ricercatore in intelligenza artificiale del Laboratorio di Data Engineering, terrà una presentazione che, prendendo spunto dai lavori del laboratorio, offrirà una panoramica sull’evoluzione dei modelli di linguaggio, illustrando la “creazione” di un modello come ChatGPT fino alle sue più recenti frontiere.
Nel tardo pomeriggio, l’attività si sposterà a Basovizza (dalle 16.45 alle 18.45) per la visita congiunta a Elettra Sincrotrone Trieste e CNR-IOM. A Elettra, Marco Zangrando discuterà del futuro del sincrotrone e del laser a elettroni liberi FERMI. Presso il CNR-IOM, i ricercatori accompagneranno invece i partecipanti in un tour guidato attraverso i loro laboratori, mostrando alcune delle aree di ricerca chiave: dalla beamline Low Density Matter (LDM) a FERMI con Michele Di Fraia, ai laboratori di Nano Fabrication e Molecular Beam Epitaxy con Daniele Ercolani, fino alle strutture di Microscopia (CryoCLEM con Martina Conti), Spettroscopia a raggi X (MINT con Aleksandr Petrov) e Nanobio (laboratorio 3M con Pietro Parisse).
Il GIPE 2025 rappresenta non solo un momento di formazione d’eccellenza, ma anche un ponte concreto per la costruzione di una comunità scientifica europea coesa e dinamica.
Dai nostri campus
17.09.2025
IMPRESS al 17MCM: il futuro della microscopia TEM
Dal 7 al 12 settembre 2025, Portorose ha ospitato il 17° Congresso Multinazionale di Microscopia (17MCM), punto di incontro per scienziati ed esperti del settore. L’evento, organizzato con cadenza biennale, rappresenta una vetrina d’eccellenza per i più recenti risultati ottenuti grazie a tecniche avanzate di microscopia, mettendo al contempo in risalto le ultime innovazioni sia teoriche che strumentali.
All’interno della sessione speciale “IMPRESS: Shaping the Future of Interoperable TEM”, che ha visto la partecipazione di 80 esperti, Regina Ciancio, Coordinatrice del Progetto IMPRESS presso Area Science Park, ha illustrato l’obiettivo principale dell’iniziativa: sviluppare una piattaforma interoperabile e standardizzata per la microscopia elettronica a trasmissione (TEM), capace di trasformare il settore.
IMPRESS mira infatti alla realizzazione di componenti modulari progettati con interfacce aperte e standardizzate, una strada promettente per rivoluzionare il modo in cui la microscopia elettronica viene concepita e utilizzata. Questi prototipi, sviluppati in stretta sinergia con le PMI del settore e con la comunità scientifica, sono pensati per adattarsi a strumenti differenti, garantendo così la massima flessibilità alle diverse esigenze di ricerca.
“È in questo modo che possiamo innovare nel campo della microscopia TEM: promuovendo interoperabilità per progettazione, flessibilità nella pratica e co-sviluppo che trasforma le idee in soluzioni concrete, rispondendo ai bisogni delle diverse comunità – ha sottolineato Regina Ciancio durante il suo intervento. – Tutto ciò che sviluppiamo nasce aperto e si arricchisce grazie ai contributi degli utenti”.
Dalla discussione è emersa con chiarezza la necessità di rafforzare il legame tra la microscopia elettronica e un ecosistema scientifico più ampio. La creazione di standard condivisi, la diffusione della conoscenza aperta e il coinvolgimento congiunto di PMI e ricercatori sono leve fondamentali affinché progetti come IMPRESS possano cambiare non solo il modo in cui gli strumenti vengono progettati e utilizzati, ma anche le modalità di collaborazione tra comunità scientifiche e industriali.
Nell’area espositiva, Area Science Park ha inoltre presentato un poster sul progetto RIANA, che mira a offrire a ricercatori accademici e industriali un accesso transnazionale e integrato a un insieme strategico di infrastrutture di ricerca europee, favorendo lo sviluppo di progetti multidisciplinari nel campo delle nanoscienze e nanotecnologie.
