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Progetto BIO Open Lab: Holo-TEM, un microscopio elettronico a trasmissione di ultima generazione consegnato all’Università del Salento
È stato consegnato al Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi” dell’Università del Salento il microscopio Holo-TEM, uno strumento da 4,35 milioni di euro che va ad incrementare la dotazione di strumentazioni all’avanguardia del progetto BIO Open Lab, un’infrastruttura di ricerca distrubuita sul territorio nazionale di cui fanno parte anche Area Science Park di Trieste e l’Università di Salerno e che andrà a potenziare il Consorzio europeo CERIC-ERIC. Il progetto ha un finanziamento complessivo di 12.434.500,00 euro su fondi PON Ricerca e Innovazione 2014-2020.
Il nuovo Microscopio Elettronico a Trasmissione, presto installato e operativo a Lecce, ha una risoluzione che riesce a raggiungere il singolo atomo e avrà la possibilità di analizzare campioni sia organici sia inorganici senza danneggiarli significativamente. Il microscopio utilizzerà quattro tecniche diverse d’indagine quali criomicroscopia elettronica, olografia in linea, spettroscopia di elettroni a perdita di energia (EELS) e spettroscopia di raggi X-caratteristici dispersi in energia (EDXS), la cui combinazione permetterà di sviluppare nuove metolodogie di investigazione e di realizzare esperimenti innovativi. Il suo impiego porterà un forte avanzamento delle conoscenze in biologia, medicina, farmacologia e altri settori.
“La realizzazione della infrastruttura BIO Open Lab – dice il prof. Lucio Calcagnile, co-responsabile del progetto insieme alla prof.ssa Rosaria Rinaldi – e la disponibilità di un Holo-TEM a risoluzione atomica darà la possibilità fra pochi mesi a ricercatori provenenti anche dall’estero, e in particolare dal Consorzio europeo CERIC-ERIC, di utilizzare una facility di ricerca dalle prestazioni eccezionali non solo per le ricerche fondamentali e le applicazioni alla medicina ma in generale a tutta la Scienza dei Materiali.”
“Questa infrastruttura permetterà di formare giovani ricercatori in un campo di frontiera per lo studio delle proprietà morfologiche e strutturali di materiali organici ed inorganici ad altissima risoluzione”, aggiunge la prof.ssa Rinaldi.
Le prossime fasi che il microscopio Holo-TEM dovrà sostenere nei mesi a venire sono la completa installazione, il collaudo e il commissioning per il suo primo vero utilizzo da parte della comunità scientifica.
Tutte le realtà coinvolte nel progetto BIO Open Lab beneficeranno delle alte prestazioni del microscopio Holo-TEM, per una ricerca condivisa e diffusa che avrà risonanza nazionale e internazionale grazie alle quattro facilities in costruzione o già operative. Oltre al laboratorio del microscopio Holo-TEM, ci sono infatti anche la facility di Next Generation Sequencing del campus di Basovizza di Area Science Park a Trieste, quella di Spettrometria di Massa del campus di Baronissi a Salerno e il Centro di Calcolo del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione ed Elettrica e Matematica Applicata di Salerno.
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Microscopio Elettronico a Trasmissione
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Servizi per l'Innovazione
Area Science Park al World Entrepreneurs Investment Forum di Dubai
Quali sono le sfide che i governi, le organizzazioni multinazionali e le imprese devono affrontare per raggiungere un adeguato grado di resilienza imprenditoriale ed economica dopo il COVID 19?
Dal 28 al 30 marzo, nell’ambito di Expo Dubai, si è svolto il World Entrepreneurs Investment Forum 2022 (WEIF) per offrire riflessioni e soluzioni su questi temi.
L’edizione 2022 si è ispirata al tema centrale di Expo Dubai “Connecting minds, Creating the future – Opportunity, Mobility and Sustainability”, per promuovere occasioni di partnership e collaborazione tra imprenditori e innovatori, finalizzate a garantire un futuro prospero e a individuare soluzioni sostenibili per le sfide globali.
