Materiali innovativi: esempi di applicazione della Piattaforma

Tramite le tecniche di Imaging è possibile svolgere ricerche e analisi su:

  • Struttura di schiume polimeriche. Osservazione della microstruttura delle schiume utilizzate nell’industria automobilistica, mentre queste venivano sottoposte a vari processi di deformazione, ottenendo correlazioni tra la struttura, la resistenza del materiale e le sue proprietà isolanti
  • Tessuti per Vele. Impiego della microradiografia a contrasto di fase per l’osservazione delle strutture nanometriche, non visibili con tecniche tradizionali, dei nuovi materiali con i quali si realizzano le vele delle barche da competizione
  • Phytoremediation. Impiego della tecnica di fluorescenza per mappare la presenza di metalli pesanti nelle piante e verificare la loro capacità di tollerarli, assorbirli, metabolizzarli e renderli meno tossici per la stabilizzazione dell’ambiente e/o la rimozione di inquinanti

Tramite le tecniche di analisi strutturale è possibile svolgere ricerche e analisi su:

  • Bioenzimi. Impiego della tecnica di diffrazione a raggi X per l’acquisizione di precise informazioni sulla struttura tridimensionale di un enzima di origine batterica che, in determinate condizioni, può essere utilizzato in applicazioni biotecnologiche
  • Molecole anti-Alzheimer. Impiego della tecnica di diffrazione a raggi X per acquisire informazioni dettagliate sulla struttura dell’enzima Acetilcolinesterasi (AChE) – un target della malattia di Alzheimer coinvolto nella trasmissione del segnale nervoso – e sulla sua interazione con uno dei farmaci in grado di controllare l’attività dell’AChE

Tramite le tecniche di caratterizzazione chimica è possibile svolgere ricerche e analisi su:

  • Biocatalisi. Sviluppo di nuovi processi biocatalitici con catalizzatori enzimatici e valutazione della loro efficienza all’interno dei polimeri mediante l’accoppiamento della spettroscopia infrarossa FT (Fourier Trasformed) con la luce di sincrotrone
  • Clean steel. Negli acciai tradizionali, le microinclusioni non metalliche sono prodotte durante i processi di lavorazione a caldo e possono generare microfratture destinate a causare la destabilizzazione di intere strutture. È possibile individuare e caratterizzare chimicamente queste piccolissime impurità e le fasi della lavorazione maggiormente responsabili della sua “contaminazione”