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30.03.2023
PRP@CERIC: studiare gli agenti patogeni per contrastare la diffusione di nuovi focolai di malattie
Con il kick off meeting in Area Science Park, ha preso ufficialmente il via “Pathogen Readiness Platform for CERIC-ERIC Upgrade” PRP@CERIC, il progetto nazionale finanziato dal MUR nell’ambito del PNRR e coordinato dall’ente di ricerca Area Science Park in partenariato con il CNR (Istituto Officina dei Materiali e Istituto di Cristallografia), l’Università di Salerno, l’Università di Napoli e l’Università del Salento.
Il progetto, che può contare su un finanziamento pari a 41 milioni di euro, ha l’obiettivo di realizzare un’infrastruttura di ricerca altamente specializzata, unica in Europa, che integra strumentazioni e competenze in biologia, biochimica, fisica, bio-elettronica, bio-informatica e scienza dei dati per studiare agenti patogeni di origine umana, animale e vegetale e intervenire rapidamente per contrastare la diffusione di possibili nuovi focolai di malattie.
L’approccio multidisciplinare è l’elemento chiave per raggiungere gli obiettivi di ricerca, fondamentale e applicata, che il progetto si propone di attuare nel rispetto del principio DNSH (Do No Significant Harm), cioè non arrecare danni significativi all’ambiente. La nuova infrastruttura, in linea con quanto già accade per i laboratori di Area Science Park e di Elettra Sincrotrone Trieste, sarà disponibile per studi e analisi in modalità open access sia agli utenti accademici che a quelli industriali.
PRP@CERIC prevede la realizzazione di nuovi laboratori nonché l’aggiornamento di strumenti e servizi già esistenti; saranno, infatti, potenziati i laboratori di Area Science Park, di Elettra Sincrotrone Trieste, del CNR e dell’ICGEB, realtà scientifiche di eccellenza che collaborano alla realizzazione del progetto.
La pandemia COVID-19 ha evidenziato la necessità di fare leva su princìpi scientifici solidi, sulla collaborazione interdisciplinare e internazionale, elementi fondamentali per ridurre l’impatto umano, sociale ed economico di possibili futuri rischi di epidemie. Le infrastrutture di ricerca possono avere un ruolo chiave nella comprensione degli aspetti fondamentali di patogenicità e nello sviluppo efficace di strategie di prevenzione e cura. Strumenti, metodologie e tecnologie all’avanguardia su scale diverse e reciprocamente integrate (da singole molecole a interi organismi) hanno il potenziale per soddisfare i requisiti di sensibilità e selettività richiesti dallo studio di sistemi biologici complessi, contribuendo così fare nuova luce sui meccanismi di interazione ospite-patogeno.
“Il progetto PRP@CERIC è stato sviluppato partendo dalle competenze in genomica e data science già presenti nell’ente di ricerca e integrandole a quelle del sistema Area Science Park. Mi referisco, per esempio, alla ricerca di eccellenza nel campo della virologia dell’ICGEB come pure le capacità sperimentali della luce di sincrotrone di Elettra, centro di ricerca di rilevanza internazionale – ha dichiarato la Presidente di Area Science Park Caterina Petrillo nel corso del kick off meeting di lancio del progetto – . Queste consolidate competenze scientifiche si completano con alcune specializzazioni presenti presso le università di Napoli, Salento e Salerno, partner con cui abbiamo già sviluppato progetti di rilevanza nazionale. L’integrazione di expertise differenti e la messa in rete di laboratori dislocati in diverse aree geografiche darà vita a un’infrastruttura unica in Europa che sarà al servizio del mondo della ricerca e dell’impresa, nazionale e internazionale”.
Il progetto PRP@CERIC, che durerà 30 mesi, intende inoltre gestire tutti i dati di ricerca prodotti in maniera FAIR (Findable, Accessible, Interoperable, Reusable), cioè i dati prodotti saranno trattati in modo da essere facilmente reperibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili, nell’ottica di una scienza aperta e collaborativa a livello internazionale. La sostenibilità si estenderà anche al modello dell’alta formazione, in quanto il progetto prevede la realizzazione di master per laureati e training per la futura generazione di ricercatori.
Il progetto “Pathogen Readiness Platform for CERIC-ERIC Upgrade” PRP@CERIC è finanziato dal PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nell’ambito della Missione 4 “Istruzione e Ricerca”, Componente 2 “Dalla Ricerca all’Impresa”, Linea di Investimento 3.1 “Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione”, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU.
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Infrastrutture di ricerca
24.03.2023
Fotografato per la prima volta lo stato “chirale” delle molecole su scala atomica
Un team di ricerca internazionale guidato dall’Istituto di fotonica e nanotecnologie del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifn) di Milano ha utilizzato un approccio innovativo per indagare la chiralità di una molecola, una proprietà essenziale per sviluppare soluzioni tecnologicamente innovative nei campi della scienza dei materiali, della farmaceutica, e nei processi di catalisi. Lo studio, i cui risultati sono pubblicati su Physical Review X, è stato condotto presso i laboratori del Sincrotrone Elettra di Trieste, in Area Science Park, in cui si trova il laser a elettroni liberi FERMI: uno strumento di ultima generazione grazie al quale è stato possibile, per la prima volta, “fotografare”, nel corso di un processo ultraveloce, la proprietà della chiralità a livello di singoli atomi.
“Una molecola chirale non è sovrapponibile alla sua immagine speculare: in altre parole, è una molecola che non ha una simmetria speculare, e che esiste in due forme diverse, chiamate enantiomeri, non sovrapponibili tramite rotazioni o traslazioni”, spiega Caterina Vozzi, direttrice del Cnr-Ifn. “Comprendere tale proprietà è importante per molti aspetti della chimica, della biologia e della fisica: la reattività chimica e l’attività biologica e farmacologica delle molecole chirali, infatti, possono variare in modo significativo a seconda della configurazione degli enantiometri. Nelle applicazioni con queste molecole complesse, è quindi importante capire come ogni atomo contribuisca alla chiralità totale, soprattutto durante le reazioni chimiche”.