Organizzato da UNIDO ITPO / AICEI Bahrein sotto l’egida della Lega degli Stati Arabi e in collaborazione con l’Unione delle Camere Arabe, la Banca Araba per lo sviluppo economico in Africa e numerosi altri partner regionali e internazionali, il WEIF ha visto la partecipazione di oltre 70 speaker provenienti da tutto il mondo che sono stati coinvolti in 9 panel tematici di confronto.
Il 30 marzo, all’interno del panel 8, Stephen Taylor, Vice Direttore Generale di Area Science Park, è intervenuto sulle opportunità offerte dall’introduzione dell’idrogeno e delle sue potenzialità per la transizione energetica, illustrando i termini dell’accordo tra Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Croazia e Slovenia che porterà alla creazione della cosiddetta “North Adriatic Hydrogen Valley”.
Il panel si è focalizzato sui servizi smart del futuro con lo scopo di analizzare strategie commerciali d’avanguardia e trend tecnologici adottati in diversi contesti, per condividere best practices e orientare futuri sviluppi condivisi.
Oltre a Stephen Taylor era presente Lydia Alessio-Vernì, Direttore Generale, Agenzia Lavoro & Sviluppo Impresa della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
La missione a Dubai si inserisce nel più ampio progetto “Innovation Bridge Trieste – Dubai 2020” promosso dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: un programma di iniziative per collegare Expo Dubai 2020 alla realtà regionale attraverso azioni di networking tra innovatori regionali, nazionali e internazionali, tra cui industria, produttori di tecnologia pubblici e privati e centri di ricerca.
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La nanomedicina personalizzata è la nuova sfida nella lotta contro i tumori
Una nuova terapia personalizzata che include il pre-trattamento dei pazienti oncologici con farmaci già disponibili sul mercato, con l’ausilio di sistemi di imaging. Un metodo di nanoscopia avanzata applicato su sezioni di tessuti malati, in grado di analizzare le variazioni morfologiche e ottiche del tumore prima e dopo il trattamento farmacologico. Sono questi i due obiettivi perseguiti da CATHENA (CAncer THErapy by NAnomedicine), progetto per la nanomedicina personalizzata contro il cancro, frutto di una partnership pubblico-privata tra Bracco Imaging (capofila), A.P.E. Research Srl, Università degli Studi di Trieste e Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (CRO), con il coordinamento scientifico di Area Science Park. Gli studi condotti hanno avuto come obiettivo quello di identificare nuove strategie terapeutiche combinate, volte ad aumentare selettivamente nel tessuto malato la quantità di farmaci antitumorali somministrabile. Oggi grazie alla partnership ed alla condivisione delle conoscenze tecniche, mediche e diagnostiche che il progetto CATHENA ha reso possibili, possiamo affermare di aver più consapevolezza nell’applicazione della nanomedicina contro la patologia oncologica.
I tumori sono la seconda causa di morte dopo le patologie cardio-vascolari. Attualmente le terapie farmacologiche più utilizzate sono basate su anticorpi diretti verso specifici bersagli biomolecolari e recentemente sono stati immessi sul mercato farmaci basati su sistemi di dimensione nanometrica che dovrebbero facilitare la penetrazione nelle cellule del principio attivo. L’organismo, tuttavia, tende a produrre resistenze al vettore, che riducono la diffusione del farmaco e ne limitano la distribuzione all’interno delle cellule cancerose. Nel caso degli anticorpi, questa limitazione è in parte mitigata da una minore resistenza al trasporto nei tessuti e dall’aumento delle dosi terapeutiche, con la conseguenza, però, di esporre i pazienti a notevoli reazioni avverse e far crescere i costi della cura.
Qui entra in gioco il progetto CATHENA, che ha studiato una strategia per massimizzare l’accumulo selettivo dei principi attivi nelle zone affette da patologia oncologica ovvero un pre-trattamento farmacologico che andasse ad aumentare la permeabilità dei vasi.