Servizi per l'Innovazione
16.09.2025
SEM: conoscenza e innovazione per trasporti più sostenibili
In un’epoca caratterizzata da sfide globali senza precedenti, come il cambiamento climatico, la transizione energetica e la crescente disuguaglianza sociale, la sostenibilità è diventata un imperativo non solo per i governi e le organizzazioni internazionali, ma anche per le realtà locali e le istituzioni di ricerca. In questo contesto, Area Science Park ha ritenuto urgente e necessario redigere un proprio Piano di Sostenibilità che definisce una roadmap strategica per affrontare le sfide ambientali e sociali del nostro tempo, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU e della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.
Il Piano di Sostenibilità di Area Science Park non è solo una dichiarazione di intenti, ma un vero e proprio strumento operativo verso un futuro più resiliente e competitivo con diversi obiettivi chiave:
contribuire alle sfide globali della sostenibilità attraverso le infrastrutture e le attività di ricerca
trasformare il parco scientifico di Trieste in un modello di riferimento ambientale
mantenere elevati standard di formazione e benessere per il personale
collaborare con istituzioni, imprese e comunità locali per promuovere uno sviluppo responsabile e inclusivo.
Rientrano in questo percorso iniziative concrete e quotidiane che modificano in meglio le nostre abitudini, aumentando i benefici per noi e per l’ambiente. Per esempio, Area Science Park promuove il carpooling tra il personale che lavora nel parco scientifico e durante la Settimana Europea della Mobilità si unisce a JojobRT per incentivare la mobilità condivisa, con premialità per coloro che sceglieranno di venire sul posto di lavoro utilizzando lo stesso mezzo di trasporto.
Anche così si dimostra che la sostenibilità non è più solo una responsabilità etica, ma una leva strategica per garantire innovazione, competitività e benessere. Area Science Park intende consolidare il suo ruolo tra gli enti di ricerca nazionali più attivi in questo campo, dimostrando che la scienza e la tecnologia possono essere motori di cambiamento verso un modello di sviluppo più equo e più rispettoso dell’ambiente.
Dai nostri campus
12.09.2025
Chiusa la prima tappa della Summer School di ScaleUp Lab
Si è conclusa la prima edizione della Summer School di ScaleUp Lab, l’iniziativa di Area Science Park volta a supportare le startup innovative nei loro percorsi di crescita e che si inserisce all’interno del progetto IP4FVG-EDIH. La Summer School, dedicata a startup nei settori digital e deep tech, è costruita con lo scopo di supportare le aziende di recente costituzione nella definizione dei loro percorsi di business in particolare in ottica di crescita, scalabilità e resilienza.
Il percorso, a cui partecipano startup provenienti da tutta Italia, prevede tre fasi. La prima, chiusa oggi a Trieste, è consistita in una Summer School residenziale di una settimana con interventi, oltre che degli esperti di Area Science Park, di speaker di assoluto rilievo internazionale: Alexander Osterwalder, CEO di Strategyzer e creatore insieme a Yves Pigneur del Business Model Canvas, considerato uno dei più influenti pensatori di management al mondo, Alberto Di Minin, prof. ordinario di management presso la Scuola Sant’Anna di Pisa, Alvise Bonivento, direttore del fondo di investimento Indaco Venture Partners.
La seconda fase prevede il supporto di esperti di sviluppo di business di Area Science Park nel ruolo di coach delle startup per una validazione sul campo di ulteriori tre mesi sui processi di test e iterazione dei modelli di business. Questo lavoro è finalizzato a traghettare le startup verso la terza fase: un pitch day alla presenza dei principali fondi di investimento italiani in cui sarà possibile confrontarsi direttamente con gli attori del mercato e testare la bontà della propria idea.