Nello studio, è stata analizzata la variazione nel tempo delle proprietà chirali di una molecola, utilizzando la radiazione prodotta da un laser a elettroni liberi (FEL), una tecnologia all’avanguardia che consente di generare impulsi di luce estremamente intensi e brevi, della durata di pochi femtosecondi (1 femtosecondo corrisponde ad un milionesimo di miliardesimo di secondo).
“Il laser a elettroni liberi FERMI è l’unico al mondo in grado di produrre impulsi di luce polarizzata circolarmente capace di sondare questi fenomeni. Questo tipo di luce è in grado di fornire informazioni dettagliate sulla struttura e sulla dinamica delle molecole, aprendo nuove prospettive nella ricerca di base e applicata”, aggiunge Oksana Plekan, ricercatrice di Elettra Sincrotrone Trieste, co-autrice dello studio.
“In questo studio abbiamo dimostrato come cambia la chiralità di una molecola durante un processo ultraveloce quando la osserviamo dalla prospettiva degli atomi che la compongono. Questa capacità di osservare la chiralità da più punti di vista è assimilabile alla visione stereoscopica nell’uomo, grazie alla quale possiamo percepire la profondità e la tridimensionalità del mondo che ci circonda,” ha dichiarato Davide Faccialà, ricercatore presso il Cnr-Ifn e primo autore dello studio. “La tecnica che abbiamo dimostrato ci permette dunque di osservare in tempo reale come cambia la chiralità di una molecola con un livello di dettaglio senza precedenti, aprendo nuove strade per la compresione delle proprietà chimiche e fisiche delle molecole chirali nelle reazioni chimiche”.
Lo studio ha dimostrato l’importanza di combinare le competenze in diversi campi scientifici per raggiungere risultati innovativi nella ricerca.
Alla ricerca hanno contribuito anche l’Istituto di struttura della materia (Ism) del Consiglio nazionale delle ricerche, il Centre national de la recherche scientifique e l’Università di Bordeaux (Francia), l’Università di Nottingham (UK), il Deutsches Elektronen-Synchrotron e l’Università di Amburgo (Germania), il Politecnico di Milano (Italia), l’Università di Nova Gorica (Slovenia), il Sincrotrone Soleil (Francia) e l’Università di Tokyo (Giappone).
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Dai nostri campus
22.03.2023
Area Science Park, Unicredit ed Elis Innovation Hub a sostegno dello startup d’impresa
Sostenere la crescita e lo sviluppo di startup e PMI innovative grazie alle iniziative messe in campo dai principali attori dell’ecosistema dell’innovazione regionale e nazionale. Di questo si è parlato all’evento “Creare, connettere, valorizzare: opportunità a supporto delle startup d’impresa”, organizzato da Area Science Park assieme ai partner Elis Innovation Hub e Unicredit. Un’occasione per fare il punto sulle attività di incubatori e parchi scientifici del Friuli Venezia Giulia nel favorire lo sviluppo dello startup d’impresa, ma anche per presentare le nuove edizioni dei programmi promossi da Unicredit e Elis Innovation Hub, in partenza nelle prossime settimane.
A cominciare da Unicredit Start Lab, giunta quest’anno al decimo anno, un’altra business plan competition che assegna premi in denaro a cui è possibile iscriversi fino al 18 aprile. Start Lab è la piattaforma di business di UniCredit dedicata a startup e PMI innovative operanti nei settori Life Science, Clean Tech & Industrial, Innovative Made in Italy, Digital e Impact Innovation. L’iniziativa, giunta quest’anno alla sua decima edizione (iscrizioni aperte fino al 18 aprile sul sito www.unicreditstartlab.eu) prevede: la possibilità di partecipare ad attività strutturate di business e investment matching con controparti industriali e finanziarie del network di UniCredit; training manageriale avanzato, tramite la Startup Academy e workshop tematici; un programma di mentorship personalizzata con professionisti ed esperti dell’ecosistema dell’innovazione; e, infine, l’assegnazione di un gestore UniCredit dedicato al supporto alla crescita. Previsto anche un riconoscimento in denaro da 10.000 euro per il migliore progetto presentato per ognuno dei settori chiave.
“Le startup innovative operano oggi in Italia in un contesto in espansione e mai così dinamico con oltre 2 miliardi di euro di investimenti raccolti nel 2022 da queste realtà nel nostro Paese. Il Nord Est, e il Friuli Venezia Giulia in particolare, rappresentano un’eccellenza in questo senso, con un ecosistema dell’innovazione dinamico come pochi altri. In tale contesto UniCredit, grazie al proprio impegno pioneristico, è stata in prima linea in questa crescita – dichiara Renzo Chervatin, Responsabile Sviluppo dei Territorio Nord Est di UniCredit – e nel tempo ha saputo dare un supporto sempre attuale e al passo coi tempi. Dalle oltre 60 iniziative di open innovation per connettere le startup con circa 800 aziende leader e 1000 investitori, alle occasioni di collaborazione sviluppate direttamente con la banca, ad esempio per la fornitura di servizi welfare e digitali e nella realizzazione di progetti in partnership con UniCredit o quelle promosse con selezionate aziende leader nell’ecosistema dell’innovazione”.
Elis Innovation Hub, nasce all’interno dell’ecosistema del Consorzio ELIS. Grazie alla professionalità delle sue risorse, supporta le aziende nella realizzazione di progetti d’ innovazione e consulenza. I programmi di punta dell’area di Open Innovation sono OPEN ITALY e Foundation Open Factory (FOF). OPEN ITALY è il laboratorio di co-innovazione in cui collaborano grandi aziende, soggetti innovativi e giovani e si distingue per il suo modello, ormai consolidato: dodici settimane di lavoro per realizzare un prototipo, basato sulla collaborazione attiva tra corporate, realtà innovativa e team di esperti Elis Innovation Hub. Fondamentali all’interno del programma sono i cinque eventi, che distinguono i vari momenti del programma. Al momento si è appena conclusa la Call4Solution, dove le realtà innovative hanno potuto candidare le loro soluzioni, rispondendo agli innovation need delle corporate. Siamo quindi prossimi ai Demoday, eventi durante i quali grandi aziende e startup hanno la possibilità di incontrarsi e discutere di specifici use case, che potenzialmente daranno il via a progetti di co-innovazione. Altro momento importante è l’Innovation Bootcamp: il laboratorio intergenerazionale rivolto a giovani laureati e neo-laureati. La masterclass prevede 8 settimane di formazione, dove i ragazzi possono acquisire competenze trasversali, partendo dall’ambito imprenditoriale fino a quello manageriale, passando per le logiche d’impatto. Il 17 aprile partirà, da Ovindoli, la masterclass del 2023.