Ci sono volute competenze diverse e complementari per centrare l’obiettivo, a cominciare da quelle del Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell’Università degli Studi di Trieste. Qui il gruppo di ricerca coordinato dalla prof.ssa Lucia Pasquato ha contribuito alla preparazione di nuove sonde fluorescenti con diversi gradi di attitudine a legarsi ai grassi e a disperdersi tra essi (lipofilia). Data la complessità strutturale dei composti progettati, la sintesi è stata impegnativa ma ha consentito di raggiungere l’obiettivo con successo. Queste sonde fluorescenti sono state poi incorporate in nanovettori lipidici presso Bracco Imaging. L’attività di ricerca di Bracco si è focalizzata sulla preparazione e studio dei nanovettori, in particolare di quattro tipologie di nanoparticelle lipidiche funzionalizzate con molecole fluorescenti innovative. I risultati hanno mostrato una migliore attitudine delle nuove sonde fluorescenti ad intercalarsi nei nanovettori e quindi una migliore capacità di emissione luminosa.
A.P.E. Research ha analizzato la morfologia, la struttura superficiale e le proprietà elettriche e ottiche dei nanovettori con tecniche di microscopia a sonda. Ha sviluppato inoltre uno specifico set-up di nanoimaging multispettrale avanzato che permette di studiare le sezioni istologiche, utile alla validazione in ambito terapeutico. Infine, l’unità di Anatomia Patologica del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano si è occupata dell’analisi di protocolli terapeutici innovativi tramite imaging ottico in vivo, accoppiato a studi di biodistribuzione, farmacocinetica e farmacodinamica specifici per i tumori del colon e ovarici. È stato così valutato l’effetto dei trattamenti attraverso l’analisi e la quantificazione dei nanovettori fluorescenti all’interno del microambiente tumorale, e mediante una dettagliata analisi istopatologica.
Come sottolinea il prof. Vincenzo Canzonieri (CRO e UNITS), il progetto ha permesso di migliorare sia i modelli in vitro 3D (organoidi) che rappresentano degli avatar del tumore dei pazienti, sia modelli in vivo per affinare protocolli terapeutici che utilizzano nanotecnologie avanzate.
I risultati di CATHENA vengono illustrati oggi nel corso dell’evento finale del progetto che vede gli intervenuti del prof. Luis M. Liz-Marzán (CIC biomaGUNE, Basque Research and Technology Alliance (BRTA), Donostia-San Sebastian, Spain), uno dei leader mondiali nelle applicazioni della scienza dei colloidi alla nanoplasmonica, e della dott.ssa Claudia Cabella (Bio-Imaging R&D Manager, Bracco Imaging), esperta in studi preclinici nei campi della risonanza magnetica e nello sviluppo di nanosistemi per l’imaging e per la terapia di malattie cardiovascolari.
CATHENA è un progetto finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia sul bando POR FESR 2014-2020.
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Torna FameLab 2022: la scienza in tre minuti
Sei un ricercatore, uno scienziato o uno studente universitario con il pallino della divulgazione? Allora FameLab sta cercando proprio te!
Per il decimo anno tornano a far tappa a Trieste le selezioni locali di FameLab, la competizione internazionale che sfida studenti e ricercatori scientifici a raccontare in soli 3 minuti il proprio oggetto di studi o un argomento scientifico che li appassiona.
La selezione si svolgerà la mattina di mercoledì 11 maggio 2022, alla Sala Luttazzi del Magazzino 26 (Porto Vecchio).
I concorrenti, di età compresa fra 18 e 40 anni, possono essere studentesse e studenti universitari, specializzandi, dottorandi o lavorare in ambito scientifico, in medicina o in ingegneria. Possono essere di qualsiasi nazionalità (le presentazioni potranno essere fatte anche in inglese). Non possono partecipare coloro che svolgono attività professionale nell’ambito della comunicazione o promozione scientifica.