“La Summer School è un’attività ad alto valore aggiunto per Area Science Park – sottolinea la Presidente, Caterina Petrillo – poiché si inserisce in un percorso di continuo aggiornamento su modelli e strategie per l’innovazione a supporto della generazione di impresa, ambiti in cui l’ente ha una lunga e consolidata esperienza. Questo percorso, di fatto una scuola unica nel suo genere, combina la formazione teorica a quella pratica e fornisce alle startup che partecipano la possibilità di avere accesso diretto a strumenti e conoscenze specialistiche grazie all’interazione e al dialogo con esperti internazionali”.
“Senza un modello di business che funzioni, anche la tecnologia migliore non riuscirà ad arrivare sul mercato e sicuramente non potrà scalare – spiega Alexander Osterwalder -. Il primo modello di business a cui pensi probabilmente sarà sbagliato, quindi, hai bisogno di testarlo e metterlo continuamente alla prova e se non hai gli strumenti per farlo, sarà molto difficile. Qui entra in gioco Business Model Canvas, uno strumento visivo molto semplice per mappare e tirare fuori la logica di business della tua azienda, rendendo le idee molto concrete e visibili, in modo da poterle condividere con gli investitori e con i membri del tuo team. Business Model Canvas è uno strumento universale e credo che nell’ambito tecnologico e deep tech in particolare il suo utilizzo sia ancora più importante”.
“Per prepararsi agli investitori ci sono due cose fondamentali – sottolinea Alvise Bonivento -: avere molto chiara la propria idea di business, non solo la propria tecnologia, ma anche come andare a mercato, imparando a conoscere l’investitore, capendo quali sono le sue esigenze e come ti può aiutare. Ogni venture capitalist guarda sempre tre cose: il vantaggio competitivo e tecnologico, la presenza di un team di eccellenza sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista manageriale, l’esistenza di un mercato pronto ad assorbire quella nuova tecnologia o innovazione”.
“Le aziende deep tech devono lavorare con soggetti che credono nell’integrazione delle loro tecnologie con le tecnologie altrui – raccomanda Alberto Di Minin – allo scopo di allineare i modelli di business per sviluppare insieme una strategia di Open innovation. L’Open innovation è fondamentale per una startup deep tech per un motivo molto semplice: serve a completare un percorso di innovazione che è sviluppato anche in altre aziende”.
A fare il punto sul percorso ScaleUp Lab in chiusura di questo primo step, è Roberto Pillon, responsabile dell’ufficio Generazione d’impresa di Area Science Park: “Abbiamo dato vita a ScaleUp Lab nella consapevolezza dell’importanza di lavorare sullo sviluppo delle competenze delle nuove imprese innovative, che hanno necessità di crescere e di costruirsi tutti gli strumenti per poter affrontare il mercato e portare l’innovazione a terra. Dopo la Summer School il percorso continuerà nei prossimi tre mesi, dando alle startup un affiancamento, un coaching, un tutoraggio, nello sviluppo del loro prodotto d’impresa e poterle presentare in conclusione in un evento di pitch day a un gruppo di investitori”.
Il progetto IP4FVG-EDIH è finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – Missione 4 Componente 2 (M4C2) – Investimento 2.3 – Potenziamento ed estensione tematica e territoriale dei centri di trasferimento tecnologico per segmenti di industria, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU, con l’obiettivo di stimolare l’adozione di tecnologie digitali e verdi da parte di imprese e pubbliche amministrazioni.
09.09.2025
Dall’Intelligenza Artificiale un’accelerazione per nuovi vaccini
Immaginate un traduttore universale che, invece di convertire l’inglese in italiano, sia in grado di decifrare il linguaggio delle proteine che compongono i virus. Questo “traduttore” esiste già, si chiama Intelligenza Artificiale e sta rivoluzionando la lotta contro le malattie virali, dalla preparazione alle future pandemie alla ricerca di cure. È quanto emerso da una serie di interventi di esperti internazionali che hanno illustrato le ultime frontiere della virologia computazionale oggi a Trieste, nel workshop “AI in Virology: Leveraging AI to Advance Our Understanding of Viruses”, organizzato dall’Unità di Virologia di Area Science Park.