Foundation Open Factory (FOF) è l’esempio di programma di co-innovazione costruito sulle esigenze del territorio. Grazie alla collaborazione di Fondazione Cariverona, Caritro, Cariparo e il Consorzio ELIS, permette di svolgere azioni culturali esemplari per percorsi volti a rafforzare la competitività del sistema territoriale del Triveneto e delle province di Ancona e Mantova. FOF ha l’obiettivo di fare innovazione in chiave di impatto sociale sul territorio, introducendo progetti di co-innovazione tra PMI, Enti Non Profit, Fondazioni Bancarie, Startup, Centri di Ricerca ed Università.
Queste iniziative di stimolo alle start-up e più in generale ai processi di innovazione sono particolarmente in sintonia con una realtà come il Friuli Venezia Giulia, che si pone al secondo posto in Italia, subito dopo il Trentino-Alto Adige, nella classifica che misura l’incidenza di start-up innovative rispetto alle nuove società costituitesi da meno di cinque anni, con un indice del 5,38%. Inoltre, il Regional Innovation Index della Commissione Europea, individua il Friuli Venezia Giulia come “Innovatore forte” (Strong Innovator), mentre l’Italia, nel suo insieme, è classificata come “Innovatore moderato”. Questo grazie a un sistema regionale della ricerca e dell’innovazione che annovera Area Science Park, Friuli Innovazione, Polo Tecnologico Alto Adriatico, BIC Incubatori FVG.
Area Science Park focalizza i propri servizi di valorizzazione delle idee imprenditoriali nei settori digitale e ICT, cultura e creatività, life science, economia circolare, attraverso programmi di valorizzazione della ricerca per la creazione di spin-off, di incubazione/accelerazione di impresa, di open innovation e di internazionalizzazione.
Friuli Innovazione supporta le start-up nello sviluppo e validazione di business model, nella stesura del business plan, nell’analisi della sostenibilità economico-finanziaria e nella costruzione di un pitch efficace.
Il Polo Tecnologico Alto Adriatico articola i suoi servizi alle start-up in tre diversi programmi: pre-incubazione nelle fasi iniziali di sviluppo finalizzata alla validazione del modello di business; incubazione per lo sviluppo dell’idea imprenditoriale; accelerazione di impresa per la fase di scale-up del progetto.
Infine, BIC Incubatori FVG individua e valorizza progetti innovativi, prevalentemente nei settori, dell’ICT, delle scienze della vita e dell’energia; insedia start-up industriali ad alto potenziale di crescita; favorisce joint-venture derivanti da operazioni di finanza straordinaria e piccole imprese in trasformazione; collabora nella predisposizione di piani finanziari da presentare al sistema creditizio.
Nel corso dell’evento sono state presentate alcune start-up di successo:
Aindo, startup che utilizza strumenti e tecniche all’avanguardia dell’Intelligenza Artificiale (AI) e del Machine Learning (ML) pr lo sviluppo di dati sintetici.
Finapp è stata selezionata l’anno scorso nell’ambito UniCredit Launch Pad. Si tratta di una realtà del mondo agritech, utilizza i raggi cosmici per misurare l’umidità del suolo.
Haura, start-up sta sviluppando un dispositivo modulare per permettere a tutti di cucinare cibi sani in modo semplice, che viene definito il primo smart kitchen desktop al mondo.
MetalMed nasce dalla necessità di sviluppare un centro di stampa metalli medicali sul territorio FVG, focalizzando l’attività sui dispositivi medici maxillo facciali e odontoiatrici definiti dall’odontotecnico.
Optimens, la startup che sulla base delle più recenti ricerche in ambito neuroscientifico e psicologico si propone di misurare, monitorare e allenare le funzionalità del cervello.
Primo Principio sviluppa sistemi avanzati di monitoraggio, attuazione e supporto alle decisioni in campo agricolo e di gestione del rischio idrogeologico.
Skyproxima, startup aeronautica che progetta sistemi di trasporto medico, con una filiera composta da veicoli aerei rapidi per le emergenze, contenitori smart termo-autonomi e sistemi di controllo del volo.
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Servizi per l'Innovazione
10.03.2023
SARS-CoV-2 danneggia il DNA e causa invecchiamento cellulare e infiammazione cronica
In una ricerca appena pubblicata sull’autorevole rivista scientifica Nature Cell Biology è stato identificato un meccanismo di danno al DNA cellulare indotto dal virus SARS-CoV-2 che provoca invecchiamento cellulare ed infiammazione cronica. Questo studio spiega alcuni effetti patologici dell’infezione, anche a lungo termine, e pone le basi per nuovi trattamenti farmacologici. Nella pubblicazione, i ricercatori ICGEB sono al fianco dei migliori centri di ricerca italiani nello studio delle basi molecolari del COVID-19.
Una risposta infiammatoria esagerata all’infezione di SARS-CoV-2 è all’origine degli effetti più nocivi del COVID-19. Era noto come alcuni virus fossero in grado di indurre danno al DNA cellulare e che la mancata riparazione del danno provocasse tumori, senescenza cellulare e infiammazione cronica. Partendo da queste premesse si è mosso il team di scienziati coordinato da Fabrizio d’Adda di Fagagna all’IFOM di Milano, insieme ai virologi dell’ICGEB, guidati da Alessandro Marcello, e da Serena Zacchigna e Rossana Bussani dell’Università degli Studi di Trieste per l’analisi dei tessuti dei pazienti.