Dovranno raccontare un argomento scientifico in modo chiaro, coinvolgente e comprensibile anche a un pubblico di non esperti. Niente proiezioni, grafici o video: a loro disposizione solo 3 minuti e una manciata di parole, e il proprio talento comunicativo, per convincere la giuria e trasmettere il fascino della ricerca scientifica.
Le iscrizioni si effettuano entro il 3 maggio 2022, cliccando QUI
I primi due classificati in ogni selezione locale riceverenno un premio in denaro, accederanno a una Masterclass, che si svolgerà a Perugia in giugno, e poi alla Finale Nazionale in programma a fine settembre in occasione della Notte Europea dei Ricercatori.
Il vincitore di FameLab Italia 2022 avrà accesso alla finalissima FameLab International, in programma in autunno, dove affronterà gli altri concorrenti provenienti da oltre 25 paesi nel mondo.
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Incontri formativi per affrontare al meglio il palco di FameLab
Per aiutare gli aspiranti concorrenti a preparare al meglio la loro presentazione, verranno organizzati degli incontri formativi, a cui potranno partecipare gratuitamente tutti i ricercatori interessati e in possesso dei requisiti per iscriversi.
Gli incontri proporranno alcuni utili consigli su come scegliere e organizzare i contenuti di una presentazione, sui modi per catturare e mantenere l’attenzione del pubblico e sui concetti base della teatralità.
Per maggiori informazioni e per iscriversi agli incontri formativi: info@immaginarioscientifico.it
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Italian Quantum Weeks a Trieste: iniziative ed eventi per scoprire scienze e tecnologie quantistiche
La meccanica quantistica, l’insieme delle leggi che regolano il mondo degli atomi e delle particelle elementari, ha sconvolto il nostro modo di concepire la realtà con le sue affascinanti bizzarrie. Le tecnologie quantistiche, basate sull’uso della meccanica quantistica nelle applicazioni della vita quotidiana, stanno portando una nuova rivoluzione tecnologica che dobbiamo imparare a comprendere e gestire.
Le Italian Quantum Weeks vengono promosse da scienziati, ingegneri, divulgatori ed educatori italiani in occasione del primo World Quantum Day (14 Aprile 2022) con lo scopo di far conoscere meglio il mondo dei quanti e le opportunità che la rivoluzione quantistica sta per portare. Le attività in programma sono promosse da scienziati, divulgatori ed educatori per raccontare le interessanti possibilità del mondo quantistico nonché le potenzialità create dall’applicazione della meccanica quantistica a strumenti quotidiani.
Nella città di Trieste in particolare si svolgeranno attività, online e in presenza, coordinate da un gruppo di ricercatrici del CNR con la collaborazione di molti enti del sistema cittadino. Infatti, oltre ai due istituti del CNR (INO e IOM), sono protagonisti: l’Università degli Studi di Trieste, la SISSA – Scuola Internazionale di Studi Superiori Avanzati, l’ICTP – International Center for Theoretical Physics, il SISSA Medialab e il TQT – Trieste Institute for the Theory of Quantum Technologies. Partecipano anche i progetti Quantum Technologies Education for Everyone, Science Melting Pot e ScienceAtHome. Si tratta, inoltre, di una coprogettazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che produrrà un video per raccontare i vantaggi “quantistici” di Trieste, proiettato in anteprima in occasione del World Quantum Day (14 aprile) al caffè San Marco.
Ci saranno aperitivi quantistici, con brevi interventi di ricercatori attivi nel campo, seguiti da discussione e domande e ospitati da due importanti caffè triestini: il bar libreria Knulp e il Caffè San Marco; si potrà giocare con le leggi della meccanica quantistica ai Quantum Game Café, serate in cui saranno disponibili giochi da tavolo e da PC, sempre al Caffè San Marco; nella giornata dei Giovani Quantistici invece, studenti delle scuole superiori e dell’università potranno approfittare delle esperienze di dottorandi e post-doc per capire il futuro delle tecnologie quantistiche; sono aperti ai ragazzi due interventi organizzati rispettivamente da SISSA FOR SCHOOLS e ICTP con Immaginario Scientifico; inoltre, saranno trasmesse in streaming a livello nazionale due conferenze di un’ora, una per tutti e una per le scuole in particolare.