Per decenni, per capire un virus, gli scienziati dovevano coltivarlo in laboratorio e studiarne il comportamento, un processo lungo e oneroso. Poi è arrivata la genetica, che ha permesso di leggerne il “libro di istruzioni”, il genoma. Oggi, l’AI fa un passo in più: impara la “grammatica” e la “sintassi” con cui sono scritte le proteine, le macchine molecolari che permettono al virus di entrare nelle cellule e replicarsi.
“I nuovi modelli linguistici per proteine sono come dei cervelli artificiali addestrati su milioni di sequenze biologiche – spiega Giuditta De Lorenzo, virologa di Area Science Park – e sono in grado di capire, partendo da una singola sequenza di amminoacidi, quali mutazioni sono possibili e quali invece ‘romperebbero’ la proteina. Questo ci aiuta a prevedere come potrebbe evolversi un virus appena scoperto, un’abilità cruciale per stare un passo avanti alle pandemie. Ad esempio, le attività di ricerca che conduciamo in Area si focalizzeranno a breve sull’effetto dell’infezione virale sulla cellula, come i virus riescono a sconvolgere il suo contenuto. Inoltre, in collaborazione con il nostro Laboratorio di Data Engineering lavoreremo sullo sviluppo di nuovi vaccini, più efficaci, più stabili, che tengano in considerazione il comportamento dinamico delle particelle virali”.
Vaccini super-rapidi grazie alla “Reverse Vaccinology 3.0”
In effetti, uno degli impatti più tangibili dell’AI sarà sullo sviluppo di vaccini e anticorpi terapeutici. La cosiddetta “Reverse Vaccinology 3.0” utilizza l’AI per analizzare istantaneamente la struttura delle proteine di un virus e identificare il suo “tallone d’Achille”, cioè il punto preciso su cui dirigere gli anticorpi. “Il grossissimo vantaggio della Reverse Vaccinology 3.0 – spiega Emanuele Andreano, della Fondazione Biotecnopolo di Siena – è quello di riuscire a scoprire antigeni per candidati vaccinali ad una velocità mai vista prima. Grazie all’AI, ma anche all’avanzamento delle tecniche di immunologia umana, è possibile velocemente identificare degli anticorpi in grado di uccidere il patogeno e poi dalla sequenza dell’anticorpo riuscire a vedere qual è il target, l’antigene sulla superficie del virus del batterio, saltando anni di sperimentazioni in vivo, capendo prima cosa funziona e cosa no. La missione più importante che abbiamo alla Fondazione Biotecnopolo di Siena è sviluppare vaccini e anticorpi monoclonali contro virus o batteri con potenziale pandemico, come è il caso del virus ad del vaiolo delle scimmie”.
Ma tutta questa capacità di calcolo – è stato detto -ha costi molto elevati, dietro questi avanzamenti ci sono supercomputer che consumano enormi quantità di energia. È importante che l’opinione pubblica sia consapevole che l’IA, oltre che molto potente, è anche molto costosa e richiede investimenti in infrastrutture.
Un futuro promettente, ma da governare con cautela
La capacità di leggere, interpretare e persino “immaginare” nuove proteine non è solo un’opportunità, ma anche una grande responsabilità, gli esperti lanciano un monito chiaro. “Dobbiamo creare regole internazionali condivise e framework di controllo robusti per garantire che questa straordinaria rivoluzione scientifica sia usata solo per il bene dell’umanità – sottolinea Alessandro Marcello, virologo dell’ICGEB. Va considerato il potenziale duplice uso dell’AI, che può essere molto utile dal punto di vista medico sanitario, ma potrebbe comportare anche rischi se finisse nelle mani sbagliate, data la relativa facilità con cui si potrebbero ottenere dei protocolli per produrre virus altamente patogeni. Dobbiamo agire sinergicamente a diversi livelli: quello degli sviluppatori di AI, quello scientifico e quello legislativo per definire leggi e regolamenti che, senza inibire ricerca e innovazione, preservino la società da questi potenziali pericoli”.
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