“Abbiamo osservato”, spiega Alessandro Marcello, “che quando il virus replica nelle cellule infettate esaurisce rapidamente le risorse di precursori necessari alla sintesi degli acidi nucleici. Questo provoca un danno al DNA cellulare che deve essere riparato. Allo stesso tempo, alcune proteine del virus, chiamate Orf6, Nsp13 e N, interferiscono con i meccanismi cellulari di riparazione, provocando senescenza cellulare e produzione di citochine infiammatorie. La cosiddetta ‘tempesta citochinica’ è alla base della patologia polmonare caratteristica del COVID-19, ma anche dei sintomi neurologici che riscontriamo nel “long COVID”, che possono persistere anche a lungo in seguito all’infezione.”
“È importante sottolineare”, conferma Serena Zacchigna, “che gli effetti riscontrati nei modelli cellulari studiati in laboratorio sono stati confermati nei tessuti dei pazienti con COVID-19, quindi nel contesto naturale dell’infezione.”
Le implicazioni dello studio non si limitano alla comprensione dei meccanismi molecolari dell’infezione, ma pongono le basi di una terapia farmacologica in grado di alleviare le complicanze dell’infezione, soprattutto quelle a lungo termine.
“Tre anni fa in Italia siamo stati i primi in Europa a fronteggiare un virus allora sconosciuto”, conclude Alessandro Marcello, “in pochissimo tempo la ricerca scientifica ha portato a risultati fondamentali per il contenimento dell’epidemia come i vaccini e i farmaci antivirali. È importantissimo mantenere alta l’attenzione e sostenere la ricerca di eccellenza per non risultare impreparati nei confronti di emergenze future.”
Leggi l’articolo completo
Hanno collaborato allo studio: IFOM, ICGEB, con sede in Area Science Park, IGM-CNR di Pavia, San Raffaele di Milano (Matteo Iannacone), l’Università degli Studi di Padova (Chiara Rampazzo), l’Istituto Neurologico Besta (Paola Cavalcante), Università degli Studi di Trieste (Serena Zacchigna e Rossana Bussani) e l’Università degli Studi di Palermo (Claudio Tripodo).
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Dai nostri campus
09.03.2023
MADE IN FVG: Ambasciatori di Eccellenza
Prende il via l’edizione 2023 del progetto “MADE in FVG: ambasciatori di eccellenza” realizzato dalla Regione tramite l’Agenzia Lavoro&Sviluppolmpresa, l’Agenzia per il diritto allo studio (ARDiS), l’Ufficio scolastico regionale e in particolare il Coordinamento regionale del Friuli Venezia Giulia per le consulte studentesche.
L’iniziativa ha l’obiettivo di far conoscere agli studenti extraregionali che si stanno formando nelle Università del Friuli Venezia Giulia e ai ragazzi delle scuole superiori della nostra regione le grandi capacità e potenzialità del tessuto produttivo regionale.
Nel 2023 il progetto si concentrerà sui parchi scientifici e sulle aziende in essi insediate.
Si svilupperà in tre fasi da febbraio a maggio 2023: una prima fase di incontri, una fase di visita ai poli scientifici e una fase di restituzione e divulgazione.
Prossimi incontri di presentazione:
venerdì 10 marzo, l’incontro avrà per protagonisti Daniele Gulic, co-founder and Ceo Skyproxima (settore aerospaziale) e Filippo Bianco, amministratore delegato di Friuli Innovazione
venerdì 24 marzo, gli studenti incontreranno Andrea Martini, amministratore delegato di Fast Computing-ICT, che si occupa di riduzione computazionale combinata con i recenti sviluppi dell’intelligenza artificiale e della scienza dei dati, e Barbara Delbello, ufficio comunicazione di Area Science Park.
Per iscrizioni, clicca QUI.
Seguirà la fase delle visite ai tre parchi scientifici regionali. La visita in Area Science Park è prevista il prossimo 4 maggio 2023.
Nella terza e conclusiva fase, il programma prevede la diffusione degli esiti del progetto con il ruolo attivo degli studenti quali ambasciatori del mondo formativo e produttivo regionale.
Dai nostri campus
08.03.2023
Pubblicato il report “Edilizia 2040: quale futuro?”
<<Uno dei compiti più importanti di un esercizio di futuri è identificare cose che non sono ancora di dominio pubblico, ma che lo saranno tra dieci o vent’anni. Per farlo si deve scavare, esaminare granelli di informazioni, cogliere cambiamenti in erba, scoprire fenomeni marginali, individuare segnali deboli di futuro>>. Con queste parole Fabio Millevoi, Direttore di Ance Friuli Venezia Giulia, introduce il report “Edilizia 2040, quale futuro?” in cui vengono raccontati i risultati completi di LICoF, Laboratorio dell’Immaginazione sulle Costruzioni Future.
Avviato a novembre 2020 su iniziativa di Ance FVG e di Area Science Park nell’ambito delle attività del digital innovation hub IP4FVG, LICoF ha coinvolto il sistema della ricerca, dell’innovazione e il mondo produttivo, in un percorso di studio e analisi finalizzato a immaginare il futuro della filiera edile.
Al laboratorio, durato circa dodici mesi, hanno contribuito 30 professionisti tra imprenditori edili, architetti, giuristi, scienziati, manager del settore culturale e creativi attivi su tutto il territorio nazionale, con lo scopo di realizzare un “esercizio sui futuri” delle costruzioni al 2040; si tratta del primo studio realizzato in Italia applicando i metodi della previsione sociale e dei sistemi anticipanti al settore delle costruzioni, per analizzare gli impatti della “digital age” sui possibili futuri modelli di business.
<<Il Laboratorio dell’Immaginazione delle Costruzioni Future è stato per Area Science Park un esperimento condotto al di fuori dei classici laboratori. – scrive la Presidente di Area Science Park, Caterina Petrillo, nella prefazione del report – La sfida in cui ci ha coinvolto ANCE FVG è stata mettere a fuoco gli scenari delle città del futuro derivanti dall’attuazione di digitalizzazione e sostenibilità nell’edilizia e nell’urbanistica. Un modo nuovo di osservare il presente e costruire il futuro, con l’augurio che si possa disporre di un ulteriore strumento conoscitivo di supporto allo sviluppo del mondo imprenditoriale>>.