Per partecipare a qualsiasi attività si può consultare la pagina web https://www.quantumweeks.it/trieste/
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Progetto NFFA-Europe: firmato il Memorandum per un programma di lungo termine nel settore delle nanoscienze
Ampliare ulteriormente e aggiornare gli impianti di ricerca e i servizi per le nanoscienze a livello europeo e fornire una base ancora più solida per la cooperazione internazionale scientifica in questo settore tecnologico di frontiera. Sono questi i principali obiettivi del Memorandum of Understanding (MoU) di NFFA-Europe per la realizzazione di un programma di lungo termine nel settore delle nanoscienze, firmato da dieci importanti istituzioni di ricerca europee.
NFFA-Europe è un’infrastruttura di ricerca distribuita con ventidue partner internazionali e coordinata dall’Istituto officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iom) nel quartier generale di Trieste in Area Science Park, che fornisce accesso integrato a laboratori di fabbricazione e manipolazione a risoluzione atomica dei materiali (nanofoundries) e tecniche di analisi fine della materia, disponibili presso le grandi facilities di ricerca europee. I servizi forniti sono basati sulle competenze e le strumentazioni avanzate messe a disposizione dai partner e beneficiano del sostegno finanziario dei Programmi Quadro della Commissione Europea. NFFA-Europe offre accesso aperto al più ricco catalogo di metodi e strumenti disponibili per eseguire progetti pubblici nel campo delle nanoscienze.
Il MoU è il primo passo verso la creazione di servizi di infrastruttura di ricerca innovativi e sostenibili in grado di accrescere la competitività scientifica e tecnologica europea. Il Memorandum scadrà l’1 gennaio 2031 e può essere prorogato su accordo delle parti.
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Consiglio di indirizzo 2022 del SiS FVG: rafforzare l’integrazione e la condivisione delle attività
Condivisione, integrazione e maggiore coordinamento. Sono questi i pilastri su cui lavorare nell’immediato futuro per ottimizzare le risorse e mettere in rete, in modo strutturato, competenze specializzate e infrastrutture di cui il territorio del Friuli Venezia Giulia è estremamente ricco.
È quanto emerso nella riunione del Consiglio di indirizzo 2022 del SiS FVG, il Sistema Scientifico dell’Innovazione del Friuli Venezia Giulia, un’iniziativa della Regione Autonoma, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero dell’Università e della Ricerca.
Istituito nel 2016, il SiS FVG nasce con l’obiettivo di valorizzare le numerose realtà scientifiche presenti sul territorio e favorire azioni di sistema e condivisione di competenze e infrastrutture. L’accordo siglato tra Regione Friuli Venezia Giulia, MUR e MAECI è stato rinnovato lo scorso anno.
Il Consiglio d’indirizzo si svolge una volta all’anno ed è l’occasione per fare il punto sulle attività svolte, per proporre la nuova programmazione e discutere su tematiche di interesse comune; vi partecipano i rappresentanti delle principali realtà scientifiche del territorio (università, poli tecnologici e centri di ricerca). Il Consiglio del 2022, che si è svolto ieri in Area Science Park, è stato il primo incontro dopo due anni di sospensione dovuta all’emergenza pandemica ed è stata anche l’occasione per confrontarsi sull’emergenza ucraina e sul possibile sostegno che le istituzioni possono offrire alla comunità scientifica. Si è parlato dell’attivazione di borse di studio, assegni di ricerca e di aprire i laboratori del sistema a studenti e ricercatori dell’Ucraina. La collaborazione e i canali di dialogo con il Mur e con il Maeci sono costanti.
