Metalmeccanica: pubblicato il report 2025 di COMET
Il nuovo report dell’Osservatorio Metalmeccanica FVG, promosso da COMET – Cluster Metalmeccanica Friuli Venezia Giulia con la collaborazione di Area Science Park, Intesa Sanpaolo, Università di Trieste e Università di Udine, restituisce l’immagine di un comparto che torna a crescere dopo due anni di lieve arretramento (-0,7% nel 2023, -0,6% nel 2024).
Presentato presso Cantina Pitars di San Martino al Tagliamento all’incontro dal titolo “Navigare il cambiamento: strategie e adattamento delle imprese metalmeccaniche FVG”, ha rappresentato un’occasione di confronto tra mondo della ricerca, istituzioni e imprese. Dopo i saluti istituzionali, il programma si è articolato in due tavole rotonde: una dedicata al report, l’altra ha invece dato voce alle imprese, con gli interventi di AlfaTech Srl, Cappellotto Spa, Latofres Srl e Mit Srl – MIT Group, che hanno condiviso esperienze concrete di adattamento strategico, innovazione e internazionalizzazione. A moderare il confronto Saverio Maisto, direttore del Cluster COMET, e Michele Valerio di Eupragma. Le conclusioni sono state affidate al presidente del COMET, Sergio Barel.
INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ
La metalmeccanica, che rappresenta il 43% della manifattura regionale e si conferma pilastro del sistema produttivo, registra infatti un incremento dello 0,9%, confermando i dati di giugno 2025, mentre il resto della manifattura FVG mantiene una dinamica negativa (-1,4%). La specializzazione elettro-meccanica rimane dominante, con un contributo del 3% da parte delle filiere collegate. La distribuzione territoriale rimane concentrata nelle province di Udine e Pordenone, dove si colloca il 77% delle imprese osservate.
Emerge con forza il tema dell’innovazione: il 36% delle aziende metalmeccaniche mostra segnali concreti – brevetti, progetti europei o regionali, startup e spinoff – in una quota superiore rispetto al resto della manifattura, che si ferma al 32%; pur in un contesto di calo generale, la metalmeccanica mantiene dunque una posizione di vantaggio. Anche la sostenibilità ambientale segna un passo avanti: le imprese che hanno ottenuto certificazioni energetiche o ambientali, partecipato a progetti europei o depositato brevetti green crescono del 6% rispetto al 2024, raggiungendo quota 161; il resto della manifattura registra invece una flessione dell’8%.
FATTURATO E STRATEGIE
Sul piano economico, il fatturato della metalmeccanica regionale tra il 2021 e il 2024 è cresciuto dell’8,7%, in linea con l’andamento nazionale. Tuttavia, nel confronto tra il 2024 e il 2023, il FVG ha subito un calo più marcato (-4,1%) rispetto al resto d’Italia (-3,3%). La redditività, misurata dall’Ebitda Margin, è scesa dall’11,8% al 10,8%, pur restando vicina alla media nazionale. In controtendenza, la solidità patrimoniale delle imprese regionali si è rafforzata: il patrimonio netto sul passivo ha raggiunto il 39,7%, in crescita rispetto al 37,4% dell’anno precedente e superiore al dato nazionale. Le differenze dimensionali mostrano come le microimprese abbiano sofferto di più, con un calo del fatturato del 5,1%, seguite dalle piccole (-4,0%), mentre le medie e grandi hanno limitato la flessione allo 0,8%. I margini operativi restano simili per tutte le dimensioni, attorno al 9,5%, ma la patrimonializzazione è più robusta nelle grandi imprese, che tra il 2022 e il 2024 hanno guadagnato 7 punti percentuali. Il report sottolinea inoltre l’importanza della governance e delle strategie adottate. Le aziende con almeno un under 40 nel board hanno registrato crescite a doppia cifra (+26,8%), mentre quelle con tutti i membri over 65 si sono fermate al +5,9%. L’orientamento ai mercati esteri ha garantito un incremento del 20% contro il 16% delle imprese non esportatrici. Certificazioni di qualità, certificazioni ambientali e brevetti si confermano leve decisive di sviluppo, con tassi di crescita rispettivamente del 22,9%, 27,3% e 17,4%. Infine, il report dedica spazio ad alcune realtà emblematiche del territorio, tra cui AlfaTech, Latofres, PMI e TSM (Fiume Veneto), Cappellotto (Fontanafredda), Gruppo Cividale (Tavagnacco,) Cosma Group (Porcia), Mit Srl – MIT Group (San Quirino), Startech (Trieste), Mec-2 (Casiacco).