Un lavoro che ha richiesto un uso creativo delle informazioni per produrre idee e punti di vista che sfidino il presente: <<un metodo – spiega Fabio Millevoi – che LICoF ha seguito per mettere a fuoco i 4 scenari descritti in questo report e che potranno sembrare inusuali, apparire esagerati o forse provocatori ma che, spero, saranno in grado di trasportare il lettore in aree estranee e sconosciute. Non si tratta di prevedere il futuro esatto, ma di prendere decisioni migliori oggi sulla base degli scenari che abbiamo immaginato e che, ricordo, non sono previsioni ma storie che raccontano di possibili futuri alternativi>>.
I risultati dello studio sono stati presentati pubblicamente a settembre 2022 durante un evento che si è svolto presso il Castello di Miramare di Trieste. Oggi è online il report nella sua veste completa.
Per scaricare il report vai qui
Servizi per l'Innovazione
08.03.2023
Sinergia tra scienza e diplomazia per la crescita dell’Italia: se n’è discusso a Padova
“Per parlare di quello che oggi è il Sistema della scienza e dell’innovazione di Trieste e, più in generale del Friuli Venezia Giulia, non si può non pensare all’impatto che la storia ha avuto sul territorio e che ne ha determinato la vocazione internazionale e la necessità di fare rete, peculiarità diventate oggi punti di forza” così Caterina Petrillo, Presidente di Area Science Park, intervenuta a Padova alla conferenza delle Addette e degli Addetti scientifici e spaziali ospitata, il 6 e il 7 marzo 2023, presso l’ateneo padovano.
L’intervento della Presidente Petrillo, dedicato al polo scientifico di Trieste, era inserito nella tavola rotonda “La Ricerca motore della competitività del Sistema Paese” in programma il 7 marzo, a cui hanno partecipato anche Maria Chiara Carrozza, presidente CNR, Francesco Ubertini, presidente Cineca e Marcella Panucci, Capo Gabinetto MUR, in sostituzione del capo delegazione italiana al Board of Government Representatives Einstein Telescope.
“Il sistema della scienza e dell’innovazione del Friuli Venezia Giulia è oggi internazionale, grazie alle numerose istituzioni scientifiche che attraggono ogni anno studenti, ricercatori e docenti provenienti da tutto il mondo” ha poi continuato la Presidente che ha aggiunto “Il Friuli Venezia Giulia, inoltre, è un territorio ad alta innovazione che può contare su 251 startup innovative (dato al 31 dicembre 2022) e aziende particolarmente attive in ricerca e sviluppo e che periodo 2011-2020 hanno depositato 1004 brevetti italiani e 875 europei”.
La Conferenza delle Addette e degli Addetti Scientifici e Spaziali 2023, dal titolo “La diplomazia scientifica al servizio della crescita dell’Italia”, è stata organizzata con la collaborazione di APRE (Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea) e ha visto ospiti il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani e il Ministro dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini.
Qui la registrazione della giornata della seconda giornata.
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07.03.2023
IMPRESS: costruire il futuro della microscopia elettronica a trasmissione
Scienza e innovazione stanno unendo le forze nel progetto IMPRESS (Interoperable electron Microscopy Platform for advanced RESearch and Services), lanciato ufficialmente il 1° febbraio 2023. Questo innovativo progetto scientifico mira a generare una transizione tecnologica rivoluzionaria nel campo della microscopia elettronica a trasmissione (TEM) co-sviluppando e fornendo metodi e strumenti nuovi e sofisticati, che permetteranno di esplorare nuove modalità di utilizzo dei TEM sia da parte di comunità scientifiche consolidate che emergenti. IMPRESS promuoverà inoltre l’integrazione dei TEM con altri strumenti, compresi quelli delle infrastrutture di ricerca analitica (RI), creando al contempo prospettive commerciali per le piccole e medie imprese.
IMPRESS riunisce 19 partner provenienti da 11 paesi europei, coinvolgendo scienziati, aziende, esperti nel campo della microscopia elettronica e infrastrutture di ricerca. Il consorzio si è riunito a Trieste dal 14 al 17 febbraio per il lancio ufficiale del progetto. IMPRESS è un progetto avviato da e-DREAM, l’European Distributed REsearch infrastructure for Advanced electron Microscopy. Prevede di compiere un significativo passo avanti nel campo della microscopia elettronica a trasmissione sviluppando una nuova generazione di strumentazione basata su componenti open source e conoscenza condivisa.
RENDERE I TEM PIÙ ACCESSIBILI E FACILI DA USARE
Al centro del progetto IMPRESS c’è lo sviluppo di una piattaforma interoperabile basata su componenti modulari e standardizzati, progettate in maniera da essere flessibili ed adattabili sia a diversi microscopi che ad altra tipologia di strumentazione. Questa piattaforma consentirà di effettuare un’ampia gamma di esperimenti multimodali e correlativi utilizzando opzioni metodologiche attualmente non accessibili con microscopi elettronici disponibili in commercio.
“Il nostro obiettivo è progettare e fornire strumentazione TEM concepita al più alto livello di standard aperti e interoperabilità. L’architettura di questa piattaforma innovativa sarà basata su componenti intercambiabili che potranno essere prontamente personalizzati dagli scienziati e ulteriormente adattati, tenendo conto delle esigenze di utenti di diverse comunità scientifiche. Il nostro obiettivo è rendere i TEM flessibili in modo che possano essere adattati a una varietà di esperimenti multimodali, invece di adattare gli esperimenti ai TEM”, spiega Regina Ciancio, coordinatrice del progetto.
“Il progetto IMPRESS ha il potenziale di creare una svolta nel mercato TEM, in quanto mira a rendere la strumentazione e gli strumenti TEM avanzati più accessibili e di facile utilizzo per una più ampia gamma di comunità scientifiche”, sottolinea Rafal Dunin-Borkowski, coordinatore scientifico del progetto.