Al Consiglio 2022 hanno partecipato l’assessore regionale alla ricerca Alessia Rosolen, il vicedirettore della direzione centrale lavoro e formazione Ketty Segatti, Francesco Ciardiello delegato del MUR e Raffaella Di Fabio e Nico Longo delegati del MAECI.
L’assessore Rosolen ha sottolineato l’importanza di continuare a perseguire la strada già tracciata “Mi auguro che la collaborazione nata in risposta ai bandi PNRR possa convergere nella capacità di lavorare in modo integrato su altri due temi prioritari per la regione: l’idrogeno e la farmaceutica” ha spiegato nel corso dell’incontro.
“Fare le cose assieme vuol dire mediare, trovare compromessi che portino a risultati collettivi, un modello che è diventato un pilastro anche del PNRR” ha spiegato Francesco Ciardiello del MUR “L’accordo che ha portato alla nascita e, poi al rinnovo, del Sistema Scientifico dell’Innovazione fonda le sue radici proprio sul principio della condivisione, del confronto e scelte di qualità. Possiamo dire che, in qualche modo, abbiamo anticipato i tempi, abbiamo fatto la scelta giusta, ce lo conferma il fatto che questo modello è stato ritenuto valido anche per il PNRR.”
Di programmazione futura e del contributo che può dare l’ente nazionale di ricerca Area Science Park al sistema ha parlato la presidente Caterina Petrillo, soffermandosi in particolare su euro progettazione e brevettazione, quali attività a cui dedicare maggiore attenzione. “Dobbiamo fare uno sforzo collettivo per individuare nuovi modi di lavorare assieme, fare sinergia per massimizzare le risorse” ha commentato la Presidente che ha poi aggiunto “Quello del Friuli Venezia Giulia è un sistema unico a livello nazionale, basato sulla stretta collaborazione tra le realtà scientifiche e una forte relazione con la regione, che ha già, in più di un’occasione, dimostrato di saper lavorare in modo efficace, coordinato e condiviso”.
emergenza Ucraina
idrogeno
Istituzionale
ricerca
Conflitto in Ucraina: i presidenti degli enti di ricerca sostengono le iniziative che promuovono la pace
La CONPER, Consulta dei presidenti degli enti di ricerca, si unisce alle forti prese di posizione delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea e del nostro Governo contro l’aggressione subita dall’Ucraina, esprime la propria vicinanza alla popolazione che soffre i tragici effetti della guerra e sostiene le iniziative volte a risolvere diplomaticamente il conflitto e a promuovere la pace.
Gli enti di ricerca, condividendo le decisioni del Governo e degli organismi scientifici internazionali, sottolineano con forza come la scienza debba restare non solo motore di progresso per tutta l’umanità, ma anche fondamentale strumento di costruzione di pace e di cooperazione tra i popoli.
Nel concreto, la CONPER intende rispondere positivamente alla richiesta del Ministro dell’università e ricerca di mettere in campo azioni di accoglienza a supporto alla comunità scientifica e accademica ucraina, e si mette a disposizione per diffondere e coordinare le iniziative di solidarietà e sostegno dei singoli enti di ricerca, anche raccordandosi con altre istituzioni nazionali.
Istituzionale
scienza
Ucraiana
Grazie al “rumore” si sente meglio: una nuova tecnica sviluppata da UniTS ed Elettra Sincrotrone rivoluziona la Spettroscopia laser ultrarapida
Un team di scienziati italiani, statunitensi e australiani, utilizzando la spettroscopia laser ultrarapida in modo rivoluzionario, consegna un nuovo potente strumento alla Fisica, alla Chimica e alla Fotonica. La tecnica, nella sua versione classica, è utilizzata per localizzare specifici composti chimici in materiali di varia natura, disegnando vere e proprie mappe vibrazionali che ne svelano le caratteristiche più nascoste. Pubblicato su Nature – Light Science & Application, lo studio guidato da Daniele Fausti dell’Università di Trieste ed Elettra Sincrotrone S.c.p.a., consente di convertire in informazioni utili il principale difetto di questa tecnica: il rumore.
