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La fusione nucleare al centro della Conferenza annuale del SiS FVG

05.06.2025
Tra ricerca, innovazione e sfide future
Servizi per l'Innovazione

Area Science Park ha ospitato la conferenza annuale del Sistema Scientifico e dell’Innovazione del Friuli Venezia Giulia (SiS FVG), appuntamento che ha riunito esperti, istituzioni, ricercatori e imprese per discutere di un tema sempre più attuale: il ruolo dell’energia nucleare nella transizione verso un futuro sostenibile.

Una nuova strategia per l’Italia: la legge delega sul nucleare

A fare da sfondo alla discussione, la recente legge delega sul nuovo nucleare approvata dal Governo italiano a febbraio 2025, su proposta del Ministro Gilberto Pichetto. Giorgio Graditi, Direttore di ENEA ha presentato un quadro approfondito dei contenuti del disegno di legge delega e del quadro delle tecnologie oggi allo studio sulla fusione nucleare. Gli obiettivi che si pone il provvedimento sono quelli di raggiungere la neutralità carbonica, ma anche garantire al Paese la sicurezza e l’indipendenza energetica, prevenire i rischi di interruzione della fornitura di energia e contenere i costi della stessa. La delega prevede che il Governo adotti una serie di decreti legislativi entro un anno dall’entrata in vigore per la stesura di un Programma nazionale che disciplini in maniera organica l’intero ciclo di vita della nuova energia sostenibile. I temi oggetto della delega sono molto ampi: spaziano dagli ambiti formativi e informativi; agli aspetti normativi e regolamentari; alla disciplina della disattivazione e dello smantellamento delle installazioni nucleari esistenti sul territorio nazionale; alla disciplina della sperimentazione, della localizzazione, della costruzione e dell’esercizio di nuovi impianti di produzione di energia da fonte nucleare sostenibile sul territorio nazionale; alle attività di ricerca e sviluppo, fino alla diffusione e promozione.

Fusione nucleare: ITER e l’eccellenza italiana nella ricerca

Uno dei temi forti al centro della Conferenza è stato quello trattato dall’intervento di Rossella Rotella, che ha portato la testimonianza diretta di uno dei progetti scientifici più ambiziosi al mondo: ITER, la cui costruzione è in corso a Cadarache, nel Sud della Francia, ad opera di un consorzio internazionale composto da Unione europea, Russia, Cina, Giappone, Stati Uniti d’America, India, Corea del Sud.

Si tratta di uno dei più grandi progetti internazionali di realizzazione di un reattore a fusione nucleare di tipo sperimentale, in grado di produrre un plasma di fusione con più potenza rispetto alla potenza elettrica richiesta a tutto l’impianto per riscaldare il plasma stesso. ITER è un reattore deuterio-trizio in cui il confinamento del plasma è ottenuto in un campo magnetico all’interno di una macchina denominata tokamak.

L’Italia gioca un ruolo di primo piano nella ricerca sulla fusione nucleare, grazie al contributo, tra gli altri, di ENEA e del Consorzio RFX di Padova. In particolare, la Divertor Tokamak Test facility (DTT) è un concentrato di alta tecnologia concepito nei laboratori ENEA di Frascati e progettato da ricercatori, oltre che dell’ENEA, di Università ed Enti di ricerca italiani e dei consorzi Create e RFX. Il cuore del dispositivo è una ciambella di acciaio di circa sei metri di diametro esterno, al cui interno generare condizioni di vuoto spinto per produrre, ingabbiato da un campo magnetico, un plasma che alle massime prestazioni raggiungerà una temperatura di circa settanta milioni di gradi.

Questi sviluppi non sarebbero possibili senza una stretta connessione tra ricerca di base, sviluppo tecnologico e innovazione, attraverso il coinvolgimento e il dialogo sia di realtà scientifiche che industriali, come è emerso dalla Tavola rotonda con le imprese, moderata dalla giornalista Simona Regina. Alla Tavola rotonda hanno preso parte rappresentanti di importanti realtà quali GAUSS FUSION GmbH, SIMIC, ANSALDO NUCLEARE, WESTINGHOUSE-MANGIAROTTI. La discussione ha evidenziato come un progetto scientifico che traguarda al lungo periodo sia in grado di produrre ricadute anche nel breve termine grazie allo sviluppo, integrazione e collaudo di soluzioni tecnologiche per la realizzazione dei prototipi degli impianti in vari ambiti industriali come ad esempio quello della superconduttività.

Cosa pensano gli italiani del nucleare? I dati SWG

Perché un piano energetico abbia successo, però, non basta la tecnologia: serve anche il consenso dei cittadini. L’istituto di ricerca SWG ha presentato un’analisi sul rapporto tra gli italiani e l’energia nucleare, che mostra un atteggiamento più aperto che in passato verso la tecnologia da fissione. In particolare, alla domanda “Se lei avesse la responsabilità di decidere sul futuro delle politiche energetiche in Italia e dovesse esprimersi sull’opportunità o meno di costruire nuove centrali nucleari in Italia pensa che…?”, il 48% si è detto favorevole, il 24% contrario, mentre il 28 % non si esprime.