Per raggiungere questo obiettivo, IMPRESS costruirà uno stretto dialogo con le aziende per adottare progetti standard che possono essere facilmente adattati da qualsiasi operatore. Sfrutterà le sinergie e collaborerà con cinque infrastrutture di ricerca di rilevanza europea. Oltre alle aziende coinvolte nel consorzio, una procedura di appalto pre-commerciale consentirà alle aziende esterne di fornire competenze complementari per co-sviluppare prototipi innovativi con funzionalità mirate. Questo approccio creerà le condizioni ideali per un nuovo ecosistema innovativo generato da IMPRESS.
Il progetto è coordinato dall’Istituto Officina dei Materiali (IOM) del CNR e ha tra i partner chiave Area Science Park, che contribuirà alla fase di pre-commercial procurement e, in particolare, a tutti gli step che caratterizzano l’iter procedurale, dalla fase di test della strumentazione alla fase di adattabilità e di co-sviluppo delle tecnologie. Area inoltre contribuirà a creare un dialogo sinergico fra gli scienziati e le aziende coinvolte nel settore, aprendo anche la strada a un possibile dimostratore futuro. “Attendiamo con grande fiducia di vedere i risultati di questo progetto e l’impatto che esso avrà sul mercato TEM e sulla comunità scientifica”, conclude Regina Ciancio.
IMPRESS è un progetto multidisciplinare, che riunisce un team di partner provenienti da università, istituti di ricerca e piccole e medie imprese di 11 paesi europei, tra cui Italia, Germania, Francia, Belgio, Norvegia, Spagna, Austria, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Regno Unito e Finlandia. Con un finanziamento di circa 10 milioni di euro dal programma quadro Horizon Europe della Commissione Europea, il team di partner, che comprende 5 infrastrutture di ricerca di rilevanza europea (SOLEIL, ALBA, CERIC, Euro-BioImaging ed ELI), lavorerà al progetto per i prossimi 4 anni.
IMPRESS PROJECT COORDINATOR: Dr. Regina Ciancio, CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE, AREA SCIENCE PARK, Italy
IMPRESS SCIENTIFIC COORDINATOR: Prof. Rafal Dunin-Borkowski, FORSCHUNGSZENTRUM JUELICH GMBH, Germany
IMPRESS CONSORTIUM: CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE (Italy); FORSCHUNGSZENTRUM JUELICH GMBH (Germany); CENTRE NATIONAL DE LA RECHERCHE SCIENTIFIQUE – CNRS (France); UNIVERSITEIT ANTWERPEN (Belgium); NORGES TEKNISK-NATURVITENSKAPELIGE UNIVERSITET – NTNU (Norway); FUNDACIO INSTITUT CATALA DE NANOCIENCIA I NANOTECNOLOGIA (Spain); TECHNISCHE UNIVERSITAET GRAZ (Austria); LEIBNIZ INSTITUT FUER FESTKOERPER UND WERKSTOFFFORSCHUNG DRESDEN EV (Germany); UNIVERSITEIT MAASTRICHT (Netherlands); AREA DI RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA DI TRIESTE – AREA SCIENCE PARK (Italy); CENTRAL EUROPEAN RESEARCH INFRASTRUCTURE CONSORTIUM – CERIC (Italy); EURO-BIOIMAGING ERIC (Finland); CONSORCIO PARA LA CONSTRUCCION EQUIPAMIENTO Y EXPLOTACION DEL LABORATORIO DE LUZ SINCROTRON – ALBA (Spain); SYNCHROTRON SOLEIL SOCIETE CIVILE (France); EXTREME LIGHT INFRASTRUCTURE ERIC – ELI (Czech Republic); CEOS CORRECTED ELECTRON OPTICAL SYSTEMS GMBH (Germany); CORVERS PROCUREMENT SERVICES BV (Netherlands); PROMOSCIENCE SRL (Italy); THE CHANCELLOR, MASTERS AND SCHOLARS OF THE UNIVERSITY OF OXFORD (United Kingdom – Associated partner funded by UK Research and Innovation).
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Servizi per l'Innovazione
06.03.2023
Torna FameLab, il talent show della comunicazione scientifica
Raccontare la scienza in 3 minuti: è la sfida di FameLab, il talent show della comunicazione scientifica, che anche quest’anno farà tappa a Trieste.
La selezione locale si svolgerà il 31 marzo 2023 alle ore 9.00 alla Sala Luttazzi del Magazzino 26. Le iscrizioni sono aperte e si effettuano tramite form online, entro domenica 26 marzo.
La competizione costituisce per i concorrenti un’importante occasione di mettere alla prova le proprie competenze nella materia scientifica di studio, nonché le proprie abilità comunicative, e più in generale mira ad avvicinare i giovani ricercatori al mondo della divulgazione, con l’intento di creare nuove professionalità e consolidare un dialogo che sia il più possibile rigoroso, informale e duraturo tra il mondo della ricerca scientifica e il pubblico.
La novità dell’edizione 2023 è che saranno ammessi concorrenti provenienti sia da ambiti STEM o medicina, sia da ambiti Umanistici (Antropologia, Archeologia, Economia, Filosofia, Geografia, Giurisprudenza, Linguistica, Psicologia, Scienze Politiche, Sociologia e Storia), che nelle loro ricerche adottano metodi, teorie e dati scientifici e ne parleranno nei loro talk.
I primi due classificati della selezione locale riceveranno un premio in denaro, accederanno a una Masterclass in comunicazione scientifica, che si svolgerà a Perugia in giugno, e alla Finale Nazionale in programma a fine settembre in occasione della Notte Europea dei Ricercatori.
Il vincitore di FameLab Italia 2023 avrà accesso alla finalissima FameLab International, in programma in autunno, dove affronterà altri concorrenti provenienti da tutto il mondo.
Per prepararsi al palco di FameLab: incontro formativo
Per aiutare gli aspiranti concorrenti a preparare al meglio le loro presentazioni, il 24 marzo dalle 17.30 alle 21.30 al Polo Giovani Toti, i promotori della selezione di Trieste organizzano un incontro formativo gratuito dedicato alla preparazione dei contenuti e alla teatralità.