“Con rumore si intendono le fluttuazioni casuali generate dagli impulsi laser mentre attraversano i materiali da analizzare – spiega il prof. Fausti – le tecniche utilizzate da decenni si sono sempre sforzate di ridurle, noi siamo riusciti a farle diventare fonti di informazioni ulteriori. Con strumenti molto grandi, costosi e complessi era necessario ripetere le misurazioni migliaia di volte al secondo in modo da poter misurare anche i più piccoli cambiamenti nel campione in esame”.
Un modo di operare che non considerava attentamente un aspetto cruciale: ogni realizzazione dell’esperimento è unica e quindi misurare la media su molti esperimenti ripetuti non racconta la “storia completa”.
“Questo è stato l’Eureka del mio progetto di dottorato – continua Giorgia Sparapassi dell’Università di Trieste e autore principale dello studio – realizzare che le sottili differenze tra le diverse realizzazioni degli stessi esperimenti portano un intero carico di informazioni che si perdono se si misura la risposta in media è stato il punto di partenza di questa linea di ricerca”.
Al progetto di ricerca, oltre a diversi membri del team di Fausti, hanno partecipato il Dr. Jonathan Tollerud, ex collaboratore dell’università di Trieste ora ricercatore della Swinburne University – Melbourne e, per gli aspetti teorici, il Prof. Shaul Mukamel e il Dr. Stefano Cavaletto dell’Università della California – Irvine.
Questa collaborazione ha quindi portato allo sviluppo di una nuova tecnica di spettroscopia ultraveloce che, invece di rendere gli impulsi più stabili, utilizza impulsi rumorosi e un approccio basato sulla correlazione tra le intensità della luce a diversi colori per il rilevamento del segnale. In questo nuovo quadro, il campione da analizzare viene sondato con impulsi laser deliberatamente resi “poco educati”, che mostrano quindi fluttuazioni nel tempo e nella frequenza. Le informazioni dal campione sono poi codificate, recuperate e decifrate.
Utilizzare la tecnica con questo nuovo approccio potrebbe avere importanti ricadute in campo medico per l’osservazione, ad esempio, dei processi biologici legati alle malattie degenerative, in quello energetico, per lo studio di nuovi materiali al servizio delle rinnovabili e in generale in quello dei dispositivi elettronici di ultima generazione.
Questo importante risultato è un’ulteriore dimostrazione di come l’eccellenza del sistema scientifico territoriale triestino, che registra una concentrazione di enti di ricerca senza pari in Italia, possa giocare un ruolo determinante sia nella riuscita di progetti di ricerca ambiziosi che nella formazione di scienziati leader in istituzioni nazionali e internazionali.
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impulsi rumorosi
spettroscopia laser ultraveloce
Solidarietà e sostegno alla popolazione e alla comunità scientifica dell’Ucraina
Area Science Park manifesta il proprio sostegno ed esprime solidarietà alla popolazione e alla comunità scientifica dell’Ucraina che si trovano ad affrontare, in questo particolare momento storico, una situazione estremamente drammatica.
Da sempre la scienza si fonda su una collaborazione aperta, interdisciplinare e inter-frontaliera, crea ponti che uniscono popoli di lingue e culture diverse e lo fa in nome del progresso scientifico.
Area accoglie l’invito che il Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, ha rivolto a tutti i rettori delle università italiane, ai presidenti degli AFAM e a quelli degli enti di ricerca, a sostenere iniziative del Governo e azioni d’aiuto che possano rispondere a richieste ed esigenze provenienti, nei prossimi giorni, dalla comunità scientifica ucraina.
Istituzionale
La Presidente di Area Science Park, Caterina Petrillo, entra nel CDA dell’ENEA
La professoressa Caterina Petrillo, Presidente di Area Science Park, entra a far parte del Consiglio di Amministrazione dell’ENEA, su nomina del Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani (decreto n. 10 del 13 gennaio 2022). Assieme a lei nominato anche il Professore Raffaele Bifulco, ordinario di Diritto costituzionale nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Roma Luiss “Guido Carli”.