CONCLUSIONI: BAREL
Concludendo, i dati 2025 confermano un elemento chiave: le imprese della metalmeccanica regionale stanno reagendo con determinazione alla complessità dello scenario internazionale. Le strategie di diversificazione dei mercati, messe in campo già da tempo, stanno mostrando segnali concreti di efficacia, come dimostrano le performance dell’export nei primi mesi dell’anno, in crescita nonostante le incertezze geopolitiche e i nuovi dazi USA. Tuttavia, la sfida è tutt’altro che conclusa. “I dati del secondo semestre 2025 ci consegnano una fotografia nitida: la metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia ha saputo navigare la tempesta meglio del resto del comparto manifatturiero, segnando un’inversione di tendenza positiva – afferma il presidente del Comet, Sergio Barel -. Tuttavia, non possiamo ignorare la crescente polarizzazione del nostro tessuto produttivo: la forbice tra chi corre, trainato da export, certificazioni e una governance giovane, e chi fatica, si sta allargando. Il tempo delle decisioni basate solo sull’intuito è finito. Il futuro richiede alle nostre imprese un cambio di paradigma fondato sull’agilità strategica, sulla lucidità dei dati e sulla capacità di captare i segnali deboli del cambiamento. In questo scenario, il ruolo del COMET è cruciale: portare l’ecosistema dell’innovazione e l’accesso ai mercati internazionali anche alle PMI meno strutturate, supportandole in questo salto culturale. Abbiamo imparato a navigare in mari tempestosi; ora dobbiamo alzare lo sguardo e prepararci al futuro con continuità, visione e coraggio”.
TAVOLE ROTONDE
Alla serata dedicata all’analisi del comparto regionale e alle strategie di adattamento, sono intervenuti esperti di rilievo provenienti dal mondo bancario, accademico e della ricerca. Nella tavola rotonda moderata dal direttore del COMET, Saverio Maisto, Anna Maria Moressa di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato come le PMI abbiano mostrato una maggiore tenuta nella marginalità rispetto alle grandi imprese, grazie alla qualità che ha permesso di mantenere attiva la filiera locale. Maria Chiarvesio dell’Università degli Studi di Udine, ha posto l’accento sul contesto geopolitico sfavorevole e su come le imprese possono tracciare e monitorare il cambiamento, cogliendo le opportunità. Guido Bortoluzzi dell’Università degli Studi di Trieste, ha presentato tre modalità con cui le aziende intercettano segnali dal mercato: attraverso rapporti con imprese capaci di analisi di scenario, il dialogo con i fornitori, l’impiego di osservatori esterni. Da qui la riflessione di Saverio Maisto, che ha rilanciato: “In difesa o in attacco? Di sicuro mai fermi”, e infatti Bortoluzzi consiglia di “gettare più ami in settori diversi o di pescare più a fondo dove i competitor non arrivano”. Enrico Longato di Area Science Park, ha portato l’attenzione su indicatori di innovazione e sostenibilità quali la partecipazione a bandi europei green, il deposito di brevetti, le certificazioni. Nella seconda tavola rotonda, moderata da Michele Valerio di Eupragma, hanno condiviso esperienze concrete di adattamento e visione strategica le imprese Alfatech Srl, Cappellotto Spa, Latofres Srl e MIT Srl – MIT Group, protagoniste di un confronto diretto sulle sfide e soluzioni adottate nel contesto metalmeccanico regionale.