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Squadra ICGEB contribuisce a dimostrare l’efficacia della terapia genica in una malattia metabolica del fegato

05.09.2023
Nel New England Journal of Medicine sono stati pubblicati i risultati di uno studio clinico che ha coinvolto medici della Francia, l’Italia e i Paesi Bassi
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Nel New England Journal of Medicine sono stati pubblicati i risultati di uno studio clinico europeo di terapia genica che ha coinvolto medici della Francia, l’Italia e i Paesi Bassi. Il gruppo di Genetica Molecolare dei topi dell’ICGEB, uno dei fondatori del progetto, ha posto le basi per la traslazione clinica dello studio.

Il capogruppo del Laboratorio ICGEB di Genetica Molecolare dei topi, Dott. Andrés F. Muro e la ricercatrice associata, Dott.ssa Giulia Bortolussi, hanno preso parte al progetto di ricerca europeo CureCN, che mira a sviluppare una terapia genica curativa per la rarissima sindrome di Crigler-Najjar (CN), una malattia epatica potenzialmente letale che colpisce un individuo su un milione alla nascita.

Il progetto, iniziato nel 2013, è guidato da Généthon, Francia e sponsorizzato dal programma H2020 della Commissione europea. Il consorzio comprende 11 partner provenienti da sei Paesi europei e ha visto la collaborazione esterna dell’ICGEB, che è stato fondamentale per la generazione di dati preclinici tramite l’utilizzo del modello murino Ugt1a KO, ponendo così le basi per la successiva traduzione clinica della sperimentazione.

I risultati della sperimentazione clinica sono stati pubblicati il 17 agosto in un manoscritto congiunto sul New England Journal of Medicine, di cui sono coautori i Dott.ri Bortolussi e Muro. Si tratta della prima dimostrazione clinica dell’efficacia della terapia genica in una malattia metabolica del fegato, che dimostra la sicurezza e la tolleranza del trattamento, nonché la sua efficacia alla dose più elevata.

Lo studio ha dimostrato il ripristino dell’espressione a lungo termine dell’enzima mancante con una forte riduzione dei livelli di bilirubina plasmatica nei tre pazienti adulti trattati con la dose più alta. L’attuale fase dello studio, avviata nel gennaio 2023, mira a confermare l’effetto osservato in un numero maggiore di pazienti, compresi i bambini di età pari o superiore a 10 anni, età in cui il fegato matura. Se i risultati dovessero essere conclusivi, si potrebbe presentare una richiesta di licenza per il medicinale alle autorità francesi ed europee.

Il Dott. Muro afferma che: “Siamo molto orgogliosi del nostro contributo alla sperimentazione. I risultati ottenuti nei pazienti rappresentano un fondamentale passo in avanti verso l’applicazione della terapia genica non solo per i pazienti Crigler-Najjar, ma anche per altre malattie genetiche del fegato. Si tratta del primo caso di correzione a lungo termine di una malattia causata da una proteina epatica non secreta”.

La sindrome ereditaria di Crigler-Najjar si verifica subito dopo la nascita. È causata dalla carenza di un enzima specifico del fegato (uridina difosfato glucuronosiltransferasi 1A1) che porta all’accumulo di bilirubina non coniugata tossica in tutti i tessuti del corpo. Se non trattata, la CN provoca danni neurologici irreversibili nel cervello e porta alla morte. Al momento, l’unico trattamento è la fototerapia fino a 12 ore al giorno – che perde efficacia man mano che i pazienti crescono – e prima o poi un trapianto di fegato, che comporta rischi elevati e possibili complicanze.