I componenti del CDA dell’ENEA sono cinque e durano in carica fino allo scadere del Consiglio di Amministrazione già insediato e nominato con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare del 21 settembre 2020.
La professoressa Petrillo, Presidente di Area Science Park da circa un anno e ordinario di Fisica Sperimentale all’Università degli Studi di Perugia, ha diretto il Dipartimento di Fisica e poi il Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia, è stata membro di comitati di indirizzo e strategia della ricerca e di valutazione scientifica internazionali e degli organi direttivi di centri di ricerca internazionali in qualità di esperto scientifico e di rappresentante italiano designato dal MIUR.
È membro della delegazione italiana nel gruppo di alti funzionari del G8+5 per lo sviluppo della cooperazione delle infrastrutture di ricerca di scala globale, ha fatto parte del Consiglio Direttivo dell’INFN e del CdA dell’Università degli Studi di Perugia. Dal 2019 è membro straniero dell’Accademia reale svedese delle scienze ingegneristiche e da luglio 2021 è Presidente della General Assembly (l’organo di governo) di ELI-ERIC.
Istituzionale
Online la nuova indagine “Mobilità della conoscenza”: disponibili i dati del 2020 e dell’anno accademico 2019/2020
L’emergenza pandemica ha avuto, come era prevedibile, un impatto anche sulla mobilità del mondo scientifico; il lockdown del 2020 e la conseguente riduzione degli spostamenti a livello nazionale e internazionale ha fatto registrare un netto calo del numero di studenti, ricercatori e docenti che trascorrono un periodo più o meno lungo presso le istituzioni scientifiche del Friuli Venezia Giulia.
Da anni riconosciuto come territorio attrattivo a livello internazionale per la qualità dei suoi centri di ricerca, il Friuli Venezia Giulia ha visto, nel 2020, un calo della mobilità sia incoming che outgoing. Per quanto riguarda l’incoming, ovvero la mobilità verso l’Italia, si registra una diminuzione del 25% di studenti e del 86% di ricercatori e docenti stranieri, rispetto all’anno precedente. Meno marcata la battuta d’arresto registrata per l’outgoing, ovvero per studenti e ricercatori italiani che trascorrono periodi di studio o lavoro all’estero, i cui dati ci dicono che c’è stata una riduzione del 22% degli studenti italiani che si sono recati all’estero e del 37% di docenti e ricercatori. Non ha subito significative variazioni, invece, il numero di studenti iscritti alle università regionali, inclusi gli stranieri.
I dati sono certificati dalla Mobilità delle Conoscenza 2021 (dati 2020 e anno accademico 19/20), l’indagine che rileva, ogni anno, il numero di docenti, ricercatori e studenti stranieri che trascorrono periodi più o meno lunghi pressi i principali istituti di ricerca, le università e i conservatori che fanno pare del SIS FVG, il Sistema Scientifico e dell’Innovazione del Friuli Venezia Giulia.
In un contesto complesso, qual è quello dell’emergenza pandemica che ha richiesto cambiamenti repentini, si registra anche qualche segnale positivo; uno su tutti l’aver ottimizzato l’uso delle opportunità che offre il digitale. Un numero elevato di studenti e ricercatori, soprattutto stranieri, infatti, ha avuto la possibilità di partecipare da remoto a corsi, summer school e attività formative organizzati dagli enti del SiS FVG. Un esempio è il Centro Internazionale di Fisica Teorica “Abdus Salam” (ICTP) che ha potuto compensare i numeri della mobilità incoming di quasi il 50%, rispetto ai numeri pre-pandemia, grazie alle attività digitali.
Gli enti SiS FVG registrano già un cambiamento di tendenza nel primo semestre 2021.
Qui è possibile scaricare l’indagine completa.
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Il SiS FVG nasce su iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
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