Potranno partecipare tutti i ricercatori interessati e in possesso dei requisiti per iscriversi.
Donato Ramani, comunicatore scientifico della SISSA, tratterà di come dare ai contenuti delle presentazioni una struttura narrativa efficace, mentre l’attrice Daniela Gattorno porrà l’accento su diversi aspetti legati al modo di muoversi sul palco e all’uso della voce.
Per iscriversi: info@immaginarioscientifico.it
Per assistere a FameLab Trieste
Le scuole secondarie di II grado sono invitate ad assistere all’evento come pubblico e a votare la loro esibizione preferita.
Gli insegnanti che desiderano far partecipare le proprie classi possono contattare l’Immaginario Scientifico per effettuare la prenotazione (obbligatoria): info@immaginarioscientifico.it oppure 040 224424.
L’evento è aperto gratuitamente anche al pubblico che desidera assistere.
Prenota qui.
FameLab è stato ideato nel 2005 in Gran Bretagna. In Italia nel 2022 l’evento è organizzato da Psiquadro Perugia e Cheltenham Festival. La selezione locale a Trieste è organizzata da Immaginario Scientifico, Università di Trieste, Università di Udine, SISSA – Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati e Comune di Trieste, nell’ambito del Protocollo d’intesa Trieste Città della Conoscenza. Il Protocollo è sostenuto da ZKB-Credito Cooperativo di Trieste e Gorizia.
Servizi per l'Innovazione
15.02.2023
Non tutto il grasso vien per nuocere: una nuova terapia di medicina rigenerativa per le ferite difficili
Una stretta collaborazione tra istituti scientifici e imprese della Regione Friuli Venezia Giulia ha prodotto risultati promettenti nel trattamento delle ferite difficili. La nuova terapia avanzata per la risoluzione efficace delle ferite difficili è stata pubblicata sulla rivista del gruppo Nature npj Regenerative Medicine. In questo studio, è stata dimostrato come alcune cellule del grasso, che prendono il nome di frazione stromale vascolare (in inglese: Stromal Vascular Fraction o SVF), sono in grado di promuovere la formazione di nuovi vasi sanguigni a livello della ferita, con importante accelerazione dei tempi di guarigione.
Le ferite difficili sono lesioni cutanee estremamente dolorose che non guariscono, anzi peggiorano con il tempo. Ciò è causato dalla coesistenza di patologie croniche sottostanti, in primis diabete e arteriopatie periferiche, che non consentono una adeguata vascolarizzazione della ferita, necessaria per garantire un sufficiente apporto di ossigeno e nutrienti, e quindi la guarigione.
Si tratta di una condizione frequente nelle persone che hanno più di 60 anni, almeno tanto quanto lo scompenso cardiaco, con importanti limitazioni nelle attività quotidiane.
Le ricadute economiche sono importanti. Circa il 3% del budget sanitario globale viene speso per la cura delle ferite difficili, che richiedono terapie specialistiche e costose: in Italia oltre 3 miliardi di euro all’anno. A questo si aggiunge la riduzione delle capacità lavorative del malato e la necessità di assistenza sanitaria, a volte costante.
Questa ricerca, guidata da Serena Zacchigna, responsabile del laboratorio di Biologia Cardiovascolare dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB) e docente di Biologia Molecolare all’Università degli Studi di Trieste è stata resa possibile dal progetto PREFER – sviluppo di un PRodotto biocompatibile per la tErapia delle FERite difficili, finanziato dal Programma Operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020 del Friuli Venezia Giulia. Oltre a ICGEB e UNITS, hanno partecipato due aziende regionali, Zeta Research e Vivabiocell, capofila del progetto.
“Le terapie attualmente disponibili si basano sull’applicazione di sostituti cutanei per promuovere la cicatrizzazione delle ferite – spiega Zacchigna – Tuttavia la loro efficacia è limitata dalla vascolarizzazione inadeguata che solitamente sta alla base di questa malattia”. Come funziona questa nuova terapia? “Abbiamo prelevato le cellule derivate dal tessuto adiposo dei pazienti per applicarle sul letto della ferita. A distanza di qualche giorno abbiamo osservato la formazione di una nuova rete vascolare, funzionale e connessa con i vasi pre-esistenti”.
“Il ripristino di un adeguato afflusso di sangue a livello della ferita è fondamentale per supportare la guarigione della lesione cutanea” continua Giovanni Papa, docente UNITS e Direttore della Unità di Chirurgia Plastica dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI), che ha fornito le cellule e consentito la validazione dell’efficacia.
La collaborazione tra accademia e impresa ha permesso di ottenere questo primo traguardo verso una migliore cura e qualità di vita per le persone con ferite difficili. Fondamentale in questo percorso è stata la partecipazione di VivaBioCell, azienda leader nella produzione di bioreattori per terapie cellulari, che ha apportato la propria esperienza industriale e la capacità di trasformare i risultati della ricerca in soluzioni implementabili in una realtà clinica.
“Il lavoro congiunto tra noi ricercatori accademici, i clinici ospedalieri e il reparto ricerca e sviluppo industriale è stato essenziale per definire degli obiettivi concreti, compatibili con le esigenze del processo di scalabilità industriale – afferma Roman Vuerich, primo autore del lavoro e studente di dottorato presso UNITS e ICGEB – Questo progetto è stato un esempio di come la sinergia tra accademia e impresa possa portare a soluzioni concrete per le sfide della salute pubblica.”
“Siamo confidenti che questa collaborazione possa continuare in futuro per portare un prodotto di terapia avanzata ai pazienti e che funga da faro per promuovere altri progetti di collaborazione tra centri di ricerca, ospedali e industria. Solo grazie a finanziamenti che sostengano la sinergia tra queste realtà potremo far sì che i risultati della ricerca arrivino ai malati e che questo possa accadere anche in Italia” concludono all’unisono Zacchigna e Papa.
Comunicati Stampa
Dai nostri campus
15.02.2023
Dr. Schӓr R&D Centre di Trieste: le ricercatrici infrangono il soffitto di cristallo
Nel Dr. Schär R&D Centre di Trieste, nato 20 anni fa e parte integrante del Gruppo Dr. Schär, azienda leader nell’alimentazione senza glutine e per specifiche esigenze nutrizionali, la ricerca davvero non ha genere.
In Italia, secondo i dati del report “Gender in research” di Elsevier, a fronte di un folto numero di donne impegnate nella ricerca, solo un 20% di loro ricopre però ruoli apicali. Al Dr. Schär R&D Centre, invece, non solo oltre la metà degli addetti sono donne, ma quasi tutte le posizioni al vertice sono ricoperte da ricercatrici.
Scienziate che, grazie alle proprie competenze – che spaziano dalla ricerca di base e sulle materie prime, allo sviluppo del prodotto – e con le loro intuizioni, dedizione e determinazione hanno ampiamente superato quel gender gap che ha tradizionalmente considerato le scienze appannaggio maschile e che, quindi, con la loro storia possono essere d’ispirazione per le giovani generazioni.
Il team guidato dalla Dottoressa Virna Cerne, Senior Director of Global Research & Development, è insediato all’interno di Area Science Park a Trieste ed è quotidianamente impegnato nello studiare nuove soluzioni alimentari specifiche a favore di determinate esigenze nutrizionali (gluten free, alimentazione aproteica, prodotti chetogenici) e di migliorare e rinnovare continuamente i vari prodotti del vasto assortimento. Nello specifico le attività si concentrano su progetti nel campo della chimica degli alimenti e della biologia, ricerca di nuove materie prime o nuove soluzioni di packaging per garantire la massima qualità dei nostri prodotti, studio di nuove formulazioni come base per nuovi prodotti e ricerca di soluzioni tecnologiche per gli impianti di produzione.
Comunicati Stampa
Dai nostri campus
15.02.2023
Parte “Alla ricerca”: il nuovo podcast su scienza e innovazione in Friuli Venezia Giulia
Sei episodi per esplorare il ruolo della ricerca di base come elemento cruciale per l’innovazione e la sostenibilità: questo l’obiettivo del nuovo podcast nato dalla collaborazione tra Area Science Park, Centro internazionale di fisica teorica Abdus Salam (ICTP), Rai FVG e Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) e che sarà trasmesso a partire dal 21 febbraio all’interno della trasmissione “RADAR – Segnali dalla scienza, dalla cultura, dalla società” di Radio Rai FVG e successivamente in streaming su Rai Play Sound.
Il Friuli Venezia Giulia è una regione particolarmente ricca di ricercatori e ricercatrici che lavorano nei laboratori delle università, degli enti di ricerca e delle imprese del territorio, ma il loro impatto è molto più che locale. Il podcast “Alla ricerca – storie di scienza e innovazione dei laboratori del Friuli Venezia Giulia” mira appunto a raccontare la qualità, la varietà e la multidisciplinarietà che caratterizza la ricerca in regione, e lo fa utilizzando uno stile colloquiale così da rendere il tema accessibile anche a un pubblico lontano al mondo scientifico.
Protagonisti della prima puntata il mare e i suoi suoni, sia quelli naturali che quelli causati dalle attività umane, raccontati oggi in anteprima all’Antico Caffè San Marco da Marta Picciulin, ricercatrice dell’Istituto di Scienze Marine-CNR di Venezia e collaboratrice dell’Area Marina Protetta di Miramare.
Sei episodi in totale in cui Gioele Lecquio e Pierluigi Masai, per circa dieci minuti, accompagnano gli ascoltatori attraverso le voci degli esperti alla scoperta della comunicazione quantistica, dell’inquinamento acustico, dell’invecchiamento sostenibile, dell’agricoltura 4.0, dell’idrogeno verde e del monitoraggio dei cambiamenti climatici.
21 febbraio – “Echi nel Golfo: l’inquinamento acustico sottomarino”. Con Paolo Diviacco (OGS); Marta Picciulin (CNR-ISMAR di Venezia; WWF AMP Miramare); Gianluigi Rozza (SISSA);
28 febbraio – “Fenomeni estremi: previsioni (in)certe?” con Nikola Holodkov (Area Science Park); Erika Coppola (ICTP); Francesca Gallina (ARPA FVG); Sergio Nordio (ARPA FVG);
7 marzo – “Idrogeno verde: una risorsa energetica” con Nicola Seriani (ICTP); Rodolfo Taccani (Università degli Studi di Trieste); Marta Boaro (Università degli Studi di Udine);
14 marzo – “Tra quantum? La rivoluzione della comunicazione quantistica” con Iris Paparelle (CNR-INO); Antonio Lanza (SISSA); Rosario Fazio (ICTP);
21 marzo – “Invecchiamento sostenibile: realtà o utopia?” con Laura Rizzi (Università degli Studi di Udine); Raffaella Rumiati (SISSA); Danilo Licastro (Area Science Park).
28 marzo – “La nuova rivoluzione agricola: tra microrganismi e intelligenza artificiale” Con Vittorio Venturi (ICGEB); Laura Nenzi (Università degli Studi di Trieste); Federico Longobardi (WiforAgri);
“Alla ricerca” è un progetto nato dalla collaborazione tra Area Science Park, Centro internazionale di fisica teorica Abdus Salam (ICTP), Rai FVG e Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA), con il supporto di ARPA FVG, CNR-INO, CNR-Ismar, ICGEB, OGS, Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Udine, WiForAgri, WWF AMP Miramare.
Il podcast è scritto e condotto da Pierluigi Masai e Gioele Lecquio, alunni del Master in Comunicazione della Scienza “Franco Prattico” della SISSA, e curato da Riccardo Cicconetti, programmista multimediale di Rai FVG.
genomica
idrogeno verde
Infrastrutture di ricerca
mitigazione climatica
GLI EVENTI IN AREA SCIENCE PARK
Workshop, corsi, incontri e tavole rotonde a carattere scientifico e divulgativo
RUBRICHE VIDEO
Interviste e video racconti dal mondo della ricerca di Area Science Park